Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

(4: L'ultima prova...)

La terza e ultima prova fu messa in atto il giorno seguente. Flor, Fede e i ragazzi non desideravano altro che completare il processo quanto prima, soprattutto perché Fede sarebbe stato visibile non solo ai suoi cari, ma anche alle due streghe e lui sperava che la visione le tormentasse per parecchio tempo... non tanto per quello che gli avevano fatto, anche se quella parte aveva avuto il suo rilievo nell'avversione che lui nutriva per loro, ma soprattutto per le carognate che avevano fatto ai suoi fratelli e alla donna che gli aveva cambiato la vita in meglio da quando la conosceva.
"Quando ti vedranno andranno a ricoverarsi in un manicomio, ne sono più che sicura!" gli aveva detto Flor, tra un bacio e l'altro. Sapeva che lui soffriva ancora moltissimo per la storia degli inganni e cercava di farlo stare meglio in tutti i modi che conosceva.
"Grazie piccola mia!" disse lui.
"Per cosa, amore?"
"Perché sei rimasta con i miei fratelli e ti sei occupata di loro come una mamma... sai, ho incontrato la mia e mi ha detto che sarebbe stata contenta di avere una nuora come te... e ora che sto tornando la vedo ancora e mi ripete di continuo d'impegnarmi e realizzare un suo desiderio che mi riguarda. Avevi ragione, a proposito: il suo più grande desiderio era che fossi felice con chi amavo."
"Io... lo sai... sono affezionata ai ragazzi, non li avrei mai lasciati soli. Non con mia sorella... e... e ci sono state volte in cui ho avuto paura. Sai, avevamo già tentato di scappare, ma ci hanno presi e io sono stata arrestata... perché credevano li avessi sequestrati. E loro erano soli, con lei... che avrebbe potuto fare loro qualsiasi cosa. Possibile che i giudici non si degnino neanche di ascoltare le opinioni dei bambini? Possibile che non vedessero la rabbia che quei poveri piccoli provavano per quella maledetta strega? Io sono sicura che se li avessero guardati, se si fossero soffermati ad ascoltarli, non avrebbero osato lasciare che quell'arpia mettesse le sue sporche grinfie su di loro, soprattutto non dopo quello che toccava loro sopportare! Non l'avrebbero fatto, non potevano... non sarebbe stato affatto giusto!" Strinse forte gli occhi, lottando con le lacrime che spingevano per uscire. Fede l'aveva capito e aveva potuto vedere con i suoi occhi quanto lei amasse quei bambini e quanto amasse lui.
"Ehi! Questa storia finirà oggi, te lo giuro!" le disse lui per poi stringerla in un abbraccio. In quegli occhi dolci riusciva a percepire tutto l'amore che lei aveva dato ai ragazzi mentre lui non c'era e glien'era infinitamente grato. Sentiva che dopo l'ultima prova non sarebbe finita e aveva già deciso a chi affidare i ragazzi. Aveva scelto ben tre tutori decisamente più degni: Flor, che era sottintesa, il suo migliore amico Matias e la buona Greta, che come loro aveva sofferto terribilmente.
Un po' di tensione s'insinuò fra loro, perché anche Flor sentiva che qualcosa non andava, che dopo quelle strane prove di coraggio sarebbe accaduto qualcosa di molto peggio, ma si sforzò di reprimere quella sensazione, come aveva già fatto il giorno in cui la vita li aveva separati in modo così brutale. Scosse violentemente la testa per scacciare via quei pensieri nefasti, come fossero insetti.
"Bene... ehm... cosa dobbiamo fare?" chiese, interrompendo l'imbarazzante silenzio.
"Dobbiamo impedire alle streghe di fare qualcosa, magari spaventandole" rispose Fede, "ma quelle due non si fermano davanti a niente. Anzi... lo devo fare io. Devo fare in modo che capiscano che ci sono dietro io, devono capirlo! Il pesciolino che ha abboccato tanto spesso al loro amo se n'è andato, schiacciato sotto quell'auto. Quell'uomo non c'è più e non gli permetterò di tornare!"
"FLOOOR! MALEDIZIONE, DOVE SEI?"
"Oh mio Dio, uno di questi giorni, parola mia, le asporto le corde vocali!"
Fede, ridendo per l'affermazione della ragazza, le disse: "Non durerà a lungo. Fatti coraggio, piccola: ce la faremo. Ora va'... forse so come concludere con questa storia delle tre prove." E Fede si fiondò di nuovo sulle sue labbra: gli era mancata troppo e aveva il desiderio di recuperare il tempo perduto.
"FLOOOR! VIENI SUBITO QUIIIIII!"
"Su, amore... devo andare, adesso!" gli disse lei, e a malincuore si staccò dal suo abbraccio. Gli abbracci del suo principe erano una droga per lei, come per lui lo erano i suoi.
Flor si diresse in cucina e vide Thomas in piedi, con le spalle al muro.
"Thomas! Oh santo cielo, tesoro!" esclamò la ragazza, vedendo che Thomas aveva le mani legate e che la strega minore stringeva tra le mani la corda. "Come ti sei permessa di toccarlo con le tue sporche mani da fattucchiera?"
"Non ti conviene usare questo linguaggio con me, mia cara... o il tuo moccioso sentirà molto dolore!"
"Flor! Va' a cercare Fede, ti prego!"
"Oh, piccolino! Il tuo fratellino non c'è più... e ora tu dirai che vuoi che il piccolo cardo se ne vada e che mi vuoi un mondo di bene!" disse la strega, stringendo tra le mani la corda e puntando contro il ragazzino un registratore.
"Non lo farò mai! MAI!" gridò Thomas.
"Non puoi trattare i bambini in questo modo!" gridò Flor. "Cosa vuoi che pensi il giudice di questo? Credi che sia così stupido da credere che Thomas abbia registrato una cosa del genere spontaneamente?"
"E chi me lo impedisce? Tu, forse?" chiese la strega, non prestando minimamente attenzione alla seconda  parte della frase.
"No! La giustizia e anche Fede, perché lui sa quello che stai facendo!" rispose Flor, con un tono così serio da far accapponare la pelle dei presenti. Ma la strega si riprese quasi subito.
"Sì, come no, e magari gli asini volano e le mucche parlano!" la derise. "Il tuo... Fede, come lo chiamavi tu, non può più fare niente! È sprofondato all'Inferno!"
Flor si voltò verso Fede, che l'aveva seguita, e gli fece segno. Lui prese un piatto e lo ruppe sotto gli occhi della strega, che rimase pietrificata per qualche istante.
Le schegge di vetro si sollevarono da terra e formarono una frase nell'aria.
"Sbagliato, cara! All'Inferno rischi di finirci tu se non la smetti... io sono tornato e potrei farti una sorpresa!"
"Chi è che sta scherzando? Sei tu, vero?" disse la strega, tirando la corda che teneva legate le braccia del povero Thomas.
"Purtroppo non è opera mia, ma mio fratello non è un ghiacciolo come voleva far credere! È un genio dello scherzo!" rispose Thomas.
La donna lasciò cadere il registratore e tese la mano per tirargli uno schiaffo, ma il suo braccio venne afferrato con violenza e qualcuno la costrinse a lasciare la corda e la sollevò. La strega gridava e si divincolava da una mano che non riusciva a vedere.
"Stammi bene a sentire, piccola strega" sussurrò l'ex fantasma, appoggiandole le labbra sull'orecchio. "Se tu provi a toccare ancora Thomas o qualcun altro dei ragazzi, ti giuro che la tua bella scopa da strega te la riduco in cenere!"
"Fe-Fe-de... Fe-de..." balbettò lei.
"Oh, ma guarda! Adesso sono Fede, non sono più un idiota buono a nulla sprofondato nel fuoco dell'Inferno?" le fece notare lui, ridendole letteralmente in faccia. "Guarda che faccino da pecorella smarrita che hai, signorina!" E la fece scendere giù velocemente, ma con un atterraggio che non le fece male, poi liberò Thomas.
"Sei forte, fratellone!" esclamò lui, tremando appena.
"Nasconditi in camera! Veloce, veloce" gli disse fede con un falso tono autoritario e con un sorriso che lasciava intendere perfettamente che stava scherzando.
"S-signorina...? M-mi hai chiamata..."
"Sì, signorina! Io e te non abbiamo più nulla da spartire, perché dopo aver saputo che potevo tornare ho fatto in modo da annullare il nostro matrimonio."
"Non... non può essere vero..."
"Oh, sì che può essere! Chiedi al giudice: lui nemmeno si ricorda di averci sposati!"
"Vuoi... v-vuoi s-scherzare... è così?"
"Affatto!" esclamò lui. "Oh, guarda chi sta arrivando!"
Infatti c'era la strega maggiore sulla soglia della sala da pranzo e si stava avvicinando.
"Va' a svenire tra le braccia della tua mamma, brutta strega!"
E, senza troppe cerimonie, la spinse via e si voltò verso Flor. Ora il suo corpo era visibile fino alle ginocchia.
"M-mamma... mamma..." sussurrò la strega.
"Che ti prende, bambina mia?" chiese la madre. Poi guardò in alto e si accorse anche lei di quello che intendeva la figlia, vedendo un piatto vorticare a pochi centimetri dal soffitto. Fede infatti aveva appena afferrato un altro piatto e lo faceva roteare nell'aria, sempre più veloce, tanto da far girare la testa alla donna che lo fissava, incantata e terrorizzata al tempo stesso.
"Come... come può essere?" balbettò la donna, pallida e sconvolta quasi quanto sua figlia.
Anche quel piatto fu fracassato e Flor, ridendo, si voltò verso Fede ed esclamò: "Amore, di questo passo dovrai ricomprare tutta l'argenteria!"
"Beh... correrò il rischio, principessa." le sussurrò all'orecchio lui, poi fece volare anche le schegge di quel piatto e si formò un'altra scritta: "Ti è piaciuto il mio giochetto, cara madrina? Quanto mi dai da uno a dieci?"
"Ma-ma-madrina?" balbettò la strega. "Ma così mi ci chiamava solo..."
"Esatto!" esclamò Fede, avvicinandosi.
Pochi secondi dopo aveva afferrato le sue mani e la teneva sospesa a mezz'aria, come poco prima aveva fatto con la sua preziosa figlia.
La strega gridò con tutto il fiato che aveva in corpo: "Lasciami! Fammi scendere, ti prego, fammi scendere!"
E lui lo fece: la fece scendere e all'improvviso un dolore lancinante colse le sue membra.
"Tesoro, no!" esclamò Flor, ma qualche istante dopo Fede era riverso a terra, privo di sensi.
Le due streghe rimasero di sasso nel vedere che Fede era lì per davvero, in carne e ossa, ma svenuto. La più piccola si avvicinò per toccarlo, ma Flor la spinse via. "Non ti permettere di toccarlo!" le disse. "Non sei degna di farlo, non dopo quello che ha sofferto per colpa tua!"
La streghetta era troppo spaventata e sorpresa per rispondere a quell'insulto.
"Amore, ti prego! Non di nuovo... non può essere! Abbiamo fatto tutto questo, non puoi lasciarmi un'altra volta!"
Gli strinse forte le mani e proprio in quel momento Fede riaprì gli occhi.
"Il don Freezer che conosci mantiene sempre le sue promesse" disse lentamente per poi tirarsi su a sedere. "Ah... santo cielo, che mal di testa!"
"Amore, non ci posso credere!" esclamò Flor, sulla soglia delle lacrime.
"Ma tu... tu eri..." intervenne la strega maggiore.
"Molto bene, madrina! Ero. Non sono."
E il clou di quella giornata fu una squadra di polizia che venne a prelevare le due donne, tra le grida di gioia dei bambini... e non saprei dire per quanto tempo i sensi di colpa tormentarono il giudice del tribunale dei minori dopo aver visto i segni rossi sui polsi del piccolo Thomas.
Sembrava che finalmente tutti i tasselli del puzzle della famiglia Fritzenwalden fossero tornati al loro posto, ma un'altra ombra incombeva su di loro.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro