Nel Grande Parco
Nel Grande Parco c'era un laghetto con le ninfee, degnato dalla gente che passava di uno sguardo o due, di poco tempo, giusto un'occhiata. Gente che dopo continuava a passeggiare in un verso o nell'altro del marciapiede che vi correva accanto.
Il signore o, per meglio dire, il giovane uomo che quel giorno passava di lì, però, si fermò di più. Nessuno, nemmeno se avesse avuto una telefonata improvvisa o gli si fosse slacciato il laccio della scarpa, sarebbe rimasto lì esattamente difronte al laghetto. Il ragazzo però, dicevamo, aveva scorto qualcosa sul suo fondo. Altri sarebbero proseguiti scrollando le spalle, ma lui era abituato a vedere e a ricordare ciò che alla gente sfuggiva.
Lo vide ancora quel guizzo bianco, e ne fu sorpreso, là infatti non c'erano mai stati pesci. Scorse rapidamente anche un paio di occhi che ruotavano velocemente per assicurarsi che non ci fosse troppa gente, nonostante di solito arrivasse un quarto d'ora dopo.
Dall'acqua emerse poi un viso avido d'ossigeno. Quindi, lentamente, si erse anche tutta la figura, o almeno quello che poté, dato che le gambe rimasero a mollo. Una giovane ragazza dalla folta chioma castano chiaro, vestita d'un leggero vestito verde e bianco. Uscì con enorme grazia dalla dimora delle ninfee e si appoggiò al tronco d'albero vicino.
Come se si fosse ricordata di qualcosa, si riavvicinò al laghetto e frizionò i lunghi capelli, ed anche un po' l'abito. Sicura di aver fatto il possibile per asciugarsi, lasciò fare il resto al Sole di quella calda giornata e indossò i sandali nascosti dietro l'albero per poi andare sul marciapiede, e salutare con un rispettoso cenno del capo il giovane signore.
Dopo pochi passi, il ragazzo si risvegliò dal leggero stato d'incanto in cui lo aveva condotto la ragazza e la seguì sul sanpietrino.
- Perché era nel lago?- le chiese.
- Il lago è dall'altra parte, questa è la pozza delle ninfee.-
- Comunque si chiami, perché era lì?- insistette.
La ragazza si voltò a guardarlo e gli raccontò una storia.
- Lei conosce il mito delle ninfee?
Un giorno il Sole si dichiarò alla sua amata e le diede il dono più bello che potesse fare. La ninfa voleva ricambiare, ma nulla di ciò che possedeva valeva anche solo un po' del regalo stesso che le aveva fatto il Sole.
Si ricordò, però, di aver visto sul fondo del lago un bellissimo gioiello e andò a prenderlo. Quando, tuttavia, cercò di riemergere per dare quel gioiello al Sole, rimase intrappolata. Solo le sue candide mani grandi e delicate poterono uscire. Da quel giorno le mani della ragazza, ormai rassegnata, salutano sempre il nuovo giorno, e si chiudono dinanzi alla notte.
Il ragazzo rimase sbalordito da quell'insolita risposta e le chiese ancora:
- Stava allora salutando la sua vecchia amica?
- Che sciocco, sarebbe vano cercare ovunque e sperare d'indovinare l'esatto laghetto. No, stavo solo indagando cosa ci fosse di vero. Per cominciare, le radici delle ninfee potrebbero essere il suo corpo. Non sapevo fossero così lunghe.
- Parla proprio come una una ninfa, ed è anche vestita come una di loro.
- Ninfa o meno, necessitavo anche di un rinfrescata, ed ora che sono perfettamente asciutta comincio a provare un certo appetito.
- Ha i soldi per prendere qualcosa?
Lei in risposta si limitò a sventolargli la sua borsetta, che lui non aveva ancora notato, sotto il naso.
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Scritto a quattro mani con V_litterae, anche se, in sostanza, lo ha rivisto e corretto.
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