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CAPITOLO CINQUE

«Insomma, ma dov'eri finita? Ti abbiamo cercata per tutta Torino! Mi hai fatto passare un compleanno terribile!» sbraita Patrizia quando ci vediamo il lunedì a scuola.
Sono scappata, perché hai fatto la sgualdrina facendoti strofinare il sedere dal mio ragazzo!
Non posso risponderle altrimenti peggioro la situazione.
«Patry...Non stavo bene ed è arrivato mio fratello a prendermi. Ti chiedo perdono» rispondo a mia volta.
«Perdono? Avresti potuto avvisare che non stavi bene! Almeno avremo risparmiato di chiamare i carabinieri!»
In effetti ieri mattina sono arrivati i carabinieri in casa per parlare della mia scomparsa, ma Ale ha detto chiaramente che si trattava di un equivoco e loro, naturalmente, si sono irritati per una falsa emergenza.
«Sono davvero infuriata! Per poi non parlare di Marco che si è spaventato a morte! Ora capisco quel povero ragazzo... Sei proprio un'immatura!» predica ancora, facendosi notare da tutte le nostre compagne di classe.
E ora capisco perché sei una grande idiota...
Poco dopo arriva la professoressa d'inglese che mette fine a questa sceneggiata napoletana.
Grazie a Dio!

Il lato positivo di questa giornata è che passerò l'intervallo da sola, visto che la "Miss Italia" ha deciso di andare a chiacchierare con le nostre compagne di classe.
Oggi approfitto di una grandissima occasione: andare a fare un giro nei corridoi del liceo musicale.
Appena arrivata, mi sento già in pace.
Osservo tutto ciò che mi circonda, mentre Rocco Hunt mi canta "O'posto mio" nelle cuffiette.
La canzone parla di Salerno, sua città natale e di quanto sente la sua nostalgia.
n questo momento, questa canzone fa proprio al mio caso perché questo indirizzo scolastico è il posto che ho sempre desiderato studiare.
Ho sempre sognato di studiare emozioni vissute, per poi trasformandosi in note musicali con tonalità dolci e forti allo stesso tempo.
La canzone finisce e giacché mi piace tanto, ho voglia di riascoltarla.
La canticchio, mentre cammino ad occhi chiusi e con le braccia aperte tipo "Cristo Redentore" di Rio De Janeiro.
Fino quando...Ops, finisco per terra!
Poco dopo, mi rendo conto di essermi scontrata con un ragazzo e di aver combinato un disastro.
«Mi dispiace! Sono così sbadata...»dico, mentre lo aiuto a raccogliere alcuni fogli da terra.
«Non ti preoccupare» mi risponde quel ragazzo sorridendo, che vedendolo per bene, è molto carino.
Capelli arruffati color biondo cenere, occhi verdissimi con occhiali e un sorriso meraviglioso.
Mi aiuta ad alzarmi come un vero cavaliere e mi porge la mano.
«Piacere Massimiliano, per gli amici Max.» si presenta, stringendomi la mano.
«Assunta, piacere» ribatto, ricambiando il suo gesto.
«Nome molto particolare... Non sei torinese, vero?»
«Per niente, salernitana dalla nascita e vivo qui da quattro anni»
«Oh, il Sud Italia... Che meraviglia!» esclama con grande ammirazione.
E' la prima volta che trovo una persona che parla bene del Sud Italia da quando vivo qui a Torino.
«Perché anche tu vieni dal Sud?» azzardo ad indovinare.
«Non proprio, io sono nato a Torino da madre siciliana e padre napoletano»
Non posso crederci e ora mi sento come quando Cristoforo Colombo scoprì l'America.
«Napoletano? Di dove?»
«Pompei, conosci?»
«Certo, sono andata tantissime volte agli scavi di Pompei con le mie amiche»
«Molto interessante...»
Parlare con Max è davvero molto piacevole ed è la prima volta che non ho la sensazione di sentirmi inferiore o impaurita.
E' bizzarro e allo stesso tempo meraviglioso.
Lui non fa altro che sorridermi, tanto che sento infuocarmi le guance.
Da quanto tempo non provavo più queste emozioni?
Il suono della campana stordisce completamente le mie orecchie e io devo assolutamente ritornare nella mia aula.
«Max, è stato bello conoscerti...» mi esprimo frettolosamente.
«Anche per me. Vieni a trovarmi qualche volta quando vuoi»
«Certo, ciao...» lo saluto andando via.
Mentre m'incammino, ho la strana sensazione di essermi dimenticata qualcosa.
Forse è soltanto una mia impressione.

Arrivando a casa, mi sento così sollevata.
Sarà perché oggi Patrizia non mi ha rivolto la parola, sarà perché ho conosciuto Max, sarà perché mia madre non è in casa oppure sarà perché Marco, stranamente, non si è fatto sentire.
Per festeggiare questa gioia, decido di concedermi della musica ad alto volume in beata solitudine.
Cerco il mio iPod nello zaino, ma non c'è.
Dove sarà finito?
Provo a vedere nella tasca della giacca, ma nemmeno lì c'è e l'angoscia inizia a crescere dentro di me.
Magari è nell'astuccio.
Lo tiro fuori dallo zaino in preda dal panico, apro la zip velocemente e non c'è traccia del mio iPod.
«NOOO!» grido forte.
Ho perso la cosa più preziosa e c'era tutta la mia vita: dalle canzoni di Rocco Hunt alle foto con le amiche di Vietri Sul Mare.
Appena arrivo in camera mia, mi sdraio sul letto.

Cerco di calmarmi e mi faccio venire in mente, quando ho usato il mio iPod l'ultima volta.
Dunque: ero a scuola.
Sì, verso che ora? Ah, all’intervallo.
Ora è tutto chiaro! Devo averlo perso, quando mi sono scontrata con Max nel corridoio del liceo musicale.
Devo assolutamente ritornare lì e rivedere Max.
Magari me l'ha riportato in bidelleria nella scatola degli oggetti smarriti oppure se me la avesse rubato?
Infondo è sempre un estraneo e non mi dovrei fidare.
Ma va la, come posso pensare che me lo abbia rubato? Può anche darsi che lo abbia conservato lui e che me lo voglia ridare appena ci vediamo.
Come faccio a rivederlo di nuovo? Non ho neanche il suo numero di telefono.
Ma certo, posso sempre tentare di rintracciarlo con Facebook, ma non so il suo cognome. Mannaggia!
Proviamoci lo stesso, anche se temo che sarà difficile.
Provo a cercarlo solo con il nome ma ci sono migliaia di persone che si chiamano "Massimiliano" che sono di Torino, che non è così piccola come città.
Idea! Provo ad aggiungere come filtro: Luogo di nascita.
Scrivo "Torino", ma non mi porta a grandi risultati e vedo ancora le stesse persone di prima.
Mi sto per arrendere, quando mi viene in mente che potrei aggiungere come filtro che frequentiamo la stessa scuola.
Infatti, sono comparsi cinque profili: due senza foto, due con delle immagini profilo che non sono lui e una con una chitarra elettrica.
Non so quale sia e sarei anche tentata di scrivere a tutti questi profili un messaggio del tipo:
"Ehi! Sono quella ragazza che ci siamo scontrati all'intervallo quest'oggi e che abbiamo parlato del Sud Italia, ti ricordi? Per caso hai visto il mio iPod?"
No, non posso assolutamente.
Mi vergogno troppo.
Meglio andare domani di persona, almeno mi risparmio la figura di merda.

La mattinata è passata velocemente oggi ed è già ora dell'intervallo.
Anche oggi Patrizia ha deciso di non rivolgermi la parola e sinceramente, sono contenta.
Almeno passerò un altro intervallo rilassante.
Me ne approfitto per andare a recuperare il mio iPod al liceo musicale.
Sono appena arrivata al punto dove mi sono scontrata con Max ieri e non c'è nessuna traccia di lui.
La cosa più buffa è che non so neanche che classe frequenta, dato che ci sono tre quinte del liceo musicale.
Ma si può essere così sfortunati?
Vorrei tanto chiedere a qualcuno di lui, ma mi vergogno troppo. Potrebbero pensare che io vada dietro a lui.
E se fosse fidanzato?
Inutile cercarlo, sto perdendo solo tempo e sarà meglio che io me ne torni da dove me ne sono venuta.
Aspetta, mi viene in mente una cosa: potrei chiedere in bidelleria del liceo musicale se hanno visto il mio iPod.
Mi avvicino a una bidella troppo impegnata con il suo smartphone.
«Mi scusi?» azzardo a domandare.
Lei distoglie lo sguardo dal cellulare e lo rivolge ame.
«Sì, dimmi» mi risponde a sua volta.
«Ecco... ieri in questa zona ho perso l'iPod, non è che lo avete ritrovato per caso?» le chiedo in tono cordiale.
«Guarda lì nella scatola degli oggetti smarriti» ribatte la bidella.
La ringrazio e vado subito a darci un'occhiata, sperando di trovare quello che sto cercando.
Al primo sguardo, non riesco a trovarlo, ma provo a spostare gli oggetti e non c'è lo stesso.
Mi faccio i miei immensi complimenti per aver perso la cosa più preziosa che avevo e ora mi sento uno schifo.
Non mi rimane che tornare nella mia classe. Era troppo bello se oggi avrei ritrovato sia Max, sia il mio iPod.
Sono solo una povera illusa.

È assurdo che, anche oggi, Marco non si è fatto sentire. Non è da lui.
Probabilmente è arrabbiatissimo per la storia del compleanno di Patrizia e tento di inviargli un messaggio.
Gli invio un cuoricino rosso su Whatsapp.
Ho una stranissima sensazione di forte gelosia che mi fa immaginare che è insieme con un'altra ragazza, magari con Patrizia e che si stanno baciando.
Scuoto la testa e cerco di non pensarci.
Guardo se ha visualizzato il messaggio e in effetti, ci sono le due spunte blu.
Non ha visualizzato da molto tempo e penso che a breve mi risponderà.
Spero solo che di non avere discussioni come sempre.
Lo vedo ancora “Online" e dopo un attimo, c'è scritto la data del suo ultimo accesso.
Aspetta, ma è davvero Marco che fa così? Non è mai successo una cosa del genere da quando stiamo insieme.
Cerco di vedere se anche Patrizia è "Online" e infatti, lo è.
Immagino che quei due mi staranno sparlando male su WhatsApp tra di loro. Mi hanno già pugnalato alle spalle una volta, sicuramente lo rifaranno ancora.
Marco è ancora "Online” e provo ancora riscrivergli un altro messaggio.
"Tutto bene Marco?"
Inviato e ci sono le due spunte che non sono diventate blu.
Provo ad aspettare un paio di minuti e poi la conferma: spunte blu e poi sparisce.
Non ho idea di cosa gli prende, ma sono certa che è molto cambiato.
Non ho intenzione di passare tutto il giorno a cercare di capire il problema di Marco, dopotutto ho i miei problemi di cui mi devo occupare.
Chiudo Whatsapp e uso Youtube per vedere qualche video di Rocco Hunt, consolandomi per la perdita del mio iPod.

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