26
Sarah's Point of View
La stava baciando.
Sono scioccata, confusa e anche in qualche modo delusa davanti a quello che sto, purtroppo, guardando.
La strana stretta allo stomaco ritorna senza il mio consenso, convincendomi che sia solo per una specie di momento prima di cominciare a vomitare anche l'anima, ma credo che stavolta non lo sia.
Mi chiedo se è meglio alzarmi e scoppiare ad urlargli in faccia, non so per quale assurdo motivo, o scappare a gambe levate, lasciandomi alle spalle tutti e tutto quanto.
Improvvisamente gli occhi cominciano a prudermi, come se tanti aghetti immaginari mi si fossero incastrati tra le palpebre e le le ciglia.
Poi noto che una piccola goccia trasparente scende, attraversando lentamente lo zigomo e la guancia, come delle piccole colline che creano degli ostacoli. Non mi ero nemmeno accorta che stavo piangendo.
È davvero frustrante questa situazione, perchè mi ero ripromessa di non piangere più (una cosa che odio profondamente). Mi fa credere che, se succede, io ritorni la persona debole che era ai vecchi tempi, quella che veniva presa in giro, quella che aveva perso una parte della sua famiglia. E mai più sarei tornata indietro, mai più avrei versato lacrime per delle persone: ma eccomi qui.
Tiro su col naso, asciugando la stupida lacrima e sistemandomi meglio dietro il mio nascondiglio, uno dei cespugli all'ingresso della pizzeria.
Credo che qualcuno mi abbia sentita.
"Sarah...?" Sento chiedere da Aiden, abbastanza perplesso, mentre cerco di capire se mi ha vista o meno. "Sarah?" Ripete, guardando in giro.
"Io sono Missy, sciocchino!" Esclama ridacchiando quella.
Mi mordo l'interno della guancia, sia per il panico che per non alzarmi e tirare un pugno a Missy. Potrebbe essere che Aiden mi abbia vista, però non è sicuro.
Vedo da dietro i cespugli che lui la distanzia un po' dalla ragazza. "Scusami, Missy, ma credo che io debba andare, come dovresti anche tu, dato che c'è qui fuori tuo fratello." Dice, spiegando tutto tranquillamente.
La ragazza sorride delusa. "Già... magari allora ci vediamo"
Ci vediamo un corno.
Aiden si limita ad annuire restando fermo al suo posto con un sorriso forzato e lo capisco, chi vorrebbe incontrare di nuovo quella lì?
Prima che mi possa far scoprire sgattaiolo via, senza lasciare mia ombra e tutto questo disastro con cui ormai convivo.
• • • • • • • • •
"Mi dispiace così tanto, Sar" mi dice Perrie, mentre appoggia una mano sulla mia spalla come una specie di conforto. "Non è che ti stai... Non so, innamorando?"
Mi irrigidisco e quasi cado dal letto. "Cosa? No!" Impongo queste parole.
"E allora perchè ci stai male?"
"Non ci sto male, solamente non mi piace vedere un amico che si infatua della persona sbagliata."
"E allora chi è che sarebbe la persona giusta?"
Ahi. Non me l'ero segnata questa.
"Non ne ho idea, ma... Missy." Serro le labbra per non scoppiare a ridere. "Siamo seri?"
"Magari non vorresti essere tu quella persona?" Chiede alzando le sopracciglia.
"Ovvio che no!" Esclamo.
"Ma mi hai detto che hai pianto"
"Era perchè prima di arrivare lì... Maggie e mio padre si erano arrabbiati" mento. "E perciò mi sono rattristata. Era la tensione, insomma."
Perrie assottiglia lo sguardo. Sembra pensarci su per qualche secondo. "Ti credo, dato che succede ogni volta" dice ovvia. "ma promettimi che la prossima volta andiamo insieme a spiarli..."
"Se ci sarà una prossima volta" interrompo.
Perrie ridacchia. "Già, speriamo di no" dice. "Ma, in ogni caso, non voglio che ti fai scoprire se nel caso ti riconosce... a proposito, ti ha vista?"
Scrollo le spalle. "Credo di no, ma mi ha sicuramente sentita a causa del mio improvviso pianto." Spiego. "L'unica cosa più strana è che appena l'ho fatto ha detto il mio nome... più volte."
"Ehehh" la mia amica mi tira delle gomitate amichevoli al braccio. "Vedi? Sono segnali!"
Alzo gli occhi al cielo, sospirando. "Io proprio non capisco!"
"Beh... domani potresti chiedergli com'è andata la serata sotto il suo punto di vista senza farti sopsettare e magari facendogli credere che ha avuto le allucinazioni" propone ridacchiando.
La lampadina del mio cervello si accende all'improvviso. "Giusto! Grazie."
Alza le spalle. "Non c'è di che!"
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