18
<< Ma dove vorresti portarmi? >> chiedo cercando di tirare via la mano dalla sua, ma più tento, più serra la presa.
<< Daniel! >>
<< Suvvia, tesoro. Nessuno può farti mai una sorpresa? Devi sempre sapere tutto? >> frigna e si ferma voltandosi verso di me.
Annuisco: << Voglio il controllo. È quando non si ha il controllo di ciò che accade che succedono le cose più brutte. >>
Daniel mi guarda scioccato, come se avessi detto di aver toccato il sole e non essere morta.
Gli passo una mano davanti agli occhi e lui scuote la testa.
<< Scusa, è che a volte per come dici le cose mi lasci senza parole. Sei sicura di avere venticinque anni e non cinquanta? >>
Scoppio a ridere. << Tu sei pazzo! Certo che sì! >>
Mi sorride: << Io invece ho qualche dubbio. Potrebbe essere che una donna di cinquant'anni si è reincarnata, in
te! >> esclama convinto.
Lo guardo senza emettere fiato, poi gli do un leggero colpo sulla spalla.
<< Ma piantala. Sono io Kristeen Roberts. >> dico fiera.
<< Bene, allora lieta di conoscerla Kristeen Roberts, donna di cinquant'anni che si è reincarnata nel corpo di... >> mi indica con un segno della mano. << Donna... Ragazzina. >>
Lo guardo di traverso.
<< Ragazzina? >> tiro via la mano e gli volto le spalle, faccio per andare via ma mi prende per i fianchi.
La mia schiena contro il suo petto, il viso tra i miei capelli e mi sussurra all'orecchio.
<< Donna. Donna. >>
Trattengo il fiato e il mio cuore comincia a battere più veloce del dovuto.
<< Andiamo. >>
Mi volto: << Ho da fare, non posso. >>
Mi guarda dispiaciuto. << Sei venuta però. >>
Faccio spallucce: << Credevo fosse Freddy avesse bisogno di me. >>
Scuote la testa: << No, ero io che ti volevo. >>
Abbasso lo sguardo: << Mi dispiace. >>
Daniel con il dito indice sotto il mio mento mi costringe ad alzare la testa per guardarlo.
<< Non importa. >> sussurra, poi mi sorride: << Cena? >> ammicca.
Ridacchio e annuisco.
<< Non molli, eh? >>
Scuote la testa: << Perché dovrei. >>
Faccio spallucce: << Non lo so. >>
Mi sfiora la guancia amichevolmente, << In ogni caso no, non mollo. Non sono il tipo. >>
Gli rivolgo un sorriso e lui ricambia:
<< Allora cena? >> mi fa l'occhiolino e io accetto.
<< Passo a prenderti io. >> dice e va via, poi vado via anche io.
Mio padre mi ha chiesto se potevo fare delle commissioni per lui e ho subito accettato.
Oggi sembrava non stare tanto bene, più che altro sembrava stare un po' giù di morale.
<< Dove devi andare ancora non ho capito. >> mio fratello se ne sta davanti la mia camera poggiato con un fianco allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto.
<< A cena. >>
<< Con chi? >> chiede.
Alzo gli occhi al cielo. << Daniel Martin. >> spiego.
<< Ah, il fotografo. >> ricorda.
Annuisco.
<< E perché andate a cena? >>
Sospiro esasperata: << Vincent, cosa vuoi sapere? >>
<< State insieme? >>
<< No! Come ti viene in mente? >> esclamo.
Fa spallucce: << Non so, la cena, e ieri sera ti guardava in modo strano e come ti parlava, ti prendeva la mano. >>
Alzo gli occhi al cielo: << No, Vincent.
Siamo amici, abbiamo lavorato per un po' insieme e siamo diventati amici, è una cosa normale. >>
Mi guarda con un sorrisetto furbo:
<< E tu ti fai bella per andare a cena con un amico? >> mi fa l'occhiolino.
<< Non posso mica andarci in
pigiama! >>
Si porta una mano sotto il mento e alza gli occhi al cielo socchiudendo gli occhi.
<< Hai ragione. Credo tu abbia proprio ragione, sorellina. >>
Gli lancio una maglia e lui scappa via.
<< Stupido, la maglia! >>
<< Sei tu quella che l'ha lanciata! >>
Sento la voce sempre più lontana.
Continuo a prepararmi: indosso una gonna rossa, corta fin sopra le cosce, e da sopra indosso una canotta tutta nera, e un paio di stivaletti neri alti fino alla caviglia con un po' di tacco, i capelli li lascio sciolti e aggiungo solo un po' di blush e mascara, metto il profumo e prendo la borsa per poi uscire dalla mia camera.
Il mio cellulare squilla; lo prendo dalla borsa e apro subito il messaggio di Daniel: "Sono arrivato. Esci, tesoro."
Davvero non riesco a capire per quale motivo abbia iniziato a chiamarmi "tesoro". Non lo ricordo nemmeno!
"Okay, adesso arrivo." E non appena invio il messaggio, poso di nuovo il cellulare in borsa e mi avvio velocemente alla porta d'ingresso.
<< Buonasera. >> dice non appena apro la portiera della macchina.
Gli sorrido << Ciao, Daniel. >>
Mi siedo accanto a lui e non appena richiudo la portiera parte.
<< Dove hai intenzione di
portarmi? >> chiedo guardando la strada e poi Daniel.
<< Ti va di andare al cinema? >>
Sorrido a trentadue denti.
Daniel scoppia a ridere: << Lo prendo per un si. >>
Rido anche io e poi mi chiede dopo il cinema dove voglio andare.
<< Perché vorresti andare da un'altra parte ancora dopo il cinema? >>
Daniel annuisce e mi sorride senza distogliere lo sguardo dalla strada.
<< E dove vorresti andare? >> chiedo ridacchiando.
<< Una cena? >> dice ammiccando e si volta verso di me per poi ritornare a guardare la strada avanti a noi.
<< Va bene. >> alzo gli occhi al cielo.
<< E cena sia! >> esclama entusiasta e io scoppio a ridere.
<< Comunque per tua informazione, il mio compleanno è già passato, non capisco perché tu voglia portarmi fuori a cena. >>
Fa spallucce: << Per festeggiare. >>
<< Ma ho già festeggiato! >>
Scuote la testa: << E quello me lo chiami festeggiare? >> mi guarda di sbieco.
<< Io non amo nemmeno festeggiare il mio compleanno, quindi non me lo chiedere. >> mi rabbuio e abbasso lo sguardo sulle mie mani.
Daniel posa la mano libera sulle mie e io alzo la testa e mi volto a guardarlo.
<< Perché? >>
Trattengo il respiro, poi caccio via tutta l'aria.
<< Perché non mi piace. >> mi limito a rispondere.
<< Ma quando eri piccola si? >> chiede curioso. Forse un po' troppo curioso.
Annuisco tirando su col naso e tirando dentro le lacrime che stanno per scorrermi sul viso.
<< E perché ora no? >>
Mi volto di scatto verso lui: << Senti, Daniel... Non mi piace festeggiare. Si cambia con il tempo. Sono cambiata e credo sia cambiato anche tu, non credo sia rimasto con le stesse idee di quando eri bambino, no? >> sbotto.
Daniel mi guarda allibito e annuisce in silenzio.
<< Hai ragione, scusami. >> dice e poi restiamo in silenzio per tutto il tragitto fino a quando non arriviamo al parcheggio del cinema.
Mi apre la portiera e mi aiuta a scende dall'auto.
<< Quale film ti va di vedere? >>
Faccio spallucce guardandomi intorno.
<< Kristeen, mi dispiace. Non dovevo essere così insistente. Scusami, ti prego. >>
Gli sorrido debolmente e annuisco,
<< Scegli tu. Lascio a te la scelta del film. >>
Entriamo e subito guarda alle mie spalle, mi volto per guadare nella stessa direzione e vedo due cartelloni di film usciti nelle sale.
<< Vieni. >> mi prende per mano e mi trascina via con se.
All'uscita dal cinema non posso che essere più che felice. Daniel mi ha portata a vedere "The Choice" film tratto dal libro di Nicholas Sparks.
<< Grazie, Daniel! >> gli salto addosso e lui mi prende al volo scoppiando a ridere.
<< Okay, ora andiamo a cena. >> dice.
Mi piazzo davanti a lui e gli punto un dito contro. << Il cinema l'hai voluto pagare tu, la cena la pago io. >>
Daniel scoppia a ridere e alza le mani.
<< Va bene. >> dice divertito.
Saliamo in auto e mette in moto. Esce dal parcheggio del cinema e gira a sinistra all'incrocio.
<< Hai capito che ora pago io? >>
Daniel tiene gli occhi fissi sulla strada e sorride: << L'ho capito. >>
Eppure non mi sembra del tutto serio. Mi prende in giro per caso?
<< Ti va di ballare? >> si alza dal suo posto e viene da me, mi porge la mano e io la guardo indecisa su cosa fare, poi mi guardo intorno e vedo che nessuno è a ballare.
<< Ma qui Daniel nessuno balla. >>
Fa spallucce: << Che t'importa? Ti va di ballare? >> chiede ancora.
Sorrido e annuisco, così prendo la sua mano e mi alzo; Daniel mi conduce al centro e mi attira a se stringendomi tra le sue braccia.
Nel frattempo parte la canzone di Whitney Houston, "I Will Always Love You".
<< Adoro questa canzone. >> dico mentre porto le mani dietro il suo collo.
Sorride: << Immaginavo. L'ho fatta mettere apposta. >>
Lo guardo scioccata.
<< Daniel... >> sussurro.
<< Che c'è? >>
<< Hai fatto questo per me? >>
Scuote la testa. << Ehm... No. L'ho fatto per la mia vicina di casa che ha più di settant'anni e ho una cotta per lei ma non gliel'ho mai detto perché so che rifiuterebbe. >>
Scoppio a ridere, e lo colpisco piano sul petto.
<< Che idiota. >>
Intreccio le dita dietro il suo collo e lui mi cinge in vita con entrambe le braccia serrando le presa sempre più.
Danziamo sulle note di I Will Always Love You e credo che non vorrei essere in nessun altro posto.
Poggio la guancia sul suo petto e lui affonda il viso tra i miei capelli.
<< I will always love you. >> mi sussurra all'orecchio.
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