Tredici
"Se litighiamo con qualcuno che amiamo è bene ricordare che le parole cattive gli faranno più male che a un estraneo."
-Ignazio Silone.
Dopo una notte intera di pioggia, il tempo è tornato più bello che mai. Onestamente, per quanto mi riguarda, mi sento più allegra del solito, indipendentemente dal sole o meno. Mi vesto con una maglietta leggera, a maniche lunghe, di Grifondoro. Metto un paio di jeans strappati e un paio di converse. Lascio i capelli sciolti e mi trucco poco, così da essere pronta per una nuova giornata a scuola. Arrivo davanti la porta d'ingresso, con il cellulare in mano, intenta a scrivere il buongiorno a Nathan. Mio padre si schiarisce la voce, attirando la mia attenzione.
«Vai di nuovo a piedi?» chiede.
Non rispondo, apro la porta ed esco, respirando a fondo l'aria pura della città appena sveglia. Addison mi raggiunge, con un sorriso a trentadue denti. Mi circonda il collo con un braccio e mi dà un leggero bacio sulla guancia.
Sorrido e lo abbraccio, senza un apparente motivo. Oggi mi sento così, non prendetemi per pazza.
«Non ho potuto fare a meno di farmi i fatti tuoi, ieri. Che dire, vicina, Nathan è stato un pazzo a sfidare tuo padre e poi quel bacio... com'è darne uno? Era il primo per te, voglio dire, lo ricorderai a vita.» dice beffardo cominciando a camminare.
Mi fermo, guardandolo male. «Impiccione!» dico puntandogli il dito contro.
Lui ride, scuotendo la testa. «Sono felice per te, davvero.» apre la macchina e mi invita a salire. «Andiamo a scuola insieme, Weasley, almeno ti eviti la strada.» fa l'occhiolino.
La scuola è già brulicante di ragazzi, nonostante manchi mezz'ora al suono della campana. Scendiamo, tenendoci a braccetto e salutando i passanti. Max, Denis e Maddison sono davanti all'ingresso, insieme a Nathan, che a quanto pare sta discutendo con la sorella. Ci avviciniamo senza farci notare, facendo silenzio.
«Non ha senso, Mad! E non sono d'accordo, okay? Sei ancora piccola, non posso mica coprirti in una cosa del genere! Un viaggio da sola a Cancun, ma sei fuori di testa, per caso?» dice a denti stretti. Poi si volta, sorridendomi enormemente. «Buongiorno, Muffin.»
Mi avvicino a lui, dandogli un bacio sulla guancia. «Buongiorno, caffè.»
Maddison alza un sopracciglio, indicandoci. «Vuoi due non me la raccontate giusta.» poi si volta verso Addison e fa una smorfia. «Ciao.» dice.
Il moro le prende la mani, sbuffando. «Dai, piccola, sei ancora arrabbiata con me?» borbotta.
Nathan ruota gli occhi, mentre Max e Denis si lanciano un'occhiata. Il ragazzo dai capelli rosa, mi prende per mano, facendomi fare una giravolta. «Dopo io e te dobbiamo parlare.» sussurra.
Annuisco, facendo avvicinare Denis. «Lo so cosa pensate, giuro che chiarirò ogni vostro dubbio.» ridacchio.
Il greco guarda Nathan, annuendo. «Molto meglio, sì.» borbotta, sorridendo poi al ragazzo.
Maddison si passa una mano tra i capelli e guarda il suo quasi fidanzato con diffidenza. «Devi ancora spiegarmi perché ieri sera non hai risposto ai miei messaggi per un po'! » sbraita.
Lui fa una smorfia, sbuffando. «Se non ti fidi non è colpa mia, okay?» dice acido. Mi prende per mano, guardando male la ragazza. «Andiamo, Weasley, abbiamo scienze. Ci vediamo in classe, ciao.» borbotta, tirandomi.
Sbatto contro Ryan, che mi sorride enormemente e mi dà un bacio sulla guancia. Alzo lo sguardo allegra, dandogli uno schiaffetto sul viso. «Portati Addison, io devo andare dai ragazzi.» dico tornando indietro.
Ritorno da loro, Nathan mi tira dal braccio e mi abbraccia, dandomi un bacio sulla fronte. «Come stai oggi?» sussurra al mio orecchio.
Sorrido, mettendomi in punta di piedi e dandogli un lungo bacio sulla guancia. «Mai stata così bene.» rispondo dolcemente. Maddison ci guarda con un sopracciglio alzato, Max e Denis, invece, curiosi.
La bionda ruota gli occhi, guardando Nathan ma non proferendo parola. Rimango stretta a lui, come se staccandomi potessi togliere fonti vitali alla mia persona. Guardo l'ingresso corrucciata, strizzando gli occhi per il sole e notando Addison e Ryan tornare indietro. Qualcosa non va, ne sono certa. Andare in aula per poi tornare di nuovo qui. Voglio dire, non è comportamento tipico da persone normali. Il moro si para davanti a Maddison, furioso, mentre lei lo guarda con un sopracciglio alzato.
«Sono stanco di dover finta che non me ne importi!» urla, facendo fermare i passanti che cercano di capire cosa succede. Fisso i miei occhi sul ragazzo, mordicchiando il labbro. Lo conosco e so per certa che dovremmo prepararci ad una sfuriata tipica da Addison Miller.
Maddison fa una smorfia, alzando un sopracciglio. «Fingi? Sul serio? Io credevo fossi bastardo per natura.» borbotta. Mi stringo a Nathan, senza un apparente motivo. Lui mi accarezza la testa, osservando la scena interessato.
Addison stringe i pugni, serrando la mascella marcata e socchiudendo gli occhi, prendendo un profondo respiro. Li riapre, fissandoli sulla bionda che sembra essere soddisfatta da quel commento cattivo nei suoi confronti. «Porca puttana, Maddison Coleman! Fanculo! Vuoi capirlo o no che ti amo?» dice, dandole poi un bacio carico di rabbia.
Spalanco gli occhi sorpresa, sussultando per quella confessione inaspettata.
Ti amo.
Le parole di Addison mi risuonano in testa come un tormento, come se l'avesse dette a me personalmente.
Ti amo.
Come si fa ad amare davvero una persona? Con il cuore? Con il corpo? Con la mente? Amare è questo? Cercarsi, volersi costantemente ma essere allo stesso tempo incapaci di tenersi? Vedo la mano di Nathan che circonda la mia vita. La sua mano. Solo a vederla mi vengono i brividi, eppure la mano è una parte banale del corpo umano. Allora perché per me sembra essenziale? Perché quando non sono con lui la cerco? Mi scanso, confusa. Nathan. Lo amo? Sono innamorata? Si può essere innamorati in così poco tempo? Il cuore è davvero così vulnerabile?
Se mi chiedessero se sono innamorata di lui, non saprei cosa rispondere. Ed è questo il problema, non sapere, essere ignorante riguardo a ciò che sento o provo quando sono con lui. Mi allontano, incerta, vedendo che il ragazzo assume un'espressione decisamente confusa. Lo sono anche io, Nathan. Lo sono dal primo giorno che ho incontrato le tue iridi verdi. Ryan mi guarda, confuso, scuotendo la testa.
«Weasley, tutto bene?» chiede.
Annuisco, guardando Addison e Mad baciarsi davanti gli occhi di tutti, ma non vedendoli davvero. Mi sento persa, confusa. Non ho neanche un vero motivo per cui io debba sentirmi in questo modo, la cosa che Addison ha detto non mi riguarda personalmente. O forse sì? O forse lo sento anch'io, nei confronti di Nathan? Lo guardo, lui fa lo stesso. Ci stiamo guardando come se non dovessimo far altro per il resto della vita. Lui è confuso e posso dirlo con certezza di esserlo anche io, in questo preciso istante. Ma il suo sguardo, quegli occhi maledetti che ha, sembrano mettermi sicurezza anche in situazioni del genere. Scuoto il capo, risvegliandomi e sorridendo ai due piccioncini. Poi poso di nuovo il mio sguardo su Nathan e sorrido anche a lui, che ricambia quasi subito. Adesso, vedendo il suo sorriso rivolto a me, vedendo il suo volto leggermente contento, ho messo di lato ogni mia incertezza. Lo amo. Lo amo davvero tanto.
Il suono della campanella fa staccare i due ragazzi, che naturalmente guardano noi poveri studenti sapendo che dovremmo rinchiuderci in quelle quattro mura per tutto il giorno. C'è ancora casino, all'ingresso, nessuno sembra voler entrare, neanche Cassie, che è appoggiata alla parete e guarda con una smorfia Addison e la mia migliore amica. Maddison dà un bacio in guancia al fratello, con una felicità fuori dal normale, mentre i ragazzi gli danno invece pacche sulla spalla.
Mi avvicino a lui, abbracciandolo, e quando tento di lasciarlo andare, i nostri visi si incontrano, facendo sfiorare i nostri nasi. Mi guarda negli occhi, lo faccio anch'io. Sorride leggermente e sento ogni autocontrollo che va a farsi fottere piano piano. Chiudo gli occhi e unisco le nostre labbra in un bacio, come se ne avessi bisogno da sempre, come se il bacio di ieri non fosse bastato. Il ragazzo tiene gli occhi aperti per un po', perplesso. Poi si rilassa, chiudendoli e accarezzando il mio labbro inferiore con la sua lingua. Schiudo le labbra, facendo sfiorare leggermente le nostre lingue, intrecciandole e sentendo lo stomaco contorcersi in una morsa strana ma terribilmente e spaventosamente bella. Il ragazzo si stacca, sorridendomi appena e guardandomi negli occhi.
«E questo perché?» sussurra ad un centimetro dalle mie labbra.
Mordicchio il labbro, sorridendo. «Non mi piaceva il buongiorno che ti avevo dato volevo dartene uno più particolare.» rispondo.
Lui chiude gli occhi, sospirando e appoggiando di nuovo le sue labbra alle mie, si stacca, guardandomi. «Buona...» mi bacia di nuovo, «lezione» conclude con un altro bacio.
Sorrido, allontanandomi piano piano da lui, continuando a guardarlo. Mi volto, sospirando e appoggiando due dita alla labbra. Poi mi risveglio di colpo, vedendo che mi stanno guardando tutti. Cassie infuriata, Addison, Mad, Max e Denis sorpresi e sorridenti allo stesso tempo, mentre Ryan ha la bocca spalancata. Faccio un'espressione imbarazzata, passandomi la mano dietro la testa, facendo spallucce. «Andiamo?» sussurro.
«Andiamo.» risponde Maddison con tono beffardo e dolce allo stesso tempo.
Tiro fuori un profondo respiro e sorrido enormemente, annuendo. Sono sicura che questa giornata di scuola non sarà poi così terribile. Scuoto il capo, mordicchiando un'unghia e raggiungendo l'ingresso, insieme ai miei compagni.
Il corridoio è poco affollato, la gente sta facendo e avanti e indietro senza un motivo apparente, il che mi crea una confusione pazzesca e snervante. «Scienze.» ripeto a bassa voce, andando nell'aula.
Denis ride. «Sì tesoro, scienze.» scuote la testa.
Oggi niente lezione di danza. Denis deve andare con il padre e io non ho intenzione di gestire quel disagio da sola. Carico lo zaino in spalla, guardando la mia amica che sta trafficando con l'elastico ai capelli. «Certo che però è una palla non poter essere con te questo pomeriggio. Tuo padre ha rotto il cazzo.» borbotta.
Sorrido enormemente, scuotendo la testa. «Chissenefrega della punizione. Andiamo da Daisy.» rispondo con nonchalance.
La bionda spalanca gli occhi, ridendo. «Okay, se ci scopre, te la vedi tu.» fa spallucce, raggiungendo la tavola calda.
Entriamo ridendo a causa di una quasi caduta di Max, mi faccio spazio tra i tavoli sentendomi stranamente osservata. Che mio padre fosse qui a mia insaputa? Alzo lo sguardo e vedo quello di Nathan fisso su di me. È con Jared e un ragazzo dagli occhi azzurro-cielo, bello come il sole. Chissà chi è, questo tipo. Decido di non avvicinarmi e scivolo in una panca vicino alla finestra.
«Non è assolutamente possibile che la professoressa Mayers ci abbia dato tutta quella merda da studiare. Voglio chiedere denuncia.» ha risposto la bionda risoluta.
Alzo un sopracciglio, scuotendo la testa. «Denunciare qualcuno per i compiti? Ma certo, sarà una cosa molto normale, Maddison.» dico sorridendo a Jason che si è già avvicinato con il block notes. «Benvenuti da Daisy, sono Jason e... portami un frappè alla fragola e due muffin super enormi.» ridacchio.
Il ragazzo scoppia a ridere. «Oh, sì. Grazie per avermi fregato il compito.» scuote la testa. Ryan, Addison e Chuck fanno capolino, ridendo come dei ritardati. Il biondo fa spostare Max e si siede al mio fianco, circondando il collo con il mio braccio. Cristo, che disagio. Mi volto, sentendomi osservata, e vedo Nathan che mi sta guardando malissimo. Bene. Qualcuno conosce un posto dove potersi sotterrare?
«Metti tutto sul mio conto, oggi alla ginger offro io.» Ryan mi dà un bacio sulla guancia.
Sorrido sarcastica, togliendole il braccio. «Grazie ma no. Non voglio essere in debito con te.» dico facendomi spazio per alzarmi.
Il biondo balza in piedi, beffardo. «Dove stai andando?» chiede.
Alzo un sopracciglio, mettendomi a braccia conserte. «Sto andando in bagno, tesoro, o devo pure chiederti il permesso?» sbuffo.
Il biondo sorride enormemente. «Se mi chiami ancora tesoro potrei innamorarmi.» sussurra.
Sospiro, sorridendo falsamente. «E semmai tu potessi innamorarti, io potrei ucciderti.» gli mando un bacio, andando in bagno. Passo dal tavolo di Nathan e sorrido. Il moro mi guarda malissimo, senza ricambiare. E adesso che ho fatto? Sbuffo ed entro in bagno, scuotendo la testa.
Dopo aver finito, lavo le mani ed esco, sobbalzando. Harry, il secchione più secchione del liceo, è davanti alla porta e mi sta sorridendo in modo alquanto inquietante. «Cristo, Harry!» dico asciugando le mani nei jeans.
Il ragazzo sistema gli occhiali sul naso, sorridendo appena. «Oh, sai il mio nome.» sussurra.
Alzo un sopracciglio. «Ehm, logico. Andiamo a scuola insieme.» ridacchio, porgendogli la mano.
Il ragazzo me la guarda, senza sfiorarla nemmeno. Sorride imbarazzato, scuotendo la testa. «I germi.» sussurra.
Ritraggo la mano, annuendo. «Giusto, i germi, maledetti.» borbotto ironica. «Cosa volevi dirmi?» metto le mani in tasca.
Lui sorride raggiante. «Sto cercando delle modelle per la nuova fiammeggiante edizione del giornalino scolastico. Mi manca una ragazza dai capelli rossi.» spiega.
Scoppio a ridere, tornando subito seria. «No.» scuoto la testa.
Lui mi guarda perplesso. «Ti pago con dei fantastici gadget a tema Harry Potter.»
Lo guardo stizzita. «No, scusa? Mi vuoi corrompere per caso? Sparisci.» faccio per andarmene ma lui mi ferma dalla spalla. «I germi, Harry.» dico divertita.
Il ragazzo spalanca gli occhi, prendendo il disinfettante e passandolo alle mani. Lo guardo malissimo. «Ma sei serio? Io stavo scherzando! Ma senti un po', come le baci le tipe, tu?» rido.
Lui fa spallucce. «Online, i nostri personaggi si baciano online nel gioco e così stiamo insieme.»
Spalanco la bocca. «Wow, metodi alternativi per flirtare nel duemiladiciannove. In ogni caso, mi dispiace per te ma cercati un'altra rossa. Non mi piace essere fotografata.»
Il ragazzo mi guarda imbarazzato. «Ma sei l'unica rossa vera, al liceo! Le altre sono finte. Tu hai capelli color carota.» mi prega.
Alzo un sopracciglio. «Mi stai dicendo che i miei capelli sono arancioni? Cristo, levati di mezzo perché potrei ucciderti. Adesso.» esclamo nervosa.
Lui annuisce, andandosene. Sbuffo, scuotendo la testa. Jared ride, battendo le mani sul tavolo. «Sei la nuova Naomi Campbell?» ride.
Lo guardo male. «Ciao anche a te, J.» dico ironica, accarezzando la mano di Nathan che invece sembra impassibile.
«Tu non dovresti essere in punizione?» dice dandomi un leggero bacio sulla guancia. Il ragazzo con gli occhi azzurri mi fissa interessato.
«Mio padre sa che ho lezione.» borbotto.
Harry torna indietro, mettendosi davanti a me. «Se c'è qualche problema per il tuo ragazzo, beh, posso capirlo. Ma sono delle semplici foto.»
Alzo un sopracciglio. «Che? Quale ragazzo?» faccio una smorfia.
Lui indica Nathan. «Il fratello di Maddison, no?»
Scuoto la testa, fermandolo con la mano. «Ciccio, io sono single. Non voglio semplicemente fare quelle cazzo di foto.» sbuffo.
Harry si gratta un sopracciglio. «Ma stamattina vi stavate baciando.» commenta stranito.
«Ma di che cavolo ti impicci?» ringhio nervosa.
Lui annuisce. «Scusami, vado via.» borbotta.
«Ecco, bravo.» dico facendo cenno di allontanarsi con la mano. Sbuffo e scompiglio i capelli di Jared, facendo poi l'occhiolino a Nathan che per qualche assurda ragione è arrabbiato con me. «Torno al mio tavolo, oggi di cose assurde ne ho viste abbastanza.» mi allontano, perplessa. Perché cazzo la gente stramba capita sempre a me? Ho una cazzo di calamita addosso?
Ruoto gli occhi, facendo segno a Ryan di farmi sedere. La mia vita ultimamente è diventata troppo strana, potrei scriverci un libro. Maddison mi guarda divertita, non proferendo parola. La guardo male. «Non osare fare un commento su ciò che è successo.» ringhio puntandole il dito contro.
Lei fa spallucce. «Stai tranquilla, non faccio nessun commento, basta la mia faccia.» ride.
Prendo il frappè senza rispondere. Queste giornate strane dovrebbero essere illegali.
Durante la giornata, Nathan non si è fatto sentire per nulla, il che ha aggiunto un altro punto alle cose strane di questa giornata del cazzo. Sono rintanata in camera mia, con mio padre che tenta invano di farmi cenare con loro. Credici, Ciccio. Io con te non ci mangio neanche se mi paghi i milioni.
Mi metto a pancia sotto sul letto, sbuffando e abbassando il volto così tanto che i capelli toccano il pavimento. Sento dei colpi alla finestra, così balzo in piedi, sperando che ci sia Nathan dall'altra parte, invece è solo Addison che mi sta lanciando delle cose a caso. Ruoto gli occhi, aprendola e appoggiandomi sul davanzale.
«Dimmi.» sussurro, cercando di non svegliare tutto il vicinato.
Il moro sorride enormemente, facendo spallucce. «Avevo voglia di parlare con la mia vicina, come facevamo un tempo. Passo da te tra due minuti? Il tempo di prendere qualche schifezza da Daisy.» ridacchia.
Sorrido. «Sì, tanto la giornata non può andare peggio di così.» lo prendo in giro, lui alza il dito medio in risposta, rientrando.
Cinque minuti dopo, me lo ritrovo davanti la finestra con dei sacchetti in mano. Ridacchio e lo faccio entrare, indicandogli la poltrona. «Che cazzo avete tutti con la mia finestra? Potevi prendere la porta, per mio padre potrebbe entrare chiunque qui, meno che Nathan Coleman.» sbuffo.
Il ragazzo sorride ammiccante. «Oggi eravate molto affiatati.» dice gettandosi sul letto, come se fosse a casa sua.
Alzo un sopracciglio. «Comodo? In ogni caso, no, non lo eravamo. È arrabbiato con me per chissà che cosa.» borbotto.
Lui annuisce. «L'ho visto poco fa.» dice a bassa voce.
Mi siedo sulla poltrona, curiosa. «Dove?» chiedo.
Il ragazzo fa spallucce. «Ero andato a prendermi dell'erba nella zona sud, era nei pressi di Saint Martin, e mi è sembrato parecchio tranquillo. Come se fosse zona sua. Solo che non stava facendo nulla di sospetto.» spiega.
Lo guardo dubbiosa. Cosa ci faceva lui in zone del genere? Lì gira solo droga e gente che la vende. «Capisco.» sussurro stranita.
Lui mi guarda curioso. «Beh, in ogni caso, perché non lo chiami? Magari verrà da te per parlare o magari no.» chiede.
Balzo in piedi, mettendo la giacca. «Mi porti lì?» chiedo di fretta.
Addison si alza, scuotendo la testa. «Scordatelo. Non voglio che vedi quelle zone.» dice risoluto.
Lo guardo, alzando un sopracciglio. «Io voglio andarci. E se non mi accompagni tu, prendo la metro e vado da sola.» dico determinata.
Il ragazzo ridacchia nervoso. «E per quale assurdo motivo?» bofonchia serio.
Giro in tondo per la stanza, passandomi una mano in faccia. «Maddison tempo fa ha detto che suo fratello quando esce di notte la insospettisce. Cioè non l'ha detto, ma l'ha fatto capire. E se lui fosse coinvolto in qualcosa di sbagliato? Devo capire, Addy. Aiutami.» lo prego.
Il ragazzo sospira. «Starai sotto le mie direttive, d'accordo? Farai come ti dico e non obietterai.» mi raccomanda.
Annuisco, sorridendo. «Andiamo dalla finestra, io non posso uscire.» sussurro cercando di saltare giù.
Il ragazzo si passa una mano in faccia, disperato. «Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi, tu rimani con me. Non sopporterei di perdere una sorella.» sussurra. Sorrido dolcemente e salto giù, mettendo il cappuccio della felpa. Addison mi fissa serio, facendomi salire nella macchina e sospirando pesantemente. Raggiungiamo il sud con una velocità incredibile, e noto che il ragazzo comincia ad agitarsi. «Con me, Sophie. Solo con me.» borbotta.
Scendiamo dalla macchina, il luogo in cui siamo approdati è semibuio, e un grande gruppo di ragazzi è riunito su un muretto pieno di graffiti. Guardo ad uno ad uno i componenti, sperando di non scorgere Nathan. E poi lo vedo con la testa appoggiata sulle gambe di una ragazza dai capelli biondi, con lei che le accarezza i capelli e lui parla sorridendo. Sembrano essere molto in confidenza. Ha una sigaretta stretta tra le dita, il volto rilassato e sembra essere totalmente un'altra persona. Sembra che si trovi nel posto perfetto, insieme alle persone perfette. Chiudo gli occhi, mordendo il labbro e sentendo una fitta allo stomaco.
«Andiamo via.» dico stringendo i pugni.
Addison scuote la testa. «Sei qui, sei venuta per lui. Non tirarti indietro.» sussurra.
Sospiro. «Vedo che sta bene. Andiamocene.» volto le spalle camminando.
«Sophie!» mi blocco a metà strada. La sua voce. Mi ha vista e mi sta chiamando. Sospiro di nuovo, continuando a camminare.
Sento la sua mano prendermi il polso, mi volto, furiosa, sentendo i nervi salirmi in corpo. «Dimmi.» dico fredda, scansandolo.
Lui respira a fondo, chiudendo gli occhi. «Si può sapere che cazzo fai qui?» chiede nervoso.
Rido ironica, annuendo. «Ero venuta a farmi un giro, non posso? Ti crea qualche problema?» rispondo incrociando le braccia.
Lui si passa una mano in faccia, sospirando. «Un giro qui? In questo posto di merda?» urla. Vedo il suo gruppetto avvicinarsi di scatto.
Lo fulmino con lo sguardo. «A me non sembra che questo posto non ti piaccia, Nathan! Ti vedo molto a tuo agio, o mi sbaglio?» sputo acida.
Nathan si gratta il sopracciglio, stringendo le labbra. «Tu cosa ne sai? Cosa credi di saperne?» urla.
Annuisco, guardandolo con rabbia. «Hai ragione. L'unica cosa che so è che quando provo a fidarmi, c'è sempre un motivo per pentirmene!» urlo nervosa.
Nathan indietreggia, scuotendo la testa. «Stai insinuando che... non ti fidi di me?» dice, calmandosi.
Sospiro, sentendo una voglia tremenda di scoppiare a piangere. «No, Nathan. Voglio dirti solo che io ho finito. Qualsiasi cosa c'era fra di noi, qualsiasi cosa fosse, è finita.» indietreggio, mentre lui scuote la testa freneticamente, mordicchiando il labbro.
Addison lo guarda tristemente. «Mi dispiace, amico.» sussurra, prendendomi per mano. «Vuoi andare a casa, tesoro?» mi dice.
Annuisco meccanicamente, lasciando cadere una lacrima e guardando negli occhi Nathan. «Sì, per favore.»
Nathan stringe i pugni, sospirando. «È così che funziona? Vedi qualcosa che non va e anziché parlarne come le persone normali, fuggi via?» dice con tono di voce abbastanza alto.
Mi avvicino pericolosamente a lui, mettendogli la mano sul petto e guardandolo con rabbia. «Parlare, Nathan? Parlare? Cosa vuoi dirmi? Che il giorno baci me e la notte vieni qui a fare il cascamorto con le altre? Oppure vuoi svelarmi il grande segreto delle tue uscite notturne?» asciugo una lacrima, con un movimento veloce e decisamente nervoso.
Il ragazzo si passa un pollice sotto il naso, mordendo il labbro così forte che a momenti avrebbe potuto bucarsi. «Sono cose che non puoi sapere!» risponde a tono.
Annuisco ironica, passando la lingua tra le labbra e facendo un sorriso molto sarcastico. «Sai che c'è? Vai a fanculo. Io non ti ho mai nascosto nulla, ti ho messo il mio cazzo di cuore in mano, sono andata contro mio padre pur di non perderti e il tuo unico modo per dimostrarmi che per te valgo qualcosa, è fare delle uscite notturne clandestine? Va bene così, Nathan. Non sono nessuno per dirti cosa fare e non lo farò neanche adesso, ma una cosa te la chiedo: lasciami in pace! Ero tranquilla prima di conoscerti quel cazzo di pomeriggio, mi piaceva vivere con la mia ingenuità e con i momenti che si vivono alla mia età.» rimango in silenzio e faccio una risata per niente contenta. «Appunto, alla mia età. La differenza fra noi è troppa, tu sei quasi adulto e io una ragazzina, e la cosa deve rimanere così. La ragazzina deve rimanere con i ragazzini e l'adulto con gli adulti.» tiro su con il naso, sospirando.
Il ragazzo spalanca la bocca, ridendo così forte da farmi stranire. «Hai già mollato, quindi. Dovevo aspettarmelo, purtroppo. Hai ragione tu, siamo troppo diversi e due persone diverse non potranno mai andare d'accordo, finirebbero sempre per scannarsi. Vivi la tua vita con chi ha la tua età, con chi può capirti. Io farò lo stesso. E se un giorno le nostre strade si incroceranno, cambierò direzione. Non voglio farti soffrire e non voglio farmi del male. Ti auguro il meglio, Sophie.» dice senza nascondere un pizzico di cattiveria.
Asciugo di nuovo gli occhi, annuendo. «Ci ho provato, Nathan. Ci ho provato davvero.»
Mi volto, sospirando e raggiungendo la macchina. Non so se quello è stato un vero addio, ma ha fatto male da morire. Non so più di chi posso fidarmi o meno, il che mi fa rendere conto che se c'è una persona in cui io debba avere la completa e totale fiducia, quella sono io.
-Spazio Autrice
Hello!
Come state? Rieccoci di nuovo qui. Devo proprio di dirlo, Sophie e Nathan non avranno mai pace! Secondo voi, cosa combina lui al Saint Martin?
Sono curiosa di sentire la vostra!
A mercoledì!
Ps. Quanto sono belli Maddy e Addison? ❤️
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