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<< Kristeen devi metterti a sinistra, di la non c'è luce. >>
Daniel sembra parecchio nervoso.
<< Ci siamo svegliati di malumore questa mattina? >> faccio una risatina, volevo sdrammatizzare un po', cercare di rallegrare un po' la giornata, ma lui mi spegne con un solo sguardo.
<< Scusa. È che così facendo mi agiti ancora di più e non riesco a concentrarmi. >>
<< Non ti ho chiesto nulla di complicato. Ti ho semplicemente chiesto di spostarti da lì e di metterti su quest'altro lato che c'è più luce. Non ti ho mica chiesto di starmi in posizione eretta su di un piede con le braccia sollevate? >> dice sempre più irritato, e mentre lo dice io mi immagino esattamente nella posizione che ha appena descritto, arrivando alla conclusione che sarebbe una cosa impossibile se solo me lo chiedesse.
<< Va bene qui? >>
Ho capito che non è giornata, quindi meglio limitarmi a fare ciò che dice se non voglio prendermi una sgridata da lui.
<< Non era difficile. >>
Scuoto la testa e porto le braccia dietro la schiena: << Per niente. >>
<< Grazie per la collaborazione,
allora. >>
<< Prego. >>
Continuiamo a lavorare in silenzio, quando a spezzarlo è proprio Daniel.
<< Va bene se ti porto a bere qualcosa dopo? Tra un po' c'è la pausa. >>
Annuisco sempre in silenzio e dopo che lui ha sibilato un "okay", ritorniamo a lavorare - parlando solo quando devo cambiare abito o posa - fino alla pausa.
<< Per oggi va bene così. Sono
stanco. >> sospira esausto.
Mi avvicino a lui, << Daniel, posso chiederti... >>
Mi zittisce scuotendo la testa e rivolgendomi uno sguardo metà stanco, metà furioso.
<< Mi dispiace. >>
Inarca un sopracciglio e mi chiede il perché, per quale motivo io sia dispiaciuta.
<< Potevi dire che oggi non avremmo lavorato, se avvisavi Freddy ti posso assicurare che non avresti avuto problemi. È una brava persona e ascolta sempre chi lavora con lui. >>
Scuote la testa e accenna a un sorriso:
<< Ti ringrazio ma no. Questo è il mio lavoro e stanco o non, furioso non, devo lavorare. >>
Mi stringo nelle spalle, mi guardo intorno e poi torno a posare gli occhi su di lui: << Sai, ti ammiro. Non so come tu faccia, ma se io fossi in te non mi farei vedere. Me ne starei a casa. >>
Ammetto. Sempre meglio dire la verità, no?
Daniel mi guarda per un attimo sconvolto, poi scoppia a ridere.
<< È la professionalità, tesoro. >> dice sicuro di se facendomi l'occhiolino.
Incrocio le braccia al petto offesa.
<< Cosa vorresti dire, che non sono professionale io? >>
Solleva leggermente la testa voltandola di lato e socchiudendo gli occhi:
<< Forse. >>
Spalanco occhi e bocca: << Cosa?! >>
Daniel mi guarda e scoppia a ridere:
<< Chi se ne starebbe a casa per problemi personali quando c'è un lavoro da svolgere? >>
Mi acciglio, incrocio le braccia al petto:
<< Be', le persone normali. Quella che non sei tu, a quanto pare. >>
Ride ancora e questo mi irrita un po'.
Si avvicina lentamente, << Guarda, tesoro. >> fa una piccola pausa.
<< Non c'è persona più normale di me a questo mondo. >>
Sollevo le sopracciglia: << Ah, ma davvero? >> dico con tono sarcastico.
<< Già. E ora andiamo a prendere qualcosa al bar prima che finisca la pausa? >>
Annuisco, << Hai fretta? Tanto dopo non dobbiamo continuare. Hai detto: "Per oggi va bene così". >> imito la sua voce.
Daniel mi guarda con un sorrisetto sulle labbra e con gli occhi socchiusi:
<< Dopo si continua, tesoro. >>
Sorpresa gli "urlo" che lui stesso aveva detto di aver finito per oggi.
<< Perché hai cambiato idea? >>
Incrocia le braccia al petto: << Sono un tipo professionale, quindi si lavora fino all'ultimo minuto. >>
Lo guardo male: << Buffone. >>
Schiocca la lingua e scuote la testa:
<< Sono professionale. >> mi corregge fiero di se'.
<< E buffone. >>
Ridacchia, poi mi dice di andare avanti per uscire dalla stanza.
<< Prendi un caffè e un panino, o un succo di frutta, o... >>
<< Granita. >> dico.
Inclina la testa di lato e mi guarda male.
<< Che c'è? >> sbotto.
<< Fai sul serio? >> poggia il mento sui palmi delle mani.
Annuisco e dico che voglio la granita.
Sospira, poi un ragazzo si avvicina a noi.
<< Avete scelto cosa prendere? >> chiede aprendo il bloc-notes e guardando entrambi.
Annuisco e quando sto per aprire bocca per dare la mia ordinazione, Daniel parla: << Porti un caffè a me e a questa bella signorina porti un enorme cornetto al cioccolato. Fammelo calorico. >>
Il ragazzo scrive ciò che ha appena detto Daniel.
<< Ma io non volevo ordinare il cornetto! >>
Daniel alza il dito indice facendomi segno di tacere.
<< E le porti anche un cappuccino. Possibilmente con del cioccolato
sopra. >>
Il ragazzo annuisce e continua ad annotare.
<< Okay, arrivano subito. >>
Non appena va via e restiamo soli, guardo Daniel in cagnesco.
Vedo il suo sguardo posarsi sul sedere di una bella fanciulla bionda dalle forme perfette, dal seno perfetto.
<< Mmh... >>
Poi si volta verso me.
Lo guardo con un sorrisetto furbo:
<< Ti piacciono le biondine, eh? >>
Mi scruta attentamente in volto, scuote la testa: << Sono un uomo, tesoro. >>
Ammicca.
Mi faccio in avanti con il busto fino a toccare il bordo del tavolino, poggio entrambi i gomiti su di esso e poggio il mento sul dorso delle mani.
<< Non mi hai risposto. >>
Inarca un sopracciglio: << Tesoro, non ti riguarda. >>
Mi faccio indietro poggiando la schiena allo schienale della sedia.
<< Perché mi chiami tesoro? >>
Fa spallucce: << Mi piace. >>
Annuisco lievemente.
<< Perché mi hai ordinato tutta quella roba con chissà quante calorie? >>
<< Perché se non mangi ti sentirai male. >>
<< Sto bene. >>
Mi guarda incredulo e mi chiede cosa ho mangiato a colazione.
<< Frutta. >>
<< Solo? >> chiede e annuisco.
<< Ho mangiato solo due ore fa. Sto bene così. Non dovevi ordinare quell'enorme cornetto al cioccolato. Lo mangi tu. >>
<< Ma io l'ho ordinato esclusivamente per te, e anche il cappuccino. >>
Poggio le mani sul tavolino, << Ti ringrazio, ma non ho bisogno che tu mi faccia da baby-sitter. Non sono una bambina. Sono una donna. >>
<< Una donna che ha bisogno di essere aiutata perché se continuerai a non mangiare ti ammalerai. >>
<< Ho detto che sto bene. >> dico irritata.
<< A me non sembra. >>
<< Sei per caso anche un nutrizionista e uno psicologo? >> chiedo ridacchiando.
Scuote la testa: << Confesso che mi sarebbe piaciuto, ma la mia passione per la fotografia mi ha preso tutto il tempo. >>
<< Sei bravo. >>
<< Grazie. >> dice fiero di se'.
Ridacchio: << Ti prendi tutte le
lodi! >>
<< Non devo? >> chiede.
Annuisco: << Puoi. >> confermo.
<< Okay. Allora grazie. >> dice, mi sorride e io ricambio.
Il ragazzo arriva con le nostre ordinazioni, più che altro le sue.
Caffè per Daniel e cornetto ripieno di cioccolato e cappuccino ricoperto di cioccolato per me.
<< Grazie. >> dico.
Il ragazzo va via lasciandoci di nuovo soli.
<< Bon appétit. >>
<< Anche francese? >> chiedo.
Alza le mani: << È l'unica cosa che so dire, non entusiasmarti. >>
Scoppio a ridere e continuiamo a chiacchierare consumando le nostre ordinazioni.
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