CAPITOLO DODICI
«Signorina De Santis, il suo braccio è completamente guarito...» dice l'ortopedico.
Finalmente, con grande gioia, toglierò questo fastidioso gesto, dopo tre settimane che lo avevo addosso come una pulce.
Devo ammettere che sono state delle settimane abbastanza noiose perché non potevo fare quasi nulla, ma grazie ad Ale e a Max mi hanno aiutato a farle volare via in un attimo.
Domani sera conoscerò gli amici di Max e sono felicissima, ma anche un po' agitata.
Non ho idea di quello che sta succedendo tra me e Max.
Invece con Marco gli ho proposto una pausa di riflessione e lui, ovviamente, non ha risposto.
Chi tace, acconsente.
Si dice così e credo che anche a lui vada bene così.
Con Patrizia, invece, non ci guardiamo nemmeno in faccia.
La professoressa, poi, ha avuto la brillante idea di farci cambiare posto. Io sono vicina alla secchiona di classe e lei con una della sua specie "Oche Giuliva".
È sabato pomeriggio e sono in ansia.
Non ho nulla da mettermi.
Voglio essere carina agli occhi di Max ma allo stesso tempo, voglio fare buona impressione ai suoi amici.
Apro l'armadio e prendo in mano un abitino.
Lo osservo a lungo e penso che sia esagerato. Non devo mica andare in discoteca e poi, chissà perché, mi ricorda Patrizia.
Sono più che certa che lei sarebbe andata a letto con tutti gli amici di Max.
Lo metto via e alla fine ho deciso: indosserò un maglioncino grigio, un jeans nero e delle scarpe da ginnastica con il pelo.
Sono una ragazza semplice e non mi faccio problemi a dimostrare per come sono fatta davvero e, dopotutto, io a Max gli piaccio come sono.
Max mi dice di scendere e io finisco di prepararmi, per poi raggiungerlo.
Sempre così sorridente. Quel sorriso mi ha davvero conquistato.
Mentre siamo in viaggio, lui appoggia la sua mano sulla mia coscia, come dirmi: "Sono qui".
«Sei agitata, piccola?» mi domanda.
Agitata? No, figurati!
Vorrei solo un tuo abbraccio per calmarmi...
«Non preoccuparti, sono dei bravi ragazzi. Se ti dovessero dire qualcosa che ti da fastidio, tu dimmelo che ci penso io...» aggiunge.
Non posso credere a quello che mi sta dicendo.
Mi tratta come se io fossi la sua ragazza.
Il punto è: come mi presenterà ai suoi amici? Come una ragazza di cui è cotto o come un'amica?
Tra poco ne avrò la conferma.
Siamo arrivati in piazza Martiri a Grugliasco.
C'è già la compagnia di Max che ci sta aspettando: è composta da quattro ragazzi e tre ragazze.
Ammetto di essere leggermente gelosa che ci sono delle ragazze, ma mi fido di Max.
«Loro sono Christian, Luca, Stefano, Nicola, Marika, Giorgia e Fabiana» annuncia così Max la presentazione dei suoi amici, indicandomeli uno alla volta.
Loro mi stringono la mano e sembrano felici di fare la mia conoscenza.
«Invece lei è Assunta, la ragazza di cui vi ho parlato...» aggiunge Max, indicandomi.
I suoi amici mi sorridono e tutto ciò mi conferma che sono davvero importante per lui.
Nel gruppo si parla di tutto: dal calcio alla musica, dalla scuola ai viaggi.
Riesco a interagirmi bene e mi rendo conto che l'amicizia che avevo con Patrizia, non era altro che una grande falsità.
Per tutto il tempo non faccio altro che essere sottobraccio di Max e la cosa non mi dispiace neanche un po’.
Una delle ragazze, però, non fa altro che guardarmi storto e mi sento leggermente in imbarazzo.
Ad un certo punto, Max si stacca dicendomi che deve andare al bar con suo amico e che sarebbe ritornato subito.
Mi dà un bacio in fronte, mi sorride e se ne va con l'amico.
Ma quanto è dolce...
Provo a socializzare con le ragazze che, tutto sommato, sembrano simpatiche.
Quella ragazza che mi guardava male, continua a studiarmi come se fossi un alieno e poi mi si avvicina.
«Piacere, io sono Marika... e così, tu sei la nuova ragazza di Max, vero?» si esprime con una grandissima arroganza.
Io rimango disorientata per un istante.
«Veramente, siamo solo amici...» ribatto educatamente.
«Già, si inizia così: essendo amici, poi qualche coccola, un bacino e...» spiega, atteggiandosi da altezzosa.
«E cosa?» la interrogo, cercando di andare a fondo a quello che mi interessa di sapere.
«...E poi andrete a letto insieme e lui non ti cercherà mai più.»
Mi sento crollare.
«Davvero?»
«Certamente. L'ha fatto con tutte le ragazze che ci ha presentate e la prossima potresti essere tu...»
Mi sento essere di troppo e me ne scappo via in lacrime.
Vado in giro per Grugliasco, avendo le lacrime che mi scendono a cascate lungo il mio viso e non faccio altro che darmi della stupida.
Tutte quelle attenzioni, tutti quei messaggi dolci, tutti quei passaggi: perché l'ha fatto?
Ad un certo punto, entro al "Parco Delle Serre."
Lungo le stradine c'è buio pesto e ho un po' di paura.
Non importa, ho troppo voglia di stare da sola.
Mi siedo su una panchina e mi metto le cuffie nelle orecchie. Stavolta non voglio ascoltare Rocco Hunt, per non ricordarmi di questo brutto momento.
Mi ascolto "Hello", di Adele.
Alzo gli occhi al cielo e fisso la luna, mentre piango ancora e penso alle parole di Marika.
Sono tutti uguali gli uomini: fanno di tutto per ottenere la vagina.
Se sapevo fin dall'inizio che avrebbe fatto così, non mi sarei innamorata di lui e non mi sarei messa a piangere come un'idiota e io che ho mandato a fanculo i miei rapporti con Marco e Patrizia.
La voce straziante di Adele paragona perfettamente a quello che sto provando in questo momento.
Sono stata proprio una credulona, proprio ora che mi stavo lasciando andare e il mio cuore è già a pezzi.
Mi si avvicina un uomo di mezza età, che sembra essere ubriaco fracido e io, per istinto, mi alzo e m'incammino per cercare l'uscita.
L'uomo cerca di inseguirmi e io fuggo il più veloce possibile.
Non ho idea di dove sto andando, ma non vedo nessuna via d'uscita.
Ad un certo punto, qualcuno mi prende dal braccio.
«Sei una gnocca, lo sai?» dice l'uomo.
Io tento di mollare la sua presa, ma lui mi tiene ferma, mi sbatte contro un muretto e mi tappa la bocca.
«Sta' zitta! Sarà bellissimo, fidati di me. Toccamelo...» ordina.
Io nego e subito dopo, mi punta un coltellino alla gola.
«Fai come ti dico, altrimenti ti ammazzo...»
Per non rischiare la vita, inizio a palpargli le parti intime. Lo sento indurirsi e ne sono veramente disgustata.
«Oh si, brava...» esclama il maniaco, mentre gode.
Io piango e vorrei che Max fosse qui per mettere fine a questo schifo.
«E adesso, mettilo in bocca...» dice il maniaco.
«Non ci penso nemmeno!» rispondo, urlando nella speranza che qualcuno mi senta.
Lui mi ripunta il coltello alla gola e io tremo come una foglia.
Sto per farlo quando improvvisamente qualcuno prende il maniaco dal dietro.
«Lasciala perdere!» parla una voce famigliare: è Max.
Il maniaco si volta per accoltellarlo, ma non fa in tempo perché Max gli sferra un pugno sul setto nasale e l'uomo cade a terra.
Successivamente Max mi abbraccia, facendomi sentire al sicuro.
Subito dopo chiamiamo i carabinieri e in poco tempo, arriva una pattuglia ad arrestare il maniaco.
Per fortuna che tutto questo ha un lieto fine, altrimenti erano guai seri.
Durante il viaggio di ritorno verso casa mia, tra me e Max c'è un grandissimo silenzio e la situazione è parecchio imbarazzante.
«Sono molto arrabbiato, Assunta. Che cosa ti è saltato in mente di andartene così senza dirmi nulla?» esclama improvvisamente Max.
Io abbasso lo sguardo e non so cosa proprio dirgli.
«Allora?» m'incalza.
Io lo guardo con gli occhi piene di lacrime.
«È vero, Max?»
«Cosa è vero?»
«Che fai il dolce con le ragazze per portatele a letto?»
Lui sospira.
«Chi te l'ha detto questa stronzata?»
«Marika...»
«Oh santo cielo...» risponde, per poi alzare gli occhi al cielo.
Si ferma con la macchina fuori dalla strada e mi fissa attentamente.
Che cosa vuole fare?
«Ascoltami: Marika dice un sacco di cazzate e tu non devi crederle. Ha sempre fatto così con tutte le ragazze che mi piacevano. Loro smettevano di contattarmi, proprio per questo motivo. Mi giudicavano dandomi del porco quando io, una ragazza nemmeno la tocco, perché la rispetto...»
«E allora lei perché fa così?»
«Perché ha sempre avuto una cotta per me e io non ho mai ricambiato I suoi sentimenti...»
Io sorrido e lui si avvicina a me.
«Io non voglio che tu ne vai via, come hanno fatto tutte...» sussurra ancora Max dolcemente.
Io annuisco.
«Ora ho capito tutto. Scusami, ma ero come impazzita»
«Sei perdonata piccola, ma non farlo mai più. Mi sono spaventato a morte.»
Lui si avvicina ancora di più e automaticamente chiudo gli occhi. Sento il suo respiro che traspare sul mio collo.
Sta per succedere, lo sento.
Sento le sue labbra sfiorare sulle mie e sento il cuore che sta per uscirmi dal petto.
Io e Max ci stiamo baciando e non mi sembra vero.
Vorrei tanto che l'orologio della mia vita si fermasse in questo istante e che non andasse più avanti.
Si stacca leggermente dalle mie labbra, mi sorride e io divento rossa.
«Tu non hai idea di quanto mi piaci, Assunta. Ho sempre voluto baciarti sin dal primo momento e ora che è successo, mi sento così felice» mormora dolcemente.
Mi sento al settimo cielo.
Max si rimette alla guida e cantiamo "Nu Juorno Buono" a squarciagola fino quando arriviamoa casa mia.
Appena entro in camera mia, mi butto nel letto, continuando a pensare a quel bacio magnifico.
Mi sento così meravigliosamente bene, come quando un'adolescente ha dato il suo primo bacio.
Ora mi sento ispirata e decido di scrivergli un messaggio.
"Quel bacio è stato bellissimo. Grazie di tutto, buonanotte"
Max risponde subito dopo.
"Buonanotte piccola, grazie a te. Soprattutto grazie di esistere, davvero..."
Faccio i salti di gioia.
Spengo il cellulare e rimango nel buio.
Nelle cuffie, sento cantare "Se mi chiami" di Rocco Hunt.
C'è una frase particolare di quella canzone che ogni volta che la ascolto, la dedico sempre a Max.
"Con te ho capito il significato del bene."
Quanto sono felice.
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