(45: Un bacio non voluto)
Il giorno seguente Flor si sentiva molto meglio. La parte della notte che aveva trascorso tranquillamente l'aveva ripagata di tutte le sofferenze che aveva subito, e Fede aveva voluto rimanere con lei... cosa che l'aveva resa più che felice.
Gli abbracci del suo principe avevano sortito l'effetto sperato, facendola sentire ben protetta. Lui, dal canto suo, se l'era goduta la presenza della ragazza al suo fianco: gli piaceva far scorrere le dita sulla sua pelle candida e morbida come quella di una bambina, gli piaceva posare la testa sulla sua spalla e sentire il suo cuore, gli piaceva accarezzarle il ventre, che purtroppo ancora non era così pronunciato come dovrebbe esserlo quello di una donna incinta, e stare lì a fantasticare su quanti figli avrebbero avuto.
Fantasticare... da quanto tempo il Freezer aveva sepolto il vero Fede, impedendogli di fantasticare... di volare! Persino a quello, aveva rinunciato, perché aveva una paura tremenda di lasciare i suoi fratelli allo sbaraglio, visto che Derick le direttive in casi estremi le aveva date solo a lui, scaricandogli, forse anche involontariamente, una quantità di responsabilità non indifferenti per un diciassettenne sognatore con la passione per i Queen.
"Ehi, amore mio..." sussurrò Flor, sentendolo scuotersi leggermente. "Buongiorno..."
"A te, principessa!" la ricambiò lui.
I suoi magnifici occhi azzurri percorsero il viso di lei, come per accarezzarlo.
"A cosa pensavi? Ti vedo assorto." gli chiese Flor.
"Pensavo a quanto siamo felici... alla creatura che stai aspettando. A quanto accidenti amo abbracciarti, coccolarti e immaginarti in abito da sposa."
"Sembri triste, amore mio... sicuro che non ci sia altro?"
"Pensavo anche a mio padre, che mi ha praticamente trasformato in un ghiacciolo vivente... forse non voleva questo per me, però... io... continuo a pensare a quanto male ti ha fatto la mia maschera, ma anche a quanto sono stato felice che tu la sgretolassi... e, sai una cosa( Quando ho messo le dita nella presa e ho perso i sensi mi è apparso lui e solo adesso ricordo cos'ha detto."
"E cos'è che ha detto il Freezer grande("
"Voleva che chiudessi con Reina per stare con te... ma per qualche strano motivo qualcuno me l'ha fatto dimenticare... e mio padre mi manca più del solito, oggi..."
"Sto per farti una proposta" disse Flor. "Che ne diresti se, nel caso in cui qui dentro ci fosse un piccolo Freezer, gli dessimo il nome del tuo papà?" E si puntò un dito sul ventre.
"Sei sicura, amore mio? Ti piace?"
"Sì, perché devi sapere che Derick, a livello di suono, è quasi tutto il nome del mio signor Freezer!"
Lui sorrise: la fece voltare verso di sé e premette dolcemente le labbra sulle sue. Ogni bacio era come il primo, ma allo stesso tempo ogni bacio era più bello del precedente. E lui rideva, era felice, e la sua risata era una carezza per le orecchie di Flor, che aveva sempre amato la sua voce. Sorrise, pensando che, tempo addietro, aveva ascoltato quella voce attraverso un baby-interfono che Greta aveva voluto installare nella stanza di Thomas. Fede era andato a svegliarlo e lei si era incantata ad ascoltare la sua voce, profonda e delicata al tempo stesso, che ricordava quella di un annunciatore di radio romantica, almeno finché non si alterava, perché in quel caso era in grado di gridare così forte da far tremare i vetri delle finestre.
"Dovremmo andare..." disse sottovoce lei.
"Ma forse nessuno dei due lo vuole." la stuzzicò lui, per poi disseminarle il volto di baci, centimetro dopo centimetro, come fosse stata una medicina della quale aveva un disperato bisogno. Lei ripeté il gesto, come se fosse stata in crisi d'astinenza.
Dopo un po' si decisero ad uscire, si misero a preparare la colazione per i ragazzi, cosa che in teoria, secondo i canoni da ricconi, non spettava a loro, ma loro non erano ricconi viziati: erano ricchi fuori e dentro e volevano fare una sorpresa a tutti mettendo su una tavola semplice, ma carina. Flor rovesciò inavvertitamente un paio di piatti e ce ne volle per calmarla, perché i suoi ormoni erano quasi sempre silenti, ma si facevano notare durante quei piccoli incidenti domestici.
"Sono un disastro, signor Freezer... non so fare niente! Come farò ad occuparmi dei bambini se non so neanche tenere un piatto in mano?"
Fede, che dopo i trascorsi in Paradiso di pazienza ne aveva da vendere, le si avvicinò, le prese il viso tra le mani e disse: "Eppure mi risulta che tu un bambino l'abbia fatto direttamente nascere, che è molto più complicato che occuparsene! Sarai bravissima, tanto che i nostri figli non potranno fare a meno di te!"
Lei gli rivolse un piccolo sorriso: per fortuna quel tipo di reazioni non durava a lungo, specie perché lui sapeva bene come prenderla.
Il resto della famiglia li raggiunse in sala da pranzo e la colazione fu molto allegra. L'unico che sembrava un po' strano era Lorenzo, che si guardava attorno, assente, come se qualcuno l'avesse ipnotizzato. Fede incrociò i suoi occhi per un attimo, e la gioia che l'aveva svegliato quella mattina parve dissolversi nell'aria. Quello sguardo vacuo non gli piaceva affatto.
I suoi timori si realizzarono poco dopo. Flor era andata in giardino: voleva dar da bere al suo albero e stargli un po' vicina, ma proprio lì accanto vide Lorenzo, che sembrava stesse aspettando qualcuno.
"Ciao principessa!" la salutò sorridendo.
"Ciao Lorenzo" ricambiò Flor, un po' stranita dal nomignolo. "Ma perché mi hai chiamata così?"
"Per questo" disse lui gettandosi su di lei e baciandola con foga.
La ragazza gli tirò uno schiaffo.
"Ma sei impazzito? Che diavolo ti è preso?" gridò indispettita.
Lui la guardò sorpreso.
"Ma cosa..." chiese stupito. "Perché l'hai fatto("
"Hai un vuoto di memoria? Mi hai baciata!" disse Flor infuriata.
Poi capì a cosa fosse dovuto l'atteggiamento di Lorenzo: la strega l'aveva ipnotizzato. Con lui poteva farlo, perché la sua anima era stata lacerata. E le fu chiaro il motivo di quel bacio quando si girò e vide Fede e Reina. Erano meravigliati. Fede capì cos'era successo, perché l'atteggiamento strano di Lorenzo non gli era sfuggito e perché la strega non poteva distorcere le sue visioni, ma Reina, per niente lucida a causa della rabbia e di una visione modificata apposta dalla madre, si gettò su Lorenzo.
"Traditore! Maledetto! Anche tu con lei, eh?" prese ad urlargli contro.
"Reina, smettila! È stato soggiogato!"
Fede provò a tirarla indietro, ma la visione distorta, che la strega poteva usare solo su chi aveva un'anima lacerata, parve aprire un'altra crepa nel cuore di Reina, che quasi scaraventò a terra il povero Lorenzo, intontito come non mai.
"E tu... la sorellina buona, disposta a perdonare... sei solo una falsa! Sei una maledetta falsa!" sussurrò serrando la mascella e rivolgendosi a Flor.
"Reina, ti prego... lasciami spiegare!"
"Spiegare cosa? Tu fai tanto la moralista, ma sei una bugiarda di prima categoria! Questa non te la perdonerò mai, traditrice, mi hai sentita? MAI!"
"Reina, smettila!" le disse Fede. "Non vedi come l'hai ridotta? Lasciala parlare!"
"Per cosa? Per sentirmi raccontare un mucchio di bugie?" chiese la ragazza. "E tu non dici niente? Quella ti mette le corna e..."
"Ti ho detto di piantarla!" la fulminò lui.
Flor scappò via in lacrime, più atterrita che mai da quel brusco ritorno alle origini, e Fede cercò di raggiungerla. La strega c'entrava qualcosa in quella faccenda: ormai lui aveva imparato a riconoscere i segni del suo operato.
"Flor! Flor, aspetta!" le gridava Fede, rincorrendola.
Finalmente la ragazza si fermò e si voltò verso di lui.
"Ma perché Lorenzo mi ha fatto questo, perché? Io non volevo baciarlo, te lo giuro!" disse singhiozzando.
"Lo so, tesoro" disse Fede, ma lei continuò, come se non l'avesse sentito. "E mia sorella ora mi odia! Abbiamo impiegato tanto tempo a recuperare e adesso succede questo, non è giusto! Io non volevo, Fede, non volevo!"
Lui si avvicinò alla sua Flor e la strinse tra le sue braccia per calmarla.
"Non piangere, tesoro! Io so cos'è successo e sono sicuro che la strega abbia qualcosa a che fare con questa faccenda!" disse. "Ho notato che Lorenzo era strano, oggi."
"Non ci posso credere! Siamo di nuovo al punto di partenza! Maledetta strega, io la odio, la odio!"
"Shhh... non fare così, ti prego! Proverò a parlare io con tua sorella, a costo di trascinarla da te per i capelli!"
La strega apparve accanto a loro.
"Vedo che sei molto perspicace, mio caro! E io che ti credevo uno stupido!"
"Non ci provare, strega!" esclamò Flor. Detestava che lei lo insultasse.
Fede, d'altro canto, non fece una piega, almeno finché la strega non riprese la parola. "È un vero peccato che Reina non le creda e che io abbia intenzione di farle un favore togliendole di torno il piccolo cardo!" E detto questo afferrò la ragazza per il collo e iniziò a stringere la presa.
"Lasciami! Lasciami!" disse Flor, ma lei non si decideva a mollare la presa.
La ragazza iniziò a vedere sfocato e a quel punto Fede perse il controllo e colpì la strega alle spalle, gettandola a terra. Flor era ancora stordita e cadde svenuta tra le braccia del giovane.
"Non me ne importa un accidente se sei la mia madrina! Non dovevi azzardarti a metterle le grinfie addosso" disse Fede, stringendosi al petto la ragazza esanime.
La strega stava per tornare alla carica quando apparve Sofia che la inchiodò a terra.
"Non azzardarti a toccarla!" le gridò. "Non hai nessun diritto di fare del male a mia sorella!"
"È Reina che me l'ha chiesto, Sofia!"
"Per quanto arrabbiata, tra l'altro senza motivo perché Lorenzo l'hai soggiogato tu, Reina non farebbe mai una cosa del genere!" gridò Sofia.
Infatti la ragazza aveva sentito quel trambusto ed era uscita di corsa di casa per vedere cosa stesse accadendo. In un primo momento, vedendo Flor tra le braccia di Fede diede in escandescenze, ma poi si accorse del segno che Flor aveva sul collo.
"Che le hai fatto, mamma?" chiese.
"Volevo farti un favore, cara!" rispose la strega.
"Ma che favore e favore! Io trovo orribile il comportamento di mia sorella e non credo che la perdonerò mai, ma non permetterei mai che qualcuno si arrogasse il diritto di farle del male!"
"Senti Reina, se devi ancora parlare male di Flor ti prego di evitarlo, almeno davanti a me" disse Fede. "Ti ho detto mille volte che non è come credi!"
"Forse un modo ci sarebbe per evitare che la povera Flor si faccia ancora del male, ovvero il matrimonio tra te e la mia Reina!" disse la strega.
Fede strinse i denti per cercare di mantenere il controllo.
Quella vipera sdraiata a terra a pochi passi da lui gli provocava addirittura il voltastomaco per i suoi ricatti e la sua malvagità. Ogni centimetro del suo corpo era intriso di cattiveria, avidità, rancore, tutte le cose peggiori che una persona sia in grado di provare. E quella ragazza che stringeva tra le braccia, invece, era l'esatto contrario. A differenza della strega ogni minima parte di lei esprimeva bontà, dolcezza e innocenza, qualità che ognuno dovrebbe avere, ma che in pochi possiedono e sono veramente in grado di apprezzare. Una di quei pochi era proprio la sua Flor.
Lei, però, era anche molto coraggiosa.
Mentre lui pensava a tutto questo Flor sussultò tra le sue braccia e aprì gli occhi.
"Flor! Piccola mia, come ti senti?" le chiese Fede.
"Non i-importa" sussurrò lei. "F-fai quello che t-ti dice. Per i n-nostri f-fi-gli. T-te lo chiedo per fa-vo-re."
Detto questo scoppiò in lacrime e si lasciò scivolare via dalle braccia del suo principe, l'unico uomo che avrebbe amato per il resto della sua vita e che doveva lasciar andare per proteggere i figli che lui le aveva dato.
"Vedo che sei molto intelligente, cara Flor" disse la strega dirigendosi verso di lei.
"Non ti avvicinare, vipera!" disse Flor con un tono così freddo da far fermare di botto la strega. "Non ti azzardare ad avvicinarti a me né a nessun altro della mia famiglia! Sparisci dalla nostra vita e non farti mai più vedere!"
Flor era fuori di sé, perché quella donna aveva attentato alla vita dei suoi figli più che alla sua, e le aveva portato via sua sorella.
La strega era quasi spaventata dall'atteggiamento della ragazza, quindi decise di andare via e lasciar passare un po' di tempo prima di rifarsi viva.
Intanto Flor aveva indossato di nuovo la sua divisa da cameriera e aveva di nuovo un atteggiamento distaccato nei confronti di Fede e di Reina. Quello che vide nel pomeriggio, però, le portò un rischio molto serio.
Stava spazzando le scale quando vide Fede e Reina passarle davanti e si fermò.
"Fede, ti prego... Flor mi ha ferita e io ho intenzione di vendicarmi!" disse Reina.
"Non contare su di me!" esclamò Fede. "Io non sono il tuo strumento di vendetta! E te lo dico per l'ultima volta, ragazzina viziata: Flor non ha colpa di quello che è successo, e in realtà nemmeno Lorenzo. Prenditela con quella vipera di tua madre!"
Fede era letteralmente verde d'ira. Da tempo Flor non lo vedeva così, con le palpebre serrate, i pugni stretti lungoi fiamchi e la fronte corrugata. Ma non era il solo: anche Reina era fuori di sé da una rabbia che non aveva motivo di esistere e fu questa la ragione per la quale, riportando a galla la vecchia se stessa, si avventò sulle labbra del giovane baciandolo ardentemente.
A quella vista Flor gridò: "IO NON VOLEVO, MA TU L'HAI FATTO APPOSTA! SEI TU LA VERA TRADITRICE!"
Era così addolorata da dimenticare il luogo in cui si trovava, perse l'equilibrio e cadde giù per la scalinata... quella scalinata che aveva già fatto una vittima.
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