02
Sempre la stessa situazione: io che mi arrabbio con mio padre, Maggie che si intromette... E beh, la fine della storia si sa già.
Nonostante Dicembre sia alle porte, il mese in cui la temperatura si dovrebbe abbassare di diversi gradi, qui fuori non fa molto freddo. Peccato.
Mi è sempre piaciuto l'inverno, motivo per cui amo indossare lunghi sciarponi di lana, maglioni natalizi a dir poco ridicoli e felpe che terrebbero caldo anche ai pupazzi di neve. In più credo che l'inverno sia l'unica stagione che mi rappresenta al cento per cento. È talmente freddo e anonimo, ma allo stesso tempo tranquillo e misterioso. Proprio come me, insomma.
Stavolta mi sono portata un libro da leggere su questa stupida panchina, per la precisione Colpa delle stelle. Devo dire che non sono proprio una romanticona, ma leggere qualsiasi libro di John Green mi mette di buon umore, in qualche modo.
"Ehi, Ironia!" Sento dire. "Come andiamo?"
Sbuffo. Lo so che sembro asociale come poche, ma giuro che ho una motivazione. "Starei meglio se tu non ci fossi, ma... Il karma mi vuole male 365 giorni all'anno, quindi eccoti!" Esclamo con finta felicità.
Il ragazzo si siede di fianco a me. "Oggi mi sembri abbastanza felice, che ne diresti di parlarmi un po' di cosa stai leggendo?"
"Prima mi potresti dare cinque dollari?"
"Per quale motivo?"
"Sai... devo comprare delle caramelle per la mia nonnina che sta moolto male, perciò se me li prestassi te ne sarei davvero grata."
Ci pensa un po', sorridendo. Poi cerca qualcosa nel suo zaino blu e mi porge la banconota verde.
"Grazie."
"Non capisco però perchè ti servono cinque dollari, le caramelle costano pochissimo!"
"Eh, beh, mi manca proprio quella cifra per arrivare al prezzo finale... la nonna vuole quelle di marca."
"Sei seria?"
"Ma ti pare?" Mi infilo i soldi nella tasca dei jeans e ridacchio. "I soldi servono a me e ci sei cascato come un pollo."
"Quanto sei crudele, ora come farò a prendere il taxi per tornare a casa?"
"Esistono i piedi. Usali."
Sbuffa di rimando e si sistema i capelli scuri.
"Ah, e sono attaccati alle caviglie, che sono attaccate alle tue gambe che... beh, hai capito."
"Grazie per il consiglio, ne farò buon uso" dice, ironico.
"Comunque stavo leggendo e la regola numero uno dei lettori accaniti -come me- è di prendere a pugni le persone che interrompono il momento di sana pace e tranquillità." Esclamo in tono solenne. "Quindi... prendi questo!" Dico poi per prendere a pugni col libro la spalla del tizio al mio fianco.
"Ahi!"
"Den"
"Smettila con queste battute sul mio nome, Ironia"
"Lo so, lo so. Ma non ne posso fare a meno."
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