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Oggi è il grande giorno e sono agitata. Questa mattina conoscerò la persona che lavorerà con me.
Entro nell'ufficio di Freddy, sta parlando al cellulare, allora gli faccio segno di non preoccuparsi e mi siedo sulla sedia vicino alla scrivania proprio davanti a lui.
Gioco con le unghie, le tormento, poi comincio con la mia collana, prendo il ciondolo a cuore e lo tiro prima sul lato destro, poi sul lato sinistro, e così continuo fino a quando Freddy non riattacca e allora mi fermo.
Mi sorride e io ricambio.
<< Agitata? >> chiede divertito.
Trattengo il respiro e annuisco.
<< Freddy sei davvero sicuro che io vada bene per questo lavoro? Ci sono modelle molto più brave di me e... >>
Alza una mano interrompendomi.
<< Non sono mai stato più sicuro come ora. Kristeen tu sei fantastica. Sei così naturale quando posi. Non ti sei mai guardata? >>
Ridacchio. << Non vedo come potrei farlo Freddy. Dovrei creare un clone di me stessa per farlo. >>
Lui scoppia a ridere e afferma di aver detto una cosa senza senso.
<< Fidati di me. >> dice infine ammiccando.
Tito un forte sospiro e gli dico che farò del mio meglio per non deluderlo.
Mi da una leggera pacca affettuosa sulla spalla e dice che non lo deluderò.
<< Lo spero. >>
<< Su, ora vai. >>
Sussulto e mi conto di scatto verso lui.
<< Dove?! >> esclamo.
<< A lavorare. Probabilmente il fotografo sarà già arrivato. >>
Inarco un sopracciglio: << Il fotografo? >> chiedo sorpresa. Chissà perché ero sicura al cento per cento che fosse una donna.
<< Si. Il fotografo. È uno dei migliori di Miami. >>
Okay, adesso sono ancora più agitata di prima. Pensare che un uomo deve fotografarmi, mi fa morire dalla vergogna!
<< Freddy, un uomo? >> frigno.
<< Devi superare questa tua timidezza per gli uomini. >>
Incrocio le braccia al petto.
<< Ma Freddy, perché non me lo hai detto ieri? >>
<< Perché sapevo che saresti andata nel panico ancora prima di
cominciare. >>
Sbuffo: << Ma ora è la stessa cosa. >>
Annuisce: << È vero. Ma sei già qui. E non sei partita di casa questa mattina con il pensiero che avresti dovuto incontrare il fotografo che lavorerà con te. >> mi fa l'occhiolino.
<< Quindi ora dovrei essere più tranquilla adesso? >>
Accenna un si con la testa: << Dovresti. Ora però vai. >>
Mi accompagna alla porta del suo ufficio e la apre.
<< Buona fortuna dolcezza. >> dice e io gli sorrido leggermente.
Attraverso il corridoio che mi porta alla stanza degli scatti.
La porta è chiusa, il cuore ha cominciato a battermi all'impazzata. Freddy si sbaglia, non posso farcela.
Mi avvicino attenta a non fare rumore. Poggio l'orecchio alla porta per cercare di sentire se dentro c'è qualcuno.
Non sento niente. Che non sia ancora arrivato?
<< Sei Kristeen Roberts? >>
Una voce maschile mi fa sussultare. Mi volto e incrocio due enormi occhi verde-azzurro. Mi guardano intensamente studiandomi con molta attenzione.
Annuisco lievemente: << Si. Sono io. >> sibilo.
Mi porge la mano e io la guardo. Trattengo il fiato.
<< Piacere, sono Daniel Martin. Da oggi lavoreremo insieme per gli scatti della nuova collezione per l'arrivo della stagione estiva. >> mi fa l'occhiolino e mi sento avvampare.
Cerco di nascondere il mio imbarazzo e ascolto attentamente ogni parola che dice. O almeno ci provo.
Sono sicura che se solo mi guardassi allo specchio, vedrei una Kristeen con un'espressione da ebete stampata in faccia.
<< Molto piacere. >> gli sorrido e lui ricambia.
<< Allora che dice, cominciamo
subito? >> mi squadra di nuovo da capo a piedi.
Annuisco ancora una volta e lui mi sorride, ancora una volta, poi mi fa segno con la mano di passare avanti e con l'altra dietro la mia schiena mi accompagna dolcemente.
Entriamo nella stanza e chiude la porta.
<< Potremmo cominciare subito con quel bellissimo completino da notte, che ne dice? >>
Guardo lui, poi il mio sguardo si posa sul completo intimo di pizzo bianco.
Ieri quando l'ho visto me lo sono immaginata addosso, ma mai avrei pensato di doverlo indossare davanti ad un uomo.
Avvampo di nuovo e mi volto di spalle.
Il cuore nel petto non fa che aumentare sempre di più i suoi battiti.
<< Okay, calma Kristeen. Va tutto bene. Ce la puoi fare. >> mi dico.
<< Signorina Kristeen... >> mi chiama e sento i suoi passi sempre più vicini.
Gli volto ancora le spalle.
Per la miseria! Ma perché sono così timida quando si tratta di uomini?
<< Signorina. >> è dietro di me.
Prendo aria nei polmoni e la ricaccio fuori e mi volto.
<< Signor Martin. >> sibilo.
Sorride: << Perché non ci diamo del tu? In fondo lavoreremo insieme per un po' e poi non sono poi così vecchio come sembro. >>
Spalanco gli occhi e scuoto la testa:
<< No. No. Lei non è assolutamente vecchio! Affatto! >> esclamo.
Kristeen, che ti prende? Ragiona. Ragiona.
<< Chiamami Daniel. >> dice sorridendomi, e io credo di non aver visto sorriso più bello.
La sua perfetta dentatura mette ancora di più in risalto il suo sorriso e...
<< Ci mettiamo a lavoro? >>
Interrompe le mie riflessioni. Arrossisco di nuovo e annuisco senza pensarci due volte.
<< Va bene per te se cominciamo con quel completino di pizzo? >> chiede e attende la mia risposta.
È lavoro, devi farlo e basta. Prima o poi lo indosserai lo stesso, tanto vale farlo ora e togliersi il pensiero.
<< Va bene. >>
<< Allora io ti aspetto qui, tu va' a cambiarti. >>
Deglutisco e annuisco.
Vado in camerino e mi chiudo dentro.
Comincio a togliere la T-shirt e poi i pantaloncini di jeans, poi tolgo anche l'intimo e indosso quello bianco di pizzo.
È tutto pizzo, il corpetto aderisce magnificamente al mio corpo mettendo in risalto le mie forme. Ha una scollatura a cuore, le spalline sono di raso.
Non ho mai visto nulla di così perfetto.
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, mi trovo sexy, incredibilmente sexy.
Sorrido al riflesso di me stessa e tiro un forte sospiro, chiudo gli occhi e respiro ancora profondamente, poi esco dal camerino e raggiungo il signor Martin.
No, Daniel. Raggiungo Daniel. Ha detto di chiamarlo così. È più intimo e meno formale, no? Questo forse dovrebbe aiutarmi a sentirmi un po' più a mio agio in sua presenza.
Scuoto la testa per scacciare via quel pensiero.
Ma a chi vogliamo prendere in giro?! Non lo conosco affatto, è la prima volta che lo vedo, come posso essere a mio agio, stando in intimo davanti a un uomo che non conosco e che è costretto a guardarmi per scattare le foto.
Avvampo di nuovo e vado nel panico, rientro nel camerino e chiudo la porta.
No, non esco di qui. Non ce la faccio. Non ci riesco.
<< Kristeen? >> lo sento chiamarmi.
Per la miseria!
Sento i suoi passi. È vicino adesso.
<< Kristeen, stai bene? >> bussa alla porta e io sussulto. Urto con il braccio contro uno scatolone di cui non avevo notato la presenza fino ad ora, e cade a terra provocando un tonfo.
<< Ah! Si! Sto, sto bene! >>
Kristeen riprendi il controllo.
D'un tratto la porta si apre e compare Daniel.
Avvampo ancora e mi copro con le braccia cercando in tutti i modi di non farmi vedere mezza nuda, ma inutilmente.
Daniel mi osserva in silenzio per una frazione di secondi, poi scuote la testa e strizza gli occhi come a volersi riprendere dallo shock.
<< Cosa è successo? Perché non
esci? >> chiede, poi guarda ai miei piedi e vede lo scatolone che ho fatto cadere.
Mi sorride posando gli occhi su di me.
<< Va tutto bene. >> mi rassicura. Facile a dire. Non è lui quello che deve stare mezzo nudo con un completino di intimo davanti a un uomo che non conosce solo per farsi scattare foto.
Daniel entra dentro, si toglie la giacca e viene verso di me e me la poggia sulle spalle: << Se non te la sentivi potevi dirmelo. >>
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo.
Che stupida che sono.
<< È il mio lavoro. Devo farlo. >>
Si china leggermente in avanti e piega la testa di lato per guardarmi in volto.
<< Ma io non lavoro se le modelle non si sentono a loro agio. >>
<< Mi dispiace. >> la mia voce è un sussurro.
<< È tutto okay. >> guarda l'ora sull'orologio che ha al polso sinistro e poi continua: << Senti, rivestiti. Ti porto a bere qualcosa, okay? >>
Mi stringo nelle spalle. << Non ce n'è bisogno. >>
<< Voglio. Portarti a bere qualcosa. >> insiste. << Magari conoscendoci un po'... >>
<< Va bene. >> lo interrompo.
<< Grazie, Daniel. Per essere comprensibile. >>
Mi si avvicina e passa una mano lungo il mio braccio.
Tiro via il braccio e prendo le distanze.
Alza le mani: << Scusa. >>
Scuoto la testa e sorrido: << Va
bene. >>
Lui ricambia: << Andiamo? >> dice.
<< Okay. >>
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