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10

<< Vieni, accomodati. >> mi fa cenno di entrare ed entro.
Mi guardo intorno e un'enorme spazio ci circonda. Il salotto è grande quasi quanto la mia camera e la cucina di casa mia messe insieme.
Un enorme divano bianco posizionato di fronte al bellissimo camino, decorato con sopra un vaso di fiori e sulla parete sopra il camino un enorme quadro che raffigura una donna e il suo bambino.
<< È bellissimo. >> dico indicandolo.
Daniel mi sorride: << Lo credo anche io. >>
<< Daniel, la tua casa è enorme. Bellissima. >> dico entusiasta.
<< Grazie. >>
Guardo fuori la porta-finestra: << E hai anche una vista mozzafiato. >> dico guardando il mare e il tramonto che muore in esso.
Credo che Miami Beach sia la zona più bella di tutta Miami; il mio quartiere è Downtown, non mi piace affatto, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
<< Trovi? >> mi si avvicina e guarda anche lui nella stessa direzione: << Be', lo credo anche io, tesoro. >>
Lo guardo di sbieco e lui alza le mani:
<< Kristeen. Kristeen. >> si corregge.
Sospiro.
<< Scusami, è che ora sono abituato a chiamarti così. >>
Incrocio le braccia al petto.
<< Davvero? >> chiedo inclinando leggermente la testa di lato.
Daniel annuisce e io ridacchio: << Ma dai! >> gli do un leggero colpo sul petto.
<< Posso chiamarti tesoro? >> chiede rivolgendomi uno sguardo da cucciolo bastonato.
Sorrido e annuisco lievemente.
Spalanca gli occhi e mi sorride a tutto denti: << Quindi mi dai la tua approvazione? >>
Annuisco e lui mi afferra per i fianchi sollevandomi da terra e facendo un giro su se stesso.
Emetto un gridolino, poi quando mi fa poggiare finalmente i piedi a terra, sono incollata a lui con il petto poggiato sul suo addome e le mie mani sul suo petto.
Restiamo a fissarci per un po' rimanendo in silenzio, poi Daniel tossisce e spezza questo silenzio imbarazzante: << Ti va di cucinare insieme? >>
<< Si! Certo. >>
Mi prende per mano e mi conduce con se in cucina.
Rimango affascinata. << Anche la tua cucina è enorme! >> esclamo.
Daniel ridacchia: << Non mi risparmio in niente. >>
Porto le mani sui fianchi: << Vedo. >>
Mi avvicino all'enorme bancone bianco,
<< Cosa avevi intenzione di
cucinare? >>
Fa spallucce: << Sei mia ospite, perché non scegli tu? >>
Alzo gli occhi al cielo e comincio a pensare a qualcosa di molto buono, facile da preparare e con poche calorie.
<< So già a cosa stai pensando. Ti ricordo che oggi sei stata male,
tesoro. >> dice guardandomi con aria di rimprovero.
Sbuffo. << Ma... >>
<< Niente ma, ho capito. Scelgo io. >>
<< Allora, prendi le patate dolci che sono in quel cestino. >> dice indicando il cestino che si trova alle mie spalle, proprio accanto al frigorifero.
<< Lavale, asciugale e tagliale con tutta la buccia. Facciamo le bruschette di patate dolci. >>
Le prendo, Daniel mi fornisce di coltello e tagliere per non rovinare il grande bancone e lui si mette a preparare altro.
<< Cosa stai facendo? >> chiedo.
<< Sbuccio le nocciole. >> dice mantenendo l'attenzione su ciò che sta facendo.
<< Ci serve un cucchiaino di zucchero di canna, lamponi, peperoncino in polvere, olio extravergine di oliva, sale fino, rosmarino e pepe nero. >> fa l'elenco di tutto ciò che ci serve.
<< Ah! E il Brie. >>
<< Cos'è il Brie? >> chiedo. Non ho mai sentito parlare di questo Brie.
<< È un formaggio francese crudo e molle. >>
<< Sarà buono? >> dico storcendo il naso.
<< Non hai mai mangiato le bruschette di patate dolci? >>
Scuoto la testa e lui mi dice che è la sua specialità.
Dopo aver tagliato le patate dolci, chiedo cos'altro posso fare, e lui mi dice di metterle in una ciotola e di condirla con olio, pepe, sale e rosmarino tritato.
Faccio tutto ciò che mi ha detto di fare, poi mi dice di accendere il forno a modalità ventilata di 200 gradi.
Mi avvicino a lui e osserva mentre armeggia con le patate dolci.
<< Cosa fai? >> chiedo.
<< Massaggio le patate. >>
Inarco un sopracciglio: << Massaggi le patate?! >> ripeto confusa le sue parole.
<< Non sto facendo la terapia alle patate, tesoro. Facendo in questo modo, si insaporiscono. >>
Annuisco: << Ah, adesso capisco. >>
Daniel mi sorride: << Sciocchina, se proprio sei gelosa delle patate, dopo un massaggino posso farlo anche a te. >> dice ammiccando.
Incrocio le braccia al petto e mi fingo offesa. << Non sono gelosa delle patate! Ma che stupidaggine e no, grazie ma non voglio alcun massaggio. Sto bene così. >>
Daniel mi guarda divertito, poi dopo aver finito di "massaggiare" le patate, le pone in una teglia, apre la porta del forno e le mette dentro.
<< Quanto tempo ci vuole? >> chiedo.
Non ho mai mangiato patate dolci. Sarà una ricetta che dovrò aggiungere assolutamente.
<< 20-25 minuti. Curiosa di vedere come sono buone? >>
Faccio spallucce.
<< Bene, nel frattempo che cuociono, si deve tagliare il Brie. >>
<< Faccio io! >> esclamo con un po' troppo entusiasmo. Daniel mi guarda allibito e poi annuisce.
Be' la fame comincia a sentirsi, soprattutto se a cena mangeremo queste cose deliziose.
<< Io nel frattempo penso alla
salsa. >> prende una ciotola e ci mette dentro metà dose dei lamponi, poi lo zucchero di canna e il peperoncino in polvere.
<< Cosa vuoi mangiare dopo? >> chiede d'un tratto spezzando il silenzio.
Faccio spallucce.
<< Okay, ho capito. Deciderò anche io quello. >> dice alzando gli occhi al cielo.
<< Daniel... >>
<< Si? >> interrompe quello che stava facendo e si volta a guardarmi. Io nel frattempo continuo a tagliare il Brie.
<< Perché ci tieni così tanto a... >>
<< Ti ho già detto che mi interessa solo che tu stia bene. Se ti sentissi male il lavoro andrebbe a rotoli. >>
<< Ah, quindi è per il lavoro. >> dico un po' delusa. Non so perché ci sia rimasta male nel sentirmelo dire.
Lo sento sospirare, poi lascia tutto ciò che stava facendo e viene da me, mi prende per le spalle e mi fa voltare verso di lui.
<< Tesoro... Ti ho già detto che mi interessa che tu stia in ottima forma. Il lavoro senza te andrebbe perso, e così facendo non ci sarebbe nessuna ricompensa, per nessuno dei due. E ce lo meritiamo, non credi? >> chiede infine.
Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e annuisco.
<< Quindi è per il lavoro. >> confermo.
Lui mi fissa senza aprire bocca.
<< Ti andrebbe una vellutata di patate dolci? Rimaniamo a tema. >> chiede ignorando la mia "domanda".
Chi tace acconsente.
Annuisco lievemente.
Perché ci sono rimasta male? Forse perché ho percepito un po' di interesse nei miei confronti: il solo fatto che si preoccupava che non mangiassi, mi ha fatto pensare che magari davvero importa a qualcuno come mi sento.
Ma lui con quella risposta, mi fa fatto intendere che in realtà gli interessa della mia salute solo per non mandare all'aria il lavoro fatto in queste ultime settimane e ricevere la giusta ricompensa del lavoro svolto.
Finiamo di preparare le bruschette di patate dolci, e poi cominciamo a preparare la vellutata di patate dolci.

<< Daniel... >> dico, prendo un fazzoletto e me lo passo sulle labbra.
<< Era davvero tutto buono. >>
Guardo l'orario sul cellulare: segna le 00:14.
<< Ma credo sia meglio che vada. >>
Daniel finisce di mangiare l'ultimo cucchiaio di vellutata di patate dolci, poi si alza e viene da me.
<< Aspetta. >> mi dice, si allontana e prende un telecomando da una vetrina della parete attrezzata che ha in salotto, preme un tasto e parte della musica.
Ascolto attentamente e mi sembra di conoscere questa canzone.
Si! Endless love di Lionel Richie e Diana Ross.
Daniel posa il telecomando sul divano e viene verso di me.
<< Balla con me. >> mi porge la mano e io resto a fissarla per qualche secondo non sapendo che fare, ma lui me la prende e mi fa alzare in piedi.
Mi trascina al centro del grande salotto e mi attira a se' stringendomi forte tra le sue braccia.
<< Daniel... >> sussurro.
Non mi risponde, ma mi stringe ancora più forte a se', poi mi prende le braccia che tengo lungo i fianchi e se le porta al collo. Mi fa intrecciare le dita e mi sorride.
<< Ti ho detto che sei bellissima questa sera, tesoro? >> la sua voce mi seduce. Mi fa tremare.
Sorrido al suo complimento e scuoto la testa.
<< Be', sei bellissima. >>
Indosso un abito lungo, nero mono spalla, e ho raccolto i capelli di lato in una treccia a spina di pesce.
<< Grazie. >> dico timida e Daniel sorride.
<< Non essere timida con me. Siamo colleghi, no? >>
<< Mi hai appena fatto un complimento, posso sentirmi a disagio almeno un po'? >>
Scuote la testa. << Non devi. >>
<< Okay. >>
<< Sei bellissima. >>
<< Grazie. >>
Daniel comincia a muoversi a ritmo di musica, e la musica è molto lenta.
Mi conduce e io mi lascio condurre da lui. Poggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi. Nonostante il mio metro e 75, gli arrivo a stento alla spalla. Mi sento così piccola vicino a lui, tra le sue braccia. È la prima volta che mi sento così bene.
<< Non credere sia solo del lavoro che mi preoccupo. >> mi sussurra all'orecchio e non appena finisce di parlare, mi sposto leggermente indietro per guardarlo in volto confusa.
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😏😏😏
Non trovate che sia stato romantico il nostro Daniel?
La nostra Kristeen si sente molto a suo agio con lui e la cosa le piace, ma cosa accadrà più avanti? 🤷🏼‍♀️
Continuate a leggere per scoprirlo. 😜

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