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14

Da qui si vede tutta Miami Beach e il mare, e... È tutto bellissimo.
<< Buonasera ragazzi. >> Freddy ci raggiunge e saluta entrambi, io mi avvicino e gli poso un bacio sulla guancia.
<< Hei, perché a lui si e a me no? >> frigna Daniel. Ridacchio.
<< Perché lei mi ama, tu sei uno stupido. Diglielo dolcezza. >>
Alzo gli occhi al cielo.
<< Piantatela, tutti e due. >>
Mi allontano da Freddy e mi avvicino a Daniel. Mi alzo sulle punte - quanto riesco - e gli poso un bacio sulla guancia.
Sospira, << Dici che d'ora in poi potresti salutarmi così? >> mi fa l'occhiolino.
<< Dovresti guadagnartelo, non
credi? >>
<< Si. E allora perché me lo hai dato adesso? >> chiede con un sorrisetto furbo.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo:
<< Be', perché mi hai aiutato, dato che porto i trampoli, come li chiami tu. >>
Daniel raddrizza le spalle fiero di se' è Freddy gli dà un pacca sulla spalla:
<< Sei diventato anche un perfetto gentiluomo. Non ricordavo lo fossi. >>
Guardo i due confusa: << Non ricordavi? Perché già vi
conoscevate? >> chiedo curiosa e Daniel annuisce.
<< Ho lavorato tempo fa sempre per lui, con altre modelle, ovvio. >>
Annuisco, poi mi prende un braccio e fa scivolare la mano giù fino a prendere la mia, << Ma nessuna era come te. >>
Lo guardo allibita, senza parole. Deglutisco.
<< Brava come te, intendo. >>
Caccio fuori l'aria che avevo trattenuto.
<< Okay piccioncini, vi va di venirvi a sedere con me e tutti gli altri? >>
Dice lanciando uno sguardo di rimprovero a entrambi.
<< Freddy, non stiamo insieme. Non c'è niente tra noi. >> spiego con calma.
Il gesto di Daniel di poco fa però non lo fa sembrare, ma è la verità. Tra noi due non c'è niente. Assolutamente niente, siamo solo amici. E colleghi.
<< Va bene. >>
Ci fa segno di seguirlo e noi passiamo avanti.
Sempre aggrappata al braccio di Daniel ci avviciniamo al tavolo dove tutto il resto dei nostri colleghi se ne stanno seduti a chiacchierare e a ridere.
<< Buonasera. >> dice Daniel e io mi limito ad annuire timida. Sorrido a qualche modella che conosco appena e sibilo un << ciao >>
<< Siediti qui. >> Daniel mi conduce ad un posto libero accanto a Clarissa.
Perché proprio vicino a lei!
<< Io mi siedo li. >> indica il posto accanto a Freddy che ora si sta sedendo.
Sposta la mia sedia, e quando sto per sedermi me l'avvicina.
<< Fai le tue solite battute. Ti sento. >>
Mi sussurra all'orecchio e io resto a bocca aperta e scioccata fisso la bottiglia di vino posta sul tavolo, proprio davanti a me.

La cena è iniziata già da un pezzo e tutti non fanno che ridere e scherzare e io me ne sto semplicemente seduta al mio posto, di tanto sorrido a qualche battuta e di tanto in tanto il mio sguardo si posa su Daniel che mi sorride e molte volte l'ho sorpreso a guardarmi da prima che lo facevo io.
<< Mia madre a 5 anni mi ha preparato una festa enorme, non vi dico la torta! Era tutto gigante. >> Marisa parla con tanto entusiasmo.
Sorrido. Anche mia madre mi faceva torte enormi a tutti i miei compleanni.
<< E quando ho festeggiato i 18
anni! >>
Okay, no.
Mi rabbuio, mi alzo e subito l'attenzione di tutti è su di me, più di tutti Daniel.
<< Scusate. >> sposto la sedia sotto il tavolo. << Ho bisogno di un po'
d'aria. >>
Dico e tutti tornano a fare quello che stavano facendo, vedo Daniel che fa per alzarsi, ma Freddy lo blocca per un braccio e lui si volta a guardarlo.
Si mette a sedere di nuovo e io vado via.
Esco fuori in terrazza e l'aria fresca della notte mi rilassa, poggio le mani sul davanzale di marmo del muretto, ed è talmente freddo che mi fa rabbrividire.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, poi li riapro e osservo la città che se ne sta ai miei piedi, tranquilla, mentre qui, i miei pensieri mi divorano.
Sento il fruscio della porta che si apre e poi qualcosa mi viene poggiato sulle spalle. Abbasso lo sguardo e poi lo alzo su Daniel che mi sorride dolcemente.
<< Grazie. >> sussurro, lui fa spallucce e io ricambio il sorriso.
Si posiziona di fianco a me e si poggia al muro.
<< Posso farti compagnia? >> chiede timido ed io annuisco.
Restiamo in silenzio a guardare la città che vive sotto i nostri occhi.
<< Stai bene? >> chiede d'un tratto.
Tossisco sorpresa dalla domanda.
<< Si, sto bene. >>
Si volta verso di me e mi osserva attentamente in silenzio, sposto lo sguardo dalla città di Miami Beach su di lui.
<< Che c'è? >> chiedo annoiata.
<< Vuoi dirmi cosa ti è successo prima o devo costringerti a parlare? >>
Trattengo il fiato.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani e scuoto la testa: << Non voglio
parlare. >>
<< Okay, allora non mi dai altra
scelta. >>
Mi prende per i fianchi e comincia a solleticarmi.
<< No! Daniel! >> comincio a ridere. Non ho mai sopportato il solletico e non capisco come lui abbia fatto a capirlo.
Continua a solleticarmi mentre io mi dimeno cercando di divincolarmi dalla sua presa.
<< No, ti prego Daniel! >> rido a crepapelle.
Finalmente smette di solleticarmi e io riprendo fiato.
Mi sposto i capelli dal viso e respiro profondamente.
<< Allora? >> alzo gli occhi su di lui.
<< Cosa ti è successo prima? >> chiede.
Scuoto la testa: << Non voglio parlare. Torno dentro. >> dico e me ne ritorno dentro, ma prima gli consegno la giacca che mi ha prestato per ripararmi dal freddo.
<< Kristeen... >>
Mi chiama ma lo ignoro.
Non può costringermi a parlare se non voglio.

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