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Io e Aiden siamo sull'autobus da quasi venti minuti e lui continua a rifiutare di spiegarmi dove cavolo mi vuole portare.

Mi appoggio al finestrino del bus, senza più speranze.
Eppure le ho provate tutte: dalle caffetterie e i bar della città ai negozi di ogni genere.

Ma niente da fare, in qualunque caso c'era Aiden che continuava imperterrito a tapparsi la bocca o a scuotere il capo sentendo tutte le opzioni che gli davo.

E ormai non so più a cosa pensare.
Non mi ha dato nemmeno un misero indizio durante il tragitto verso destinazione-fantasma, nemmeno uno!

L'autista frena di colpo e automaticamente le porte del bus si aprono.

"Siamo arrivati" borbotta Aiden sorridente di conseguenza.

Mi raddrizzo sul sedile e mi guardo intorno confusa, ma lui mi prende subito per mano e senza dire nient'altro mi trascina fuori dal mezzo di trasporto, fermandoci sul marciapiede per un attimo.

Osservo il luogo in cui siamo finiti con una smorfia. "Dove siamo?" chiedo, analizzando la zona.
Intorno a me vedo solo bianco, alberi, lampioni qua e là, delle vie e... ancora bianco.

"Nel mio posto preferito." mi risponde Aiden, facendo un mezzo sorriso.

Gli tiro una gomitata leggera, ridacchiando. "Il tuo posto preferito mica era il parco?"

"Anche quello... Diciamo che è secondo in classifica solo perché lì ti ho incontrata."

Alzo le sopracciglia, meravigliata.
"Beh, ora che ci penso, lo stesso vale per me. Ma ciò non toglie che odio quella panchina brutta e vecchia che c'è lì."

A tutta risposta Aiden ride piano, scuotendo la testa. Subito dopo alza lo sguardo su di me e mi scruta in silenzio per qualche secondo. Questo suo sguardo così intenso mi provoca talmente tante farfalle nello stomaco da farmi quasi arrossire.
Sorridendo, Aiden mi prende una mano e intreccia le mie dita alle sue.

"Dai, andiamo."

- - - -

Rimango stupita da quanto indietro ci ha lasciato l'autista dal 'posto segreto' di Aiden, lasciandoci a noi stessi camminando fino alla meta che, a parer mio, è lontanissima.

"Davvero, non capisco. Qua c'è un'altra fermata, perciò perché cavolo si è fermato là infondo? Mi fanno male i piedi, mi fa male tutto. Quanto manca? Vorrei tanto sedermi, ma proprio tanto. Aideeen? Siamo arrivati? Dimmi di sì, ti prego, non ce la faccio più-" blatero.

"Sarah, sono passati solo due minuti da quando abbiamo iniziato a camminare." mi risponde il ragazzo alla mia destra, ridacchiando per le mie condizioni. "Comunque non preoccuparti, siamo quasi arrivati."

"Quasi?" mi illumino in un sorriso. Finalmente. Non ce la potevo fare più.
Niente più camminate stancanti!

"Già, e... eccoci!" esclama infine, indicandomi il luogo con un dito.

Alzo lo sguardo e rimango stupita. "Una... pista da pattinaggio sul ghiaccio?"

Poso di nuovo lo sguardo su Aiden, che studia il luogo davanti a noi con un sorriso dolce. "È bellissimo, vero?" mi dice, girando il capo verso di me.

Trattengo il respiro per un istante, mentre il mio cuore perde un battito appena Aiden fissa gli occhi su di me.
Tu sei bellissimo, penso.
"Sì però," dico abbassando la testa, totalmente imbarazzata. "non so pattinare."

Probabilmente cadrò come una patata lessa appena mi metterò ai piedi quei cosi. Mi viene una tale vergogna solo al pensiero.

"Non importa, tanto se cadi ci sono qua io."

"D'accordo, però sei ancora in tempo per cambiare idea. Non credo che tu voglia che ti cada addosso un elefante sui pattini..."

"Scema."

"Dai Williams, fammi strada."

Aiden ed io percorriamo un breve tratto di strada in discesa che porta verso uno stand in legno.

"Ehi, Carl! Siamo in due oggi." Dice Aiden sorridente appena arriviamo davanti allo stand. Subito un uomo in carne e baffuto sbuca dietro al bancone.

"Ciao Aiden! Vedo che ti sei portato la fidanzata..." suppone il cosiddetto Carl, assottigliando lo sguardo e picchiettando un indice sul mento.

Arrossisco all'improvviso.
Io e Aiden non ci siamo mai dati un'etichetta precisa da quando ci siamo baciati per la prima volta, anzi, da quel momento in poi abbiamo proprio ignorato lo step 'ufficializzare la relazione'.
Non so bene il perchè di ciò, però devo confessare che non mi dispiacerebbe essere la ragazza di Aiden un giorno...

Aiden tossisce leggermente risvegliandomi dai miei pensieri. "Carl..." lo richiama, ma l'uomo non gli da corda.

"Bene ragazzi, ditemi i numeri." cambia discorso Carl.

"I numeri per cosa, scusi?"

"Per i pattini, signorina." risponde l'uomo. Poi si rivolge al ragazzo al mio fianco. "Ma è mai venuta qua?" sussurra cercando di non farsi notare, anche se riesco perfettamente a sentire quel che dice.

Aiden scuote la testa delicatamente davanti a Carl, così lui annuisce.

"Ho capito... Beh, signorina, che numero porti di scarpe?"

"Il trentanove."

"Perfetto. Arrivo subito!" Carl scompare dietro allo stand e torna dopo poco tempo con due paia di pattini bianchi.

"Ecco a voi. Buona pattinata, ragazzi."

Aiden ed io ringraziamo l'uomo e ci sediamo su un muretto per indossare i pattini.

Aiuto. Quella lama enorme sotto la suola mi fa già paura.

"Pronta?" mi chiede Aiden subito dopo aver allacciato i lacci dei suoi pattini. Si alza velocemente dal muretto, porgendomi poi una mano.

O la va o la spacca.
Ma mi sa che alla fine della fiera mi spaccherò io. Contro ad un albero.

La afferro, cercando l'equilibrio che ho perso anni fa da bambina fallendo miseramente al corso di ginnastica artistica.
Diciamo che gli sport non sono proprio il mio forte.
Barcollo esitante per un attimo, ma poi mi aggrappo saldamente al braccio di Aiden, quasi come se fossi una piovra. Alquanto bizzarro, ad essere sincera, ma è pur sempre ciò che sta accedendo in questo preciso istante.

Aiden mi guarda ridendo e mi verrebbe da schiaffeggiarlo.

"Sappi che può succedere che prima o poi cado e muoio." asserisco, battendo un piede dopo l'altro per terra per incamminarmi verso la pista mentre sono a braccetto con Aiden.
Sembro avere una paralisi alle gambe e questo fa scoppiare a ridere il ragazzo di fianco a me, che cerca di tapparsi la bocca con la mano libera per non farmi notare che sta chiaramente ridendo delle mie condizioni, ma non ci riesce.

Capitan Ovvio, signori e signore.

"Aiden! Guarda che ti faccio cadere." lo minaccio assottigliando lo sguardo, dritto verso di lui, anche se adesso potrei sembrare tutto tranne che minacciosa.

"Guarda che è molto più probabile che cada prima tu" ribatte beffardo.

Effettivamente non gli posso dare torto.

"Non è questo il punto!" dico indignata.

Varchiamo la soglia della pista bianca-azzurra e io mi sento già male. "No, Aiden, ora cado veramente."

"Tranquilla, Sarah, non c'è nulla di cui aver paura." cerca di tranquillizzarmi Aiden, accarezzandomi dolcemente il braccio aggrappato quasi violentemente al suo.

"Ti fidi di me?" chiede in seguito, cercando il contatto visivo tra di noi.
La sua voce è calma e il suo respiro è caldo di fianco a me, quasi in contrasto con l'ambiente che ci circonda freddo e secco.

Alzo lo sguardo verso di lui e mi ritrovo i suoi occhi nocciola, che quasi mi sciolgono il cuore.
Tutta la tensione e preoccupazione che trattenevo pochi minuti prima dentro di me svaniscono in un secondo. Mi dimentico di tutto ciò che ho intorno. Questo solo perché so di fidarmi di Aiden e che con lui non devo dubitare di nulla.

Sorrido. "Assolutamente."

A tutta risposta Aiden mi stampa un bacio intenso e inaspettato sulle labbra. Appena ci stacchiamo sbatto più volte le palpebre imbarazzata, sentendomi le guance bruciare come non mai.

Noto che Aiden sorride soddisfatto guardando verso la pista, che è riempita da varia gente che pattina, ride o parla.

"Sei brava comunque." annuncia poco dopo.

Sbarro gli occhi di riflesso.
"Eh-?" Spero non sia riferendo a quello che sto pensando. Aspetta un momento... perchè ora penso a queste cose?

"In che senso, scusa?" chiedo allarmata.

Aiden si gira verso di me e mi guarda con una smorfia confusa. "Non ti sei accorta? Stai pattinando, Sarah."

"Oh." dico sovrappensiero. Rimango perplessa per un attimo, credendo che il mio cervello si sia rotto per qualche secondo, e mi guardo intorno fino a notare che sono in equilibrio sopra a questi maledetti pattini.  "ODDIO MA DAVVERO!" urlo di gioia e tutte le persone in pista lo notano.

Il viso di Aiden si modella subito in un'espressione compiaciuta, ridacchiando. "Questo vuol dire che non hai più bisogno di me che ti reggo come una vecchietta senza bastone."

E senza aggiungere altro Aiden stacca il mio braccio incollato al suo.

Annaspo, roteando le braccia avanti e indietro come un pollo cercando un appoggio invisibile su cui aggrapparmi. Il mio battito cardiaco aumenta più che mai per la paura di cadere e di andare contro a qualche persona o ad un povero bambino che non vorrebbe avere quasi sessanta chili addosso al proprio corpicino fragile.

"Aiden!" richiamo indignata.

Rimango ferma nella mia postazione, mentre cerco di riacquistare la stabilità di prima, e noto che Aiden si allontana sempre di più da me, pattinando con nonchalance verso il centro della pista.

Lo detesto in questo momento.

"Respira e pattina verso di me" dice calmo lui, tendendomi finalmente una mano. Peccato che è comunque a due metri di distanza da me.

"Come se fosse facile!" ribatto in preda al panico.

"Devi scivolare sul ghiaccio, Sarah, non avere paura."

Cerco di farmi forza e prendo un bel respiro profondo.

Equilibrio vieni a me, per favore.

- - - -

Da quando ho preso fiducia in me medesima diciamo che sto migliorando. Ed è capitato tutto in un pomeriggio.

Beh, posso dire con tutta fierezza che ormai sono diventata una campionessa di pattinaggio sul ghiacchio. Il pattinaggio non è e non sarà più un ostacolo per Sarah Nina Ridley.

Ma chi prendo in giro? Ovviamente scherzi a parte, mi sto divertendo come una matta con Aiden e, diamine, che pazienza che ha con un'impacciata come me.

"La prossima volta ti porto a sciare." esordisce Aiden ridendo.

"Spero tu stia scherzando, ma se non è così allora... mi spiace deluderti, ma credo che declinerò l'offerta."

"No, dai..."

"Eh, mi spiace. Considera che sono venuta qui solo perché tu mi hai praticamente obbligata." Incrocio le braccia al petto.

Lo sa che ho perfettamente ragione.

Aiden sbuffa a tutta risposta, prendendomi poi per mano.

Pattiniamo per un po' ancora, mentre ridiamo o facciamo gli stupidi in pista. E menomale che tutti gli altri se ne sono andati già da un bel pezzo, se no mi immagino l'imbarazzo.

"Cavolo sta diventando buio, ma che ore si sono fatte?" Aiden si ferma all'improvviso, riprendendo fiato dopo la corsa che gli ho fatto fare intorno alla pista ghiacciata per rincorrermi.

"Aspetta che controllo" Mi aggrappo per un secondo al braccio di Aiden per evitare di non cadere e cerco nella tasca della giacca il cellulare. "Sono le 6:40 pm" lo informo poi, sbloccando il telefono.

"Ti porto a casa, allora."

"D'accordo." annuisco e mi avvio con Aiden fuori dalla pista, per tornare a casa.

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