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(66: La terza sorella buona)

"Reina, per l'amor del cielo, resta tranquilla... guardami! In che senso non senti le gambe?"
Fede le premette le mani sulle ginocchia e prese ad allargare e stringere, ma Reina non fece una piega.
"Non... non sento niente..."
Reina guardava le mani del giovane che stringevano le sue gambe, ma non ne percapiva né il calore né la stretta.
"Oh mio Dio..." sussurrò Flor. "AIUTO! AIUTO!" prese a gridare.
Il medico che si era occupato di lei durante l'incendio entrò nella stanza di gran carriera.
"Vengo ora dall'altra ragazza." disse. "Andate da lei, qui ci penso io."
I due annuirono e Flor, malferma sulle gambe, dovette attaccarsi al braccio di Fede, che con l'altro braccio le cinse delicatamente la schiena.
"Ehi! Ehi! Guardami!" le disse, e lei si voltò verso di lui, serrando gli occhi per trattenere le lacrime. "A volte quando ci si risveglia dal coma succede che le percezioni non siano complete."
"Sì, ma lei era terrorizzata, e quella faccia che ha fatto non mi piace." cercò di dire lei, mentre lui la faceva sedere. Le s'inginocchiò di fronte e le prese le mani.
"Se quella strega ha messo le sue grinfie su sua figlia io giuro che questa volta non mi darò pace fino a quando non sparirà dalla nostra vita..."
Lui in quel momento riuscì a mantenere la calma soltanto stringendo le mani di Flor e premendovi contro le labbra, ma senza questo i suoi occhi sarebbero stati iniettati di sangue. Era troppo. Voleva che quel mostro sparisse dalla sua vita e da quella dei suoi familiari.
"Mi prometti che non mi lascerai di nuovo?" supplicò Flor, agitata.
Aveva un orribile presentimento, ma lui riuscì a calmarla sigillando la sua promessa in un altro modo. Strinse le sue mani ancora più forte, trasmettendole calore, e quello fu il suo modo per dire: "Te lo prometto."
Poco dopo il medico li raggiunse.
"Dottore... allora?" chiese Flor, tesa come non mai.
"Dal punto di vista medico non c'è nulla che impedisca alla ragazza di muoversi, ma è palese che non senta niente... possiamo provare con la riabilitazione: in fondo ha perso molto sangue ed è probabile che il risveglio si sia verificato con qualche effetto collaterale."
"Oh mio Dio, non ci credo! Ma può recuperare, vero? Può recuperare!"
"Visto che clinicamente non abbiamo riscontrato nulla, io credo di sì: potrebbe essere una condizione reversibile."
Flor aveva la mente annebbiata, non ci capiva niente.
"Può recuparare- le disse velocemente Fede.
"Inizieremo con il programma di riabilitazione oggi stesso." propose il medico.
Entrambi fecero un cenno d'assenso.
"E... e l'altra ragazza?" chiese Flor.
"Per lei purtroppo non posso fare nulla... è una forma di male degenerativo che non conosco. I periodi di buio sono sempre più lunghi, e ad un certo punto il buio diventerà definitivo... mi dispiace tanto" disse a mezza voce il medico.
Intanto Reina era nella stanza e faceva di tutto per tornare ad alzarsi.
"Oh, amore mio! Ma guarda... sei diventata paralitica davvero, alla fine!"
"Mamma..." sussurrò lei, sbarrando gli occhi.
"Tu, qui... in questo letto, senza la tue gambe da modella... anche se quei due idioti dei tuoi amici si stanno dando da fare per rimetterti in piedi... la piccola aspirante cieca nella stanza accanto... mi sto proprio divertendo... ma come ti sei ridotta? E tutto per cosa?"
La strega guardò sua figlia dall'alto in basso, con una sorta di disprezzo.
"Per salvare la vita a quella stupida!"
"È mia sorella, mamma... e lo rifarei!"
"Non hai mai considerato Sofia una sorella!" esclamò la strega, ma Reina la interruppe.
"Ed è stato uno dei più grandi errori della mia vita! Senza contare tutto quello che ho fatto passare a quel pover'uomo e a mia sorella... lo sai chi mi ha salvata?"
La strega continuò a guardarla con sufficienza.
"Fede! Il tuo figlioccio, quello a cui hai voluto bene finché è stato ai tuoi comodi e che io stessa, sbagliando, ho definito uno stupido quando..." Abbassò la voce: non poteva permettere che qualcuno sentisse. "Quando si è frapposto fra il Conte e quella stupida auto! La vedi questa?" E si allungò a fatica verso il cassetto del comodino. Lì c'era la manica della maglietta di Fede: avvolta in carta sterile. "Questa se l'è strappata a morsi, per tamponarmi la ferita, non avendo altro!"
"Ma pensa..." disse sorridendo malignamente. "Quello stu..."
"NON CI PROVARE!" urlò Reina. "Se sono ancora viva dopo il tuo dannato scherzo, lo devo a lui e a Flor e a maggior ragione dopo questo non ti permetterò di far loro del male... mai!"
Dal letto, Reina le scagliò contro una Maledizione. La strega rimase sorpresa, perché non riusciva più a muoversi. Non poteva credere che sua figlia le avesse fatto questo... allora si decise a dire: "Lo sai dov'è tuo padre, adesso?"
Reina non rispose. Non voleva dirlo ai suoi cari, ma aveva sentito tutto quello che Flor e Fede si erano detti.
"Allora? Lo sai o no?"
"Sì, lo so! L'hai condannato ad una vita d'inferno!"
"Ma davvero! E come lo sai... eh( Il piccolo cardo non te l'ha detto, amore!"
"Lo sai perché Flor non mi ha detto niente? Perché avrei cercato di salvare nostro padre, e lui non lo vuole, perché purtroppo per lui ti ama e io, purtroppo per me, ti voglio ancora bene... c'è solo un modo per poterlo salvare sicuramente, per spezzare quella Maledizione... e ti giuro che non arriverei a tanto... ma so che tu lo faresti e questo mi fa male."
"Bene... comunque: messaggio per i due stupidi... a meno che non vogliano aprire una casa di accoglienza che ospiterà tutta la loro famiglia, tu ti dovrai sposare con Fede e basta..."
Reina le scagliò contro un'altra Fattura.
"Anche se sono su una sedia a rotelle a tempo indeterminato io posso farti del male... e se provi a rovinare la mia famiglia come hai fatto con mio padre... ti assicuro che me la pagherai, capito?"
In quel momento Flor si era avvicinata alla porta e anche Fede era lì, vicino a lei. Fecero entrambi irruzione nella stanza e allontanarono la strega. Reina, stremata, si lasciò cadere distesa.
"Flor..." sussurrò. "Manda a chiamare Sofia, ti prego! È meglio dirle di papà... e, vi prego, visto che non è possibile liberarlo da questa cosa, almeno cerchiamo di liberarlo dalle grinfie di mia madre..."
"Se vuoi posso dirglielo io, Reina! In fondo vi ho rubato un momento con lui." disse Flor, ormai così demotivata da iniziare a credere che la strega avesse ragione.
"Primo: tu sei stata sequestrata e se non fosse per te non avremmo mai scoperto che papà è vivo. E poi queste rotture di rivelazioni e cose del genere di solito toccano al primogenito..." E fece un cenno d'intesa rivolto a Fede.
"Ora che ho finito io con questa storia ti ci metti tu?" chiese lui sorridendo.
"È una scusa, a dire il vero... voglio porre rimedio a quello che ho fatto e ho bisogno di dirlo io a Sofia... perché mentre ero in coma tu ti sei preoccupata di lei, di proteggerla, e lo devo a te, a lei... insomma, io..."
"Va bene, sorellina" disse Flor. "Allora la farò venire qui, così potrai parlare con lei."
"Vostro padre è sempre in quel posto in cui eri tu, vero, Flor?" chiese Fede.
"Sì, ma... perché? Che vuoi fare?" gli chiese Flor, stringendogli le mani.
"Niente, stai tranquilla..." disse lui.
Ma in realtà il desiderio di liberare il suo padrino era più forte che mai.

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