Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

(54: Una sorprendente giornata perfetta)

Passarono due giorni. Mancava pochissimo alla festa della mamma... per Flor sarebbe stata la prima, ma ora il suo pensiero era la visita che doveva fare in ospedale, il giorno seguente.
Quella era in realtà una doppia visita: Flor avrebbe fatto le analisi e la prima ecografia decente, e questo rendeva nervosa tutta la famiglia, in particolare lei e Fede.
I due innamorati avevano iniziato a dormire insieme, perché la malattia che aveva colpito Flor, e che per fortuna era in via di guarigione, richiedeva una presenza costante. Flor faceva il possibile per cavarsela da sola, ma puntualmente lui si accorgeva di quando stava male e ogni volta ripeteva: "Non so più come dirtelo: se ti senti male chiamami."
Ora si alternavano: una notte in camera di lei e un'altra in camera di lui, anche perché Roberta aveva iniziato a dormire con Thomas.
"Tu che ne pensi, Fede? Sarà un bambino o una bambina?"
"Io penso che saranno due, te l'ho già detto!"
"E se così fosse, poi potremmo metterne in cantiere qualcun altro?"
"In cantiere?" ripeté lui, sorridendo. "Beh, intanto ti direi di mettere al mondo quelli che ci sono adesso, poi ci penseremo."
"Beh, forse hai ragione, è che a me piace tanto immaginarli..."
"Allora perché non iniziamo a pensare a qualche nome?"
"Beh... d'accordo... sai, se fosse una bambina io vorrei darle il nome della mia mamma... e se fosse un maschietto... sai, mio padre me l'ha chiesto, ricordi?"
"Eccome! Ha detto: "Vorrei che il primo figlio lo chiamaste Eduardo." Me lo ricordo... glielo dobbiamo, in fondo."
"E tuo padre? Io stessa ti ho proposto di chiamarlo come lui, se fosse stato un maschio."
"Sono certo che ce la faremo con tutti."
"Bene... e se fosse una bimba, tu come vorresti chiamarla?"
"Non penso di chiamarla Maria... sai, mia sorella dice sempre che quando avrà una figlia sarà lei a darle il nome di nostra madre, e penso di doverglielo concedere, no? Però c'era un nome che a mia madre piaceva tantissimo... e forse piacerebbe anche a te, perché è un nome da principessa..."
"E quale?" chiese Flor, sognante.
"Aurora. Lei avrebbe voluto chiamarsi Aurora... non che il suo nome non le piacesse, ma lei era una sognatrice proprio come te" le disse Fede.
"Oh, che bello! Quindi sarà un po' come darglielo, il nome di tua madre..."
"Credo di sì... qualcosa di simile, insomma."
"La tua mamma aveva proprio ragione: Aurora è un bellissimo nome, tesoro..."
"Allora siamo a posto! Abbiamo due scelte per i nomi, per ora. Non credevo che sarebbe stato così facile. Fino a non molto tempo fa litigavamo anche quando ci capitava la stessa cosa: tu dicevi che era bianca e io che era blu."
"Beh... forse siamo cresciuti" disse lei.
"O forse siamo troppo felici per perdere tempo a litigare." ribatté Fede e, senza lasciarle il tempo di fare nulla, premette le sue labbra su quelle di lei. Era felicissimo di vederla così piena di energie, come quando l'aveva conosciuta. Si addormentarono così, stretti l'uno all'altra, con i loro sogni sospesi nell'aria che sembravano accarezzarli.
Il giorno dopo Flor non riuscì a svegliarsi presto come al solito.
"Ehi, amore mio... coraggio, svegliati, dobbiamo andare..." disse dolcemente Fede, chinandosi su di lei per baciarle la fronte.
"Mmm... che ore sono?" sussurrò lei.
"Le nove..." disse lui. Evitò di dirle che aveva notato un po' di traffico, perché erano queste le cose che facevano scattare in lei il meccanismo ormonale.
Ma l'orario fu più che sufficiente a farla scattare dal letto come un pupazzo a molla. Questo la fece cadere e il suo principe le cinse la vita con le braccia, stringendosela forte al petto.
"Oh santo cielo, è tardi! Da quanto tempo mi stai chiamando?" chiese agitata.
"Da una decina di minuti buoni, tesoro" rispose lui, "però non ti agitare: se sarai svelta a prepararti arriveremo in tempo. E non fare questi scatti, che se poi sei sola cadi... e non voglio che questa testolina si ritrovi qualche bernoccolo, eh?"
Flor filò a prepararsi, predispose una bottiglietta d'acqua e corse a raggiungere Fede.
Lui era con Reina, che, facendogli l'occhiolino, disse: "È bello che tu voglia essere vicino a lei in questi momenti. Appena saprete qualcosa chiamateci!"
Lui le sorrise, poi corse incontro a Flor e le prese la mano. La ragazza aveva un certo timore delle auto, da dopo l'incidente, per cui Fede teneva sempre i vetri spalancati e cercava di passare per strade in cui ci fossero alberi poiché a lei piaceva la natura.
"Ehi! Tutto bene, tesoro?" chiese lui.
"Sì, però... io... ho sempre paura quando salgo su un'auto, credimi! Rivedo sempre quella maledetta macchina che ti sfreccia contro... mi fa paura."
"Però adesso la sto portando io l'auto, quindi nessuno di noi due finirà schiacciato sotto una macchina... e cercherò di fare attenzione a non travolgere nessun passante."
Lei sorrise leggermente. Quanto era cambiato, l'uomo che le sedeva accanto! Dalle sfuriate era passato ad essere uno zuccherino. Lei continuò a guardare fuori dal finestrino, vedendosi passare davanti agli occhi tutti i momenti passati insieme.
"Cavolo... guarda dove siamo arrivati!"
Quell'affermazione le sfuggì improvvisamente.
"E il meglio deve ancora venire, tesoro mio." disse lui.
"Non lo so! Il meglio è stato il tuo cambiamento... e anche il mio, credimi!"
Arrivarono in quel momento e lui, come un degno cavaliere, scese dall'auto e fece il giro per poi aprire la portiera dalla sua parte e farla scendere.
"Ehi! Sei nervosa?" le chiese.
"Non puoi immaginare quanto! Mi sento più nervosa di quando abbiamo deciso di sposarci di nascosto, o meglio: di quando tu hai organizzato tutto... fa niente, lascia stare!"
"E io sono più nervoso di quando ho detto il fatto suo a quella strega della mia matrigna... cioè, madrina!" rispose lui.
"Quanto sei tenero quando ti confondi!"
Si misero a sedere l'uno accanto all'altra, in sala d'attesa, e sembrava che tutti i litigi, gli improperi che si erano tirati addosso, le lacrime che avevano versato l'uno per l'altra, fossero ricordi lontani anni luce. E a ricordarlo entrambi pensavano che non sarebbero riusciti a rimanere arrabbiati l'uno con l'altra per più di cinque minuti.
Quando finalmente fu chiamato il loro nome per le analisi del sangue, Flor cominciò a muoversi come se avesse una serie di tic.
"Cavolo, adesso mi dissangueranno e mi fa impressione il sangue!" esclamò, tesa come non mai. "Mi faranno a pezzi, mi faranno a pezzi!"
"Ehi, ehi, calma... guarda che di solito in ospedale ti devono rimettere a posto, non farti del male!"
"Ti prego, coprimi gli occhi quando prenderanno l'ago, ti prego, ti prego."
"Va bene, vorà dire che ti benderò gli occhi!" le disse lui con tenerezza. "Lo farò con questa..." Ed estrasse dalla tasca un foulard accuratamente piegato.
"Ma quella... è la sciarpa preferita di mia madre!" esclamò Flor, stupita.
Anche lui rimase sorpreso.
"Posso chiederti dove l'hai trovata?"
"Era appesa alla maniglia della tua finestra..." rispose lui. "Non so perché, ma ho sentito il bisogno di prenderla... era come se mi attirasse... non so spiegartelo."
"Che cosa? Ma io non ce l'ho messa lì" disse lei, sorpresa.
Poi Fede riconobbe una voce.
"Tesoro... tesoro, giurami che manterrai il segreto... sto facendo una sorpresa alla mia bambina... ti prego... ora dille che dovete entrare!"
"Beh, avremo tempo per pensarci... ora dobbiamo andare in quella stanza, fare una piccola puntura e poi andare a conoscere i nostri bambini!"
"Ma la puntura la devo fare io" sospirò Flor, tesa.
"Se vuoi mi faccio pungere anch'io come un puntaspilli, che cosa ne dici?"
"No, preferirei di no" gli rispose lei.
Entrarono nella stanza, dove si trovava la dottoressa, accanto ad una giovane infermiera. Fatti i soliti convenevoli, Fede avvolse la sciarpa di Margarita attorno agli occhi di Flor e le prese la mano libera dal laccio emostatico. Lei nemmeno si accorse della leggera pressione dell'ago, e le parve che quella sciarpa le infondesse un calore particolare... un calore che la fece sentire sicura, unito a quello della mano del suo compagno, che continuava ad accarezzarle dolcemente il dorso.
"Ecco fatto!" disse l'infermiera. "Tra qualche giorno vi daremo la notizia, ma sembra proprio che le cose promettano piuttosto bene!"
"Grazie" disse Flor, a mezza voce, mentre Fede le scioglieva la sciarpa dalla testa. "No... no, aspetta, non togliermela... allentala soltanto, ti prego!"
Lui le rivolse un sorriso e allentò quella sciarpa speciale quel tanto che bastava perché la ragazza che la portava vedesse dove andava.
Nell'attesa del suo turno, Flor mandò giù l'intera bottiglietta d'acqua. Non poteva credere di essere lì, con lui, a vedere il frutto del loro amore.
Qualche mese prima le sarebbe sembrato assurdo, perché per arrivare dove si trovava lui c'era un solo modo... e ora, come se nulla fosse successo, si tenevano per mano e aspettavano il momento dell'ecografia.
Non fu la dottoressa a chiamarli, ma una segretaria... e quando entrarono non riuscirono a credere a quello che si srovarono davanti.
"Mercedes!" esclamarono all'unisono.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro