19
La sveglia sul mio cellulare suona interrompendo il mio sonno; allungo un braccio verso il comodino e lo prendo.
<< Stupida sveglia. >> borbotto con voce assonnata.
Apro leggermente gli occhi, giusto quel poco per vedere dove posare il dito.
Guardo l'ora e mi metto a sedere.
<< Devo uscire, per la miseria. >> frigno.
Ieri sera, Daniel mi ha chiesto di passare due giorni fuori.
Abbiamo entrambi il giorno libero, quindi sarebbe l'ideale per andare fuori città.
<< Ho voglia di andare al
campeggio. >> mi ha detto ieri quando eravamo in macchina sulla strada di casa mia.
Ho accettato perché l'idea del campeggio mi è subito piaciuta, però se proprio devo dire la verità, la cosa mi mette un po' in imbarazzo.
Perché?
Ieri mi sono divertita tanto con Daniel: il cinema, la cena, il ballo, e quello che mi ha sussurrato all'orecchio: I will always love you. Lo so che era solo il titolo della canzone e che lui l'ha semplicemente ripetuta al mio orecchio, ma perché? Che motivo aveva di farlo?
È questo che mi fa sentire in imbarazzo. Pensare di stare sola con lui per due giorni, mi spaventa.
Ho una strana sensazione; qualcosa mi dice che mi sta nascondendo qualcosa, e credo di aver capito cosa, ma ho paura. Forse perché lo voglio anche io un po'?
Mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno per fare una doccia rilassante prima di prepararmi ed uscire.
Proprio quando sto per chiudere la porta del bagno, il mio cellulare prende a squillare, così torno in camera di corsa per rispondere.
"Guarda, ora mi sono svegliata. Stavo per andare a fare la doccia."
"Lo so."
Inarco un sopracciglio: "Come lo sai?"
"Sono a casa tua."
Lancio il cellulare sul letto e corro in salotto.
<< Ciao. >> esclamo con un sorriso imbarazzato, timido.
<< Buongiorno. >> dice, poi mi si avvicina e mi sussurra a pochi centimetri dal mio viso: << Tesoro. >>
Avvampo e faccio un passo indietro prendendo le giuste distanze.
<< Daniel, se mi darsi tempo faccio una doccia e mi preparo. >>
Annuisce sorridendomi e guardandomi con una strana luce negli occhi.
<< Fai con calma. >> mi dice.
Annuisco e ritorno a chiudermi in bagno.
Apro il box doccia e faccio scorrere l'acqua, poi lo chiudo in fretta per non far uscire fuori l'acqua e nel frattempo mi spoglio.
Uscita dal bagno, mi chiudo in camera. Apro l'armadio e passo in rassegna i vestiti.
Indosso la biancheria intima, poi prendo una canotta bianca e uno short verde militare, gli anfibi e raccolgo i capelli in una coda di cavallo.
Preparo la borsa prendendo tutto ciò che mi occorre per stare fuori due giorni.
<< Io sono pronta. >> dico raggiungendo Daniel nel salotto.
Daniel si alza dal divano e mi chiede se ho preparato la borsa per il pranzo.
Mi volto verso lui e scuoto la testa.
<< Non mangiamo in un pub, o che ne so, McDonald, o... >>
<< Campeggio, tesoro. Sei mai andata al campeggio? >>
Scuoto la testa e mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Sei mai andata all'Everglades National Park? >>
Spalanco gli occhi e scuoto la testa, ancora.
<< È proprio lì che ti sto portando. >>
Gli salto ancora una volta addosso e lui mi prende tra le sue braccia.
<< Grazie, Daniel. >>
Non appena usciamo di casa e saliamo in macchina, Daniel parte a tutta velocità.
Mi porto le mani davanti al viso:
<< Daniel! >> mi volto verso lui che sposta lo sguardo dalla strada su di me e poi ancora sulla strada.
<< Dimmi, tesoro. >> mi porta un braccio dietro le spalle e mi sfiora i capelli con le dita. Il mio cuore batte.
<< Vorrei arrivarci viva. >> dico alle fine, e la mia voce è diventata un sibilo.
Daniel scoppia a ridere: << Tesoro, tranquilla. >> mi sfiora la guancia con le dita e io me le scrollo di dosso.
<< E non chiamarmi tesoro che mi agito ancora di più! >>
Daniel si volta a guardarmi, inarca un sopracciglio e fa un sorrisetto furbo:
<< Perché? Ti faccio un certo
effetto? >>
Lo guardo di sbieco: << Non mi fai nessun "certo effetto" >> faccio le virgolette con le dita.
Scoppia a ridere e io incrocio le braccia al petto mettendo il broncio.
<< Quanto ci vuole? >> chiedo.
<< Un po'. >>
<< Un po' quanto? >> chiedo ancora, e sempre più irritata.
<< Un po' tanto. Dovrai sopportarmi per un po'. >> fa spallucce.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo: << Ti ho sopportato per tutto quel tempo che abbiamo lavorato insieme, tutti i giorni. Riuscirò a sopportati per due giorni di seguito. >> gli faccio notare.
<< E gli altri? >>
Lo guardo confusa: << Quali altri? >>
<< Non ti lascio mica. Non credere che ti lascerò andare. >>
Lo guardo allibita e resto in silenzio.
Dopo quasi un'ora e mezzo di tragitto in macchina arriviamo finalmente all'Everglades Nationals Park.
Guardo fuori affascinata, non ho mai visto tanta bellezza.
Quando finalmente cominciamo il nostro percorso, non posso che rimanere sempre più stupita, affascinata.
L'Everglades è un'area naturale protetta, circondata da aree urbane e agricole. La vegetazione è fantastica: querce sempreverdi, limoni selvatici, cetrioli.
Sono presenti vari uccelli, come i fenicotteri, la cicogna, pellicani e tanti altri di cui non conosco il nome. Ma posso dire con certezza che non ho mai visto nulla di così straordinario.
Posso vedere passeggiando lungo il sentiero, le lontre di Fiume Nordamericano. Il cartello dice proprio così.
<< Guarda Daniel. Sono bellissime. >>
Daniel annuisce sorridendomi:
<< Già... >> si limita a dire fissandomi in modo strano.
<< Guarda lì, Daniel! >>
Indico un gruppo di alligatori.
<< Questi sono alligatori del Mississippi. >> dico leggendo un altro cartello.
<< Questi invece sono coccodrilli americani. >>
Daniel incrocia le braccia al petto e li guarda storcendo il naso.
<< Non capisco come facciano a piacerti. Guarda, sono bruttissimi. Io sono bello. >> dice raddrizzando le spalle e fiero di se.
<< Tu sei stupido, loro sono
bellissimi. >> dico e Daniel mi sfiora un orecchio di sfuggita.
Cos'era quello?
<< Se ne sei convinta tu... >>
Annuisco: << Più che convinta! >> esclamo portandomi le braccia al petto.
<< Guarda lì! >> punto il dito e corro come una matta.
<< Il cervo! >>
Daniel arriva con una mano sul petto:
<< Che hai? >> gli chiedo.
<< Tu mi farai morire d'infarto se fai così! >>
Scoppio a ridere e mi volto di nuovo a guardare il bellissimo cervo che mi ritrovo davanti.
<< È bellissimo. >>
<< Io sono più bello. >> brontola Daniel alle mie spalle.
<< Si, tu sei il più bello del mondo. >>
Lo canzono.
Mi prende per un polso e mi fa voltare verso di lui. << Cosa vorresti dire? Che non lo sono? >>
Guardo lui, ma poi guardo alle sue spalle e non riesco a crederci. Volevo tanto vederne una e ora non posso che esserne che contenta.
<< Che guardi ora? >> si volta a guardare lo stesso punto dove guardo io.
<< La pantera. >> dico.
La guardo affascinata e lo stesso anche lui.
<< Okay, questa non la batte nessuno. Nemmeno io. >> dice convinto.
Gli do un colpo affettuoso sul viso:
<< Tu non batti nemmeno gli alligatori, vuoi battere una pantera. >> dico prendendomi gioco di lui.
<< Io sono bello. Punto. >> incrocia le braccia al petto.
<< E a capo. >> dico prendendomi gioco di lui.
Daniel mette il broncio e io gli dico di piantarla di piagnucolare e di fare il bambino e di continuare il giro.
Così tra tanto verde e e acqua, mi perdo nell'immensa bellezza dell'Everglades Nationals Park.
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Scusate il ritardo! 😅 baci! ♥️
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