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13

È ormai quasi un mese che io e Daniel lavoriamo insieme, il nostro rapporto sembra migliorare giorno per giorno. Molte volte riusciamo a capirci anche solo con uno sguardo senza che l'altro parli.
Quando l'ho conosciuto non credevo che saremmo diventati così buoni amici, ma ad essere sincera sono contenta. Daniel è fantastico. È intelligente, buono, dolce, e cosa che più mi piace, ha un gran senso dell'umorismo.
Mi piace scherzare con lui, mi piace stare al suo gioco - ovviamente quando non si tratta di prendermi in giro - e a lui piace stare al mio di gioco.
<< Bene, tesoro. Ora girati un po' di lato. >> dice e io faccio ciò che mi dice.
<< Brava. Sei bravissima. Occhi fissi su di me, cioè sulla fotocamera. >>
Ridacchio.
<< Cosa, perché ridi? >>
Scuoto la testa: << Niente, Daniel. >>
Potrei mai dirgli: "sto ridendo di te"?
<< Tesoro. >> si schiarisce la gola e diventa improvvisamente serio. Quasi mi spaventa: << Kristeen. >>
Fisso gli occhi su di lui, preoccupata.
<< Daniel, è... è successo qualcosa? >> mi agito. Quando mi chiama per nome vuol dire che c'è qualcosa che non va, è la cosa mi preoccupa un po', dato che è la prima volta che mi chiama per nome dopo tanto tempo.
<< Io... >> comincia, ma viene interrotto dalla porta che si apre e subito comprare Clarissa.
<< Scusate. >> rivolge uno sguardo minaccioso a me e poi passa a Daniel e cambia del tutto espressione.
<< Ciao, Daniel. >> ed eccola che fa la gatta morta.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro. Ma perché deve essere così stronza? Non l'ha capito che a Daniel non interessa nessuna ragazza?
A Daniel interessano le ragazze?
Annuisco a me stessa. Si, ricordo che una volta, eravamo in un bar in pausa e fissava il lato B di una bionda con perfette curve.
Gli piacciono le donne ma non è interessato a nessuna. E un uomo come lui potrebbe avere mille donne ai suoi piedi.
Comunque ritornando a Clarissa, è un'altra modella che lavora qui.
È alta, ha due gambe lunghe e perfettamente magre, senza un minimo di cellulite, lunghi capelli color cioccolato, occhi grigi e un sorriso da far paura, messo in evidenza dalla perfetta dentatura bianca che si ritrova.
<< Dici, Clarissa. Come puoi notare stiamo lavorando. >> dico brusca.
Mi rivolge un sorriso falso prima di mostrare il suo sorriso più bello a Daniel.
Che odiosa che è!
<< Lo so benissimo, ma Freddy mi ha chiesto di chiamarvi. Andate nel suo ufficio. >>
Io e Daniel ci scambiamo uno sguardo, poi annuiamo entrambi.
<< Adesso! >> esclama.
<< Okay, adesso andiamo. >>
Clarissa va via lasciandoci di nuovo soli.
<< Dici che riusciamo a finire questa serie di scatti prima di andare? >> chiedo.
Daniel scuote la testa. << Credo sia meglio andare e vedere cosa deve
dirci. >>
Annuisco e allora vado in camerino a togliere l'abito che ho indosso.
Vesto i miei abiti casual e insieme a Daniel vado nell'ufficio di Freddy.
Daniel bussa alla porta e aspetta che Freddy ci dia il permesso di entrare.
Facciamo il nostro ingresso nel suo ufficio e ci fa segno di sederci proprio di fronte a lui.
<< Ragazzi, tenetevi liberi per questa sera. >>
Spalanco gli occhi: << Cosa?!
Perché? >>
Non ci posso credere, è quasi una settimana che non vedo Dan e finalmente eravamo riusciti a metterci d'accordo per uscire insieme questa sera e ora dovrò disdire per chissà cosa.
<< Questa sera abbiamo una cena di lavoro. >>
Bene.
Io e Daniel annuiamo e poi Freddy ci dice di vestirci eleganti.

Tra un po' Daniel passerà a prendermi.
Io mi sto ancora preparando, devo mettere solo le scarpe e gli orecchini.
Indosso un abito lungo, rosso, maniche a tre quarti, stretto in vita e giù ai piedi scende a sirena. Non è niente di particolare, ma a me piace molto.
Adesso sto indossando delle décolleté bianche, per il trucco ho pensato a qualcosa di leggero ma che mettesse i miei occhi nocciola in risalto: ombretto color terra solo sulle palpebre, leggermente sotto fra le ciglia, mascara blush e un rossetto bordeaux matto.
I capelli li ho raccolti un uno chignon basso laterale.
Il cellulare vibra: "sono qui sotto"
"Arrivo"
Prendo la mia porchette argentata ed esco dalla mia camera. Attraverso il corridoio e cammino spedita verso la porta: << Papà, vado! >>
<< Buona serata. >>
Mi volto di scatto per lo spavento.
Se ne sta seduto sul divano a fare non so cosa, e io non lo avevo visto, per niente.
<< Grazie. >> rido di me stessa.
Apro la porta d'ingresso ed esco di casa.
Chiamo l'ascensore e scendo al piano terra, e non appena le porte si aprono, mi ritrovo Daniel davanti.
Mi guarda incantato. Scuote la testa e mi sorride: << Sei bellissima. >>
Sorrido timida e lo ringrazio.
<< Andiamo? >> mi porge il suo braccio e io passo il mio sotto il suo.
<< Puoi poggiarti, non credo sia una cosa da niente camminare su quei trampoli che porti lì sotto. >>
<< Come... >>
<< Sotto un vestito lungo così più sono alti, meglio è. >>
<< Mi sorprendi sempre di più,
Daniel. >> dico sorridendogli mentre ci avviamo fuori per poi arrivare alla macchina.
<< Sono un uomo pieno di sorprese, tesoro. >> mostra il suo solito sorrido tutto denti.
<< Uomo dalle mille sorprese, sai dove dobbiamo andare? >> chiedo colpendolo leggermente sul braccio.
<< Si lasci portare da me,
mademoiselle. >>
Ridacchio: << Hai abbandonato il tuo "tesoro"? >> faccio le virgolette con le dita.
Mi rivolge un'occhiatina, poi un sorrisetto: << Mai, tesoro. >>
Scoppio a ridere: << Okay. >>
Arriviamo al ristorante. Uno spettacolo. Un'enorme struttura in mattoni, su tre piani, il terzo piano ha un terrazzo, e di sicuro avrà una vista  mozzafiato.
<< Daniel... >>
Guarda affascinata davanti a me.
<< Si, lo so... >> dice e nel frattempo parcheggia l'auto, scende, viene ad aprirmi la portiera e mi aiuta a uscire.
<< Non riesco a capire perché voi donne amiate tanto camminare su questi trampoli. >> commenta.
Ridacchio: << Non sono "trampoli" >> faccio le virgolette con le dita, << Sono tacchi. >>
Mi rivolge un sorriso: << So perfettamente cosa sono, ma per me resteranno sempre dei trampoli. >>
Alzo gli occhi al cielo: << Ci rinuncio. >> dico esasperata.
<< Cosa? >>
Scuoto la testa e gli dico di lasciar perdere.
<< A cosa rinunci? >>
Porto le mani sui fianchi e sposto il peso da una gamba all'altra - ovviamente stando attenta a non cadere - e gli chiedo perché mi avesse chiesto "cosa?" se aveva capito perfettamente cosa gli avevo detto.
Sbuffa: << Lascia perdere, tesoro. Andiamo? >>
Gli rivolgo un'occhiataccia e annuisco, lui mi porge di nuovo il braccio e io mi poggio a lui e insieme entriamo.
<< Sai dove dobbiamo andare? >> chiedo una volta dentro.
Alzo gli occhi e mi guardo intorno.
La struttura dentro è ancora più bella.
È tutto molto elegante: i tavoli, le posate, i bicchieri, gli enormi lampadari che sono sopra le nostre teste. Persino i camerieri sono vestiti molto eleganti.
<< Si, Freddy ha detto di andare al terzo piano. >>
<< Non ci posso credere! Lì su è fantastico! >> esclamo. Non sto più nella pelle. Voglio salire in fretta e guardare il panorama dall'enorme terrazza.
<< Tieni a freno l'entusiasmo,
tesoro. >>
<< Perché? >>
<< Perché sei proprio professionale così. Ti ricordo che è una cena di lavoro, e non una festa per bambini.
Lo guardo in cagnesco: << Guarda che lo so. >> borbotto.
<< Allora non fare la bambina. >> dice divertito e io gli do uno schiaffo sul braccio.
<< Sei uno stronzo. >>
<< Onorato di esserlo. >> dice fiero.
Gli faccio la linguaccia e lui ride.
<< Coraggio bellezza, andiamo. >> dice e ci avviamo all'ascensore.
"Bellezza"? E questa da dove l'ha cacciata?
L'ascensore per fortuna è spaziosa, improvvisamente provo imbarazzo a stare qui da sola con Daniel.
Non appena le porte dell'ascensore so aprono resto a bocca aperta, Daniel mi prende per mano e mi guida fuori dall'ascensore fino in terrazza.
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Buona lettura e alla prossima 😏

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