(48: Una terribile notizia)
L'operazione di Flor si era appena conclusa, ma purtroppo la dottoressa aveva ancora un'espressione preoccupata.
"Dottoressa..." la chiamò timidamente Sofia. "Mia... mia sorella non corre il rischio di ammalarsi, non è vero?"
La dottoressa temeva quella domanda come un bambino teme una punizione per una marachella da un tutore sadico. Quella domanda era probabilmente il principio del suo castigo. La parte peggiore sarebbe stata il risultato se il responso delle analisi post-operatorie fosse risultato positivo alla malattia che l'operazione stessa portava.
"Si sente male, dottoressa?" le domandò Fede nel vederla impallidire.
"Sì... sì... cioè, no. Sto bene." rispose quest'ultima.
"Possiamo andare da lei?" chiese Sofia.
"Sì. Vi chiedo soltanto di non toccarla... Il suo stato di salute è estremamente delicato." disse la dottoressa prendendo una provetta contenente il sangue di Flor.
Entrarono nella stanza in cui si trovava Flor e videro che lei aveva aperto gli occhi.
"Flor!" la chiamò Fede. "Ehi! Come ti senti, piccola?"
"Mi sento... un po' dolorante."
Mentre parlava, la ragazza portò entrambe le mani sul ventre.
"Che cosa sono questi fili?" domandò la ragazza guardandosi intorno e cercando di toccare uno di quei fili di cui sopra.
"Ferma. Non ti muovere" le disse lui guardandola, "la tua salute ora è estremamente cagionevole e il tuo corpo è debole. Non muovere quei fili."
Flor indirizzò il suo sguardo verso Sofia che nel vederla in quelle condizioni non aveva trattenuto le lacrime.
"Tesoro mio! Ehi! Non piangere, io sto molto meglio, tranquilla."
"Ho avuto tanta paura, Flor!" disse sottovoce la ragazza.
"No, non devi!"
I due visitatori, se così si potevano chiamare i due giovani che erano lì, di fronte al letto, guardarono la ragazza con un forte desiderio: quello di abbracciarla.
"Ragazzi... e i bambini? Come stanno i bambini?" chiese Flor cercando di tirarsi su per poi ricadere all'indietro a causa del dolore che avvertiva al ventre.
"Flor, calmati, resta giù" le disse Sofia. "Comunque Reina è andata a vedere, ci spiegherà lei come vanno le cose a casa."
Infatti Reina e Lorenzo erano arrivati a casa Fritzenwalden.
Lì era tutto un disastro. La strega aveva addormentato la povera Roberta, i bambini erano molto tesi e correvano qua e là per cercare un qualsiasi antidoto al sortilegio della strega. Quello che stava peggio era Thomas, il quale correva qua e là per la casa come un disperato e dava continuamente colpi al muro.
"Thomas, adesso smettila di prendertela con i mattoni!" lo bloccò Reina afferrandolo per i polsi. "Ora io mi occupo di Roberta e tu ti calmi dato che ci sono già problemi a sufficienza!"
"CERTO, PER COLPA TUA, PERCHÉ HAI BACIATO MIO FRATELLO A TRADIMENTO!" le gridò contro Thomas liberandosi dalla sua presa.
"Thomas, adesso basta!" disse Emma. "Non serve a niente agitarsi così!"
La dolcezza del tono di quella ragazza riuscì a tranquillizzare il povero Thomas e Reina corse in camera di Roberta e curò una ferita che la poveretta aveva sul viso.
Quando Roberta si risvegliò si trovò di fronte Reina e iniziò ad agitarsi.
"Reina... Ahi! Reina! Flor è in pericolo! È in grave pericolo! Lasciami qui e vai da lei!"
"Roberta, cerca di calmarti, va tutto bene." la rassicurò lei.
"No! Non va tutto bene, non va per niente bene, Reina! È tutto un disastro e Flor sta molto male! Vai da lei, sbrigati!" sussurrò Roberta aggrappandosi al materasso sul quale era distesa come se stesse per cadere in un precipizio e quel materasso fosse un appiglio.
"Okay, okay, ci andrò, ma tu stai tranquilla!"
Uscì dalla stanza e mentre camminava incrociò Bella.
"Tesoro, per favore, potresti occuparti tu di Roberta?" le chiese. "Io devo andare in ospedale il prima possibile: Roberta mi ha detto che mia sorella sta molto male e non so davvero cosa pensare."
"Non ti preoccupare, Reina, ci penso io a lei." la rassicurò la ragazza.
Reina iniziò a correre per la casa dirigendosi verso l'uscita.
"Aspetta Reina, aspetta! Se vuoi posso darti un passaggio" disse Lorenzo fermandola per un polso.
"Tranquillo, ci vado da sola, non preoccuparti." gli disse lei.
"Reina, dammi retta: se sei così nervosa come pretendi di arrivare all'ospedale?"
"Okay, okay, hai ragione" acconsentì finalmente la ragazza.
Lorenzo la fece salire sulla sua auto, la stessa con la quale, tempo prima, aveva schizzato lei, sua madre e il dottor Bonilla.
(Il trio delle meraviglie era stato appena cacciato da casa Fritzenwalden da Flor e dai ragazzi dopo l'incidente di Fede perché i suoi componenti approfittavano dell'autorità che la legge, ignara degli abusi che venivano commessi tra quelle mura, avevano concesso alla donna che all'epoca si chiamava ancora Delfina. Stava piovendo e loro davano sfogo alle loro frustrazioni attraverso disegni di vendetta a dir poco atroci, che, se Fede fosse stato ancora nella tomba, l'avrebbero fatto rivoltare anche lì... quando, quasi per gettare benzina sul fuoco, un uomo si avvicinò ai tre con l'auto schizzando sui loro corpi dell'acqua piovana mista a fango e ricevendo in risposta insulti come: "Imbecille", quello da parte di Reina.)
La ragazza guardò Lorenzo, che stava ridendo poiché aveva pensato la stessa cosa.
Quando arrivarono in ospedale, però, quel sorriso si spense del tutto e Lorenzo prese il braccio di Reina e le disse: "Coraggio, amore mio, vedrai che si sistemerà tutto!"
Lei gli sorrise debolmente, ma quel sorriso era tutto fuorché sincero. La povera ragazza era preoccupata, inutile negare.
Entrò in ospedale ed andò di filato nella camera di Flor per avere notizie.
Quando entrò, però, sentì che porre la domanda che la tormentava da ore sarebbe stato il peggiore dei suoi errori perché si sarebbe fatta solo altro male.
In ogni caso la logorante attesa la spinse a commettere quello sbaglio, nonostante vedesse Fede e Sofia abbracciati, in silenzio, ma con delle lacrime che solcavano loro i profili delle guance.
"Allora? Come sta Flor?" chiese Reina.
Fede e Sofia si volsero alla ragazza e la guardarono come per consultarsi. La domanda che si ponevano a vicenda attraverso quegli sguardi intensi era: "Glielo diciamo o no?"
"Ragazzi, vi prego, non tenetemi sulle spine, ditemi la verità e basta" supplicò Reina torturandosi le mani per dare un minimo di sfogo alla tensione.
"Le analisi..." cominciò Fede, "le analisi hanno dato risultato positivo... Flor è malata."
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