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Capitolo 21:Appuntamento al chiaro di luna

Se il giorno prima si congelava, quella sera sembrava essere una fine estate. Stavolta Beth arrivò puntuale davanti alla scuola.
Non era in tenuta elegante come Gabe si era aspettato. Indossava una felpa color porpora sopra un dolcevita nera e un paio di jeans e scarpe nere.
E questo la rendeva più normale e ancora più bella, ai suoi occhi.
Anche lui comunque aveva optato per qualcosa di semplice. Una maglietta grigia su jeans bluette sbiaditi e scarpe nere e gialle. Pensava già di fare la figura dell'imbranato vestito a quel modo.
Non appena lo raggiunse Beth ridacchiò sotto i baffi.
«Che c'è?»domandò confuso Gabe.
«Non sei il massimo dell'eleganza vedo».
Gabe decise di rispondere alla frecciatina.«Neanche te».
Beth sorrise furbescamente.«Dove ti sto per portare non sarebbero stati il massimo tacchi alti e giacche in tinta».
«Ah, davvero? E dove mi porti esattamente?»
«Non è lontano».
Percorsero il perimetro della scuola per raggiungere il retro dove si trovava il campo da football.
Beth si avvicinò al cancello chiuso con un pesante catenaccio. Appoggiò un solo dito, e quello si aprì con un fragoroso schianto.
«Nel campo di football?»
Beth annuì.
«Di notte? E il guardiano ci becca?»
«Hai paura di rovinare la tua impeccabile reputazione Gabe?»lo punzecchiò Beth con un sorriso birichino.
«No. è solo che...»
«Tranquillo. Il guardiano non verrà. E se mai lo farà entrerò nella sua mente e lo costringerò a lasciarci in pace»lo rassicurò la ragazza.
Gabe annuì poco convinto.
«È per questo che ho scelto un posto un po'più appartato. Per avere un po' di pace».
Gabe la fissò senza capire.
«Hai detto tu che vuoi conoscermi meglio».
Già. Era quello che aveva detto, constatò.
Il campo era illuminato dai lampioni sparsi per tutto il suo perimetro, le gradinate vuote creavano una sorta di desolazione. Solo la luna piena riusciva a smorzare l'inquietudine che trasmetteva la notte. Si sedettero per terra sulla soffice erba sintetica, quasi nel centro esatto del campo.
«Possiamo farci una domanda a testa, che ne pensi?»propose Gabe sistemandosi a gambe incrociate e poggiando il mento sui palmi delle mani.
Beth scrollò le spalle.«Warum nicht?».
Di fronte all'espressione di smarrimento del ragazzo alzò gli occhi al cielo.
«E meno male che sei un Angelo e che sei costretto a conoscere tutte le lingue del mondo. Ricordami di insegnarti un po' di tedesco da adesso in poi. Significa "perché no"».
Gabe annuì imbarazzato.
«Qual è il tuo colore preferito?»cominciò.
Beth non capì.«Perché questa domanda?»
Gabriele scrollò le spalle.«Sei stata tu a dire che dobbiamo conoscerci meglio. E questo mi sembra un buon inizio, non credi?»
«Mmm...se lo dici tu. Comunque è il viola».
Il ragazzo arricciò il naso.«Viola? Che lugubre».
«Sentiamo Angioletto, il tuo qual è?»lo beffeggiò scherzosamente Beth.
«Azzurro».
«Ci avrei scommesso».
Gabe sorrise.«Tocca a te».
Beth alzò gli occhi al cielo come per cercare ispirazione.«Musica preferita».
«Classica».
«Mozart o Beethoven?»
«Beethoven. Ma non vale hai fatto due domande di fila. Adesso tocca a me per due volte». Ci pensò un po' su.«Hobby».
Beth fissò a terra giocherellando con due ciuffi d'erba.«Prima di morire dici?»
Gabe si morse il labbro.«Scusami, io non...»
«Non fa niente Gabe. Non fa niente»mormorò.«Cosa mi piaceva fare...non ricordo...».
Strinse gli occhi nel tentativo di ricordare.«Ci sono. Avevo la passione per il disegno e la lettura».
«Grandioso. E che genere?»
«Disegno...mmm...un po' di tutto in verità. I libri, invece, fantasy. Il mio preferito era La Storia Infinita».
«Aspetta ma quando sei nata?»
«Nove aprile del 1974. Perché?»
«Non immaginavo che ci fossero libri fantasy all'epoca».
«E tu cosa ne sai? Quando sei nato?»
«Il sette Luglio del 1462, perché?»
Beth sorrise.«Forse nella tua epoca non ce n'erano. I fan di Tolkien potrebbero fondare una campagna contro di te per quello che hai detto, sai?»
Gabe alzò le mani in segno di pace. «Ok, ok. Scusa».
«Bravo. Adesso tocca a me. Hobby».
Gabe si fissò la punta delle scarpe.«Essendo il figlio di un conte non avevo molto tempo libero per svagarmi. Ma si, forse per leggere. L'ultimo è stato metà Inferno di Dante Alighieri. Ero arrivato al canto settimo, incluso».
«Non l'hai finito? Non ti piaceva?»
«No. è solo che...quel giorno sono morto».
Beth si ritrovò a corto di parole.«Gabe...»
Gabe scrollò le spalle.«Non è niente. Era destino che morissi. L'ho fatto per salvare mia sorella. E non mi pento del mio gesto».
Fu in quel momento che gli salì la domanda, che uscì dalle sue labbra senza che la potesse fermare.
«A proposito di salvataggi. Perché la notte della nostra prima battaglia mi hai risparmiato la vita?»
Si pentì subito di quella domanda. Vide la spalle di Beth irrigidirsi.
Quando sentì la sua voce si stupì. Non pensava che gli avrebbe risposto.
«Quando sono diventata un Originario una parte di me non si è mai arresa nel diventare un servitore totale delle Tenebre. Quella notte, quando ti ho fissato negli occhi avevo in qualche modo pensato di aver finalmente trovato colui che mi poteva sottrarre una volta per tutte alla mia condanna».
Doveva sapere tutta la verità su di lei, sapere se avrebbe accettato la verità sulla sua inusuale natura.
«Devi sapere una cosa Gabriele che ieri non ti ho rivelato. É difficile da spiegare, ma cercherò di fare del mio meglio». Lo fissó negli occhi. «Da quando mi é entrato in circolo il sangue di Belial, in me si é risvegliata una parte oscura che albergava da sempre nella parte piú remota del mio inconscio, che, diciamolo é riuscita a prendere il sopravvento. Da quel giorno in me coesistono due entità separate:una sono io, la Beth che stai conoscendo adesso, mentre l'altra é Lilith, il Demone che ha tentato di ucciderti».
Gabe ci mise un po' a metabolizzare la rivelazione di cui era appena venuto a conoscenza.
«Sei tipo Dr Jekill e Mr Hyde, più o meno?»
Beth annuì.
«Si, simile».
«Una versione piú carina, se posso dirlo».
Entrambi a quelle parole arrossirono. Uno per lo la sincerità che impregnava quelle parole, l'altra perché non abituata ai complimenti.
«Quella sera in cui Lilith stava per ucciderti sono stata io a fermarla e impedirle così di completare l'opera»continuò.
Lo fisso con ancora più intensità.
«Non mi pento della scelta che ho fatto Gabe. Perché senza di te sarei ancora la macchina spietata a servizio dell'Inferno. E una parte di me non ha mai voluto esserlo».
Gabe rimase in silenzio. Percepiva il disagio e tutta quella situazione le aveva lasciato sulle spalle come se fosse accaduto a lui. Ma se prima era solo innamorato, in quel momento capi che non avrebbe più fatto a meno di lei. Quanto voleva legarle i brutti ricordi e pensieri dalla mente.
«E tu perchè il giorno dopo mi hai salvato?»gli domandò di tutta risposta Beth.
Gabe alla domanda divenne rosso paonazzo.
«Ecco...io...». Dannazione. Aveva superato ostacoli peggiori, aveva accettato dopo anni e anni la sua morte, che aveva sempre visto come una punizione(per cosa?pensava). E adesso non era capace di rispondere a quella semplice domanda?
«Mi sono innamorato di te dal primo giorno che ti ho vista nel corridoio»ammise tutto d'un fiato.
Ecco. Adesso avrebbe riso di lui e l'avrebbe preso in giro per tutta l'eternità.
Quando alzò lo sguardo si ritrovò il viso di Beth a un nulla dal suo. I capelli dorati gli facevano il solletico sulla fronte. I suoi occhi ardevano, di cosa? Desiderio e passione.
Quasi non credette a ciò che accadde pochi secondi dopo.
Beth poggiò le labbra sulle sue. Gabe l'attirò a sé rispondendo con foga a quel bacio che sognata e aspettava da tempo che arrivasse.
Finalmente si erano completati. Non erano più un Angelo e un Demone, bensì un'unica cosa.
Quando Beth si staccò, Gabe l'attirò nuovamente a sé. Aveva un bisogno incontenibile di lei, del suo amore, dei suoi baci.
E Beth corrispondeva.
Gli parve fondersi con lei, come aveva desiderato da tempo.
Beth se le godette tutte. Il tocco caldo delle mani di Gabe sulla sua pelle gelida le stavano ridando la vita, quella stessa vita di cui Belial si era impossessato con l'inganno.
Non era più Lilith, e lo sapeva ormai da tempo. Ma se prima gli pareva solo un'illusione essere libera dall'Inferno, ora gli sembrava una cosa concreta. Era l'amore che aveva scoperto di provare per Gabe a darle questa convinzione. Se l'Inferno avesse avuto ancora in suo potere il suo cuore, non era amore ciò che provava per l'Angelo. Ne avrebbe desiderato la morte, meglio se lunga e dolorosa. Non avrebbe desiderato i suoi baci, le sue calde carezze che la riscaldavano.
«Ti amo»le sussurrò all'orecchio la voce di Gabe.
Beth lo strinse ancora più forte come se temesse potesse prendere il volo e sparire per sempre, come un sogno. Un piacevole sogno da cui però ti devi svegliare.
Sentirlo lì al suo fianco la caricava di nuova speranza.
«Come si dice Ti amo in tedesco?»domandò all'improvviso Gabe.
Beth lo fissò negli occhi.
«Ich liebe dich»disse.
«Davvero? Niente parole astruse lunghe come una casa?»
Beth annuì.
«Non mi stai prendendo in giro, vero?»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.«Nein. Fidati Angioletto di scarsa fede».
Gabe sorrise.«Non ti scaldare demonietto. Ti credo».
La baciò a fior di labbra.«Ich liebe dich».
La ribaciò, come se non potesse farne a meno.«Per sempre. Finchè...»
«...morte non ci separi, eh? Ti devo ricordare che lo siamo già».
Gabe fece una smorfia divertita.«Non era quello che intendevo. Lasciami finire».
Beth ridacchiò.«D'accordo, d'accordo. Continua».
«Finché Inferno e Paradiso non ci separeranno».
Beth si rabbuiò.«Gabe?»
«Mmm?»
«Cosa faremo se dovremo separarci?»Lo abbracciò.«Non voglio lasciarti».
Gabe la strinse fortemente a sé.«Non accadrà mai Beth. Finché avrò forza in corpo lotterò per il nostro amore. Lo giuro su ogni cosa importante al mondo».
Beth lo fissò.«E io sarò al tuo fianco».
Rimasero abbracciati per un po'avvolti in quell'atmosfera romantica creata dalla tenue luce lunare.
Inaspettatamente Gabe ridacchiò.
«Che c'è?»domandò confusa Beth.
«È una cosa stupida. Eri tu dietro allo scherzo del cutter che mi ha messo nei casini con la prof di letteratura?»
Beth arrossì.«La me di un tempo ha avuto l'idea, mentre Jake ha fatto il lavoro sporco». Lo fissò sempre più confusa.«Perché ti fa ridere così tanto?»
«Niente, niente». La fissò intensamente negli occhi.«Tra me e te non ci saranno più segreti. Vero?»
«Niente più segreti»concordò Beth, sentendosi in colpa per non potergli rivelargli veramente tutto.
«Cos'hai fatto alle mie spalle oltre questo scherzo?»
Beth arrossì.«Mmm...ho aizzato contro di te la prof di letteratura. Ho fatto rispondere in malo modo Thomas dopo che l'hai difeso da Raulf il primo giorno. Ti ho fatto quasi cadere in testa l'intonaco della palestra...Devo continuare?»
«Insomma tutti gli incidenti che mi sono capitati alla fine,giusto?»
Beth annuì sconsolata.«Mi vergogno di averti fatto tutto questo. Se fossi venuta a conoscenza prima del sentimento che provo per te,forse...»
«Non ti sarebbe importato. Il Demone che c'è in te mi avrebbe ucciso e torturato comunque».
Beth si accoccolò al suo fianco.«Ma adesso è diverso. Ti amo Gabriele Cortés».
Gabe intrecciò la mano con quella della ragazza.
«Anch'io».

Rimasero insieme, seduti sul prato sintetico, abbracciati. Le loro gambe erano intrecciate insieme. Beth era semi sdraiata e poggiata con la schiena contro il petto saldo e caldo dell'Angelo, che al tempo stesso teneva il mento poggiato sulla spalla di lei. Le loro mani entrano l'una nell'altra.
Entrambi volevano che il tempo si fermasse, e che quel momento indimenticabile non finisse mai. Ma verso mezzanotte, a malincuore, dovettero avviarsi verso i loro rispettivi appartamenti.
«A domani, Gabe»lo salutò Beth con un cenno della mano, quando giunsero davanti al portone della casa di lei.
Gabe l'attirò a sé e la baciò.
«Non riuscirò a sopravvivere tutta la notte senza di te»le sussurrò con dolcezza, dopo essersi staccato e accarezzandole le guance.
Beth sorrise.«Possiamo tentare un contatto mentale»propose.
Gabe scosse la testa.«Solo gli Arcangeli ne sono capaci».
«Anche teletrasportare la gente è da Arcangeli. Eppure tu lo sai fare».
"Anche evocare Fuoco Celeste è da Arcangeli"si ritrovò a pensare Gabe, scacciando il pensiero.
«Puro caso Beth. Non sono un Arcangelo. è già tanto che mi hanno mandato qui in missione».
Beth fissò il prato.«Allora ho visto bene. Sei alla prima missione».
«Già. Si vede così tanto?»
«Mmm...ma no dai. Non te la stai cavando così male»disse Beth, facendogli l'occhiolino, a cui Gabe rispose con un sorriso.
Si ficcò le mani dentro le tasche della felpa.«Nicht contatto mentale, allora. A domani Gabe».
Gabe rimase imbambolato davanti al portone del condominio. Pochi secondi dopo si riscosse e si avviò verso casa.


Angolino dell'autrice che temo verrà un poema:

Salve wattpadiani :)
Anzitutto vi è piaciuto questo secondo appuntamento?

Inoltre ho delle comunicazioni di servizio da darvi XD
Dunque togliamoci prima quella più scomoda ^^
Niente panico non disperatevi per quello che leggerete nelle prossime righe.
Dunque...come vi avevo detto nell'angolo dell'autrice del prologo questa storia esiste giá su un'altra piattaforma e scritta come unica storia. Ebbene quando ho cominciato a postarla qui ho sentito la necessità di dividerla in tre. E a questo punto devo annunciarvi che questa prima parte sta per giungere a termine(ancora un capitolo + l'epilogo). Ma la storia non finisce qui!

Ed ecco la seconda comunicazione. Ho già cominciato la revisione della seconda parte e cercherò di fare del mio meglio per non farvi aspettare tanto :)

E in ultimo, non per importanza, ho intenzione di scrivere una sorta di raccolta di "interviste" che farò ai vari personaggi della saga.
Troverete già sulla piattaforma la storia con la prefazione dove spiego come funzionerà(si ci sarà la possibilita per voi lettori di entrare a far parte del tutto ^^).

Che aspettate? Correte a darci un'occhiata XD

E detto questo a presto!
Baci!!

FreDrachen

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