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Capitolo 8 - Cambio di itinerario

Ripartirono il mattino seguente subito dopo aver consumato una veloce colazione. L'uomo della sera non si vedeva nella grande sala della locanda, sembrava scomparso.
Anche Petrangola doveva essersene accorta, dato che non smise di guardarsi attorno per quasi tutto il tempo.
Arrivarono al motolab a mattino inoltrato, i militari stavano smontando l'accampamento supervisionati da Ostuni mentre Rachet e Clarco, i due meccanici, stavano ispezionando il motore del mezzo.
- Buongiorno – li salutò Ostuni, vedendoli arrivare. - Com'è andata?
- Ho incontrato Cornelio, la notizia della forgotten si è già sparsa – rispose Petrangola.
- C'era da aspettarselo.
- Sì, ma mi ha confermato che oramai l'arma è oltre il confine.
- Questo è un problema.
- Già. Fortunatamente abbiamo ottenuto anche altre informazioni. Voglio te e i due macchinisti sul motolab tra 5 minuti, dobbiamo modificare l'itinerario.
Petrangola entrò nel Motolab, lasciando i tre fuori.
- È rimasto del caffè, se volete favorire – disse Ostuni, indicando il fuoco da bivacco ancora fumante.
Baccala guardò Isamu, che si volse verso il bivacco raggiungendolo.
- Cosa ne pensi di ieri sera? - domandò Baccara, mentre Isamu le versava il caffè.
- Cosa devo pensare? - rispose Isamu.
- Non sei un tipo che si fa molte domande.
- No, preferisco eseguire gli ordini e rimanere nel mio.
- A me il tizio di ieri sera non convince.
Isamu bevve il suo caffè in silenzio, era amaro ma allietava la sua parte biologica con un piacevole torpore.  
- E se fosse una trappola? - continuò Baccara.
- Sai qualcosa che io non so?
Baccara guardò il proprio bicchiere, immersa in qualche pensiero infelice.
- Conoscevi quel tipo?
- No, ma ho la capacità di vedere le aure – rispose. - Cioè, non sono così brava, ma qualcosa ne capisco.
- Vedere le aure... - rimuginò Isamu. Sapeva che era possibile, ma era una cosa che non riusciva a immaginare.
- Ho visto un'ombra oscura dietro l'aura di quel tipo, penso tramasse qualcosa.
- Penso che anche Petrangola se ne sia accorta, hai visto come lo ha trattato e come lo cercava stamattina?
- Credi che dovrei parlargliene.
- Fallo, ma penso che non ce ne sarà bisogno.
Ostuni uscì dal motolab: - Tra 10 minuti si parte! Avanscoperta, voi avete 5 minuti per mettervi sulle moto – poi rientrò.
Isamu guardò Baccara.
- Dobbiamo fidarci della Maestra Petrangola e del Maestro Ostuni - disse, alzandosi. - Ora andiamo a prepararci. 
Baccara fece cenno di sì con la testa e lo seguì.

Ripartirono puntualmente, rimettendosi a lavorare alle proprie postazioni senza dire una parola. La voce di Ostuni era l'unica che rompeva il silenzio rispondendo ai rapporti regolari della scorta distribuendo nuovi ordini. Petrangola non reagiva, rimaneva imbambolata a fissare la strada poggiata tra i sedili dei guidatori, pensierosa.
Ostuni lavorò in silenzio, cercando di concentrarsi nel suo lavoro ignorando la palese inquietudine che leggeva nelle espressioni e nelle movenze di Baccara.
"Percepire le aure delle persone..." pensò. Chissà cosa voleva dire? Cosa si provava ad intuire pensieri ed intenzioni degli altri senza aver bisogno di parlare? Si domandò se anche lui e la Maestra Kiloro avessero un'aura o se la loro parte meccanica avesse già annichilito quel lato biologico ed umano che li vincolava alla mortalità. E chissà cosa frullava nella testa della Maestra Petrangola, in quel momento.
- Ho deciso, proviamo a passare da lì – disse lei, all'improvviso.
Ostuni la guardò e scrollò le spalle mentre Clarco, ora impegnato come secondo pilota, ricalcolava la rotta sul navigatore del motolab.
- Sono quasi sicura che si tratti di una trappola ma non importa, se la forgotten è oltre il confine noi andremo oltre il confine, in una maniera o nell'altra. 

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