(42: Amore: 1; Odio: 0)
Dopo qualche attimo di sorpresa, però, la maledizione della strega colpì la famiglia per l'ennesima volta e il soggetto fu la povera Emma.
Infatti la febbre che l'aveva colpita la portò di colpo ad uno svenimento.
"Emma! Piccola! Oh cielo, cos'hai?" chiese Bella sostenendo la ragazza.
In quel momento Franco staccò le macchine, si alzò e la prese in braccio.
"Fermo, è pericoloso!" disse Fede, ma era troppo tardi.
"Sta male Fede, ha la febbre!" disse Franco.
"Sdraiati, potrebbe girarti la testa, piccolo testardo! La porto io dai medici!" disse Fede prendendo Emma dalle braccia del fratello per portarla dai dottori.
"Flor, sono preoccupato" disse Franco.
"Ora smettila, ti prego! Non devi sforzarti così dopo quello che ti è successo, tuo fratello ha ragione" disse Flor. "Stai tranquillo! Emma è una ragazza forte e si riprenderà presto Franco, hai capito? Andrà tutto bene!"
Bella uscì dalla stanza e raggiunse Fede.
"Come sta? Che cosa ti hanno detto?" chiese, terrorizzata.
"Non sanno da cosa dipenda la febbre, ma da quello che ho capito sanno cosa fare per farla scendere" rispose lui.
"Oh santo cielo! E se le succedesse qualcosa?" chiese Bella scoppiando in un pianto con singhiozzi e lacrime, carico della disperazione di una sorella che ha paura di perdere una parti di sé. "Lei è tutto quello che ho..."
"No, Bella! Non devi dirlo nemmeno per scherzo, hai capito?" le disse lui con un tono rassicurante. "Emma guarirà presto, è una ragazzina che ha coraggio da vendere e riuscirà a superare anche questo!"
Bella aveva bisogno di un abbraccio, di un po' di conforto, e lui, da buon amico (e forse cognato) quale era, fu pronto ad offrirle tutto questo.
"Mio padre era un animale, mia madre mi ha praticamente abbandonata a me stessa e... e io..." balbettò lei. "Io ho soltanto la mia piccola!"
"Vieni" le disse lui. "Non ne dobbiamo parlare qui, davanti a lei!"
Uscirono entrambi dalla stanza, si recarono al bar e lui le offrì una camomilla, perché era così tesa che sembrava un pupazzo a molla.
"Non so se lo sai, ma... ecco, mia sorella ha un dono particolare..."
"Sì, lo so" rispose lui, "me l'ha detto Flor. È quello che ha lei, più o meno."
"Ecco! Mio padre l'ha sempre trattata come una bestia per questo... e a me e alla mamma non riservava un trattamento migliore, solo che alla mamma rivolgeva parole orribili, a me e a mia sorella insulti e botte, e quando lei ha tradito mio padre... siamo state noi a pagare!"
"Pagare?" ripeté lui, come se non stesse avendo davvero quella conversazione con lei.
Bella si scoprì le tempie. "Queste... sono opera sua! È per colpa sua che non posso leggere!"
Nico e Flor erano lì da un po' di tempo e avevano ascoltato tutto.
"Non ci posso credere..." sussurrò Nicolas. "Giuro che se lo prendo..."
"Vieni qua, biondo mingherlino! Che ti viene in mente? Credi di risolvere qualcosa se vai a cercare... quel tizio, gli dai addosso e quello magari ti spacca la faccia?"
"Ma ti rendi conto? Lui le ha rovinato la vita!"
"E tu le rovinerai quella nuova se non ti dai una calmata! Va' a dirle che hai intenzione di cercare suo padre e vedi che ti risponde!"
Bella e Fede li videro proprio in puel momento. I quattro non si dissero nulla: si strinsero in un abbraccio di gruppo e corsero verso la stanza in cui si trovava Emma, ma si fermarono sulla soglia.
"Potete entrare" disse un medico e tutti gli diedero retta. Per fortuna anche a Franco era stato concesso il permesso di uscire dalla sua stanza e raggiungerla: a patto che non si agitasse.
Entrarono tutti, ma Flor e Fede fecero passare avanti Franco e Bella.
Quest'ultima fu la prima a parlare con Emma.
"Sorellina mia, mi sei mancata tanto, e adesso sei in questo letto... di nuovo, Ti prego, riprenditi presto... sei l'unica persona che mi è rimasta... della nostra vecchia famiglia... e l'unica a cui voglio davvero bene."
Le baciò la fronte e si spostò di lato per consentire a Franco di avvicinarsi.
"Ehi, tesoro! Ma che cosa ci fa una creatura dolce e tenera come te in un letto d'ospedale? Mi dispiace vederti così! Sei la ragazza che più amo al mondo e voglio proteggerti, non voglio che tu soffra, non voglio che mi lasci! Non sai quanto mi manchi piccola mia!"
Anche lui la baciò, ma sulle labbra. Era così tenera da non poterle stare lontano per troppo tempo! Lui questo lo sapeva fin troppo bene perché l'amava.
Flor si fece avanti e prese la mano di Emma.
"Ehi, piccola! Sai che la tua dolcezza manca a tutti? Non sai neanche quanto!"
Emma ricevette un altro bacio sulla fronte e Flor le spostò alcuni riccioli che le incorniciavano il volto.
"Anch'io ho qualche problemino a tenerli a posto, sai?" aggiunse, buttandola sullo scherzo.
Subito dopo di lei toccò a Fede.
"Principessa, mi raccomando, guarisci prima che puoi! Ti vogliamo tutti molto bene! Sei un angioletto!" le disse ad alta voce... poi, però, le si avvicinò e le disse sottovoce: "Nessuno di noi ti farà mai del male... non dovrai più aver paura!"
"Siete... siete poco più grandi di me..." balbettò la ragazza, "ma vorrei che foste voi i miei genitori!"
Adesso era tutto diverso, lui non si vergognava più di quello che provava, non cercava più di nascondere niente e aveva gettato via per sempre la maschera che si era costretto a indossare per un bel po' di anni, forse anche troppi. In quel momento provava dolore per la sorte di Emma e al contempo ammirazione per lei, perché stava lottando molto. E se non fosse stato poco più grande di lei non gli sarebbe dispiaciuto quello che aveva detto.
"Faremo come se fosse così" la rassicurò, "ma prima devi guarire!"
Nico si avvicinò alla ragazza e disse: "Ehi, cognatina! Spero che tu riesca a vincere questa battaglia! Sei una dolce guerriera e hai tutto il mio appoggio!"
"Oh, che dolce che sei, Nico!"
Flor aveva completamente cambiato atteggiamento.
"Lo penso davvero..." le disse lui.
Poi un'ombra comparve sul volto di Flor: "Ragazzi, per caso sapete dov'è finita Reina?" chiese preoccupata.
"No, Flor, non ne sappiamo nulla" rispose Nicolas.
"Oh santo cielo! Spero che non le sia successo qualcosa!" disse Flor.
I suoi timori, però, erano più che fondati perché Reina era stata sequestrata dalla sua stessa madre.
"Allora, bambina mia, cos'hai deciso? Mi aiuterai con il piccolo cardo?" chiese.
"Non chiamarla mai più così, mamma!" gridò Reina tentando di slegarsi poiché era stata legata ad un albero. "E in ogni caso scordatelo, non tiaiuterò!"
"Beh, allora sarò io a farle perdere il bambino! O i bambini!" disse la strega.
Reina ricordò tutto quello che aveva fatto aquando non conosceva ancora la parola: "Amore", e si sentì un mostro.
"Io mi vergogno di quello che ho fatto! Non capisco come tu possa continuare!"
Profrio in quel momento apparve la persona che avrebbe salvato la vita di Reina.
"Amore mio! Piccola mia, sono io!" disse.
"Lorenzo!" disse la ragazza, sorpresa.
"Adesso stai tranquilla, ti giuro su quello che vuoi che ti farò scappare di qui!" la rassicurò lui.
"Non così in fretta, giovanotto!" disse la strega sferrandogli un colpo.
Lorenzo lo schivò all'istante, le arrivò albe spalle e la colpì. La strega si girò di scatto e fu ingaggiata una battaglia all'ultimo sangue. Lorenzo finì a terra un paio di volte, ma alla fine riuscì a vincere la suddetta battaglia. La strega, però, si avvicinò a sua figlia di soppiatto e le graffiò il volto. La ragazza svenne.
Subito dopo la strega se ne andò via.
"Piccola! Reina mi senti?" chiese Lorenzo avvicinandosi alla ragazza.
Le toccò la fronte ma dovette ritrarsi.
"Accidenti, è gelida!" pensò mentre la slegava e la prendeva in braccio.
Delle grosse lacrime rigarono il suo volto bagnando il corpicino che teneva stretto tra le braccia.
Lorenzo vide Flor da lontano e le fece segno di avvicinarsi.
"Lorenzo, che le è successo?" chiese.
"Non lo so, Flor! Non lo so!" rispose lui.
"Lorenzo, è ferita! Tua madre l'ha ferita! Baciala, presto!" disse Flor.
"Che?" chiese Lorenzo, meravigliato.
"Baciala Lorenzo! L'unica cosa che può curare mia sorella è l'amore!" disse Flor con convinzione.
Lui si chinò sulla ragazza e la baciò con trasporto. Le sue labbra tremavano mentre toccavano quelle di lei, ma non fu questo particolare a fermarlo. "Ti amo!" disse sulle labbra della ragazza.
Lei si riscosse, tremò leggermente e aprì gli occhi. Guardandosi intorno vide sua sorella con gli occhi lucidi di pianto e subito dopo il volto del suo amato a pochissimi centimetri dal suo.
"A-a-amore mio" balbettò cercando di rialzarsi.
"Sì, principessa, sono io!" disse lui.
"Flor... s-sorellina, sei tu?" chiese Reina.
"Sì, sono io, ma adesso stai tranquilla e riposati!" la esortò la ragazza.
"T-ti voglio bene sorellina!" disse Reina con voce fioca.
"Anch'io ti voglio bene!" disse Flor.
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