Capitolo 17:Decisioni impulsive
Cinque giorni dopo si dovette tornare alla normale quotidianità.
«Cosa?»Il volto di James era una maschera di pura sorpresa dopo aver sentito il resoconto dell'amico su cosa gli era capitato.
Si trovavano ai loro armadietti, appena rientrati dal ponte dei morti. Gabriele chiuse di scatto il suo, gettandogli un'occhiata.
«Invece è accaduto tutto questo. Io e Lilith abbiamo deciso una tregua».
«E ti sei confidata con lei? E l'hai abbracciata?». James non riusciva a credere a una sola parola di quello che aveva detto.
«É difficile da spiegare. So che è assurdo, ma in quel momento di fronte a lei, alla sua sincerità, ho pensato fortemente che potesse essere l'unica in grado di capirmi».
«Perdona la mia mancanza di perspicacia Gabe, ma non hai sempre definito i Demoni creature corrotte e dedite all'inganno?»
«No, cioè si…ma per Lilith è diverso». Non riusciva a togliersi dalla mente la dolcezza del suo sorriso, dei suoi occhi e dei suoi gesti che non avevano alcun che di falso.
«Bah, se lo dici tu»ribatté James sospettoso.
«Non dirmi che la pensi come Annabel a riguardo?»l'apostrofò Gabe.
La mattina dopo le aveva chiesto se si fosse divertita alla festa, facendole credere di non conoscere la verità dei fatti. E lei si era inventata una storia così credibile che se non avesse saputo nulla, le avrebbe senz'altro creduto. Sedute di bellezza, ore e ore passate a vedere film sdolcinati e strappalacrime, e pettegolezzi a destra e manca, insomma, qualsiasi cosa ci si aspettasse in una serata passata in compagnia di Emily e Savannah.
«No. O forse si…solo in parte»si giustificò prontamente James.«Però devi ammettere che si comporta in modo strano. Cioè prima tenta di ucciderti e poi diventa la tua migliore confidente. Non ti sembra un tantino strano?»
Già. Lì per lì il,pensiero non l'aveva manco sfiorato, questo Gabe dovette ammetterlo. Eppure nel suo cuore sentiva che Lilith inspiegabilmente era cambiata, e che per questo non poteva fare a meno di fidarsi di lei.
«Io so che mi posso fidare»disse infine.«Avrebbe potuto uccidermi, e invece non l'ha fatto».
James alzò gli occhi al cielo esasperato.«Mi fido del tuo istinto». Gettò un'occhiata all'orologio notando con noia che era arrivato il momento di raggiungere l'aula di Biologia al secondo piano.
«Ci vediamo dopo Gabe»disse infine salutandolo con un cenno di mano, scomparendo poi tra una fiumana di gente.
Gabe si apprestò a raggiungere invece quella di Letteratura che per fortuna si trovava in quel piano e non distava troppo dal suo armadietto, rimessa in sicurezza durante il ponte dei morti.
La prof era già lì, ma pur essendo in ritardo, non lo degnò di uno sguardo continuando ad appuntare le presenze sul registro. Solo quando arrivò a Cortés si limitò a scoccargli un'occhiata fugace.
Prese posto accanto a Lilith che stava leggendo un libro consunto. Accanto scorse già il suo solito quaderno a spirale rosso scritto di una calligrafia grossa e arrotondata e la penna pronta a essere usata. Il suo aspetto era all'apparenza uguale a prima. Stessa maglietta con la scritta "Leave me alone", stessa minigonna sfrangiata e stessi anfibi pieni di lacci. Stesso trucco da pop star:ombretto nero, mascara e il solito brillantino sul naso.
«Baudelaire?»le domandò incuriosito Gabe allungando il collo verso il libro per sbirciare meglio.
Lilith alzò gli occhi dalla pagina sorridendo.
«Ja»rispose, smettendo di leggere e chiudendo il libro lentamente.
«Che poesia è questa volta?»
«Senza posa al mio fianco dà in smanie il Demonio, si libra intorno a me come un’aria impalpabile; io la ingoio e la sento bruciare i miei polmoni e colmarli di un desiderio eterno e colpevole»recitò.
«Carina. E sarebbe?»domandò Gabe sarcasticamente.
«La Distruzione»rispose con un sorriso la ragazza.
«E la conosci a memoria?»
Lilith annuì.
«Recitamela».
«E da quando ti piace Baudelaire?»
«Da quando reciti le sue poesie con così tanta passione».
Lilith continuò:«A volte, conoscendo l’amore che ho per l’Arte, prende forma di femmina, della più seducente, e con qualche specioso e strisciante pretesto abitua le mie labbra a certi filtri infami.
E così mi allontana dallo sguardo di Dio, mi porta, ansante e rotto dalla fatica, al centro delle pianure della Noia, profonde e deserte,
e getta nei miei occhi colmi di confusione degli abiti lordati, delle ferite aperte, l’apparato sanguinante della Distruzione*»terminò.
«Deprimente»commentò Gabe con una smorfia.
«Credo che tu abbia ragione»concordò Lilith.«Eppure fino a qualche giorno fa trovavo queste poesie adorabili»aggiunse con una smorfia contrita. A Gabe gli sembrava ancora più bella con la fronte corrucciata dal dubbio.
Solo allora si accorse che era già iniziata la lezione e la prof non li aveva ripresi.
« Non impressionarti troppo»disse Lilith,come se gli avesse letto nel pensiero.«Fino a qualche giorno fa controllavo la sua mente. Volevo renderti la vita un inferno»gli spiegò arrossendo.
«Davvero? Mi odiavi così tanto?»domandò Gabe incuriosito.
«I Demoni non sono capaci di amare»spiegò Lilith quasi a disagio. «Forse i Demoni comuni mantengono qualche legame con il loro passato e sentimenti umani. In loro, il sangue demoniaco non corrode l'anima come in un Originario. Loro sono i cosiddetti Angeli Caduti, che si schierarono con Lucifero abbracciando coscienziosamente il male. Non sanno più cosa significhi amore. Il loro credo sta nell'odio, ed è su questo sentimento,nel loro cuore, che prevalgono le loro azioni».
«Non capisco, parli di loro in terza persona, quando anche tu sei un Originario».
Lilith assunse un'espressione accigliata.«Te l'ho detto. Io sono un caso complicato Gabe. Mi piacerebbe spiegarti tutto…»
«Stasera»disse di getto Gabe, arrossendo subito dopo realizzando un secondo dopo ciò che gli era appena scappato di bocca.
La ragazza lo fissò dubbiosa. «Perché stasera?»
Gabe scrollò le spalle cercando una possibile scappatoia da quella situazione d'imbarazzo.«Ci possiamo vedere, così potrai rivelarmi il tuo segreto».
«Lo devo prendere per un appuntamento? Non credi di correre troppo Gabriele Cortés?». Non sembrava turbata o arrabbiata, solo divertita.
«Prendila come un'uscita tra amici. In fondo è quello che siamo, no?»rispose Gabe.
Lilith arrossì, e si arricciò una ciocca intorno al dito.«È proprio quello che vuoi Gabriele? E se poi non sono quella che speri che sia?»
Quanto avrebbe voluto dirle che non poteva desiderare di più, e che gli piaceva così com'era. Ma non lo fece, e si limitò a un breve:«Sono assolutamente sicuro».
Lilith sospirò, quand'ecco che la campanella suonò interrompendoli.
«Ne parliamo a pranzo Gabe, va bene?»lo salutò Lilith con un sorriso aperto prima di recuperare le sue cose e uscire dall'aula.
Gabe rimase invece ancora per un attimo seduto al suo banco dandosi del completo idiota.
"Stupido"si rimproverò, dandosi del cretino per la figura che aveva appena fatto. L'unica nota positiva era che sembrava che Lilith non se ne fosse accorta della sbadataggine e ingenuità con cui gli erano uscite le parole di bocca poco prima. Perlomeno era ancora intenzionata a parlargli ancora, pensò infine con sollievo.
A pranzo si sarebbero rivisti, dato che non avevano altre ore in comune quel giorno. Chissà come aveva scelto i nuovi turni delle lezioni il responsabile. Come al Superna Lotto? Tirando su a sorte bigliettini?
Pranzo, pensò.
Non avrebbe atteso altro.
Seduto ad un tavolo un po' in disparte con James, continuava a fissare imperterrito la porta nella speranza di scorgere finalmente la figura delicata di Lilith che varcava la soglia.
«Che hai amico? Sembra che ti abbia morso una tarantola da quanto sei agitato. Calmati».
Ma Gabe neppure l'ascoltò. Si osservava attorno esasperato nella speranza di scorgerla. Jake non si era ancora liberato della punizione, e Annabel aveva avuto un attacco di febbre, o almeno così gli aveva detto. Quindi non avrebbe avuto alcun problema a stare con Lilith.
«La vedi?»gli domandò invece.
«È difficile da non notare Gabe»gli fece notare James quasi esasperato.
«Allora dovresti metterti gli occhiali. Credo che la tua vista stia cominciando a fare cilecca»lo prese in giro una voce alle sue spalle.
«Lilith»la salutò Gabe raggiante.
La ragazza gli sorrise, togliendosi leggiadramente il chiodo e sistemandolo sullo schienale della sedia.
James la osservò sospettoso mentre la ragazza prendeva posto accanto a un Gabriele tutto concentrato sul suo hamburger.
«Tu non mangi Lilith?»le domandò socchiudendo appena gli occhi e scrutandola con fare sospettoso.
Lilith lo fissò negli occhi, sorridendogli sarcasticamente, una delle poche caratteristiche che sembrava non essere scomparsa dopo il suo improvviso cambiamento.«Potresti darmi un po' del tuo sangue già che ci sei».
Notando che James si stava mettendo sulla difensiva si affrettò a aggiungere:«Se solo avessi fame e voglia»borbottò arricciando il naso al ricordo delle sue ex vittime.
«Da quanto non mangi?»
Lilith alzò gli occhi al cielo come se stesse facendo a mente un calcolo difficilissimo.«Dal giorno in cui mi hai donato il tuo sangue Gabe».
La mente di Gabriele iniziò a ragionare a ritmo sfrenato.«Forse il mio sangue ti dona un resistenza alla fame maggiore del comune sangue umano»ipotizzò pensoso.
James sospirò sollevato.«È una buona notizia per noi umani Gabe».
«Ma non per noi Angeli»sentenziò lugubre Gabe.«Se i Demoni lo venissero a sapere comincerebbero una caccia irrefrenabile e ci ritroveremmo nel bel mezzo di una sanguinosa carneficina. Anche se ancora mi chiedo, dopo tutti questi anni, perchè non abbiate ancora compiuto questo passo». Guardò Lilith negli occhi.«C'è sotto qualcosa, me lo sento. Nessuno ha mai considerato questo fatto, eppure sono sicuro che qualcuno ne sia a conoscenza. Farò qualche ricerca. Chissà forse scoprirò cosa c'è dietro tutta questa faccenda».
James annuì.«Si, Gabe suona ragionevole questo tuo ragionamento. Ma non dimentichi qualcosa? O qualcuno?»
Gabe assunse un'espressione imbambolata, segno che non aveva assolutamente capito dove l'amico volesse andare a parare.
James indicò prontamente con il pollice Lilith.«E lei? Come puoi essere sicuro che non vada a spifferare tutto ai suoi compagni? In fondo loro Demoni non sono conosciuti per i loro doppi gioco e farse?»
Gabe abbassò lo sguardo.
«Non lo dirò ad anima viva Gabe. Lo giuro su qualsiasi cosa. Questa verità non verrà a saperla nessuno. Te lo prometto»si affrettò a dire Lilith.
«E come facciamo a sapere se possiamo fidarci di te?»si intromise James.
«Avrei potuto uccidervi in qualsiasi momento. Avrei fermato il tempo e finirvi. Ma non l'ho fatto. Ti basta come prova?»gli domandò di tutta risposta in tono aspro.
James annuì, infastidito che la ragazza avesse ragione.
«Per quanto riguarda il mio sangue»continuò Gabe titubante.«Se servisse a farti nutrire meno volte e a evitare ulteriori morti, sono disposto a donartelo».
Lilith lo fissò sorpresa, sicura di aver sentito male.
«Sono disposto a sottrarmi poco alla volta del sangue per evitare altre vittime»spiegò l'Angelo più determinato.
«Jake continuerebbe a uccidere»fece notare Lilith per nulla convinta.«E poi non voglio che tu ti privi del tuo sangue…per me».
Gabe la fissò intensamente negli occhi.«Ma tu saresti disposta a tornare a uccidere?»
Lilith lo fissò a lungo, distogliendo per prima lo sguardo. No. Nel profondo del suo cuore sapeva che nulla sarebbe più tornato come prima. Lui l'aveva cambiata, risvegliando la sua parte umana rimasta assopita in parte, per vent'anni. Adesso, pensare all'agonia a cui aveva assistito delle sue vittime, le faceva montare la nausea e l'orrore. Non aveva più il coraggio di tornare a cacciare, anche se questo equivaleva alla sua condanna a morte.
Scosse vivamente la testa, e Gabe sorrise radioso.
«Allora è deciso. Ogni intervallo regolare ti consegnerò il mio sangue»approvò soddisfatto della sua scelta. Il Paradiso avrebbe giovato parecchio per questa sua scelta, e non se ne pentiva minimamente.
James assistete a tutta la scena in silenzio, visibilmente contrariato.
Doveva essere veramente innamorato da pensare a una cosa simile. La sua era un'idea rischiosa e assolutamente folle. Gli sembrava che il suo amico si fosse bevuto il cervello.
«E per Jake non preoccuparti. Ho un piano»dichiarò all'improvviso Lilith con un sorriso, gli occhi che brillavano.
James alzò gli occhi al cielo.«Chissà perchè mi suona folle. E sarebbe?»
«Potrei ingannarlo. Andrò solo io a caccia, e...»
«Aspetta un momento! Gabe si offre per darti il suo sangue e tu torni a uccidere?»
«Lasciami finire James. In verità il sangue che mi procurerò sarà di animale. Non credo si accorgerà della differenza».
«È un'idea fantastica»approvò Gabe.
Lilith gli regalò un sorriso, sollevata. Sapeva che il compito di Gabriele, così come per tutti gli Angeli in missione sulla Terra, non era tanto uccidere loro Demoni, bensì ridurre al minimo le perdite umane. Aveva letto su un libro, durante una lunga inattività durata dieci anni terminata con la missione lì a Wilmington, che parte dell'energia degli Angeli proveniva dalla fede degli umani. Se quelli come lei avessero ottenuto la meglio, il Paradiso si sarebbe fortemente indebolito, e per il suo Signore, Lucifero, sarebbe stato facile prendere le redini della situazione.
Scacciò il pensiero dalla mente, e fissò Gabe. Dopo l'entusiasmo dimostrato per la sua idea, si era improvvisamente zittito, tormentandosi le mani manco fossero il suo peggior nemico.
Concentrandosi un poco captò tranci dei suoi pensieri.
"Glielo chiedo…non glielo chiedo…e se poi facessi la figura del cretino? Non mi parlerà più a vita…"
Forse doveva far qualcosa per toglierlo dall'impiccio. Ma c'era qualcosa nel suo imbarazzo che la divertiva, e per questo preferì aspettare che fosse lui a trovare il coraggio di fare la prima mossa.
E alla fine ce la fece poco dopo.
«E per stasera…»cominciò impacciato.
«Stasera alle sette davanti a scuola».
E sentì un ultimo eco dei pensieri di Gabriele.
"Chissà com'è senza trucco? Si, beh…non che così stia male…ma è molto demoniaca…Se fosse senza quell'ombretto scuro e il piercing…chissà se assomiglia a una persona normale…ma non ci penso minimamente a dirglielo…potrebbe pensare che la ritenga brutta, cosa assolutamente impensabile…"
Lilith soffocò una risata, pensando che quello poteva essere un complimento impacciato. Il suo nuovo amico aveva strane idee che gli circolavano in testa.
Eppure la sua ingenua curiosità le sciolse il cuore.
E allora perché non accontentarlo?
*La Distruzione tratta da"I fiori del male" di C. Baudelaire
Angolino autrice:
Ciaooo :3
Su questo cap non ho da dire ^^ a parte che Beth e Gabe sono troppo pucciosi :3
Secondo voi come andrà il loro primo appuntento? Sarà perfetto o in totale fiasco? O altro?
Ringrazio tutti voi che seguite la storia XD
Baci!
FreDrachen
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