26
<< Papà... >> mi avvicino a lui con le braccia incrociate al petto.
<< Dimmi, Kristeen. >>
<< Dove sei stato ieri? >> chiedo. Lo so che non dovrei chiedere, infondo è mio padre e dovrebbe essere lui a chiedere io dove passo il mio tempo, ma devo sapere perché ho un vago sospetto che si sia messo nei guai.
<< In giro. >>
Raddrizzo le spalle e cerco il suo sguardo che non trovo, dato che guarda un punto fisso a terra.
<< In giro dove? >> okay, forse questa era troppo.
Mio padre si alza dalla poltrona dove sedeva sempre la mamma e mi chiede perché volessi tante informazioni, dato che non l'avevo mai fatto prima d'ora. << Papà, ti sei per caso cacciato in qualche guaio? >> chiedo. Tanto vale che gli dica dei miei sospetti.
Scuote la testa: << Kristeen, come ti salta in mente una cosa del genere? >>
Faccio spallucce: << Non lo so. È che ultimamente sei silenzioso, mentre sei con noi sparisci, fai tardi. Per caso hai preso il vizio del gioco? >>
Mio padre spalanca gli occhi incredulo a ciò che gli sto dicendo. Mi meraviglio anche io di tutti questi sospetti, ma se avesse davvero preso il vizio del gioco, sarà meglio parlarne e risolvere tutto.
Il gioco d'azzardo potrebbe essere la nostra rovina.
Economicamente non stiamo male, anzi, non possiamo proprio lamentarci, ma magari, con il vizio che potrebbe aver preso mio padre le cose potrebbero peggiorare alla velocità della luce.
<< Kristeen! Ancora una volta, ma come ti salta in mente una cosa del genere? >> so che è deluso, ma devo sapere.
<< Non mi hai risposto. >> borbotto.
<< No. Non gioco. Cosa sono tutti questi sospetti? >>
Gli prendo le mani e lui le fissa: << È che te l'ho detto, ti vedo molto assente. Sei sempre con la testa fra le
nuvole. >>
Mio padre scoppia a ridere, mi abbraccia. << Oh, Kristeen. Stare tra le nuvole non significa per forza che io debba giocare! >> ride di cuore e mi fa piacere questa cosa, vuol dire che non ce l'ha con me per aver chiesto questa cosa ovviamente assurda.
<< Vi va di cenare fuori? >> chiede e io annuisco dicendogli di chiedere sempre a Vincent, dato che lui quello che non può muoversi tanto facilmente.
È una fortuna che mio padre abbia la macchina, altrimenti non saprei come avremmo fatto a portare mio fratello fino al ristorante.
<< Papà sei sicuro di non volere la pizza? Il ristorante non è esagerato? Siamo solo noi tre, e non è nessun evento particolare. >>
Mio padre scuote la testa, prende la mia mano con la destra e la mano di mio fratello con la sinistra.
<< Voglio cenare a modo con i miei preziosi figli questa sera... >> dice, poi prende aria e riprende a parlare.
<< ... Ragazzi, c'è una cosa che devo dirvi. >> d'un tratto è divento terribilmente serio e a me comincia a fare paura.
<< Papà, dobbiamo spaventarci? >>
Anche Vincent sembra piuttosto preoccupato.
Nostro padre scuote ancora la testa e sorride a entrambi, << Niente di preoccupante. Devo solo dirvi una cosa importante. Una cosa che mi è successa. >>
No, io mi sto spaventando. Se continua a parlare in questo modo senza dire altro io sicuro morirò di paura.
<< Ti prego, parla. Non tenerci sulle spine. >> lo imploro e Vincent annuisce pienamente d'accordo con me.
<< Ragazzi... >> dice, fa una pausa.
Prende il tovagliolo posto accanto alle sue posate e comincia a giocarci.
<< Papà, ti prego. >>
Sospira: << Voi sapete che io ho amato solo vostra madre in tutta la mia
vita. >> dice.
Io e mio fratello sospiriamo, ma a me manca il respiro.
<< Però le cose sono andate come dovevano andare... >>
Mi sporgo in avanti verso di lui: << Ti prego, arriva al punto. >>
Annuisce e stringe le nostre mani.
<< Figlioli io ho incontrato una
donna. >> confessa e mi sento leggermente sollevata.
Ovviamente sono felice, anche se avrei preferito ci fosse mia madre al suo fianco; ma come ha detto: le cose sono andate come dovevano andare. >>
<< Sono sicuro vi piacerà, un giorno ve la presenterò. >> dice entusiasta.
<< Quindi è per questo che sparivi. >> Vincent lancia un'occhiatina a mio padre che ora sembra essere del tutto in imbarazzo.
<< Vincent! >> lo rimprovero.
Nostro padre annuisce.
<< E quanti anni ha? Com'è? >> chiede curioso mio fratello.
<< Non si chiede l'età si una donna, figliolo. Segnatelo. >> dice ridacchiando e io con lui, mentre Vincent sembra davvero interessato a segnarsi questa cosa.
<< È separata e ha due figlie. Sono fantastiche. >> dice.
<< Quanti anni hanno? >> chiede.
Nostro padre lo guarda di nuovo e Vincent alza le braccia - quello non ingessato - in segno di resa.
<< Lo chiederò direttamente quando le conoscerò. >>
<< Vincent! >> lo rimprovero di nuovo.
La cena di ieri è stata molto tranquilla, nostro padre ci ha raccontato che ha conosciuto Hanna al supermercato, le serviva un prodotto posto in alto sullo scaffale e lei gli ha chiesto aiuto.
<< Il suo sorriso mi ha travolto e le ho chiesto di bere qualcosa insieme, così abbiamo continuato ad uscire. >> ha detto.
Non vorrei esagerare, ma direi proprio che è stato un incontro da romanzo.
<< Kristeen. >> la voce di mio fratello mi fa ritornare alla realtà.
<< Si? >> lo raggiungo in salotto e gli chiedo se ha bisogno di qualcosa.
Lui scuote la testa: << Sembra davvero felice papà, vero? >>
Sorrido e annuisco. Ha ragione. È felice. Se lo merita.
<< Vincent... Tu sei felice? Sai, Hanna... >>
<< Si. Cioè, forse se... Doveva andare così. >> termina.
Sospiro e lo vedo che si rabbuia.
<< Sarebbe stato meglio se al suo fianco ci fosse stata la mamma,
giusto? >> so perfettamente che stava per dire questo.
Annuisce temendo gli occhi bassi.
<< È da egoisti dire una cosa del genere ma... >>
<< No. Lo penso anche io. Ma infondo chiunque la penserebbe così. Chiunque vorrebbe tenere la propria famiglia unita. >> dico sfiorandogli la guancia.
<< Mi piacerebbe. >> sussurra e dico lo stesso anche io.
<< Ti va un gelato? >> cambio discorso.
Vincent alza il braccio ingessato e indica la gamba - sempre ingessata:
<< Come credi possa venire a prendere un gelato? >>
Ridacchio: << Dimentico che sei mummificato. >> dico e scoppio a ridere vedendo l'espressione corrucciata del mio caro e piccolo fratellino.
<< Non sei divertente. >> borbotta.
Annuisco: << Si che lo sono. >>
Scuote la testa guardandomi in malo modo.
<< Vorresti dire che non sei mummificato? >> ridacchio.
<< No. Sono bloccato. >>
<< Era quello che intendevo dire. Sei mummificato. >>
Vincent alza gli occhi al cielo e sbuffa.
<< Sei irritante. >>
<< No. Sono simpatica, e divertente è una brava sorellina. >>
<< Brutta antipatica. >>
Mi alzo ridendo. << Che gusto lo
vuoi? >>
<< Nutella, Nocciola, Stracciatella e fai mettere anche la panna. >> guardo mio fratello esterrefatta.
<< Che c'è? >> mi chiede.
<< Tre gusti? >> dico e lui annuisce.
<< Tre gusti. Perché cosa credevi? >>
Scuoto la testa. << Nulla. Spero solo non si sciolga.
<< Sei tu quella che vuole andare a prendere il gelato e portarmelo fino a qui. È un rischio che sei pronta a correre? >> chiede.
Annuisco. << Arrivo. >> prendo la mia borsa e mi avvio alla porta.
<< Ti aspetto. >>
Cammino a passo svelto cercando una gelateria o almeno uno di quei furgoncini che vendono gelati - più sono vicino a casa, meglio è - ma non ne vedo in giro, almeno non qui.
<< Perché quando li cerco non ci sono mai? >> dico tra me e me.
<< Cosa stai cercando? >> una voce alle mie spalle mi fa sussultare.
Mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con Daniel.
<< C-Ciao. >>
<< Tesoro. >> sussurra e mi sfiora la guancia - gesto del tutto inaspettato - e io arrossisco.
<< Daniel, cosa ci fai qui? >> chiedo con voce tremante.
<< Stavo venendo da te. >> dice con tono fermo, sicuro di se. Quello che non sono io.
Spalanco gli occhi e il mio cuore comincia a battermi all'impazzata nel petto, << Ah, tu stavi venendo da
me... >>
Annuisce divertito. << Tu perché sei in giro? In pieno pomeriggio tra l'altro, in genere non te ne stai in camera tua a riposare? >>
Trattengo il respiro; come fa a sapere queste cose?
<< Io... Stavo andando a comprare due gelati, uno per me, uno per mio fratello. >>
Annuisce: << Come sta? >>
Ridacchio e faccio spallucce:
<< Approfitta della situazione. Ci comanda a bacchetta. >>
Daniel scoppia a ridere portandosi le mani sulla pancia. << Furbo il
ragazzo. >>
Incrocio le braccia al petto mettendo il broncio: << Fin troppo. >> dico, poi scoppio a ridere anche io.
Daniel mi guarda serio, si schiarisce la gola e poi mi chiede se può unirsi a noi.
<< C-Certo. >>
<< Andiamo a comprare questi
gelati. >>
<< Sei pronto a rischiare di arrivare a casa con le mani tutte sporche di gelato? >> dico ridacchiando e lui si volta verso di me serio, poi mi sorride dolcemente.
<< Con te sono pronto a tutto. >>
E con questa frase mi spiazza.
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Buonsalve gente! Hahaha come andiamo? 😘
Ecco il nuovo capitolo, continuate a leggere perché ci saranno tantissime altre novità!
Un bacio e buona domenica! 😘♥️
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