Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Parte 26: Hong Kong

Tutti i miei casini personali sono stati spazzati via da una bufera.

Le foto fuori dal locale di Bangkok, come aveva predetto Niall, hanno fatto il giro del mondo e poi sono finite nel dimenticatoio. L'unica foto sgranata del nostro bacio, che poi è un fermo immagine di un video, è di pessima qualità e non si capisce nemmeno se sia un bacio o un semplice avvicinarsi per parlare. Moss mi ha telefonato, ma la lavata di capo che temevo non ha portato al licenziamento. Mi sono tanto preoccupata per niente, o forse hanno in mente grane ben più gravi.

A volte una foto fa la differenza.

A me e Liam è andata bene; a Zayn, decisamente, no.

Una fan, cercando forse il suo momento di gloria, ha postato due foto che ha scattato con Zayn, facendo intendere molto di più di quello che è stato un semplice incontro fuori da un locale, e scatenando un putiferio mediatico. Immediatamente sono piovute accuse e critiche di ogni genere per la presunta infedeltà di Zayn. L'agenzia gli aveva proibito di prendere posizione e di reagire, volevano che passasse oltre e ci scherzasse su durante il concerto di stasera.

"I 'm 22 years old...I love a girl named P. E.. And there's a lot of jealous fucks in this world I'm sorry for what it looks like x"

Il tipo di pressione a cui sono sottoposti è fortissima, bisogna avere davvero i piedi per terra per riuscire a razionalizzare gli insulti e l'odio. I ragazzi ormai hanno una corazza, l'esperienza li ha forgiati per riuscire a scrollarsi di dosso le critiche ingiustificate, anche perché hanno un team fortissimo di supporto; ma questa volta Zayn l'ha presa male.

Mentre imperversano le polemiche, io e Matt siamo intenti a rimediare  il casino verificatosi durante il viaggio dalla Thailandia. E' stato smarrito il nostro bagaglio, sia quello personale, sia quello del materiale.

Siamo nella nostra camera e lui gioca, mentre io ho le mani tra i capelli. Per grazia divina tengo il portatile e le chiavette USB sempre nel bagaglio a mano, quindi i documenti personali sono al sicuro con le cartelle cliniche ed i riferimenti ai laboratori. Sono al telefono da più di un'ora per capire se le nostre valigie sono state trovate da qualche parte, e se sarà possibile farcele  recapitare qui o se dovremo aspettarle addirittura a Manila nei prossimi giorni, ma ancora non lo sanno.

In aeroporto mi hanno congedato dandoci due beauty-case con dei beni di prima necessità, tipo spazzolino da denti, T-shirt della compagnia aerea, spazzola, docciaschiuma..nel mio c'è persino un preservativo. E mi hanno dato un recapito telefonico per contattare un incaricato addetto a rintracciare i nostri benedetti bagagli. Ero talmente stupita che non ho saputo replicare.

L'agenzia, dal canto suo, non sembra ritenere importante il mio problema: i ragazzi hanno eseguito i droug test per entrare in Thailandia, per cui per le Filippine non ci saranno ostacoli per i visti, e questo per loro basta. Per il resto mi devo arrangiare, e sono incazzata anche con loro: che razza di assistenza è questa?

I ragazzi sono già sul luogo del concerto per il sound check, e ci rimarranno presumibilmente fino a sera, per cui oggi non vedrò nessuno di loro. L'idea era quella di raggiungere Liam nel backstage, ma a questo punto devo prima districarmi da questa situazione e soprattutto devo reperire quantomeno dei vestiti. Ovviamente, i bodyguard sono coi ragazzi, e con loro anche la maggior parte della troupe. Io sono bloccata in questo cavolo di albergo con Matt e senza neanche un paio di mutande per cambiarmi, e sono furiosa per il contrattempo.

Dato che anche Jules è impegnata con Theresa per il concerto, decido di uscire con Matt per comperare almeno qualche vestito. Faccio chiamare un taxi, e mi avventuro fuori dall'albergo.

Sono sicura che se lo mettessi al corrente della cosa, Liam mi impedirebbe di uscire; mi direbbe di usare qualcuno dei suoi vestiti e manderebbe Andy  a comperare indumenti per Matt. Ma non voglio infastidirli, sono già molto stressati per la questione di Zayn, e decido di arrangiarmi. Spero di districarmi con la lingua.

Il primo ostacolo è far capire al taxista dove voglio andare; per fortuna mi aiuta un addetto alla reception dell'albergo, traducendo per me. Tra l'altro in albergo riesco a farmi cambiare dollari in moneta locale, perché la carta di credito qui non è supportata dai circuiti adatti, come se non bastasse.

Il secondo problema è che, nonostante l'avessi espressamente richiesto, appena usciamo in parcheggio mi rendo conto che il taxi non è provvisto di seggiolino per Matt. Ora, non so che regole stradali ci siano qui, ma non ho intenzione di infrangere quelle in vigore in Italia, per cui perdiamo tempo a far arrivare un altro taxi, tra le proteste del primo taxista che sono sicura mi stia insultando. In reception spiegano al nuovo taxista dove deve portarmi, e già stanca e stressata usciamo, alla volta di un centro commerciale.

Per fortuna il viaggio si rivela breve, ed il centro acquisti di dimensioni modeste, per cui riesco ad adempiere le mie commissioni senza sprecare troppo tempo a girare con un bambino stanco e piagnucolante in braccio, ma oggi la sfortuna è dalla nostra parte.

Il taxi su cui saliamo al ritorno è miracolosamente provvisto di seggiolino, per cui aggancio Matt e con un sospiro di sollievo mi siedo al suo fianco, dando l'indirizzo dell'albergo.

Sono sovrappensiero, sto osservando gli edifici mentre siamo fermi ad un semaforo; al verde il taxista parte, e all'improvviso un tremendo botto mi fa gridare, per un attimo mi aspetto che sia un attentato.

La macchina fa un mezzo giro su se stessa, un'altra auto ci ha centrati in pieno. Per fortuna siamo illesi, solo spaventati a morte. La portiera dalla parte di Matt è deformata e lui singhiozza disperato, ed io cerco di non piangere al pensiero di cosa sarebbe successo se non avessi preteso di viaggiare in sicurezza, col seggiolino. Il taxista esce dall'auto con gambe malferme, e mi apre la portiera; presumo mi chieda se stiamo bene, e gli faccio il segno del pollice alzato. Quella di Matt non si apre, è incastrata, per cui faccio scendere Matt dal mio lato, mentre il conducente del veicolo che ci ha tamponati ha sangue sul viso, ma per fortuna è in piedi sulle sue gambe, anche se la sua auto ha il muso completamente schiacciato, come se fosse fatta di cartone. Non ho idea di cosa succederà ora; verremo portati in una stazione di polizia? Dovrei avvertire Andy, suppongo, ma aspetto di capire che ne sarà di noi.

Se guardo il taxi schiacciato dal lato di Matt, mi viene da piangere. Il seggiolino l'ha salvato. La polizia arriva poco dopo assieme al carro attrezzi e ad un'ambulanza; con mio grande disappunto, qui nessuno parla inglese. A cenni capisco che li dobbiamo seguire, suppongo vogliano portarci in ospedale anche se siamo illesi. Non ho ancora contattato Andy, ma a questo punto attendo di arrivare per potergli dire esattamente dove ci troviamo. 

La destinazione si rivela essere quella che in Italia sarebbe chiamato punto di primo soccorso, ovvero una postazione medica dove vengono valutate le emergenze ed eventualmente dirottate in ospedale. Finalmente, incontriamo qualcuno che parla l'inglese.

-Dove alloggiate?- Mi chiede l'infermiere del triage, dopo aver raccolto i nostri dati. Glielo dico, e lui mi informa che un pediatra valuterà Matt entro mezz'ora, giusto per escludere che non ci siano stati traumi durante l'impatto.

A questo punto ho un mal di testa feroce, e mi preparo a telefonare ad Andy, che si infurierà sicuramente.

-Luna? Che succede?-

-Ciao Andy..uhm..non ti preoccupare perché non è nulla di grave, stiamo bene entrambi, ma io e Matt siamo stati coinvolti in un incidente d'auto. Ora sono in ospedale, che aspetto che visitino Matt, ma è solo per precauzione-

C'è un breve silenzio.

-Dove sei? Ora mando qualcuno a prenderti.-

Gli do l'indirizzo, e poi aggiungo: -Per favore non dire nulla a Liam. Digli semplicemente che non me la sento di venire perché Matt sta poco bene, o qualcosa del genere. Non voglio farlo preoccupare per niente; gli spiegherò tutto domani-

-Ora vedo se riesco a venire di persona. Devo parlare con Paul. Sei sicura di star bene? Hai bisogno di qualcosa?-

Le sue premure, che sostituiscono la sfuriata che mi aspettavo, mi commuovono un po'.

-Sto bene. Grazie. Aspetto tue notizie- gli dico, e riaggancio. Guardo l'ora: sono le 18:36. Mi sento terribilmente in colpa a creare casini proprio a ridosso di un concerto. Di sicuro sarà un grosso problema per Andy organizzare perché qualcuno mi venga a prendere, e sono quasi tentata di richiamarlo e dirgli che mi arrangerò con un taxi, ma proprio non ne ho le forze.

Nel frattempo, arriva un pediatra che visita Matt. Com'era prevedibile non ci sono problemi, e sto firmando un sacco di moduli quando finalmente arriva Andy.

Lo vedo entrare, e noto subito quanto sia infuriato. Ora sì, che arriverà la lavata di capo. Dopo essersi accertato che sia tutto a posto, sbrigate le formalità burocratiche, prende in braccio Matt ed io lo seguo, con l'emicrania che minaccia di diventare di proporzioni astronomiche.

-Ma dove diavolo volevi andare? Cosa ci facevi fuori dall'albergo?- Inizia lui.

Gli spiego stancamente dei bagagli e del fatto che non volevo disturbare nessuno, scusandomi di aver creato questo casino.

 -Avresti dovuto chiamarmi. Hai fatto proprio una cazzata. Lo sai che quando ci sono problemi devi contattare qualcuno dell'agenzia o della sicurezza-

-Ho contattato l'agenzia, ma mi hanno praticamente detto di arrangiarmi.-

-Avresti dovuto chiamarmi, cazzo. Moss mi sentirà. Mi stai dando un sacco di grane, ragazzina.-

-Mi dispiace- mi scuso ancora, mortificata.

Arriviamo in albergo, e Andy si assicura che non ci muoveremo dalla camera, per poi ripartire alla volta del concerto.

Il suo atteggiamento mi ha ulteriormente mortificata. Asciugo le lacrime che sono traboccate dai miei occhi, sentendomi infinitamente stanca e desiderosa di trovarmi fra le braccia di Liam. Con un sospiro mi faccio forza, ordino una cena leggera e nel frattempo facciamo una doccia. Ci addormentiamo sul divano subito dopo aver cenato.

Mi sveglio di soprassalto verso le dieci e mezzo del mattino seguente,realizzando che Liam non abbia dormito con me stanotte. Matt ancora dorme, per cui cerco col computer un link per vedere il concerto di ieri sera. Non riesco a trovarne uno che si apra, per cui entro in Twitter per cercare qualche altra fonte. Quello che trovo è un trend topic mondiale: #GetWellSoonZayn. Ma che sta succedendo?

Scorro velocemente i tweet, e mi imbatto nell'annuncio ufficiale che Zayn stia rientrando in UK lasciando momentaneamente il tour per questioni di stress. Cavolo,non ci posso credere.


Matt si sveglia, e gli faccio fare colazione con la mente altrove. I ragazzi staranno ancora dormendo, e mi spiace che Liam non sia venuto nella mia camera. Può essere che Andy gli abbia raccontato la nostra avventura di ieri e che si sia arrabbiato, ma più probabilmente l'abbandono di Zayn li ha catapultati in un inferno.

Aspetto il succedersi degli eventi, ed intanto guardo su Internet la notizia. Mi sento male per Zayn, ha decisamente preso di petto la questione delle foto, probabilmente questa volta avrà litigato con la sua fidanzata e avrà deciso di tornare a Londra per chiarire di persona, e lo capisco, anche se temo che la reazione dell'agenzia sarà un po' come una martellata di Thor nei film degli Avengers.

Tutto questo ipotizzare e cercare notizie in Internet viene spazzato via da un leggero bussare alla porta. Apro, e trovo Jules.

-Luna, son venuta a prendere Matt. Liam ti aspetta- mi informa, ed il mio cuore inizia a galoppare. E' giunto il momento della verità.

Con passi pesanti percorro il corridoio. Sento delle voci concitate, mi pare di riconoscere quella di Louis imprecare. Mi stringo una mano sul cuore, non ho il coraggio di bussare alla porta. Una mano sulla spalla mi fa sussultare: è Andy, che ha tutta l'aria di chi non ha dormito neanche un minuto. Ha in mano dei caffè.

-Come ti senti?- Mi chiede, ed io gli faccio un cenno.

-Su, forza. Dobbiamo aiutarli - mi sprona, bussando per me.

Ci apre Paul, e vedo dietro di lui Louis ed Harry. Louis è al telefono e sta inveendo contro l'interlocutore. Harry è seduto sul divano ed ha l'aria di un cane bastonato. Mi saluta con un cenno e si alza per venire incontro ad Andy, che gli porge un caffè. Hanno tutti un'espressione stravolta. Harry mi si avvicina, mentre Louis imprecando ancora al telefono entra in una camera sbattendo la porta dietro di sé.

-Liam è in camera sua. Dovresti raggiungerlo- mi dice, indicandomi la direzione con un cenno vago del braccio.

-Ok. Tu come stai?- Gli chiedo, perché mi si stringe il cuore a vederlo così abbattuto.

-Di schifo. Louis è incazzato come una iena, Niall è intrattabile e Liam è ancora più arrabbiato di Louis, il che è tutto dire- sospira lui, lanciando un'occhiata fugace verso la camera di Louis.

-Mi dispiace. Dai state tranquilli, in qualche modo ne veniamo fuori- cerco di rassicurarlo. Lui mi abbraccia, si deve abbassare per farlo, ma lo stesso gli accarezzo brevemente la schiena per confortarlo, perché mi dà l'idea di un cucciolo smarrito, anche se mi sovrasta di almeno quindici centimetri.

Harry mi indica la porta di Liam, ed io vado.

Busso, e socchiudo la porta: -Liam? Posso?-

La porta viene aperta di scatto, e mi ritrovo tra le sue braccia. E' qui dove voglio essere. Mi è mancato.

Il suo abbraccio è rabbioso, mi stringe fortissimo, quasi fino a farmi male, ma non mi interessa. Per un minuto intero restiamo così, semplicemente. Poi Liam allenta la presa ferrea, e mi sospinge verso la camera.

Sospira, e mi guarda senza dire niente. Sembra stravolto.

Mi siedo sul letto, senza distogliere gli occhi dai suoi. Anche se visibilmente infuriato, è bellissimo, come sempre. Non so cosa dire, per cui mi limito ad aspettare.

-E' un casino. Un fottutissimo casino. Zayn è un coglione- sputa alla fine lui, con rabbia.

Non so bene come prendere questa affermazione, perché, in realtà, io capisco benissimo Zayn, se le mie supposizioni sono vere. Ma evidentemente ci sono dei retroscena di cui non sono al corrente.

-Tu - mi indica, con fare accusatorio - saresti dovuta venire nel backstage. Eravamo d'accordo. Avresti dovuto essere dove ti avevo chiesto di essere. Ed invece Andy è dovuto venire via per recuperarti non so dove. Ma dove hai la testa? Sei tanto brava a pensare agli altri, ma tu? Non sei capace di non metterti nei casini?-

-Liam, per favore, non mi sgridare come se avessi tre anni. L'ho fatto in buonafede, per non dare disturbo a nessuno- tento di spiegargli, ma lui non mi ascolta.

-Ti ho detto che voglio sapere dove sei. Te l'ha detto Andy. E tu invece decidi di metterti deliberatamente in situazioni non sicure. Poi ti fai mille pare per delle cazzo di foto, ma se decidi tu di andartene in mezzo ai casini va bene?- Mi sto iniziando ad irritare, ma voglio mantenere la calma perché i ragazzi sono evidentemente nell'occhio del ciclone, sotto pressione.

-Liam, non voglio litigare con te. Se vuoi possiamo parlarne civilmente, ma in questo momento non mi sembra che ci siano i presupposti per farlo.-

-Questo cazzo di autocontrollo che hai. Mi fai impazzire. Ti sto dicendo che sono incazzato con te e  tu mi dici che non vuoi litigare! Cosa pensi che sia, un bambino che ha bisogno della baby sitter? Pensi che non sappia gestire una litigata? Che mi stresserebbe troppo? Non ho bisogno di questa merda.-

Mi sta provocando, e riesce a ferirmi. Ma non gli permetterò di andare oltre. Mi alzo, e cercando di mantenere un tono di voce fermo, dico: -Capisco che tu sia incazzato..-

-No, non puoi capire, credimi- mi interrompe.

-Posso immaginare che tu sia incazzato, e mi dispiace molto per il casino che ho combinato ieri. Questo non ti dà, comunque, il diritto di insultarmi. Se mi hai chiamato solo per questo, allora torno da Matt e verrai a cercarmi quando ti sarai calmato.-

-Eh no, non scappare via  ora che la situazione si fa scomoda, come fai sempre! E'troppo facile. Resta qui ed affrontami!-

-Liam, sei furioso e lo vedo. Ti ripeto che non voglio litigare con te. Se vuoi che rimanga, ti devi calmare.-

Rimaniamo a fissarci con ostilità. Mi dispiace che abbia deriso le mie intenzioni,  ma realmente non voglio arrivare a litigare con lui. Mi dispiace così tanto per Zayn che non me ne vado soltanto perché immagino quanto siano sotto pressione in questo momento.

Liam si nasconde il viso tra le mani e sospira.

-Scusami.-

-Ok- mormoro.

-Questo non significa che io non sia incazzato con te per la tua bravata- specifica lui.

-Mi spiace di non essere riuscita a farti capire le mie intenzioni, e mi scuso per il casino che ne è derivato, che comunque è stato involontario. Non era una bravata. Volevo solo non essere d'intralcio. Avevo assoluto bisogno di vestiti, hanno smarrito i nostri bagagli-

-Ed immagino che contattare me o Andy non ti abbia sfiorato la mente, vero?-

-Sei ingiusto.  Ti ripeto che volevo semplicemente non darvi pensieri, a ridosso del concerto.-

-Ma a quanto pare, hai fatto peggio.-

-Ti ho già chiesto scusa, Liam.-

-Pare che tu non ti renda conto del pericolo. Hai rischiato di affogare in piscina. Ora sei finita in un incidente d'auto. Pare che la tua incolumità non ti interessi.-

Mi sto mordendo la lingua per non rispondergli a tono. La sua accusa è talmente infondata che non mi curo nemmeno di obiettarla. Mi limito a fissarlo.

-Avevo bisogno di te, e tu non c'eri- rivela finalmente lui.

Questo fa male.

-Mi dispiace- gli ripeto, facendo un passo verso di lui e tendendogli una mano.

Lui mi fissa per qualche secondo, per poi afferrarla e tirarmi verso di sé in un altro abbraccio. Questa volta gli accarezzo la schiena, come ho fatto poco fa con Harry, e lui mi lascia fare, cercando conforto tra le mie braccia.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro