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"Williams, al volo!" grida tra la folla un ragazzo dal fondo del salotto, appena io e Aiden varchiamo la soglia di casa sua.
La stanza, stranamente, è piena di ragazzi e alcune ragazze che ridono, ballano o bevono qualcosa da bicchieri o lattine.
Sinceramente pensavo che l'atmosfera della festa sarebbe stata più tranquilla, ma posso anche capire.
Dopotutto è una festa per i diciotto anni di Aiden.
Sposto lo sguardo su due ragazze bionde che, mentre ridono come due ubriache, non la smettono di fare storie su Instagram o selfie insieme.
Imito un conato, mentre modifico il mio volto in un'espressione perplessa.
Decido di lasciar perdere quelle due e, guardando nuovamente verso Aiden, noto che, prontamente, prende la palla ridacchiando, tenendo il mio regalo ancora tra le braccia.
"Mason stai più attento quando lanci qualcosa, se no se mia madre vede che lo hai rotto ti pesta!" dice al diretto interessato.
Delicatamente ripone la palla al lato della porta di casa, ormai chiusa, alle mie spalle.
"Scusami," mi dice con un sorriso, voltandosi nella mia direzione. "i miei amici, come hai visto, sono proprio incorreggibili."
"Figurati, anzi." ridacchio per smorzare la tensione.
"Beh, che ne dici di andare in cucina? Così intanto appoggio il regalo e ti offro qualcosa."
Annuisco, mentre Aiden mi fa strada verso la cucina.
Passo velocemente tra le diverse persone che, alle note di God's Plan, iniziano a cantare a squarciagola il ritornello, concludendo l'esibizione con una Dab.
Liberatami dalla folla, arrivo finalmente a destinazione.
Vedo Aiden appoggiare delicatamente il pacchetto vicino agli altri regali, mentre va verso il piano cucina per prendere dalla credenza un bicchiere.
"Vuoi qualcosa da bere?" chiede.
"Uhm... ce l'hai il succo di frutta?"
"Certo, mia sorella lo beve sempre." Dice con una risata.
Mentre Aiden apre il frigorifero e versa il liquido arancione nel mio bicchiere, io lo osservo attentamente, cosa che faccio anche con i suoi movimenti in silenzio.
Anche lui resta in silenzio, alzando lievemente l'avambraccio per versare la bevanda.
Ma sembra esserci qualcosa che non va.
Sembra esserci tensione.
E non so gestire questa situazione.
Forse sono solo io paranoica, forse sono solo io che mi faccio i filmini mentali.
Pensare, però, che non riuscirò mai a rivelare ad Aiden che probabilmente mi piace, e non solo come amico, a causa di una dannata timidezza e paura della famosa "Friendzone", mi demoralizza.
Nel mentre mi tolgo la giacca, appoggiandola su una sedia di fianco al tavolo dove Aiden ha messo i regali.
All'improvviso Aiden si gira, con un sorriso stampato in volto e in entrambe le mani due bicchieri colmi di succo di frutta.
Ma da dove l'ha tirato fuori il secondo bicchiere? Sicuramente lo avrà preparato mentre pensavo ai miei problemi esistenziali, ne sono certa.
"Ecco a te" dice porgendomelo.
Siamo vicini, a pochi centimetri di distanza, e questo mi rende nervosa.
"Oh, grazie." prendo in mano il bicchiere con entrambe le mani.
Involontariamente ci tocchiamo le mani, facendo incontrare le nostre dita in un lieve contatto.
D'istinto abbasso una delle due mani, sorridendo imbarazzata.
"Sarah..." mormora. "Devo chiederti una cosa"
Deglutisco, mentre ci guardiamo negli occhi. "Va bene" riesco a dire.
Aiden sorride. "Ma prima andiamoci a sedere da qualche parte, non vorrai mica restare in piedi con un drink in mano?"
Questa situazione mi fa sentire in imbarazzo, in un tale imbarazzo che non si può comprendere.
"Beh, figurati, tanto è solo un succo di frutta, insomma.." cerco di spiegare. "Seriamente, non è importante."
Aiden, però, non mi sta a sentire. "Vieni" dice, prendendomi per mano, e inizia a camminare imperterrito verso un'altra stanza che non conosco.
Mentre percorriamo il salotto, dove ci sono tutti gli invitati della festa impegnati a ballare, chattare, bere, fare karaoke non chiesti e molto altro, mi viene spontaneo chiedere ad Aiden a riguardo.
"Ma cosa farai con loro?" domando indicando i ragazzi e le ragazze che non si curano minimamente della nostra presenza.
Aiden scrolla le spalle, continuando a camminare. "Non si accorgeranno che me ne sono andato per qualche minuto, fidati. Nel caso mi cercheranno."
Annuisco e, senza rendermene conto, abbasso lo sguardo verso le nostre mani l'una attaccata all'altra.
Alla sola vista di esse arrossisco, ovviamente cercando di non farlo notare.
Mi accorgo solo ora che non ne avevo mai dato peso prima d'ora.
Adesso sembra tutto così diverso, tutto così imbarazzante e strano... ma la vera domanda è per quale ragione io mi sento così diversa e felice quando sono con lui o semplicemente vicino a lui?
La mia testa è un casino, i miei pensieri altrettanto.
Nonostante tutta la situazione Aiden non ci fa caso e, in men che non si dica, arriviamo in una stanza della casa che non conosco.
In teoria è normale che non conosco la sua casa, dato che non ci sono mai stata.
Aiden stacca la sua mano della mia e e apre la porta, dove si scorgono delle scalette in legno che vanno dall'alto verso il basso.
Una... taverna?
Non faccio domande e seguo il mio amico giù per le scale.
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