25
"Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it's the only thing that I know
When it gets hard, you know it can get hard sometimes
It's the only thing that makes us feel alive"
Inizio a canticchiare la canzone toccando a movimenti lenti e meccanici, i suoi capelli.
Interrompo il testo della canzone.
-scusa. So di essere stonata, e alle due del mattino non è proprio il massimo-
Dico sorridendo.
-ah, di certo sei meglio di me. Tu non mi hai mai sentito cantare, vero?-
-vero.-
-bene, meglio così.-
Annuncia soddisfatto.
Lo guardo dritto negli occhi e lo fa anche lui, con me.
-hai portato anche Holland qui?-
Domando.
Sbuffa annoiato.
-Emma, perfavore. Non metterti a fare la gelosa-
-scusate tanto se mi sento un tantino come ruota di scorta!-
Dico cercando di nascondere, un minimo, la rabbia.
Mi guarda interrogativo, o almeno immagino la sua espressione dato che è buio e non vedo quasi nulla.
-"oh beh! Holland Mi ha lasciato....va bè prendiamo Emma che tanto è sola come un cane e nessuno la vuole"-
Dico in uno eccesso di rabbia imitando la sua voce.
Lui si limita a guardarmi negli occhi.
-è così? È davvero così? E io che credevo mi fossi sbagliata-
Faccio come per alzarmi, ma lui con un gesto veloce mi prende il polso in modo che mi stenda di nuovo.
Fa in modo che mi volti verso di lui e lo guardi dritto negli occhi.
Con una mano mi stringe il fianco e lo avvicina al suo e con l'altro mi stringe la schiena annullando completamente le distanze.
-non fare la gelosa.-
Il suo tono è autoritario ma dolce allo stesso tempo.
Avvicina le sue labbra vicino alla mia fronte.
-è perché non dovrei?-
Domando lasciandomi coccolare dai suoi bacetti e carezze.
-per due semplici motivi. Primo, chi è che sopporta una ragazza gelosa? Beh, io no. Secondo, solo io posso essere geloso.-
Sorrido.
Mi sento...adorata? Naah.
No, mi sento amata. Ogni parola che esce dalle sue labbra, per me è come poesia.
-Lo trovo ingiusto-
Dico sorridendo.
-abituatici-
Risponde sorridendo a sua volta.
Tiro fuori il telefono dalla tasca e, dopo aver messo il flash, scatto una foto.
Volto il telefono verso di me e guardo il mio e il volto di Dylan.
Io ho gli occhi che sembro mezza drogata, mentre Dylan guarda come "spaventato" la telecamera.
-questa la devo appendere!-
Dico ridendo.
Si mette a ridere anche lui prendendomi il telefono di mano e guardando la foto.
-la solita bellezza-
Dice guardandomi.
-grazie tesoro-
Dico sorridendo.
-no hai capito male. Intendevo io. Sono bello sempre-
Mi metto a ridere.
-bella questa-
Dico ridendo.
Sbuffa per poi tornare a guardare il cielo.
Smetto di ridere e, con un sorriso, mi volto anche io verso il cielo.
Mi ripassa il telefono e guardo l'ora.
Sono le tre del mattino.
-Dyl?-
-dimmi-
-qual'è la persona a cui tieni di più in assoluto? Non rispondere che sono io-
-chi ti dice, che direi che sei tu?-
Volta la testa verso di me con un ghigno sul viso, guadagnandosi un'occhiata truce.
Sghignazzando, riporta lo sguardo sul cielo.
-credo che la persona più importante per me, sia mio padre.
Lui è sempre stato al mio fianco.
Non sto dicendo che non tengo a mia madre, anzi, le voglio un bene dell'anima, però mio padre è riuscito a creare con me un rapporto davvero stupendo.-
Si blocca per un istante sorridendo, come se stesse ricordando qualcosa.
-ricordo che quando ero più piccolo, mi portava in giro nei boschi e mi faceva vedere come si cacciava-
Scatto subito seduta.
-con che arma sai cacciare?-
Si gratta la testa, come se fosse imbarazzato.
-non è proprio un'arma...cioè, sì è un'arma...ma non da fuoco. Ma tu non mi hai chiesto se fosse da fuo...-
-Dylan con cosa cacci?-
Domando interrompendo il suo monologo.
-caccio con l'arco... però me la cavo anche con le trappole-
Sposalo....è il ragazzo giusto per te.
Senza pensarci due volte mi fiondo sulle sue labbra.
-Tu sei perfetto-
Dico tenendogli il viso fra le mani.
Sorride e si scosta le mie mani dal viso per accarezzarle.
-Lo so.-
Sorridiamo entrambi.
Lentamente avviciniamo i visi.
Ad un certo punto mi blocco, solo per vedere la sua reazione.
Mi guarda sorridendo e, senza dire niente, mi bacia.
Non voglio fare un ragionamento Poetico, anche perché non sono una ragazza molto "saggia", però devo ammettere che questo, è davvero un momento fantastico.
Io e Dylan. sotto le stelle.
Io sopra di lui e lui che mi tiene il viso stretto fra le sue mani mentre mi dà, quello che per me, sembra il bacio più bello della mia vita.
Appena mi stacco dalle sue labbra,lo abbraccio forte. Poggio la testa sul suo petto mentre lui poggia le sue braccia sulla mia schiena.
Mi stringe a se.
-grazie Dylan.-
Non risponde, ma posso immaginare il sorriso che si è formato sul suo viso.
Mi Domando perché io debba avere un ragazzo così. Io non lo merito.
Anche se non fa nulla, riesce a farmi stare bene.
Credevo che ci sarebbe stato imbarazzo, ma invece non mi sono mai sentita tanto a mio agio nella mia vita.
Sussurra qualcosa che non riesco a capire bene.
-cosa?-
Domando non muovendomi di un pelo.
-"cosa" cosa?-
Risponde lui confuso.
-hai detto qualcosa.-
-no-
-ma ho sentito che sussurravi qualcosa...-
Dico iniziando ad avere dei dubbi sul fatto che abbia sentito o meno.
-il sonno ha un brutto effetto su di te. Inizi a sentire le voci, e come disse la saggia Hermione "neanche nel mondo della magia è un buon segno sentire delle voci"-
Dice in modo teatrale.
Sorrido.
Il mio ragazzo è un Fanboy, il mio ragazzo è un Fanboy...
Tu sei cretina, tu sei cretina...
-Em?-
Faccio un verso con la voce, come a incoraggiarlo a parlare.
-io...-
Fa una pausa, come se la cosa che dovesse dire è molto dura anche per lui, e sa che non la prenderò bene.
-niente-
Esordisce in fine con un sospiro.
-dai...dimmi.-
Dico sorridendo.
-ti prometto che te lo dirò.-
-dai!-
Insisto.
Resta in silenzio per un pò.
-ok...ti devo fare una domanda.-
-parla-
Dico portando lo sguardo su di lui.
-perché a scuola, ci provi con tutti? Perché interpreti il personaggio della "poco di buono"? Io so che tu non sei quel tipo di ragazza. ma allora perché lo fai?-
Domanda accarezzandomi i capelli.
Alzo la testa dal suo petto per guardarlo negli occhi.
Gli tocco il ciuffo morbido di capelli tentando, nel frattempo, di trovare la risposta più adatta.
-sapevo che non avrei dovuto insistere-
Dico alzandomi dal suo corpo e sedendomi accanto ad esso.
Lego le gambe fra le braccia mentre guardo il buio di fronte a me.
Mi imita.
-quando avevo sedici anni, ero quella che i ragazzi considerano "secchiona". Hai presente quelle che hanno sempre un libro in mano e non escono con nessuno? Ecco quella ero io. Ero fermamente convinta che i libri fossero gli unici oggetti che, anche se inanimati, potessero capirmi.
I miei unici amici erano Annie e Mark che, però, anche se continuavano a dirmi che ero stupenda così come ero, cercavano di incontrarmi solamente quando nessuno li poteva vedere. Gli facevo pena-
L'ultima frase la Dico con un sorriso malinconico sul volto.
Dylan tace. Non dice nulla. Continua a fissarmi in silenzio.
-un giorno, in classe arrivò un ragazzo nuovo. Si chiamava Luke, Luke Hemmings. Diciamo che presi una bella cotta per lui. Mi infatuai così tanto di questo ragazzo, che decisi di cambiare per lui. Non sarei stata più la "secchiona" della situazione.
Cercai di migliorarmi: comprai l'apparecchio mobile, feci tante, tante pulizie del viso..-
Sorrido a quest'ultima affermazione.
-sistemai i capelli e anche l'abbigliamento cambiò. Di certo non vestivo con le minigonne.
Indossavo sempre i fuseaux e maglie corte da poter mettere sopra...diciamo che non c'era nulla di male in quest'abbigliamento. Molte persone si vestono così.
Ogni volta che cambiavo qualcosa di me, notavo come le persone mi si volevano avvicinare. Notai la loro superficialità. Ovviamente, quando il professore di scienze ci diede un progetto da fare in coppia, accettai molto volentieri di stare con Luke. Avevamo due settimane di tempo. Passavamo ogni pomeriggio a casa mia a lavorare e per la prima settimana avevamo già finito. Devo dire che mi trovavo davvero bene con lui. Era simpatico e dolce ma al tempo stesso sembrava protettivo. era sarcastico, intelligente, furbo e impulsivo...era la tua copia.-
-io non sono dolce-
Dice Dylan quasi fosse offeso.
-sì certo, hai ragione tu. Comunque...mi trovavo benissimo con lui e devo ammettere che quando passò la prima settimana di lavoro, mi mancava la sua presenza a casa. Un giorno, della seconda settimana, arrivò fuori casa mia e cominciò a bussare.
Appena aprì la porta, mi baciò. Ovviamente non mi tirai indietro.-
Vedo Dylan con la coda dell'occhio che stringe l'erba sotto le sue mani.
-puoi immaginare cosa accade dopo.-
Dico con un pò di imbarazzo.
-Il giorno dopo, a ricreazione, lo vidi con altri suoi tre amici che scherzava e rideva. Cercai di avvicinarmi, ma l'affermazione di uno dei ragazzi, mi fece bloccare di colpo: "Quando le dirai che era solo una scommessa?". Non lo lasciai rispondere. Mi avvicinai come una furia a lui e lo trascinai via per il colletto della maglia.
Lo portai in uno sgabuzzino e gli tirai uno schiaffo....o forse due. Da quel giorno odiai l'intera razza maschile. Mi sono chiesta "perché devono essere loro a far soffrire sempre le ragazza?". Così ho deciso di vendicarmi, in un certo senso.-
Finito di parlare, mi volto verso Dylan. Il volto, illuminato dalle prime luci del mattino, sembra triste.
-quindi odi anche me? Sono solo una "vendetta"?-
Domanda voltandosi verso di me.
-cosa? No. Io con gli altri non mi sono mai messa insieme. Ti giuro che ti amo Dyl.-
Mi guarda per un pò indeciso per poi avvicinarsi a me e abbracciarmi.
-anche io Em-
Angolo autrice.
Ho avuto la febbre e perciò non ho potuto pubblicare e mi rendo conto che anche con questo capitolo avrei potuto fare di meglio. SCUSATEMI. ci vediamo al prossimo capitolo. 😚😚😚😚😚😚😚😚
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