Flower's dream
Odiava la scuola. L'ha sempre odiata.
Non sapeva nemmeno lui come mai, studiava il giusto, i professori avevano una buona opinione su di lui anche se comunque, non si sono mai sbilanciati con troppi commenti gradevoli.
Non vedeva l'ora di finire questo percorso per poi andarsene via da qui.
Non è che non gli piacesse la dua città, Doncaster era bellissima.
La sua famiglia e lui erano molto uniti, è il più grande e aveva 4 sorelle più piccole: Felicity, Lottie o meglio Charlotte, Fizzie e Daisy le gemelle.
Il problema era che a 18 anni un ragazzo vorrebbe fare qualcosa di diverso, viaggiare, visitare posti nuovi sopratutto cantare, nel suo caso. E magari.. perchè no, innamorarsi. Non stare li a scladare una sedia, ad aspettare che dei professori vengano a spigargli la lezione del giorno.
Gli sarebbe piaciuto cantare, magari andare ad XFactor ma dubitava delle sue capacità.. a pare suo aveva una voce quasi e mai del tutto decente, non meravigliosa come dicevano i suoi. Ma appunto erano i suoi. Era normale che gli facessero complimenti.
Anche il suo migliore amico, Stan, e qualcun altro dicevani che aveva una voce "angelica".. i soliti esagerati, diceva lui.
«Lou, ci vediamo stasera no?» chiese Stan, che oltre ad essere il suo migliore amico era anche il suo vicino di banco.
«Si certo» disse prima che la campanella della scuola segni la fine delle lezioni, come ogni giorno alle 13.
Entrambi si alzarono, e misero lo zaino in spalle e si diressero verso la porta della classe seguendo la massa.
Per fortuna l'indomani era sabato, e ciò voleva dire che quella sera avrebbe potuto fare tardi.
Salutò Stan, e poi si diresse verso casa.
Infilò le cuffiette e fece partire la musica, e percorse la strada che in meno di dieci minuti lo portò a casa.
Per fortuna casa sua era molto vicina alla scuola, e gli permetteva anche di svegliarsi presto il mattino.
«Ciao!» salutò entrando, non ricevendo risposta.
Andò in cucina, e notò un post-it da parte della madre attacato al frigo:
Io e le ragazze siamo a fare shopping per la festa della zia, ti ho lasciato della pizza da scaldare.
Mamma xxx
Staccò il foglietto e lo buttò nel cestino, prense la pizza e si sedette sul divano a mangiare.
Con il telecomando accese la televisione, e cercò qualcosa da guardare.
Sul canale 3 fanno Friends e dopo How I Met Your Mother serie tv che adorava.
Alla fine dell'episodio di Friends partii la pubblicità, non la sopportava, era inutile ma non cambiò canale.
Si alzò dal divano e portò il cartone della pizza in cucina, ma dalla tv sentii un promo:
"Siamo alla ricerca di nuovi talenti, e magari sei proprio tu quello che cerchiamo!"
Era la voce di Simon Cowell, uno dei giudici di XFactor.
Tornò in salone, e si sdraiò sul divano.
Potrei davvero provare a fare un provino, sicuramente non mi prenderanno ma.. tentar non nuoce no?
Pensò prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
Un prato fiorito era tutto ciò chevide davanti a se. A quel punto si sdraiò e si mise a guardare il cielo senza nuvole sopra di lui.
«Hey there, Delilah
What's it like in New York city?
I'm a thousand miles away
But, girl, tonight you look so pretty
Yes, you do
Times Square can't shine as bright as you
I swear, it..»
«Hai una bella voce sai?» disse un ragazzo a pochi passi da lui.
«Beh.. grazie» disse addirittura imbarazzato. Gli faceva sempre strano ricevere complimenti, non ci credeva mai.
«Come ti chiami?»
«Louis Tomlinson tu?»
«Non ti è dato sapere il mio nome»
«D'accordo ricciolino» fece spallucce. «Quanti anni hai? Posso saperlo?»
«16, quasi 17 in realtà» disse con l'indice alzato facendo sorridere Louis.
«Io 18» disse Louis, e il riccio annuii.
«Perchè non provi ad andare in qualche talent?»
«Si e poi?»
«E poi gareggi con gli altri concorrenti?» rispose ovvio.
«Si ma non mi prenderebbero mai!»
«Eppure hai una bella voce» disse il ragazzo sedendosi vicino a Louis.
«Sciocchezze»
«Certo che sei strano» commentò ridacchiando.
«Cosa vuoi dire con questo?» sbottò Louis, fissando la nuca del riccio, dato che quest'ultimo gli dava le spalle.
«Hai una bella voce e non ci credi» disse semplicemente «Anzi, forse non ci senti proprio» rise ancora.
Quella risata avrebbe contagiato chiunque, anche Louis. Ma aveva toccato uno dei punti dolenti della sua persona.
Non lo dava a vedere ma lui era un ragazzo insicuro. Troppo insicuro.
Nonostante gli elogi del ragazzo davanti a lui, continuava a non credergli. Più complimenti gli facevano le persone, meno ci credeva. Strano vero?
Louis non rispose al riccio, per cui tra i due cadde il silenzio.
«Louis..» lo richiamò il riccio.
Il suo nome uscito dalle labbra del ragazzo aveva un suono che Louis avrebbe ascoltato per ore. «Vieni qui..» continuò battendo due volte la mano sul tappeto fiorito.
Louis obbedii senza fiatare, e si sedette accanto al riccio.
Ora poteva ammirare ogni suo dettaglio.
Occhi verde smeraldo, pelle liscia senza nessuna imperfezione, labbra rosa perfette. Tutto sul suo viso era perfetto in realtà, secondo Louis.
«Guarda qui» disse il riccio raccogliendo un fiore non ancora sbocciato. «Qualunque fiore tu sia sboccerai, quando verrà il tuo tempo» disse indicando tutti i fiori davanti a loro.
«Passeranno delle lunghi fredde notti» un soffio di vento si alzò scompigliando le acconciature dei due. «Dai sogni trarrai forza e nutrimento» continuò il riccio senza staccare gli occhi dal fiore non ancora sbocciato, che aveva in mano.
Il ragazzo senza nome parlò con tanta naturalezza e ciò affascinava Louis. Ne era rimasto incantato.
«Curati e amati, senza desiderare di essere un altro fiore» disse, e a quelle parole una lacrima leggera gli solcò il viso.
Più volte l'aveva desiderato.
«Perché non esiste fiore più bello di quello che si apre nella pienezza di ciò che è.»
Il ragazzo daglio occhi verdi cominciò a far roteare il fiore fra le dita, attirando l'attenzione di Louis. Il suo sguardo si spostò dal viso del riccio al fiore che teneva in mani quest'ultimo.
«E quando ciò accadrà.. scoprirai che andavi sognando di essere un fiore che aveva solo da fiorire.» e in quel momento passò la mano libera davanti al fiore che aveva in mano, e quando la tolte era sbocciato.
Il riccio guardò Louis che aveva uno sguardo sconvolto.
Quando Louis si girò, trovò lo sguardo dolce del ragazzo vicino a lui.
I loro visi era vicini, e proprio mentre le loro labbra si stavano per scontrare il ragazzo daglio occhi verdi disse:
«Harry, mi chiamo Harry»
Louis si alzò di scatto.
Si guardò intorno ma.. i fiori erano spariti, il ragazzo non c'era più.
Era un sogno, uno stupido sogno.
Eppure cosi stupido non era, il ragazzo gli aveva rivelato una piccola cosa che si sarebbe portato dietro per sempre forse.
Com'è che si chiamava? Pensò.
Ma proprio non riusciva a ricordarselo.
Stava per alzarsi quando notó chw sui suoi pantaloni c'era qualche petalo di margherita. Sorrise.
In quel momento decise di andare al campo da calcetto, magari c'era qualcuno che conosceva.
«Attento!» disse un ragazzo rivolto a lui.
Un pallone lanciato male gli stava arrivando addosso, ma perfortuna Louis riuscì a prenderla al volo prima che gli arrivasse sul naso.
«Non male come portiere» ridacchiò, seguito da Louis.
«Ti va di giocare?»
«Perchè no? Io sono Louis» gli pose la mano che l'altro afferrò prontamente.
«Io sono Harry.»
❁ ❁ ❁
Spero che la one shots vi sia piaciuta, e che la similitudine fatta sui fiori vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato un sorriso.
Scusatemi per gli eventuali errori!
*Si so che Harry non è di Doncaster ma suvvia, un po' di fantasia! E so che ha solo 16 anni, ma mi piaceva il fatto che le dicesse lui a Louis e poi è un sogno, è proprio li che accadono le cose più belle!
-Sara ❁
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro