Capitolo 9:La bellezza del demonio
James era stravaccato sul letto nella sua stanza, rischiarata dalla tenue luce della lampada da scrivania, immerso completamente nella lettura. Era tardi, lo sapeva, eppure non riusciva a staccarsi dalle pagine di "Angeli e Demoni" di Dan Brown. Finalmente era arrivato al punto in cui stavano per scoprire dove si celava la prima vittima del famigerato Illuminato.
E il cellulare al suo fianco scelse proprio quel momento per squillare.
«Pronto?»rispose subito James posando il libro aperto sulla pagina a fianco all'Inferno di Dante, sul comodino.
«Pronto, ciao James. Sono Gabriele».
«Gabe? Come mai chiami a quest'ora?»
La voce di Gabriele risuonava tesa dall'altra parte della cornetta.«Devo parlarti urgentemente. È importante».
James sospirò. Dopo aver finito il capitolo l'idea era quella di andare a letto, ma il suo amico aveva bisogno di lui.
«Dove ci vediamo?»domandò, pur sentendo nel suo cuore una strana apprensione, come se ci fosse un pericolo imminente dietro l'angolo.
«Davanti al Feuer Bar va bene?»
James rimase stupito nel sentir nominare uno dei locali più famosi e infidi della città, soprattutto ora dopo la morte di Tod. Gabriele non gli sembrava per niente il tipo che frequentava posti come quelli, soprattutto dopo le sue raccomandazioni. Forse aveva avuto qualche problema con qualche suo amico che non conosceva o con sua cugina. Lei si che le sembrava il tipo che frequentava posti del genere.
«Dammi cinque minuti»rispose interrompendo poi la chiamata.
Tanto sua madre sarebbe rientrata tardi quella sera dal suo turno d'infermiera in ospedale.
Neanche si sarebbe accorta della sua temporanea assenza.
«Strano Ann. James mi deve parlare di qualcosa d'importante, ma non mi ha detto di cosa si tratta»disse Gabe pensoso fissando per l'ultima volta lo schermo del cellulare. Ed ancora piuttosto sorpreso della scelta dell'amico su il luogo del loro appuntamento.
«E perché ti sei trascinato anche me dietro?»
«Perché penso che tu sia un pochettino più sensibile di me in certi argomenti. Tema ragazze intendiamoci».
Annabel strabuzzò gli occhi.«Non dirmi che ci ha fatti uscire a quest'ora per un motivo così stupido?»
Gabe sorvolò volontariamente sul fatto che con le sue amiche era un continuo trattare di quel argomento che lei ora considerava stupido. In quel momento ci mancava solo far inviperire l'amica.
Sorrise divertito. «Calmati Ann. È possibile».
Si guardò attorno disorientato.«Ann, sei sicura che il Feuer Bar si trovi qui?»
La ragazza gli scoccò un'occhiata agghiacciante.«Come se sono sicura? Non è la prima volta che lo frequento Gabriele».
Ah, meno male. Ora lo chiamava solo per nome intero. Significava che le cose tra loro stavano senz'altro migliorando.
All'improvviso un grido di paura interruppe la quiete della serata.
Gabe riconobbe subito quella voce.
«È James! Ed è nei guai».
Iniziò a correre in direzione dell'urlo, incurante di Annabel dietro di lui che lo chiamava.
Si fermò davanti a un vicolo cieco abbastanza largo,e vide due sagome.
C'era James in compagnia di una figura di spalle che lo teneva stretto per il bavero della maglia.
«James»lo chiamò Gabe.
Il ragazzo non reagì alla sua voce, e mantenne l'espressione fissa nel vuoto e impassibile, come una persona in trance.
La figura invece si girò, quel poco che permise a Gabe di riconoscerla. La prima cosa che notò fu il famigliare brillantino sul naso.
Era Lilith. I suoi occhi brillavano pericolosamente di un rosso fulgido. Indossava un top nero con un cuore spezzato sanguinante, e una minigonna sui soliti anfibi pieni di lacci.
Così dannatamente bella, eppure così pericolosa.
Al suo arrivo gli sorrise luciferina.
«Che peccato, mi aspettavo un altro intervento, ma a quanto pare dovrò accontentarmi di una doppia razione di sangue»gli disse con provocazione, come se aspettasse chissà quale reazione dal nuovo arrivato.
Gabe rimase impietrito, le pupille si dilatarono per la sorpresa. La ragazza che tanto gli piaceva era un Demone.
Dopo pochi secondi però si riscosse.«Lascialo andare Demone»ordinò indicando James ancora con lo sguardo imbambolato.
Lilith lasciò la presa sul bavero della camicia di James che crollò in ginocchio sbattendo le palpebre come risvegliato da un lungo sonno.
«Ma bravo. Hai scoperto la mia vera natura. Allora c'è qualcosa in quella testolina che ti porti dietro»lo schermì, battendo le mani.
«Non riderai più quando ti rispedirò all'Inferno da cui provieni»ribatté con una tipica frase da manuale, a cui, però, non credeva affatto.
«E come pensi di fermarmi, umano?»gli domandò beffarda.
Il corpo di Gabe iniziò ad emettere luce.
«Non sono umano Lilith»sibilò di tutta risposta evocando il suo pugnale celeste. Girare con le armi venne in mostra avrebbe potuto scatenare paura tra gli umano. Per questo aveva deciso di evocarlo al momento opportuno. Impugnò l'elsa celeste del pugnale e lo lanciò con grazia e maestria così come aveva imparato a fare fin da bambino grazie ai duri addestramento a cui lo sottoponeva suo padre, contro una Lilith confusa che, però, lo scansò con la grazia di una ballerina. Il pugnale cadde a terra a pochi metri da lei, tintinnando sull'asfalto.
Lilith si lisciò la maglia, come per pulirsi dalla polvere, riprendendosi dallo stupore iniziale.
Poi riportò il suo sguardo luciferino su Gabriele.
«Stupito Angioletto di trovarmi qui, e così?»domandó con voce affettata.
«Niente affatto». Gabe cercò di mascherare la paura e l'angoscia che la verità gli aveva lasciato nel cuore.
Lilith scoppiò a ridere.«Non mentire. Sento trasudare dalle tue membra una dose notevole di paura. E fai bene». Lo fissò con i suoi occhi di fiamma. «Al Capo del Settimo Cerchio non é mai sfuggita una vittima...o quasi».
Si rabbuiò un istante, ma si riprese in fretta sorridendogli beffarda.
«E dire che quando Jake mi ha detto che eri un Angelo quasi non gli avevo creduto»ammise fingendo falsa disapprovazione nei suoi confronti.
Gabe cercò di mostrare una determinazione, che se qualcuno l'avesse misurata l'avrebbe stimata sotto zero.«Allora si vede che hai fatto male i tuoi calcoli Demone. Non ti aspettavi il nostro arrivo».
Lilith scosse la testa divertita.«Niente affatto. Mi aspettavo un vostro intervento, ma non un pivellino».
Gabe represse un moto di stizza. Si vedeva così tanto che era alla sua prima missione?
Ma non si lasciò intimidire.
«No sarò un grande guerriero Demone, ma ti rispedirò comunque dall'Inferno da cui provieni».
Lilith rise imperiosa.«È una sfida Angioletto?»
Non lasciò il tempo di rispondere a Gabriele, che già il suo corpo fu lambito dalle fiamme. Enormi ali piumate nere come la pece le esplosero alle spalle.
«E sfida sia»sibilò scagliandogli contro una fiammata potentissima bloccata da un muro di Fuoco Celeste evocato dal ragazzo all'ultimo secondo, estinguendosi dopo aver svolto il suo lavoro. Gabe si fissò le mani sconvolto, come se fossero un oggetto estraneo al suo corpo. Non ebbe il tempo di chiedersi come avesse fatto.
«Cosa diavolo…»sentì imprecare Lilith, riprendendosi quasi subito e scatenandogli contro un altro colpo più potente, bloccato a stento da un'ulteriore fiammata celeste di Gabriele.
L'Angelo ebbe un attimo di tempo a gettare un'occhiata fugace all'amico rannicchiato in un angolo, che tremava visibilmente e bianco come un cencio.
"Non temere"cercò di rincuorarlo con un pensiero mentale privato.
Vide James guardarsi attorno shockato cercando di individuare la sorgente di quel pensiero mentale, di cui però non aveva paura, bensì gli trasmetteva una sorta di calma rassicurante.
"Non preoccuparti amico. Poi ti spiegherò tutto".
Se uscivano vivi da quella situazione, completò la sua parte pessimista.
Lilith si deterse il sudore dalla fronte, il volto una maschera di frustrazione.
«Devo ammettere che ti ho sottovalutato Angioletto, sei più forte di quanto abbia pensato. Ma con questo non voglio dire che riuscirai ad avere la meglio su di me. Nessuno può e potrà vantarsi di avermi tenuto testa, ricordatelo».
Gabriele realizzò che la situazione era più difficile di quello che sembrava, ma focalizzò la mente su un unico pensiero:ce la poteva fare.
Certo, aveva a che fare con l'Originario più letale e potente dopo Lucifero, come poteva anche solo pensare lui, un semplice Angelo Comune, di riuscire a sconfiggerla? Certo, sembrava avere dalla sua parte il Fuoco Celeste, ma sarebbe bastato a tenerlo in vita?
Lilith cominciò a scagliare a raffica notevoli quantità di Fuoco Infernale, fonte di potere degli Originari e esatto opposto del Fuoco Celeste. Sembrava animata dalla ferrea determinazione di eliminarlo definitivamente.
Quando Gabe si preparò a contrattaccare nuovamente un'ulteriore fiammata, notò la figura di Jake materializzarsi dall'oscurità. Molto della sua natura era affiorata:le corna che sbucavano da sopra la fronte tra i ciuffi di capelli castani, e le iridi che brillavano d'un rosso fiamma, simile al colore delle lingue di fuoco che lambivano le mani del suo Superiore.
Teneva bloccata una ragazza che cercava invano di liberarsi. I suoi movimenti gli parvero per un momento quasi meccanici, come seguisse un copione immaginario. E false gli suonarono anche le parole che uscirono dalla sua bocca.
«Lasciami andare subito, Demone». Era Annabel.
«Guarda chi ho trovato che gironzolava in giro da sola»disse Jake con un sorriso malvagio sul viso.
«Lasciala andare!»urlò Gabe con il cuore in gola, al Demone sghignazzante.
«Non ci penso nemmeno nullità. Ho sempre sognato di assaggiare sangue angelico. Ah, a proposito ti è piaciuto il mio scherzetto telefonico?»
«Quale scherzo?»
«Ma fai sul serio? La voce del tuo amico. Un'idea geniale per quel che mi riguarda. Non pensavo che abboccassi così facilmente. Da un umano era prevedibile, ma non da un Angelo...»Lasciò la frase a metà facendo infuriare Gabriele, anche se era un esperto nel mantenere al calma anche dopo che uno si faceva beffe di lui. In quel caso perse completamente le staffe, un gesto che gli costò caro.
«Vuoi vedere quanto l'ho apprezzato?»gli urlò furente.
Fece per saltargli addosso, ma un muro di fuoco vermiglio gli si parò davanti.
Gabe iniziò a tossire, le narici che pizzicavano, e la fuliggine che piano piano cominciava a depositarsi su di lui, conferendogli l'aspetto di uno spazzacamino.
C'erano fumo e fiamme ovunque.
Con gli occhi che lacrimavano, cercò di localizzare, senza successo, Jake, o Lilith.
Poi una lama scura saettò al suo fianco aprendogli un'ampia ferita all'addome, da cui si propagò un dolore lancinante che gli mozzò il fiato.
Era stato colpito. Cadde a terra ansimante. Cercò inutilmente di rimettersi in piedi. Un ginocchio premeva sulla sua colonna vertebrale glielo impedì.
Si arrese.
Due mani gelide che sapevano già di morte lo afferrarono costringendolo a fissare ora il cielo.
Nel suo campo visivo apparve Lilith.
Seduta a cavalcioni sul suo petto lo teneva a bada con una spada demoniaca bellissima illuminata dalla spettrale luce lunare.
«Sei arrivato a capolinea Angioletto. La mia Deimos non vedeva l'ora di riassaggiare sangue angelico dopo anni d'inattività».
«Dimmi un po', avevi paura di scalfirle troppo la lama?» le domandó beffardamente Gabe, pur constatando che quello non era il momento migliore per aprire bocca e fare del sarcasmo.
Lilith sorrise.«Vedo che hai imparato a rispondere a tono. E ora dimmi Angioletto, hai un ultimo desiderio prima di diventare per sempre un servitore delle Tenebre?»
Gabe sgranò gli occhi. Che significava?
Lilith sorrise maligna di fronte alla sua espressione sorpresa.
«Non te l'hanno detto? Certo che gli Arcangeli sono piuttosto gelosi dei loro segreti. É presto detto Angioletto. Solo se esci vittorioso da un combattimento puoi tornare in Paradiso. Se fallisci ti attende la dannazione eterna. Diventerai un Senz'Anima, un seguace privo di coscienza e volontà nelle mani del nostro Signore, Luci».
«Luci?!Stai scherzando vero? Non potete sul serio chiamarlo così».
Pur avendo ricevuto una rivelazione shock, in fondo si trattava di diventare schiavi per tutta l'eternità, trovò buffo quel soprannome dato al Rinnegato.
Lilith scrollò le spalle, come se le sue parole fossero state effimere.«Non ti importerà come lo chiamiamo noi. Per te sarà Signore Supremo».
Rinfoderò spada, e dalla mano destra scaturirono fiamme vermiglie.
Le avvicinò al petto ansimante del ragazzo.
Le urla di Ann arrivarono ovattate alle sue orecchie.
Chiuse gli occhi.
Dunque, era tutto finito. Non era riuscito a compiere neanche la sua prima missione. Gli altri Angeli avevano ragione quando dicevano che non era tagliato a essere un guerriero.
Ripensò a Michael. Era l'unico che nutriva profonda fiducia nei suoi confronti. E adesso gli aveva dimostrato che era un buono a nulla. Non era riuscito a scovare i Demoni in tempo , ed era caduto nella loro trappola.
L'ultimo pensiero andò al suo amato Cielo. Non avrebbe più volato tra le distese candide di nuvole, né avrebbe rivisto la sua patria.
Tutto sarebbe finito in un vicolo buio e puzzolente. Se almeno fosse stata la spiaggia avrebbe gradito di più.
Fece una smorfia. Ecco, anche alla fine di tutto faceva del sarcasmo.
Di colpo la pressione sul suo petto scomparve.
Gabe ebbe il coraggio di aprire uno dopo l'altro gli occhi.
Lilith ora era in piedi davanti a lui, che lo fissava con sguardo indecifrabile. Sembrava stesse combattendo contro se stessa, come testimoniavano le nocche bianche nelle mani strette a pugno con le unghie conficcate nella carne come se stesse cercando di trattenersi. La fiamma,che aveva lambito la sua mano fino a pochi secondi prima, era sparita.
«Lascia l'Angelo»ordinò a Jake, scandendo bene le parole come se al solo pronunciarle le costasse parecchia fatica.
«M-ma…Mia Signora li abbiamo in pugno»balbettò debolmente Jake.
«Ubbidisci, chiaro?»scattò Lilith adirata.
Il Demone si affrettò a liberare Ann che corse a fianco di Gabe, che approfittò del momento per guarire la ferita.
Lilith voltò loro le spalle, e con il suo compagno scomparve.
Angolino dell'autrice;
Ciaooo a tutti :)
Allooora vi è piaciuto questo capitolo? Secondo voi cosa avverrá nei prossimi? XD
Ringrazio tutti voi che seguite la storia :D ♥♥♥
A presto,
FreDrachen
P.s:l'immagine di accompagnamento è Lilith :3 e mi sembrava molto azzeccata per il capitolo XD
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro