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Capitolo 6 - Verso il confine

Lo straniero si lasciò alle spalle i fuochi del villaggio, le grida di uomini, donne e bambini che riecheggiavano per tutte le campagne. 
Si era salvato, ma a che prezzo? 
Aveva sacrificato l'intero villaggio per sfuggire agli inquisitori ed ora era di nuovo solo, in fuga, braccato e ricercato come era sempre stato. 
Ordini e grida rimbombavano insieme allo scalpiccio dei cavalli. Lo stavano cercando e se non avesse presto trovato un rifugio l'avrebbero catturato. 
Abbandonò le campagne coltivate per nascondersi all'interno di un boschetto sperando che gli inquisitori a cavallo non lo raggiungessero o che almeno gli dessero modo di difendersi. 
Sfidò il buio e i rovi, correndo come un forsennato tra la vegetazione mentre il suo pesante bagaglio gli oscillava sulle spalle e il revolver, ancora carico, ciondolava al suo fianco. 
In pochi minuti fu abbastanza lontano che anche le voci, dal villaggio, si smorzarono divenendo solo un suono lontano, l'orrenda sinfonia sacrificale nel quale gli inquisitori si crogiolavano. 
Arrivato al confine opposto della macchia verde si ritrovò di nuovo di fronte a pascoli e campi silenziosi immersi nel gorgoglio delle acque che, attraverso i canali, si disperdevano per tutte le campagne circostanti. 
Lo straniero fece alcuni passi in campo aperto, non si sentiva un suono, neppure il frinire dei grilli che tanto lo aveva infastidito solo la sera prima. 
Non fece neppure dieci metri che il suono di un ramo spezzato, alle sue spalle, lo fece volgere con un brivido. 
L'inquisitore era un uomo mastodontico, avvolto in una cappa violacea che ne nascondeva la massiccia armatura nera e viola. Usciva dal fitto della boscaglia alle sue spalle, incredibile che con quella mole e quel peso fosse riuscito a stargli dietro. 
- Missionario Cassio - disse l'inquisitore, avvicinandolo con passo fermo. 
Cassio estrasse la pistola in un lampo, ma le gemme sull'armatura dell'inquisitore già brillavano di luce propria emanando lampi di porpora, blu e bianco attraverso il mantello del prelato. 
La vista di Cassio si fece sempre più fioca mentre il suo respiro accelerava di pari passo con i battiti del cuore. 
"Terorium..." pensò Cassio, cercando di opporsi alla tremenda taumaturgia inquisitoria. 
 L'inquisitore scostò il mantello con calma facendovi comparire un grosso martello decorato di croci intagliate e se lo fece ruotare tra le mani come se non pesasse nulla. 
- Quanta gente vuoi ancora sacrificare prima di consegnarci l'arma, Cassio? Quanto sangue deve ancora impregnare le strade prima che tu ti arrenda? - domandò l'inquisitore, girandogli attorno. 
Terrore e panico avevano oramai colto la mente del povero missionario che, annaspando, era crollato in ginocchio. 
- E' stata la tua eresia a condannarli - continuò l'alto prelato, - il tuo abbandonare i voti, il tuo abbracciare una vita di fornicazione, gioco e peccato. 
Mano a mano che l'inquisitore parlava un nuovo e profondo senso di colpa si faceva largo nei pensieri e nelle emozioni di Cassio. Immagini dei tempi che furono gli passarono di fronte agli occhi in un sinistro carosello fatto di giorni d'infanzia, di studi adolescenziali, di una giovinezza illuminata e ordinata. Immagini di giorni migliori, di tempi che furono in cui anche lui subiva il fascino delle lucide armature degli alti prelati, della folgorante bellezza delle loro decorazioni barocche, delle loro gemme taumaturgiche. 
- Ma nessuno può sfuggire al giudizio, nessuno sfugge alla luce dell'Unico Dio. Nessuno e di certo nemmeno tu - disse l'inquisitore, sollevando il martello, alle sue spalle.
In un barlume di lucidità Cassio ritrovò se stesso, forse per una breve distrazione del prelato, forse a causa di qualche altra misteriosa capacità della forgotten. 
In un istante e per un solo istante la paura, la vergogna, il panico e la confusione scomparvero dal suo cuore, in un istante, con una mossa insolitamente rapida, Cassio si volse sui talloni, balzando in piedi e allungò due dita sulla gola dell'Inquisitore. 
Questi rimase immobile, il martello ancora sopra la testa, gli occhi, prima spietati, pieni della stessa oscura paura che pochi istanti prima aveva trasmesso al Missionario. 

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