14. Ricordi d'un sogno (REV)
Le tre settimane di vacanza sono passate: domani ricominciano le lezioni e Severus non è tornato.
L'amore fa rima con dolore, proprio come nelle stupide canzoni Babbane, ed io mi sento ancora più stupida di loro.
- Per favore, la prego! – imploro ancora, insistente. - Le prometto che poi andrò alla sede dell'Ordine come vuole, ma, prima, mi dica dove posso trovarlo: solo pochi minuti, per vederlo, per parlargli.
- Mi spiace, Crystal, non posso rivelarti dove si trova. – risponde irremovibile. – Si tratta di una missione troppo importante: Severus è stanco e teso e non può permettersi errori. La tua presenza finirebbe per distrarlo e potrebbe rischiare la vita.
Fa una pausa a effetto: so che affonderà il coltello. Lo ha già fatto altre volte.
- E' questo che vuoi?
No, naturalmente no.
Il preside lo sa benissimo. Ora arriverà il resto della ramanzina, ripetuta tutte le sere dal mio ritorno.
- Sii paziente, Crystal. Lasciagli il tempo di cui ha bisogno per compiere il suo difficile dovere.
Un'ombra cupa passa, come sempre a questo punto, negli occhi azzurri che, per un istante, si sottraggono al mio sguardo.
- Permetti che sia lui a decidere quando rivederti.
Oggi, però, non ce la faccio più e mi sento crollare. La prima volta che mi ha fatto questo discorso pensavo si trattasse d'attendere qualche giorno: sono passate tre settimane e ho la spaventosa impressione che il tempo cui Silente si riferisce potrebbe dilatarsi in mesi!
Sento le lacrime aggrapparsi stoiche alle ciglia per non scivolare giù e lui, all'improvviso, con gesto inatteso mi abbraccia paterno e sussurra, accorato, un consiglio che sembra un ordine:
- Devi continuare a credere fermamente in Severus, qualunque cosa accada, perché nessuno più di lui merita fiducia e amore.
Mi ritraggo stupita dall'abbraccio e a fatica ricaccio indietro le lacrime, come Severus avrebbe voluto. Ma lui insiste, una strana luce a dar vita alle sue iridi:
- Promettimi che la tua fiducia in Severus non verrà mai meno. Mai!
Non capsico perché tenermi lontana dall'uomo che amo e poi preoccuparsi che abbia piena fiducia in lui!
Faccio un cenno d'assenso col capo.
- Farai ciò che ti ho chiesto?
Un altro rassegnato segno affermativo: ho accettato anche l'altro suo consiglio, o era un ordine anche quello?
Quasi a memoria ripeto le parole: ho imparato bene la lezione!
- Mi butterò a capofitto nello studio della magia per recuperare il tempo perduto e diventare la maga di cui Severus potrà essere orgoglioso.
Mi sorride soddisfatto e sottolinea:
- Esatto! Dovrai diventare un'ottima maga sul cui aiuto Severus potrà sempre contare quando avrà bisogno.
Faccio a malapena tempo ad aprir bocca, per chiedergli spiegazioni sulle ultime sibilline parole, che mi precede:
- Non posso rivelarti altro, Crystal, dovrai fidarti anche di me, adesso. – afferma diventando all'improvviso serio in modo preoccupante. – Per ora posso solo assicurarti che verrà un momento, nel prossimo futuro, in cui solo tu potrai aiutare Severus, e dovrai farlo. Promettimelo!
Sgrano gli occhi, incapace di comprendere. Questa è la missione che il preside mi affida, mentre appoggia sul petto la mano avvizzita e bruciata, quasi fosse un giuramento ciò che mi chiede: credere in Severus, qualunque cosa accada, e rimanere al suo fianco.
Viver con il coraggio del dolore
è starti accanto nel buio del dovere,
e allontanare da me tutte le ombre
prima che la tua luce sia tornata.
Affronterò il giungere del destino,
né il vento sradicherà il nostro amore,
affronterò il giungere del destino,
né la voglia di stringerti svanirà.
Non sono più io, ormai: le scelte della mia vita avvengono in funzione di Severus, ma, incredibilmente, questo mi rende felice.
E' come se dovessi meritarmi l'amore che lui m'ha regalato, lottare per averlo solo per me, dimostrargli che so amarlo come lui mi ama.
E' una sfida difficile, restare lontana dall'uomo che amo, ma io adoro le sfide!
Sto facendo i bagagli per trasferirmi a Grimmauld Place, con me un massacrante piano di studio che, secondo Silente, in meno di sei mesi mi permetterà di apprendere ciò che mi permetterà di diventare un'ottima maga.
I membri dell'Ordine mi aiuteranno in esercitazioni pratiche e teoria, se ne avrò bisogno e Lupin, in particolare, sovrintenderà alla mia istruzione in qualità di nuovo tutore.
Il mio compito sarà quello di studiare, giorno e notte.
Aspettando che Severus torni da me.
Attendendo di essergli di aiuto.
Sognando di poterlo amare.
*
I mesi trascorsero veloci: mentre studiavo con intensità, la primavera è arrivata e si sta trasformando in estate.
Ho avuto l'opportunità di scoprire quale persona meravigliosa sia Remus, sempre dolce e disponibile con tutti, pacato e riservato, eppure sempre pronto a dire una parola buona o di incoraggiamento.
Nonostante i suoi impegni per l'Ordine - e temo che anche a lui Silente abbia affidato qualche difficile missione, perché spesso rimane via a lungo e torna in condizioni pietose – si prodiga per svolgere al meglio anche il compito di tutore e appena può è al mio fianco per verificare i progressi, fornirmi ogni utile spiegazione e allenarmi in Difesa Contro le Arti Oscure, come specificamente chiesto da Silente.
Trascorrendo così tanto tempo insieme abbiamo potuto conoscerci bene e diventare amici.
Una sera che eravamo soli, come spesso accade nella sede dell'Ordine, mi ha confidato di essere un Lupo Mannaro.
Non riesco a controllare del tutto la mia reazione: sussulto appena e il mio sguardo corre preoccupato alla finestra dove la candida luce lunare fa bella mostra di sé.
Non gli è sfuggito nulla.
Arrossisco, ma Remus mi tranquillizza:
- Non vergognarti della reazione: è normale, lo fanno tutti! – Mi sorride. – So di non essere particolarmente ricercato, come amico. Soprattutto nelle notti di luna piena.
Non c'è ironia nella sua voce, solo rassegnazione a una situazione di fatto.
Non vi è l'intonazione di bruciante amarezza che avrebbe la voce di Severus.
Eppure anche Remus soffre.
- Ma i pochi amici che ho, sono davvero meravigliosi! – aggiunge con caldo affetto.
Sorrido anch'io, ancora un po' imbarazzata.
Severus, invece, di amici non ne ha.
Non ne vuole avere.
Non ritiene di meritarli.
- Non temere per la luna: non è ancora piena e, a ogni modo, sono uno dei fortunati che può permettersi di prendere la pozione Antilupo.
So di cosa si tratta: l'ho studiato da poco e so che è una pozione particolarmente complessa, di lunga e difficile preparazione, che solo pochi pozionisti sono in grado di distillare in modo perfetto.
- Me la prepara il professor Piton: è molto bravo!
Mi chiedo come Severus riesca a trovare il tempo per fare anche quello, ma non per scrivermi una semplice lettera.
Il disappunto deve essere transitato chiaro sul mio volto, e Remus mi osserva in modo strano.
- Gliene sono molto grato, sai? Mi permette una vita quasi normale, anche perché Severus, da quando ha ricominciato a inviarmela, - s'interrompe un istante e mi guarda, una strana dolcezza negli occhi grigi, - ha apportato diversi miglioramenti alla formula standard, quella che trovi sui libri, con effetto portentoso.
Bene, a quanto pare Severus ha anche tempo di fare sperimentazioni.
- E da quanto tempo la prepara? – chiedo seccata.
- Lo ha fatto per un intero anno scolastico quando ero professore di Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts. – S'interrompe e mi sorride. - Sembra un uomo odioso, ma ci tiene molto all'incolumità degli allievi!
Rimane in silenzio e mi fissa: la luce della luna gli inargenta le iridi.
- Severus ha ricominciato a mandarmi la pozione proprio il giorno in cui sei arrivata a Grimmauld Place. – racconta, rimarcando le ultime parole. – Un graditissimo regalo di Natale, anche se un po' in ritardo! Giusto in tempo, appena prima della luna piena, per...
Lascia la frase in sospeso, come se ci fosse qualcos'altro da aggiungere, e rimane a fissarmi, ancora con quella strana, insinuante dolcezza.
Sembra trovare un interessante nesso tra i due avvenimenti: il mio arrivo e quello della pozione.
- E allora? – chiedo, infastidita dallo sguardo, di cui non comprendo il significato e mi mette a disagio.
Scuote lieve il capo e non risponde.
La dolcezza nel suo sguardo si è mutata in tristezza rassegnata e, per un istante, ho l'impressione che ci sia qualcosa d'importante che mi sfugge, qualcosa che riguarda Severus.
Non voglio violare l'anima di Remus, così, adagio, distolgo gli occhi dai suoi, con pudore.
Mi rimane, però, una precisa sensazione, molto forte, pur senza alcun riscontro a conferma: questa sera mi pare che qualche cosa di particolare accomuni i due maghi, come se entrambi stessero vivendo una stessa dolorosa esperienza di rinuncia.
E, non so in quale modo, ma sono certa che la questione mi coinvolge in modo diretto.
Gli occhi grigi di Remus per un momento si perdono nel nulla, lontano da me, mentre sospira piano.
Amore e dolore vorticano nelle sue iridi, mentre stringe tra le mani l'ampolla con la pozione che anche questo mese Severus ha distillato.
*
Solo ora ho capito, solo ora che so che già da tempo Remus amava Dora, ma la teneva lontano da sé temendo di non poterla rendere felice.
Proprio come Severus ha fatto con me, sapendo quale terribile compito doveva svolgere: mi ha spinta ad andarmene sfruttando le mie paure, che conosceva bene, e mi ha tenuta lontana da sé, magari anche sperando, e insieme temendo, che lo dimenticassi.
Quanto deve aver sofferto, il mio dolce Severus, per amor mio!
E per quanto tempo!
Adesso capisco cosa c'era negli occhi grigi di Remus, quando si perdevano nel nulla, lontano da me: c'era l'amore negato per Dora, ma anche l'amore per me che Severus, allo stesso modo, si negava.
Remus deve averlo capito subito, fin dalla prima pergamena che accompagnava la pozione, dalle dure parole di Severus che, proprio come lo sguardo di Remus, solo celavano amore e dolore.
*
In tutti questi mesi non ho mai visto Severus né ricevuto sue lettere.
Silente continua a insistere di attendere e lasciargli l'iniziativa, che presto le cose cambieranno ed io, intanto, devo concentrarmi per diventare la migliore maga possibile.
Quando parla, sembra sempre più stanco e affaticato e la sua mano mi pare peggiori.
Vorrebbe che entrassi nell'Ordine della Fenice: Remus afferma che potrei essere utile, anche se ho ancora molte cose da imparare. Silente, invece, esercita continue pressioni, cui cerco di resistere.
Intanto, studio e mi alleno.
Perché, in tutti questi mesi, Severus non mi ha mai cercato?
Silente gli avrà certo riferito quante volte ho chiesto di lui: gli avrà detto anche delle mie lacrime?
Ormai sembro una donnicciola insulsa: ogni volta che penso a Severus, e lo faccio troppo spesso, gli occhi si riempiono di lacrime.
Eppure sono certa che Severus non vorrebbe che piangessi, né mai vorrebbe farmi soffrire.
Se non mi amasse più?
E' un fastidioso tarlo, non riesco ad allontanarlo da me e sempre ritorna, ogni volta più inquietante.
O se avesse deciso che, con il suo pericoloso compito di spia, non può permettersi di amarmi?
Lo conosco bene e sarebbe capace di imporre a se stesso di cessare di amarmi, se la ritenesse la cosa migliore da fare.
Del resto, è ormai evidente che evita con cura di incontrarmi.
Remus mi ha raccontato che Severus l'anno scorso ha sempre partecipato alle riunioni dell'Ordine, qui a Grimmauld Place, anche se si tratteneva solo per il minimo indispensabile.
Ma, da quando vivo qui, non si è mai fatto vivo. Le sue importanti informazioni arrivano tramite Silente stesso o con stringate missive via Gufo e, solo una volta, quando erano urgentissime, tramite il suo Patronus: un bellissimo ed elegante falco.
Così ho potuto ascoltare di nuovo la sua voce, anche se erano solo poche parole, freddamente pronunciate.
Mi mancano i suoi appassionati sussurri: vorrei tanto sentire di nuovo la sua voce, roca e profonda, che sa avvolgermi nel suo amore!
Quella sera gli occhi mi si sono di nuovo maledettamente riempiti di lacrime, di fronte ai membri dell'Ordine, che hanno ormai capito che sono innamorata di Severus: mi guardano con compassione e scuotono la testa fra loro quando credono che non li veda. Sembrano convinti che io sia pazza ad amare un mago come lui, che non mi ricambierà mai perché, semplicemente, non è capace di amare.
Solo Dora sembra comprendere il mio dolore e, quella sera, mi ha stretto piano la mano, a lungo.
Anche i suoi occhi erano colmi di lacrime.
Se solo sapessero, invece, qual è la verità, quale meraviglioso uomo è Severus, dietro all'orrida maschera che mostra agli altri!
Certo, bisogna darsi da fare con insistenza per oltrepassare le sue barriere, ma ne vale la pena!
Remus, invece, è così diverso.
Nonostante tutto, riesce ad accettarsi e convivere con dignità con il "suo piccolo problema peloso", come lo chiama scherzoso.
Del resto, non è colpa sua se è diventato un Lupo Mannaro: era solo un bambino!
È questa la differenza fra loro: la colpa.
Severus non si è mai perdonato, né mai lo farà, la scelta sbagliata compiuta quand'era poco più di un ragazzo e che gli ha irrimediabilmente segnato la vita.
Quante volte ha già pagato le sue colpe e quante volte ancora dovrà pagarle, povero amore mio, prima di riuscire ad accettarsi per quello che davvero è?
Un uomo immensamente coraggioso, che ogni giorno rischia la propria vita per saldare un debito più volte già estinto, in caparbio e solitario silenzio, disprezzato o, a volte, addirittura odiato da chi gli sta vicino e percepisce solo la sgradevole apparenza che Severus mostra di sé, per tenere tutti a distanza, non ritenendo di meritare né amicizia né, tanto meno, amore.
Invece, io ricordo bene con quale odio, misto a rimpianto e dolore, Severus squadra il Marchio che spicca nero sul suo braccio: credo che il suo più grande desiderio sia di poter strappare via l'infamante emblema di colpa e schiavitù!
Povero, dolce amore mio!
Da quando sono fuggita e l'ho lasciato solo, sono passati quasi undici mesi.
Un tempo infinito di solitudine, che ho provocato ma ancora non riesco a interrompere.
Silente mi ha fatto più volte promettere di non cercare di vederlo e di lasciare a lui l'iniziativa per non compromettere la sua vitale missione.
Mi chiedo se è giusto.
Se è giusto lasciarlo da solo a compiere il suo dovere, senza stargli vicina.
E di quale missione si tratta, che dura ormai da così lungo tempo?
*
Come sono cambiata!
Severus mi ha cambiato.
Lui e la magia.
Infine me ne rendo conto in modo cosciente: Severus per me rappresenta la magia.
La magia dell'amore e la magia di questo mondo incantato cui appartengo indissolubilmente ogni giorno di più, così come sempre più il mio amore mi lega al mago che ha creato la nuova donna che sono diventata.
E fui donna dacchè mi toccasti
e mi facesti crescere come se tu mi avessi
fatta nascere, perché da dove
se non da te uscirono le mie ciglia
nate dai tuoi occhi, e i miei seni
dalle tue mani affamate, ed il mio corpo
che per la prima volta s'accese fino a bruciarmi?
E la mia voce non veniva dalla tua bocca?
Mi manchi Severus, e ti desidero sempre di più.
Ogni giorno che trascorro lontano da te, il mio amore cresce e abbatte adagio ogni mia sciocca paura.
L'unico desiderio, ormai, è quello di poterti rivedere per buttarmi tra le tue braccia e stringermi forte a te, per sempre al tuo fianco, raccontandoti tutto il mio amore.
Voglio rivedere le tue splendide iridi nere, bruciare nelle fiamme della tua passione, ardere nel tuo desiderio che è pari solo al mio.
Sogno le tue labbra dischiudersi piano, nel dolce sorriso che è solo per me, e poi sfiorarmi appena la pelle, in un rovente sussurro. Anelo sentire la tua bocca scorrermi lenta sul viso e poi scendere sul collo in una scia di ansante desiderio, mentre le tue braccia mi avvolgono delicate, per stringermi sempre più forte al tuo corpo che mi vuole con irrefrenabile bramosia.
Rivedo la lunga schiera di severi bottoncini imprigionarti il petto e le mie mani smaniano di scioglierli dalle crudeli asole, mentre mi mordo le labbra nell'illusione di baciare ancora la tua candida pelle.
Perché, perché non torni da me, Severus?
Perché Silente mi impedisce di raggiungerti?
Ci sono momenti di scoramento, in cui temo ti sia dimenticato di me e di aver perduto il tuo amore.
Poi, ricordo quello che c'è stato tra noi, la forza con la quale hai saputo resistere al tuo desiderio per me pur di ottenere il mio cuore, prima del mio corpo, e mi dico che è impossibile che un amore così profondo possa svanire.
Ma la paura continua ad assillarmi.
Non è più la paura d'amare che un tempo mi teneva lontana da te, no, ora è la paura di perderti che mi fa soffrire.
Nell'atmosfera sfumata del sogno ti vedo di nuovo, in controluce sul candido disco lunare, stagliarti nero ed elegante, il mantello che ondeggia mentre ti avvicini a me: al mio sguardo innamorato il tuo viso sembra bellissimo, così pallido e serio, le rughe della tua dura vita profondamente incise nei lineamenti.
Nel cristallo nero dei tuoi occhi vedo fiamme di passione danzare impetuose mentre schiudi appena le labbra per regalarmi il tuo timido sorriso, appena accennato, come se non potessi ancora permetterti di essere felice, se non credessi più d'aver diritto all'amore.
Quando verrà la notte, via le paure
voleranno dal mio cuore assetato,
tra le stelle un sentiero porterà a te
come se i sogni fossero il passato
che torna alla vita attraverso di te.
Un sogno, sempre un sogno, che ridesta
il desiderio di realtà smarrite
ma ogni istante vissute nella mente,
il tuo sorriso che colma gli spazi
e dona all'anima il suo orizzonte.
Di nuovo i miei occhi sono colmi di lacrime: ti rivedo nella grotta, dove la magia era inibita, ma che tu hai colmato con l'incanto del tuo immenso amore.
Quella notte ho scoperto chi eri, ho visto fino in fondo nel tormento della tua anima e lì, nel tuo dolore, nella solitudine e nei rimorsi, è nato il mio amore, piccolo e tenero germoglio, timoroso di tutto.
È cresciuto, sai, Severus, nutrito dall'ardente sole della mia Africa, innaffiato dalla lontananza, rafforzato dal desiderio: ora è una pianta adulta, capace di resistere alle raffiche del dubbio e in grado di sconfiggere ogni paura.
Ti voglio, Severus, ti voglio di nuovo qui con me: bramo il tuo corpo e il ricordo dell'unica volta in cui, meravigliosamente, sono stata tua, vive indelebile nella memoria, accendendo il desiderio.
Mi mordo le labbra, ricordando il sapore intenso dei tuoi baci, la lingua che mi carezzava e le mani che assaggiavano il mio corpo in quell'infinito massaggio che mi faceva impazzire.
Ancora rivedo il pallido volto incorniciato dai lunghi capelli neri, la bocca aperta, ansimante nella bruciante eccitazione negata, e il mio piacere che esplodeva tra le tue mani e poi sulle tue labbra, intenso e travolgente.
Calde lacrime di prezioso desiderio brillavano davanti ai miei occhi, mentre troneggiavi su me, le mani ardenti sui miei seni, delicate e appassionate insieme, mentre ti mordevi le labbra per resistere a te stesso.
Infine, terribilmente agognato e da troppo tempo atteso, il tuo corpo che si fonde con il mio, in un'esplosione incontrollabile di piacere, intensa, ripetuta, esaltante.
Finché ti ho sentito ritrarti, pentito d'aver ceduto agli impulsi del tuo corpo, deciso ancora a negarti ogni soddisfazione che potevo donarti se, prima, non riuscivi a conquistare il mio cuore.
Ti amo, Severus, ti amo infinitamente, come già ti amavo allora, pur se ancora non avevo il coraggio di ammetterlo.
Ma l'ho vista, sai, la luce che ha illuminato i tuoi occhi neri quando ti ho sussurrato appena il mio timido amore.
Mi sono persa nel tuo sorriso, amore mio, il tuo dolce, splendido sorriso che esiste solo per me, per i miei occhi e per il mio cuore.
Sono entrata nel labirinto del tuo amore e ancora sono prigioniera, avvinta a te, felice e dimentica di tutto, senza più voler trovare la strada del ritorno a un passato già scordato, rinnegato, che non è neppure mai esistito.
Volo sulle ali del tuo amore, nel nero dei tuoi occhi, a lenire il tormento della tua anima, a schiudere le tue labbra in un sorriso che t'illumina il volto.
Sono una donna nuova, nata quella notte dal tuo amore, sono la piccola Crystal che timorosa si nascondeva in me, in attesa di poter di nuovo vivere, protetta e desiderata da un uomo meraviglioso come te.
La bimba che piangeva in silenzio, di cui hai raccolto le preziose lacrime, ora è diventata la tua donna.
Per sempre.
Con immenso amore.
Per te, solo per te, mio dolce Severus.
[1] Earendil.
[2] Pablo Neruda, dal Poema "La spada di fuoco" – tratto da: XXIV "La vergine".
[3] Earendil.
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