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7

"<< No! Io sono qui! Sono qui! Non mi vedi? >>"
Mi sveglio di soprassalto, passo una mano dietro il mio collo e mi ritrovo tutta sudata.
Di nuovo quel sogno, quell'incubo.
E così mi ritrovo ancora una volta, seduta al centro del letto con la stanchezza addosso e la voglia di dormire, ma a causa di questo incubo non ci riesco, e sono tanto stanca.
Il lavoro mi prende tempo, ma soprattutto energie, e in un certo senso credo sia positivo, almeno così terrò la mente occupata.
Mi alzo e vado dritta in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
Bevo un sorso e respiro profondamente chiudendo gli occhi. Inspiro ed espiro, e mi sento già meglio.
Guardo l'ora sul display del forno della cucina: 4:12.
Sospiro: << È ancora presto... >> sussurro.
Decido di farmi un the, magari mi aiuta a calmarmi, poi mi siedo sul divano e accendo un po' la TV abbassando il volume, non vorrei svegliare Vincent o mio padre.
Bevo un sorso << Ahi! >>
Che stupida, l'ho appena preparato, come ho fatto a non pensare che fosse bollente.
<< Ahi, la mia lingua... >>
Non c'è cosa più brutta dello scottarsi la lingua.
Faccio zapping, fin quando non spengo la TV. Non fanno assolutamente niente di giorno, figurati di notte, quindi me ne resto seduta sul divano a bere il mio the. Mi rannicchio portando le gambe al petto.
Penso alla mia vita passata, alla mia vita di adesso, al mio lavoro. Dove sono arrivata. Daniel ha ragione: se è la tua passione non ti annoierai mai, non ti stancherai mai di farlo.
"Fà della tua passione il tuo lavoro, e non lavorerai un solo giorno della tua vita."
È così, è esattamente così. Non mi pesa, per niente, fare quello che faccio ogni giorno.
Mi sporgo un po' indietro sullo schienale del divano per arrivare a vedere l'orario sul display del forno: 4:14. Il tempo non passa. Non vuole proprio passare.
Sospiro e continuo a bere il mio the, quando comincio a sentire gli occhi pesanti. Mi sdraio completamente sul divano e chiudo gli occhi, ho bisogno di chiuderli due secondi, poi mi alzerò e andrò a letto.

Qualcuno mi picchietta il braccio. Apro gli occhi e trovo mio fratello davanti che mi sventola il mio cellulare davanti alla faccia.
<< È un'ora che squilla, rispondi. >> borbotta infastidito.
Con gli occhi ancora chiusi a due fessure per via del sonno, prendo il cellulare e rispondo.
"Si?" La mia voce è roca.

"Buongiorno, so che è il tuo giorno libero, ma mi chiedevo se ti andasse di prendere un caffè insieme, adesso."

Sospiro. Ma che ore sono? Tolgo il cellulare da vicino l'orecchio giusto il tempo di vedere l'orario sul display.
Segna le 6:02.
Sbuffo: "Daniel. Sono le sei del mattino? Vuoi prendere il caffè a quest'ora della notte?"

Lo sento ridacchiare e io vorrei soltanto rimettermi a dormire. Perdo molte ore di sonno durante la notte per via del solito incubo che faccio, e durante la giornata lavoro come un mulo.
È vero che mi piace quello che faccio, ma di tanto in tanto vorrei anche io prendermi una pausa dal lavoro. Forse più da tutto il resto invece che dal lavoro.

"Deciditi, è giorno o è notte?"

"Sono stanca Daniel. Non so se è giorno o notte, so soltanto che invece di parlare con te in questo momento, vorrei starmene a letto a dormire."
Dico chiudendo gli occhi un attimo.

"Kristeen..."

"Mmmh?"

"Stai dormendo?"

Ho gli occhi chiusi e sento a malapena la sua voce.

"Mmmh."

Adesso la sua voce è così lontana. Lo sento chiamarmi un'altra volta prima di sprofondare in un sonno profondo.

<< Molto probabilmente avrà da fare e non potrà accompagnati. In ogni caso chiedile se può appena si sveglia. >>
Sento la voce di mio padre e allora apro gli occhi.
<< Oh, eccola. Si è svegliata. >> lo sento dire. Di cosa parlano?
Vincent si siede ai miei piedi: << Mia cara sorellina. Lo sai che sei davvero speciale e io ti voglio tanto bene? >>
Mi metto a sedere e gli dico di andare dritto al punto.
<< Potesti accompagnarmi al concerto dei Maroon 5? >> giunge le mani e mi prega di accompagnarlo.
Fingo di pensarci un po' su, così, giusto per tenerlo sulle spine,
<< Ti prego. >> mi sta supplicando come un bambino che supplica la madre di comprargli il giocattolo che tanto desidera.
Annuisco: << Oggi è il mio giorno libero. >> dico ammiccando rivolgendomi a mio fratello che comincia a saltare dalla gioia.
Mi prende per i fianchi e mi solleva. Io emetto un gridolino per la sorpresa, e dopo gira su se stesso.
<< Sei la sorella migliore del
mondo! >> esclama.
Ridacchio alla reazione eccessiva del mio piccolo fratellino, poi corro in camera a cambiarmi, ma prima ho bisogno di una doccia rinfrescante.
Prendo l'intimo e poi gli abiti per dopo: un pantalone lungo nero, e da sopra una maglietta bianca con maniche a tre quarti corta fin sotto il seno.
Prendo tutto e mi chiudo in bagno.
Faccio scorrere l'acqua, e nel frattempo che si riscalda un po' comincio a spogliarmi. Mi guardo allo specchio, mi volto di lato - destro per la precisione - e la odio. Odio quella linea che è ormai ben incisa sulla mia pelle. Mi porta alla mente brutti ricordi. Ricordi che vorrei non tornassero mai a galla, ma lei e lì, e non mi risparmia mai una volta il dolore.
Entro nella doccia a mi butto sotto il getto d'acqua, e quando esco mi preparo per uscire. Metto un po' di trucco e raggiungo mio fratello che se ne sta a braccia conserte seduto sul divano ad aspettarmi.
<< Finalmente! Di questo passo lo vedrò solo alla fine. >> borbotta.
<< Ringrazia che ti accompagni. >>
Annuisce e mi sorride nel modo più innocente di cui è capace.
<< Andiamo. >>
Non appena mettiamo piede fuori casa, il mio cellulare comincia a squillare.
Lo prendo dalla borsa e rispondo:
"Cosa è successo questa mattina? Non hai più risposto. Parlavo praticamente da solo."
Non mi da neanche il tempo di dire "pronto" che comincia a parlare a raffica.

"Daniel, non so se lo sapevi, ma erano le sei del mattino." Dico.

"Si, lo so. E con questo?"

Alzo gli occhi al cielo: "'Non potevo venire a quell'ora solo per il caffè." Esclamo esasperata.
Lo sento sbuffare: "Come sei rigida."

"Non sono rigida, ero stanca ed era presto." Dico irritata.

"Ora puoi venire?"

"Sto andando con mio fratello al concerto dei Maroon 5"

Per qualche secondo c'è silenzio dall'altra parte:"Vi raggiungo."
Dice e riattacca prima che io possa dirgli di non venire.
Perché adesso tutta questa insistenza nel passare il tempo con me?

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