Parte 19: Louis
Mi sveglio perché suona un cellulare, ma non è il mio, perché è ancora in vibrazione per non svegliare Matt.
Mi districo dalle braccia di Liam che mi avvolgono strettamente ed allungo la mano per recuperare il telefono prima che desti del tutto Matt, che si muove nel lettino.
Lo afferro e glielo porgo, mentre Liam ancora non è del tutto sveglio. -Dai rispondi - lo sprono, e lui quasi se lo fa scappare di mano, mentre si tira su e borbotta un -Pronto - pieno di sonno.
-Lou...- si lamenta, lasciandosi sprofondare tra i cuscini di nuovo - ma che ore sono?...-
Io gli faccio cenno verso Matt, e lui realizza, alzandosi per andare a continuare la conversazione in soggiorno.
Mi punto sui gomiti ed ammiro il mio bellissimo figlio che dorme, con le labbra socchiuse ed i pugnetti ai lati della testa. La telefonata non l'ha disturbato. Recupero il cellulare, per realizzare che tra dieci minuti suonerà la sveglia. Oh no, ho ancora sonno, voglio restare qui...
-Luna, svegliati tesoro- mi chiama gentilmente Liam. Io mi copro dispettosamente la testa col cuscino. Lui fa capolino sotto, facendomi ridere.
-Dai bellissima, facciamo colazione ed affrontiamo Louis, che sta già sclerando per il prelievo, come immaginerai-
Ah già, devo lavorare. Con un sospiro mi alzo e mi stiracchio vistosamente.
-Non sei una tipa mattiniera, eh?- Scherza Liam, che è passato in mezzo minuto dal sonno profondo alla veglia, mentre io arranco verso la cucina in cerca di caffè.
-In realtà lo sarei, ma qualcuno mi ha tenuta sveglia fino a tardi- brontolo.
-Non mi pareva ti dispiacesse- ironizza lui, con un sopracciglio alzato, provocando la mia linguaccia per tutta risposta. Non sono in vena di parlare, al mattino, prima di aver ingerito il primo caffè della giornata.
Lui invece è efficiente e dinamico, telefona a Jules perché venga a tenere Matt e poi ordina la colazione per lui, mentre nel frattempo si è vestito. Ha ordinato latte e cereali al miele, si è ricordato di cosa piace a Matt attualmente e questa cosa mi lusinga.
-Vuoi fare colazione adesso, o dopo con noi?- Mi chiede.
-Sai che non serve il digiuno per fare questi prelievi, vero?- Gli chiedo, storcendo la bocca per il pessimo caffè americano che sto sorseggiando in mancanza d'altro.
-Si, me l'avevi accennato, ma abbiamo deciso di levarci il pensiero e mangiare insieme qualcosa poi- replica lui.
-Devi dire a Louis di mangiare prima. La volta scorsa mi ha fatto penare, preferirei che non si sentisse male per mancanza di zuccheri, lui è un soggetto a rischio-
-In realtà ha paura di vomitare, per cui ha detto di no già a me ieri sera, quando gli avevo proposto la stessa cosa- rivela lui, alzando gli occhi al cielo.
Venti minuti dopo, indosso la casacca della divisa levandomi la maglia. Ho preparato tutto nei giorni scorsi, per cui devo soltanto fare materialmente i test, che spedirò nel pomeriggio al laboratorio che ho contattato ieri.
La casacca è bianca, con scollo a V e del tutto simile a quella che portavo in ospedale, mentre ho deciso di tenere i miei anonimi pantaloni grigi addosso, anziché sostituirli con quelli bianchi. Mi pare un buon compromesso, ho comunque l'aria professionale, e stavolta nessuno si lamenterà.
Li rivedo tutti insieme in un'occasione privata dopo moltissimo tempo, perché realizzo ancora una volta di quanto spesso manchi Zayn ultimamente.
-Ciao ragazzi. Iniziamo?- Li saluto, mentre Louis si porta le mani al viso alla mia vista e Niall scherza: -Ehi, l'infermiera sexy! Bella divisa!-
-Direi di iniziare da Louis, via il dente, via il dolore - propongo, vedendolo in difficoltà.
Harry pare d'accordo, ed è l'unico a prendere sul serio Louis, mentre gli altri lo prendono in giro. Paul ed Andy, onnipresenti, cercano di sedare il baccano zittendoli. Louis cammina verso l'ambulatorio con tutta l'aria di un condannato a morte, ed io mi sposto per farlo passare, guardando interrogativamente Harry.
-Questa volta vuole entrare da solo- mi spiega, per cui annuisco e chiudo la porta alle mie spalle.
- Senti Luna tu lo troverai divertente, ma io sono terrorizzato dagli aghi. Fottutamente terrorizzato. Se non avessi un contratto milionario che mi obbliga a sottoscrivere questa clausola per poter lavorare, col cazzo che lo farei così spesso. Odio anche il pensiero dell'ago, mi fa venire i brividi, mi disgusta, mi fa accapponare la pelle...-
-Ok, ok, ho capito- lo interrompo, arginando il fiume in piena che è un Louis nervosissimo seduto sulla poltrona coi braccioli. E' sulle spine, pronto a scattare.
Ne ho visti tanti, di casi così, non è l'unico che ha ribrezzo dell'ago, ed in genere sono persone che si portano dietro un trauma infantile in merito. Il fatto di stare fermi e di farsi perforare la pelle dall'ago è per loro intollerabile, e non c'entra che abbiano mille tatuaggi o piercing, perché sono cose totalmente diverse per loro.
Quindi, so che Louis non sta facendo solo scena. Proprio per questo cerco di convincerlo a stendersi sul lettino, come l'altra volta, per prevenire un calo repentino di pressione durante il prelievo, ma non ne vuole sapere.
-Non esiste, non riuscirei nemmeno a stare steso. Preferisco stare qui seduto - dice, irremovibile.
-Ok, ma devi stare fermo e pensare ad altro, ok? Dimmi qual è il concerto più strano che abbiate mai fatto - gli dico, proponendogli un diversivo, mentre si solleva la manica della maglia e gli stringo il laccio sul bicipite.
-No, non riesco a parlare. Parlami tu, per favore- mi chiede, saettando con gli occhi terrorizzati al laccio emostatico.
-Louis, ascoltami. Non guardare. Sarò velocissima. Il concerto di ieri sera è stato poesia. Il silenzio della platea mi ha incantato, sembrava di essere tipo all' Opera di Vienna per il concerto di capodanno, questi giapponesi sono inquietanti nella loro tranquillità - blatero io, mentre individuo il punto da pungere e lo disinfetto. -Peccato che non sappiano cosa sia un caffè espresso. Mi manca terribilmente, anche stamattina ho dovuto sciropparmi un orribile caffè americano, che in realtà mi piacerebbe anche, ma qui è davvero tremendo- continuo, mentre ho già inserito l'ago e sto riempendo le fialette. Lui è pallidissimo, ma annuisce ed accenna un sorriso al mio commento sul caffè.
-Tutto bene? - gli chiedo, mentre sfilo l'ultima fialetta e slaccio.
Lui annuisce, con gli occhi chiusi: -Hai finito?-
-Quasi - gli dico appoggiando le fialette ed il laccio sul carrello a fianco a me, proprio mentre lui si gira a guardare il suo braccio con ancora l'ago a farfalla applicato, geme e richiude gli occhi.
-Non guardare! - esclamo, ma lui si sventola con l'altra mano davanti al viso e lo vedo diventare color neve, e faccio appena in tempo a levare via tutto e premere un cotone sopra, quando perde i sensi.
-Cazzo! -Esclamo poco professionalmente, mentre col telecomando abbasso lo schienale ed alzo la pediera della poltrona basculante. Ovviamente è lenta, e devo sostenerlo con un braccio perché non scivoli di lato nel frattempo, mentre capovolge gli occhi e fa una crisi in grande stile.
Lancio il telecomando a terra appena è in posizione stesa e gli sollevo le gambe, mentre Andy fa capolino per chiedere : -Ehi, tutto bene?..- E precipitarsi a darmi una mano appena realizza.
Per fortuna si risveglia subito, mentre sto prendendo nota della frequenza cardiaca tenendogli un polso, e con l'altra mano gli faccio aria con un foglio.
-Louis? Sei dei nostri? - Lo chiamo, porgendogli un contenitore vuoto, dove prontamente vomita saliva. -E' normale che tu abbia nausea, ti passerà subito- lo rincuoro, mentre Andy gli riappoggia le gambe sulla pediera e pare piuttosto spaventato. Io continuo a fargli aria, ed afferro lo sfigmomanometro per misurargli la pressione, anche se sono abbastanza tranquilla, si è ripreso subito. Andy si siede e dice, con lo sconcerto negli occhi e nella voce: -Non ho mai visto nessuno svenire! Che spavento!-
-Non preoccuparti, è una reazione normale. Puoi procurarmi dell'aranciata, o un'altra bibita zuccherina? No edulcolorata, con zucchero vero- gli chiedo, mentre Louis si riappoggia sfinito allo schienale dopo aver smesso di dare di stomaco. Gli infilo il bracciale della pressione e indosso il fonendoscopio. Sento entrare Harry, che si precipita vicino a Louis e gli chiede cosa sia successo con aria spaventata. Alzo un dito per zittirlo e misuro, è normale. Mi tolgo il fonendo e sfilo il bracciale, mentre Louis si lamenta di avere mani e labbra intorpidite.
-E' normale, Louis. Ora stai steso, fai dei respiri tranquilli, ed appena arriva Andy ti darò un sorso di aranciata da tenere sotto alla lingua, ok?- gli dico, in tono pacato, mentre controllo ancora il battito cardiaco, che rimane accelerato.
-Cos'è successo, Lou?!- Chiede di nuovo uno spaventatissimo Harry.
-Stavo ascoltando Luna parlare per distrarmi, non ho nemmeno sentito l'ago entrare.. così' ho arrischiato un'occhiata al braccio..ho sentito tanto caldo, e ho visto improvvisamente tutto nero- spiega flebilmente Louis, che ora ha di nuovo un colorito compatibile con la vita.
Intanto Andy è tornato, e dopo essermi assicurata che non abbia ancora lo stimolo del vomito, gli faccio tenere piccoli sorsi di aranciata sotto alla lingua, perché gli zuccheri entrino più velocemente in circolo. Il peggio è passato.
Mi giro a guardare Andy, che sorprendo a fissarmi con occhi diversi.
-Andy, ti senti bene?- Gli chiedo.
-Sì, semplicemente ti ho vista gestire con professionalità una situazione critica, sei in gamba- si complimenta lui, e sono quasi offesa dal suo tono sorpreso.
-Non è niente - minimizzo io, tornando a Louis, che ha di nuovo un colorito normale, ma che è fradicio di sudore.
-Faticaccia fare i prelievi, eh?- Scherzo io, e lui sorride, prima di dedicarmi soavemente un -Vaffanculo Luna- che provoca una risata in Andy ed Harry.
-No invece ti ringrazio, Luna. Sai davvero quello che fai - aggiunge lui, ed io borbotto: -Perché questo tono sorpreso?! Avete proprio fiducia in me!-
-E' rassicurante, che non ti abbiano assunto solo per il tuo bel faccino - continua Louis.
-La prossima volta ti obbligo a stenderti sul lettino, così preveniamo tutto questo casino- lo rimprovero.
-La prossima volta dovrai prima rincorrermi, cara vampirella -
Ora sono perfettamente certa che Louis stia di nuovo bene.
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