(25: Perdita di memoria)
Quel giorno il Sole fece capolino molto presto, ma sembrava che in casa Fritzenwalden ci fosse un Sole a parte, un Sole speciale, e il motivo era che Flor e Fede sarebbero ufficialmente divenuti una coppia stabile, con tanto di festa di fidanzamento, fedine e tutto il resto.
Flor si svegliò presto. Nemmeno lei sapeva perché, ma se da un lato era felice per quello che stava per accadere, dall'altro un presentimento orribile la perseguitava. Si tirò su a sedere e tese le mani verso il ramo del suo albero.
"Flor... che cos'hai?" chiese Roberta, raggomitolata nel letto adiacente.
"Sono molto nervosa" rispose lei. "Cioè, credo sia normale esserlo, ma non così. Forse è per tutto quello che è successo ultimamente, ma ho un brutto presentimento."
"Hai ragione, sono successe molte cose, ma non puoi vivere con l'ansia che ti succeda qualcosa da un momento all'altro e poi oggi è il tuo giorno. Non sei felice? Finalmente tu e Fede sarete una coppia alla luce del Sole, non è stupendo?"
"Sì, lo è eccome!" rispose lei sorridendo.
"Beh, allora goditelo!" disse Roberta.
Anche lei era preoccupata, ma non osò dirlo.
"Senti, ho visto Fede in giardino! Si vede che anche lui è emozionato! Che ne dici di andare da lui?"
"Sai cosa? In effetti hai ragione!" rispose Flor. Si alzò dal letto e indossò una vestaglia a fiori. Era troppo presto per il vestito azzurro, ma l'avrebbe indossato per camminare accanto a lui, al momento dello scambio delle promesse. Già se lo immaginava... loro due, mano nella mano, nel salotto di casa, con la loro fantastica famiglia al completo che li circondava, e dopo le promesse un'uscita di gruppo, destinazione Passaggio dei Baci, dove si narrava che un tempo una coppia di timidi ragazzi che però non potevano evitare di sentirsi l'un l'altra con un bacio, si nascondessero sempre lì. Certo, ad oggi non sarebbe più possibile nascondersi, perché il Passaggio dei Baci è sempre gremito di gente, ma se sei con la persona che ami ti viene il desiderio di baciarla quando sei lì, anche davanti ad altri.
Flor raggiunse rapidamente il giardino.
Lì vide il suo principe, in piedi vicino all'albero.
"Ehi! Hai preso a volare presto, angioletto!" disse Fede, sorridendole.
"Perché, tu no, ex Freezer?" chiese la ragazza di rimando.
"Sei nervosa?" le chiese Fede.
"Non sai quanto! Siamo così vicini al realizzare i nostri sogni che mi sembra quasi di poterli toccare!"
"Questo lo puoi fare anche adesso!" le disse lui.
"Davvero? E come?"
"Così." Lui chiuse gli occhi e le posò le mani ai lati del volto, percorrendone i contorni come se non li avesse mai visti prima. Lei si rilassò: quel tocco leggero le aveva sempre trasmesso un senso di protezione.
"Che fai?" gli chiese Flor.
"Ti sento" rispose lui. "Ti ho sempre vista, ma non sono mai riuscito davvero a sentirti, ed è quello che voglio fare. Solo se me lo permetti, naturalmente."
"Beh, allora lo voglio fare anch'io..."
E detto questo Flor chiuse gli occhi. Tese le mani verso il volto di lui e lo sfiorò dolcemente. Quell'accenno di barba che tanto le piaceva era di nuovo presente e lei vi tornava spesso. Improvvisamente, però, l'incanto s'interruppe.
"Ehi; Che ti prende, tesoro?"
Fede infatti aveva cambiato espressione: il suo viso era contratto e sofferente.
"N-non... non lo so..." rispose lui, portandosi una mano alla testa.
"Tesoro, vuoi dell'acqua... o... non so, cosa si usa per i mal di testa?"
Lui non ebbe il tempo di rispondere, perché fu assalito da un senso di nausea e vertigini e tre secondi dopo era crollato a terra, privo di sensi. Opera della strega, naturalmente.
"Fede! Fede, ti prego, dimmi qualcosa" disse agitata. Gli prese il braccio e sentì che il suo cuore batteva ancora. "Ehi! Ti prego, Fede, ti prego... non di nuovo, non dopo tutto quello che è successo!"
Come sorpreso da un richiamo, Fede scosse leggermente una mano e aprì lentamente gli occhi. Flor, con il cuore a mille, si avvicinò a lui e gli disse: "Amore mio! Stai bene?"
"Chi è lei, signorina?" Fede la guardò smarrito, ma Flor forse lo era di più.
Lui non la riconosceva. Lei non capiva più niente e provò un brivido quando il suo principe le chiese chi fosse. Cercò di mantenere la calma, ma prima che potesse dire qualcosa la strega gli disse: "Lei è la cameriera della casa!"
"Perché ha detto quella frase? Perché è vestita così?" chiese Fede.
Flor voleva dirgli la verità, ma la strega la bloccò e disse: "Lei chiama così le persone a cui tiene ed è vestita in quel modo perché oggi c'è la tua festa di fidanzamento con mia figlia."
"Non mi sento troppo bene" disse lui, "sarebbe meglio rimandare questa cosa."
"Va bene, caro, tranquillo" disse la strega, allontanandosi con un sorriso stampato in faccia.
"Come ti chiami?" chiese Fede.
La ragazza, trattenendo a stento le lacrime, disse: "Mi chiamo Florencia."
"È vero quello che ha detto quella donna che era qui poco fa, Florencia?"
La ragazza non sapeva che fare, non voleva confonderlo, ma dentro stava male al pensiero che l'avrebbe perso per sempre. Alla fine vinse il suo cuore e per amore di Fede lei decise di non smascherare la strega.
"Sì, signore! È tutto vero" gli disse.
Lui si accorse che la ragazza stava per piangere e le accarezzò dolcemente il viso.
"Perché stai così male, Flor?" chiese.
"No, niente, non si preoccupi" disse la ragazza, "sono solo un po' raffreddata. Sto bene, mi creda!"
Lui sapeva che c'era altro e apprezzava molto la dolcezza di quella ragazza, inoltre provava qualcosa di indescrivibile per lei. Era come se fossero legati a filo doppio.
Flor parlò con sua sorella di quello che era successo e Reina capì che stava molto male. Si avvicinò e la strinse forte a sé.
"E che cosa farai con la tua gravidanza adesso che gli hai detto questo, Flor?"
"Niente, non farò niente" rispose Flor tra i singhiozzi, "solo che tua madre ha fatto tornare le cose come stavano quando sono arrivata e mi sento male. È orribile, ma io non posso, non posso confondere Fede perché so che significa quando si perde la memoria, io lo so!"
"Sì, me lo ricordo bene." disse Reina.
"Florencia!" La voce della strega le giunse come uno schiaffo, ma la ragazza andò a vedere cosa le occorresse, come una brava Cenerentola, come diceva lei stessa.
"Mi dica, signora." disse a bassa voce.
"Oggi Fede non sta bene e dovresti essere tu ad occuparti di lui" disse la strega, "gli dirai quello che dico io!"
Flor scosse la testa. Non avrebbe detto altre bugie, meno che mai a Fede.
Si voltò a andò da lui, senza dare alla strega il tempo di ribattere o minacciarla in qualche modo.
"Ciao Flor" disse Fede, sorridendole.
"Salve signore. Ha bisogno di qualcosa?" La voce della ragazza era dolce e delicata e Fede sentiva che era un balsamo per la sua anima ascoltarla.
"Mi serve che resti qui" rispose dopo un po'.
"Sì, se le fa piacere resterò con lei."
Flor stava malissimo, ma non lo dava a vedere per quanto le era possibile. Fede, però, se ne accorgeva lo stesso, lo percepiva nel suo modo di guardare il pavimento, nella sua voce bassa e un po' tremante, e non poteva vederla triste. Qualcosa scattava in lui ogni volta che i suoi occhi incrociavano quelli di lei, ogni volta che sentiva quella voce.
Si alzò dal letto e si avvicinò a lei.
"Che ti succede, piccola? Qualcuno ti fa soffrire?"
"No, mi creda, non è niente, davvero!"
Flor faceva fatica a parlargli in quel modo distaccato, ma doveva farlo. Ora la strega aveva messo in piedi quella farsa e Flor doveva stare al gioco perché Fede non si confondesse troppo.
Ma avrebbe resistito a lungo nel farlo?
"Flor, io vorrei dirti una cosa, ma ho paura di farti soffrire" disse Fede.
"Non si preoccupi, può dirmi quello che vuole" disse Flor, trattenendo il pianto che le serrava la gola.
"Flor, io non credo fino in fondo alla persona che mi ha detto quelle cose."
"Cioè, lei sta dicendo che non crede di essere fidanzato con la figlia della signora?"
"Credo di esserlo stato una volta, ma quando ti vedo mi capita una cosa strana e bella allo stesso tempo, qualcosa che in realtà non riesco neanche a spiegare."
"Ah, d'accordo, capisco" disse Flor, "è normale che si senta così, ma vedrà che con il tempo tutto le sarà chiaro."
"Io preferirei che mi fosse chiaro ora" disse Fede stringendo a sé la ragazza.
"Lo so, capisco quello che prova" disse la ragazza ricambiando quell'abbraccio.
"Cosa intendi, Flor?" chiese il giovane guardandola con occhi dolcissimi e sentendosi più che mai vicino a lei.
"Anch'io una volta ho perso la memoria" disse la ragazza tranquillamente.
"Come ti è successo, Flor?" chiese lui senza smettere di guardarla negli occhi e stringerla.
"È una lunga storia, signore" rispose Flor, "sarà meglio parlarne in un altro momento, quando starà un po' meglio."
"Forse questa storia mi aiuterà" disse Fede, "ti prego, dimmi cos'è successo."
Flor iniziò a raccontare, timorosa di fargli del male, quindi non andò troppo nei particolari per non confonderlo ulteriormente.
"Mettiamola così: lei mi ha salvato la vita durante un incendio. Uno dei suoi fratelli era in pericolo, io l'ho seguito e... beh, ci siamo trovati in pericolo tutti e due. Vede, sono stata una brava cameriera, ma lei... sa, all'epoca era un po' rigido, ma trattava da pari a pari le persone che lavoravano per lei... e non mi avrebbe lasciata lì, in mezzo al fuoco."
Avrebbe voluto dargli del tu e dirgli: "Mi hai detto: "Ti porterò via di qui, amore.", ma non osò dirlo.
"Flor, io ricordo che c'erano dei bambini qui, è vero?"
"Sì, è vero, ma la prego, lasci che li prepari prima di farglieli rivedere."
"Hai un cuore d'oro, piccola Flor."
Lei non avrebbe voluto farlo, ma le sfuggì una frase: "Lei mi chiama così molto spesso, signore."
"Davvero?"
"Sì..."
"E a te dispiace?"
"No, per niente! Beh, ora... ora vado" balbettò lei, lasciando la stanza e andando a cercare i bambini.
"Flor, i ragazzi ti aspettano" disse Reina. "Sono nella Playroom."
"Sei un tesoro" disse Flor dolcemente.
"Flor, ci dovevi parlare?" chiese Roberta.
"Sì, piccolina. Vi devo parlare" disse la ragazza sedendosi accanto a loro.
"Cos'è successo? Perché non abbiamo più visto Fede?"
"Ragazzi, vedete... c'è stato un imprevisto" cominciò Flor, cercando di trovare le parole migliori per spiegare ai suoi ragazzi cos'era successo.
"Come sta? Come sta?" I ragazzi erano agitati, ogni volta che si sentivano dire questo sentivano che c'era un serio pericolo.
"Bambini, non vi agitate, vi supplico."
Reina cercò di aiutare sua sorella.
"Bambini, non vi preoccupate, Fede sta bene, ma dobbiamo andare piano con le informazioni che gli daremo."
"Quali informazioni? In che senso?" chiese Dominick.
"Vedete, adesso Fede sta come stavo io dopo l'incendio, ve lo ricordate? Gli hanno detto cose non vere, ma ora non dobbiamo dargli altre informazioni o finiremo per confonderlo."
Per quanto Flor fosse stata attenta delle lacrime rigarono i volti dei ragazzi, facendoli impallidire poco per volta.
"No, no, bambini, non dovete piangere, per favore! Lui adesso ha tanto bisogno di affetto, comprensione."
"Flor ha ragione." disse Reina. "Fede ha bisogno del vostro calore, bambini!"
"Che cosa gli è stato detto?" chiesero i ragazzi.
Flor si portò le mani sul cuore e spiegò ai ragazzi cos'era successo.
"Vi prego, ragazzi, non fate nulla! Vi prego! Mi promettete che non cercherete di dirgli la verità per ora?"
"Sì, ma perché hai deciso di agire così e perché non vuoi che cerchiamo di dire la verità a Fede?" chiesero i ragazzi.
"Perché io so cosa significa quando ti vengono dette più cose insieme, quando non hai ricordi e non sai a chi credere. Purtroppo questa cosa crea confusione, lui deve arrivarci da sé, piano piano."
"Non possiamo aiutarlo almeno un poco?"
"Sì, ma aspettate che sia lui a farvi domande, non ditegli tutto d'improvviso. Staate tranquilli. Andrà tutto bene."
Flor accompagnò i ragazzi da Fede e furono rifatte le prasentazioni. A poco a poco Fede recuperò tutti i nomi dei suoi familiari e iniziò a fare domande.
"Brava 'flor!" disse la strega alzando il tono e ridendo in modo incontrollato.
"Ascolta, abbassa la voce, io lo sto facendo per Fede, non per te, è chiaro? Quindi vedi di collaborare per non far crollare l'orribile castello che hai creato!"
Fede aveva sentito le parole della strega e si era fermato ad ascoltare la conversazione.
"Senti, ragazzina: fincbé io starò qui non ti permetterò di abbindolare l'uomo di mia fiflia!"
"Non è un oggetto, non è di nessuno! Quando starà meglio sarv lui a decidere con chi stare. Magari ce l'avrà con me quando scoprirà che Reina non è la sua ragazza e che io ti ho retto il gioco, ma l'avrà deciso lui, non tu, strega!"
Questa volta, però, Fede non ce l'aveva con Flor e tentò di trattenere la rabbia per evitare un'altra mossa della strega.
Andò via e si sedette sotto l'albero di Flor, sentendo che solo là avrebbe potuto trovare un po' di conforto per le cose che stavano accadendo.
"Lei stava male per questo!" si diceva.
Reina si avvicinò a Fede e andò ad abbracciarlo.
"Fede, io..." cominciò timidamente la ragazza. "Perdonami. Ti prego, Fede."
"Si vede che sei una brava ragazza!" le disse lui con dolcezza. "Tranquilla, è tutto a posto!"
"Non è vero! Io sono un mostro, Fede! Ne ho fatte tante nella mia vita, ne ho fatte troppe, e ora ne sto pagando le conseguenze, capisci? È giusto così!"
Lui non capiva, ma strinse forte a sé quella ragazza per offrirle un po' di conforto... come amico, naturalmente.
"Perché dici di essere malvagia, Reina?"
"Perché in passato io ero come quella donna. L'unica cosa vera che ha detto è che sono sua figlia" disse la ragazza.
"Tu sei diversa!" insisteva il giovane.
"Non è vero! Prima ero uguale a lei!"
"Come eri uguale a lei, Reina?"
"Perché ho fatto cose orribili, Fede!"
"Ti va di parlarmene, Reina?"
La ragazza non voleva confonderlo, ma sentiva di dovergli raccontare ogni cosa per confidarsi, quindi gli disse tutto.
Fede non provò disappunto verso di lei.
Al contrario: la considerava ancora più nobile per come si era comportata dopo.
Poco dopo uscì Flor. Vide da lontano Fede sotto il suo albero e gli corse incontro.
"Flor, che bello vederti!" disse Fede.
"Mi fa piacere trovarla qui" disse lei.
"Mi racconteresti la storia dell'albero che è qui?"
"Vede, quando sono arrivata ho deciso di restare qui e ho sotterrato questa."
Flor tirò fuori la noce dalla tasca e la mise nella mano di Fede.
"Quest'albero è nato dalla noce che dopo poco tempo è tornata da me e adesso siamo un'unica cosa." disse la ragazza.
"Quindi questa noce conta molto per te" disse Fede, facendo l'atto di ridarla alla ragazza.
"No, no, la tenga lei" disse Flor, "le sarà utile per stare meglio, si fidi! Era di mia madre, sa? E visto che conta tanto per me, vorrei che la tenesse lei."
"Non darmi del lei, Flor. So tutto."
Flor si avvicinò a lui e scoppiò in lacrime.
"Ti prego, perdonami" sussurrò ttra un singhiozzo e l'altro.
Lui le si avvicinò, la strinse in un abbraccio e la baciò sulle labbra.
"Sei tu!" esclamò, raggiante. "Sei sempre stata tu!"
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