Giudizio finale
Vagabondai in maniera straziante
trovandomi con i sensi alterati
e il petto ansimante.
Il mio animo esplose,
tragico e teatrale.
Nella mia essenza un acre sapore,
come un chicco lugubre di caffè.
Precipitai in una terra fuorviante:
l'aria olezzava di un acre miasma.
Nebbia infida nell'intricata mente,
deprimente l'intensa foschia.
Carcasse di corpi effusi nel marasma
mentre le urla tinsero come inchiostro,
lacrime arse bagnarono il mio animo.
Marciai per colpire la creatura,
sferrai abili colpi con l'accetta:
liquido rosso sparso e finalmente
l'eterno sonno lieto lo aspetta.
Poesia scritta in endecasillabi e settenari
per l'ultima prova
per "Abbiamo rapito Thesmo!"
de: "La Libreria del Cappellaio Matto"
Unire tutte le poesie
scritte nelle varie prove in una unica
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