Prologo
Avanzava nonostante il vento sferzante o gli arti rigidi intirizziti dal freddo.
Sollevò lo sguardo verso il cielo e la luna gli sorrise facendo capolino tra le alte montagne.
Seamus si strinse in quegli inutili stracci e una ciocca di capelli nero pece gli oscillarono davanti agli occhi.
Era troppo stanco per andare avanti così si accasciò a terra e si rannicchiò stringendosi le gambe tra le braccia con occhi chiusi.
A chi sarebbe importato di non vederlo tornare?
Di certo non a quel bifolco che lo aveva prelevato dall'orfanotrofio solamente per le monete che il ragazzino aveva portato con sé, una specie di dono per gi orfani di quella guerra, un incentivo per chi voleva dar loro una famiglia.
Ma Arthur non aveva mai pensato accoglierlo nella sua abitazione, o di donargli qualcosa di diverso dalle botte. Parassita pelle e ossa, così lo chiamava. Troppo debole per arare i campi, troppo distratto per ricordarsi di mettersi le scarpe quando usciva.
Quando si era ammalato lo aveva lasciato nel granaio, imprecando contro la malasorte per il suo cattivo investimento. Eppure, Seamus era sopravvissuto, malgrado la denutrizione, il fuoco che gli ardeva dentro lo aveva tenuto aggrappato a quella realtà.
Arthur fu felice di vederlo strisciare fuori dalla sua tana, se non altro non avrebbe perso il suo mantenimento, ma quado aveva compreso che le dorate monete gli sarebbero arrivate anche se il ragazzino fosse morto, ogni minima premura era cessata, aveva anche smesso di dargli del cibo, per questo Seamus era scappato. Se fosse dovuto morire lo avrebbe fatto lontano da quella stalla intrisa dell'odore della sua quasi morte.
"Non ho niente, che senso ha... Sono nato all'ombra di questa montagna, qua mi hanno abbandonato e... Forse ha senso che ci muoia..." aveva ansimato tremante per il gelo.
Ormai gli rimanevano solo le sue fragili ossa.
Il bagliore lo raggiunse oltre le tenebre delle palpebre serrate.
Sentì il loro canto, le stelle stavano piangendo per lui.
Un raggio scivolò verso di lui dall'infinito cielo oscuro.
"Tutto quello che desideri... chiedi e lo avrai..."
Seamus allungò le mani verso quella scintilla e un sorriso si allargò sul suo viso.
Ciò che più aveva desiderato era davanti a lui, gli stringeva le mani e lo osservava con grandi occhi scuri, identici ai suoi.
Il ragazzino aveva un roseo viso, ciuffi di capelli castano scuro e rideva emanando quel tenue magico calore.
"Neil..." sussurrò Seamus con un filo di voce, adesso aveva qualcosa per vivere perché non sarebbe mai più stato solo.
...
Seamus si svegliò sentendo la radice piantarglisi nel fianco ferito.
Gemette e cercò una posizione più comoda in quella fossa poco profonda, si erano fermati in quella vecchia trincea.
Erano avanzati finché in troppi non erano caduti a terra, solo allora il caposquadra aveva ordinato di rintanarsi nella prima trincea trovata.
Non avevano trovato traccia del nemico, solo vecchie ossa, compagni caduti molte vite prima delle loro, dimenticati.
Neil sbuffò e si premette contro il corpo di Seamus in cerca di calore.
Quella maledetta trincea era una delle più putride e umide in cui si fossero rintanati.
Un sepolcro.
In quegli anni di guerra avevano vissuto tante di quelle buche fangose e ogni volta la nuova fossa era la più scomoda che avesse mai provato.
Solo che stavolta c'era lui, il suo raggio di sole era riuscito a raggiungerlo, nonostante tutte le sue proteste.
Neil gli dormiva addosso esattamente come quando era piccolo stringendogli la mano per rasserenarsi quando aveva un incubo.
Tentare di dissuaderlo era stato quasi inutile, ma forse non ci aveva messo davvero impegno e si sentiva un mostro per questo.
Si era arruolato per poterlo mantenere, per renderlo indipendente, consentirgli di studiare, di vivere lontano dai mostri. Ma marciare al gelo lontano dalla sua stella, dal suo cuore pulsante lo aveva indebolito trasformandolo in uno spettro, un morto vivente.
La verità era che aveva bramato stringerlo tra le braccia e non lasciarlo andare mai più.
Neil era tutto il suo mondo, il dono che le stelle gli avevano fatto, avrebbe dovuto proteggerlo, tenerlo lontano dalla guerra ma Neil si era arruolato e Seamus sentiva di aver fallito sia come fratello che come guardiano delle stelle.
Passò la mano lungo la schiena dell'altro e lo strinse a sé, passandogli la mano sulla nuca.
I loro avversari, coloro contro cui erano in guerra da tempo immemore erano creature magiche, esattamente come il suo Neil.
Se solo i comandanti avessero scoperto quello che era, la sua natura, il potere che era racchiuso in quel cuore, il suo vero spirito.
Figlio delle stelle, frutto di un desiderio profondo.
Di certo lo avrebbero ucciso o anche peggio...
Seamus si sfiorò il fianco, mentre il calore lo abbandonava lentamente.
Un'ombra lo aveva afferrato con i suoi denti aguzzi, per poco non lo avevano divorato.
Si era salvato per miracolo, aveva corso fino alla trincea umana, fino alla luce ricolma di anime tremanti tanto quanto lui.
Ragazzi smarriti, nient'altro.
Si era curato alla meno peggio, se solo avessero scoperto che sanguinava come un vitello pronto ad essere macellato lo avrebbero lasciato indietro, e non poteva permettere che il suo Neil restasse solo in quel delirio di sangue e fango.
Quel mondo era troppo pericoloso per lui, fragile e meraviglioso fiore magico.
«Ehi...»
Il soldato al suo fianco gli dette un colpetto con il piede.
«Sei preoccupato per quello che il Capitano ha detto la scorsa settimana? Che potrebbero esserci delle creature magiche infiltrati tra le nostre fila?»
Seamus scosse la testa e l'altro lo imitò con una risata nervosa, cercando invano di dissimulare la propria ansia.
Seamus osservò il ragazzo da quell'anonimo volto macchiato di fango appisolarsi ancora, o semplicemente ritrarsi dentro se stesso e alla propria angoscia.
Non appena calò il silenzio Seamus trasse Neil a sé come se improvvisamente la sua natura potesse emergere. Certo che era preoccupato, la sezione speciale avrebbe potuto scoprire il suo segreto.
Il Dottor Schloss, il capo dei cacciatori di creature magiche poteva apparire da un momento all'altro e se mai avesse scoperto la natura del cuore di Neil non sarebbe accaduto nulla di buono.
Il Dottor Schloss aveva passato la vita a stanare le creature dietro il glamour, l'incanto che le proteggeva dai mortali. Un velo che celava la loro natura permettendo loro di mescolarsi nel mondo degli umani indisturbate. Schloss avrebbe voluto la scintilla di sole di Neil per trasformarlo in un'arma e quel pensiero lo intimoriva e inorridiva.
Il soldato al suo fianco sospirò ancora. «Neil è fortunato, ha te! Vorrei che anche mio fratello fosse qua, mi sentirei più tranquillo...»
Seamus provò un moto di commozione per quel ragazzo di cui intravedeva solo il numero sull'elmetto, 4006725.
Aveva ragione, in quel mondo freddo e ostile Seamus aveva il suo dono dal cielo e Neil avrebbe sempre potuto rifugiarsi in lui.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro