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(23: Si fa qualunque cosa per amore)

La strega aveva rapito i ragazzi e li aveva incatenati. Dominick era riuscita a chiamare casa, ma era stata scoperta.
"E adesso chissà quanddo usciremo?" disse Dominick. "Perdonatemi ragazzi."
"Sei stata coraggiosa, invece" disse Roberta.
"Non è servito a niente!" Dominick era molto triste al pensiero di aver fatto un tentativo "inutile" di liberare tutti loro dalle grinfie della strega.
"Ragazzi, aspettate! Non serve a niente tirare le catene, l'ho imparato da Flor!" disse Roberta. "Calmatevi!"
Detto questo si concentrò intensamente e sussurrò: "Scioglietevi, per piacere!"
"Ma che stai facendo?" chiese Thomas.
"Fidatevi di me" rispose Roberta.
Infatti le catene che stringevano Roberta si sciolsero lentamente e si ammassarono sul pavimento della piccola cella. Roberta cadde a faccia in giù e si trovò a poca distanza dalle catene.
"Ti sei fatta male, Roberta?" chiese Thomas, cercando di allungare il collo.
Roberta si alzò. "No, stai tranquillo" disse avvicinandosi a Thomas per slegarlo. "Ora ti libero."
Era indolenzita, ma riuscì a liberarlo.
"Ecco, ora sei libero!" disse. "Vieni, andiamo a liberare gli altri."
Thomas prese per mano Roberta e ognuno si avvicinò a uno dei ragazzi.
"C'è andata di mezzo anche Pas che non c'entra niente" disse Dominick. Tutti e cinque si presero per mano e si avvicinarono gli uni agli altri: dovevano assolutamenteorganizzare una fuga
"È tutto chiuso! Non possiamo uscire!" esclamò Roberta, che stava per crollare, quindi Thomas le strinse la mano e disse: "Ti giuro che usciremo di qui, Roberta!"
I ragazzi trasalirono nel sentire un colpo, ma alla paura fu sostituita la sorpresa quando videro... Reina!
"Cosa? Come ci sei riuscita, Reina?"
"Questo non importa, ragazzi! Adesso vi aiuto ad uscire, ma dovete stare calmi e fare meno rumore che potete. Vi prometto che andrà tutto bene."
"Oh no! Guardate chi sta arrivando!" esclamò Martin.
"Mettetevi qui e non fate il minimo rumore bambini, promesso?" disse Reina.
Li fece nascondere dietro di sé e fece in modo che i ragazzi sembrassero ancora incatenati per poi rendersi invisibile.
"Vedo che avete intenzione di obbedire" disse la strega con tono sarcastico.
"Sì, ma per favore, lasciaci tornare a casa, dalla nostra famiglia!" supplicò Pas.
"Potete scordarvelo!" disse la strega.
Uscì dalla cella sbattendo la porticina e lasciò i ragazzi soli e terrorizzati.
"E Flor? Non siamo riusciti nemmeno a dirle che siamo qui" disse Dominick.
"Tranquilli, a questo penso io" disse Reina, "in un modo che mia madre non se usare! State tranquilli!"
Reina si concentrò e contattò Flor con la telepatia, cercando di non usare troppe energie. Si sentì debole ma continuò ad insistere finché non sentì la voce di sua sorella.
"Sei Reina, vero?"
"Sì, Flor, sono io. Sono con i ragazzi."
"I ragazzi? Cos'è successo, dove siete? Verremo a prendervi!"
"Non farlo, Flor! È troppo pericoloso che voi veniate qui."
"Siete con la strega? Vi ha fatto del male?"
"No, stiamo bene, ma lei ha preso i ragazzi e non sa che io sono con loro."
"Come non lo sa? Come hai fatto? Stai male, come ti senti?"
"No, tranquilla, io sto bene. Stiamo cercando l'uscita e presto ritorneremo."
Il contatto fu interrotto, la poveretta era stremata e non riusciva a proseguire, non aveva potuto dire altro.
"Che cos'hai, ti senti male?" Roberta si avvicinò alla ragazza che stava per crollare all'indietro.
La strega tornò nella cella e si accorse che tutti la guardavano in modo strano, in modo particolare Roberta.
"Non provi a slegarti, mocciosa?"
"Che t'importa? Cos'altro vuoi, eh?"
"Perché reagisci così, ragazzina?"
"Non ci arrivi, strega? Voglio tornare a stare con la mia famiglia, è chiaro?"
"Con la tua famiglia?" La strega si scagliò contro Roberta strappandole via le catene e gettandola per terra. "Ora la tua Flor non è qui per proteggerti. Né te né gli altri. E siete tutti miei. Per Sempre! Non ci tornerete più, a casa!" E scoppiò in una risata.
Flor riuscì a vedere tutto questo in un sogno. Si era concentrata fino in fondo e aveva visto tutto. Ma di colpo le vennero a mancare le forze e perse il controllo della sua mente. Disperata si gettò di lato e rischiò di battere la testa.
"Flor! Flor, svegliati! Flor!" Fede era accanto a lei e la prese per un braccio perché non cadesse.
"Fede... Li ho visti... Li ho visti!"
"Chi hai visto?"
"C'erano i ragazzi, erano legati. Dopo il contatto con Reina ho cercato di concentrarmi e mi sono addormentata. Ho visto i ragazzi. Li aveva portati via. Reina era con loro ma la strega non la vedeva e all'improvviso ha colpito Roberta al viso, quella maledetta..."
"Ora devi recuperare le forze, Flor."
"Come faccio a stare qui se penso che i ragazzi sono con la strega che sta facendo loro chissà cosa?"
"Stai calma, così non otterrai niente."
"Non posso lasciarli con lei!"
"Non ho detto di lasciarli alla strega. Solo non così, adesso che sei senza forze, non otterresti niente, piccola."
"Non posso aspettare troppo, non voglio aspettare, ho paura! Cosa succederebbe se la strega facesse qualcosa a uno di loro?"
Flor tentò di alzarsi, ma crollò subito dopo e lui la prese al volo.
"Com'era il posto in cui li hai visti?"
"Era come quello dove ho trovato Roberta. Era una cella, una piccola cella quadrata, tutta scura. I ragazzi erano incatenati ad una parete, tutti attaccati con... delle catene bianche... erano catene stregate."
"Il rifugio!" esclamò lui, illuminandosi.
"Sì, il rifugio!"
"Come sai che le catene erano stregate, Flor?"
"Quelle catene la strega le aveva usate anche con me. Sono difficili da distruggere!"
"Oh santo cielo, ora capisco perché sei così preoccupata."
"Non ho neanche la forza di alzarmi, mi sento debole, come posso raggiungerli?"
"Nel caso ci andrò io."
"E se ti accadesse qualcosa?" chiese lei, sempre più tesa.
Lui si chinò sulla ragazza e la baciò sulla fronte. "Non fare così, ti prego" disse con dolcezza, "loro sono forti ed ora sono con Reina. Ma ci dobbiamo sbrigare a trovarli, e io ho bisogno che tu resti con me, piccola."
"Sì, ma io ho sentito la sua voce nella mia mente... era così debole! Spero... spero solo che non le sia ritornata la febbre. Poco fa stava malissimo e anche se era ancora debole è andata alla ricerca dei ragazzi, santo cielo!"
Le parve di sentire la voce della strega che diceva: "Non rivedrai mai più i tuoi ragazzi, Flor!"
Flor era caduta in una specie di trance e nel sentire quella voce cominciò a agitarsi.
"Non li vedrai mai più, piccolo cardo!"
"No, no! Questo no! Lasciali andare!"
"FLOR,APRI GLI OCCHI, TI PREGO!" gridò lui, disperato.
Fede scosse la ragazza per un braccio.
"Flor! Flor, ti prego, resta con me... dimmi qualcosa!!"
"Vuole che restino con lei!"
"Cosa hai visto, Flor? Chi ti ha parlato?"
"La strega! Ha detto che non vedrò mai più i ragazzi!"
"E perché lo dice a te?"
"Perché sono debole!"
"Tu non sei debole, sei stremata, non è lo stesso! Ma così ti farai del male!"
"Lei mi diceva questo e io sentivo le loro voci, mi sono sentita sprofondare!"
"Cerca di calmarti. Guardami: i ragazzi non avrebbero mai gridato sapendo che lei voleva parlare con te."
Flor era molto agitata, quindi Fede la prese per mano e le disse: "E se provassimo a parlare direttamente con i ragazzi o con Reina?"
"Va bene" disse Flor, stringendo la mano di lui. Entrambi si concentrarono, si concentrarono a fondo, finché non venne loro mal di testa, ma insistettero finché non sentirono la voce di Reina.
La voce della ragazza era debolissima, ma lei voleva parlare con loro. "Fede! Flor! Come state?"
"Noi stiamo bene, ma voi? La strega... cioè, tua madre vi ha fatto qualcosa?"
"No, stiamo bene, siamo solo rinchiusi, ma... Flor, è successo qualcosa? Hai la voce molto agitata."
"No, niente Reina, sto bene, davvero."
"Flor... Fede... Non voglio che stiate in pensiero, ma non so, non mi sento bene..."
In quel momento sentirono un colpo e il contatto con Reina si spezzò di nuovo.
"Oh santo cielo! Che cosa è successo?"
"Ricordi dov'era il posto, Flor?"
"Sì, lo ricordo." Flor tracciò con le dita un percorso nell'aria, Fede lo guardò con attenzione, poi lasciò precipitosamente la casa.
Il contatto con Reina si era interrotto perché la ragazza aveva perso conoscenza. Thomas, Martin, Roberta, Dominick e Pas si radunarono intorno a lei, cercando disperatamente di rianimarla, ma non ottennero risultati.
"Vi rendete conto? È venuta con la febbre altissima fin qui e ora sta molto male." Thomas si avvicinò e prese la ragazza per mano. Quella mano scottava, vibrava e il polso batteva fortissimo.
"È così debole, poverina" disse Roberta. "Lei ha fatto l'impossibile per farci uscire, ma non ha potuto farlo..."
"Ragazzi, c'è bisogno di qualcosa per coprirla" disse Dominick.
Sentirono battere nuovamente la porta.
Fede era tornato fantasma per entrare.
Si strappò un grosso lembo del lenzuolo e vi coprì la ragazza, febbricitante, i ragazzi all'inizio non potevano vederlo ma potevano sentire la sua voce. "Ragazzi, tranquilli, sono io!" disse.
"Fede!" I ragazzi non potevano credere che fosse riuscito ad entrare. Corsero verso di lui per abbracciarlo, ma Fede li trattenne. "State attenti, non fate rumore, è pericoloso!"
"Come hai fatto ad entrare, Fede?"
"Devo imparare ad attraversare i muri."
"Non capisco. Che vuoi dire, Fede?"
"Voglio dire che posso diventare fantasma da quando ho avuto l'incidente, ragazzi. Ma ora dovete stare calmi..."
"Come facciamo a curarla, Fede?"
"Prima di tutto dobbiamo farla uscire."
"È tutto chiuso, Fede, come facciamo?"
"In qualche modo faremo, ma ora calmatevi, ragazzi! Così daremo soddisfazione alla strega!"
I ragazzi si radunarono intorno a lui.
"Come sta Flor?"
"Flor... è terrorizzata" rispose Fede.
"Più siamo meglio è" disse a un certo punto Pas avvicinandosi a Reina. Tutti loro coprirono la ragazza perché non soffrisse il freddo e perché la strega non si accorgesse di niente. Ma di colpo la barriera protettiva sulle loro teste iniziò a cedere.
La strega vide sua figlia, vulnerabile, quindi si avvicinò per colpirla, ma Fede le sbarrò la strada. "Non provare a toccarla, altrimenti ti distruggo!"
"E da quando fai il paladino della giustizia? Poi come hai fatto a entrare qui dentro, me lo spieghi?"
"Che t'importa? Hai preso i ragazzi e l'ultima cosa che meriti è una spiegazione su come ho fatto ad entrare, hai capito?"
La strega si scagliò contro quel corpo inerme e cercò di colpire il volto della figlia, ma lui la prese per un braccio.
"Ti ho detto che non la devi toccare!"
Reina aprì gli occhi e con una voce esile e delicata disse: "Lasciala fare, preferisco che colpisca me che voi."
"Non dire queste cose, Reina" disse Fede. "Non dirlo neanche per scherzo!"
La strega tentò di colpire i ragazzi, ma sua figlia si spostò bruscamente con le poche forze che aveva e incassò il colpo.
"Ma brava, tu metti a repentaglio la tua stessa vita per questi mocciosi!"
"Loro... l-loro sono... l-la mia vita!"
La strega alzò una mano, ma Roberta, il bersaglio più vicino, l'afferrò per il braccio e la trattenne.
"Certo che sei coraggiosa, Roberta, si vede!"
"Ma allora sei matta sul serio? Ti ho già detto che voglio tornare a casa, mi hai capito?"
"Roberta, calmati!" Fede le strinse la mano per tranquillizzarla, si fece avanti e cercò di proteggerla. "Mettiti dietro il paravento e non muoverti di lì."
Infatti nella stanza c'era un paravento.
Flor era caduta in uno stato di trance.
Si era concentrata per vedere i ragazzi attraverso un sogno e più guardava più sentiva il desiderio di piangere e gridare con tutta la forza che aveva nel corpo. Di colpo cominciò ad agitarsi in modo spasmodico, le prese un accesso di tosse e cominciò a gridare: "Noooooo!"
"Flor, Flor, svegliati!" Nico e Bella corsero nella stanza, videro la ragazza in quello stato e la scossero.
Flor aprì gli occhi e scoppiò in lacrime.
"Che ti succede, Flor? Perché gridavi in quel modo? Cos'è successo?"
"Sono tutti là, stanno lottando con quella vipera, li ho visti!"
La ragazza aveva le mani gelide, le guance sembravano fatte di ghiaccio per quanto erano fredde e bianche. Era scattata in piedi e le girava la testa, sentiva che nello stato in cui era da un momento all'altro avrebbe perso i sensi e sarebbe tornata dritta in ospedale.
"Mia sorella, il mio principe, i miei ragazzi, sono andati tutti là! Almeno voi non mi lasciate, non mi lasciate, vi scongiuro! Non voglio perdere anche voi!"
"Non perderai nessuno Flor, promesso!"
La ragazza cominciò a tremare in modo convulso, sentì di non riuscire più a reggersi sulle gambe e crollò per terra.
Tutto il suo corpo cominciò a gelare, ma lei, non sapendo da dove avesse preso la forza, si alzò barcollante.
"Ho bisogno di andare da loro" disse in lacrime. "Devo vederli, devo vederli!"
"Ridotta così non puoi farlo, Flor! Sei molto agitata e non hai forze. Non arriverai lontano in questo stato!"
Reina, nel frattempo, aveva respinto sua madre e aveva scoperto quello che la sorella voleva fare.
"Dobbiamo trovare un'uscita" disse con il respiro agitato a causa della febbre.
Tutti si strinsero attorno a lei e cercarono di curarla, ma non sapevano proprio come fare. Stavano molto male.
"Flor... Flor sta male. Flor..."
"Stai calma, stai calma." disse Fede.
Ma mentre glielo diceva due mostri andarono verso la povera ragazza, la sollevarono di peso e la portarono via.
"No, per favore, fermatevi, vi prego!" gridò Dominick.
Tutti gridavano e correvano verso i due scagnozzi della strega, ma non fecero in tempo.
Fede provò a raggiungerla da fantasma, e nonostante questo lo rendesse più rapido, a un certo punto la perse di vista.
"Niente." disse accasciandosi a terra.
I ragazzi si riunirono attorno a Fede.
"L'hanno portata via! L'hanno portata dalla strega e lei è debole, non può difendersi!" disse Roberta, agitata.
"Sì, ma per liberarla prima dobbiamo uscire da qui" le disse Martin. "E poi non sappiamo neanche dov'è!"
Reina fu condotta in un portale dove, nello stato in cui era, sarebbe stata in un pericolo costante e i mostri che l'avevano portata via la lasciarono lì.
"Tra poco verrà qualcuno a farti un po' di compagnia, Reina!" disse la strega.
Flor era disperata. Voleva sapere come stavano i ragazzi, sua sorella e Fede.
Infatti la strega approfittò di questo, perché d'improvviso una porta apparve davanti a Flor.
Decise che non aveva nulla da perdere e attraversò il passaggio, ben decisa a conoscere la verità.
Di colpo sentì delle foglie spostarsi.
Corse in quella direzione e qualcuno la prese per un braccio e la trascinò per terra. Era uno dei guardiani che aveva preso sua sorella. Aveva una forma di serpente, ma non arrivava a coprirle tutto il corpo.
"Si può sapere cosa vuoi?" chiese Flor, che aveva ritrovato la sua forza.
"Voglio portarti da tua sorella, cara."
"Mia sorella? Che cosa le hai fatto?"
"Io niente, ma chi ti dice che stia bene?"
"Che diavolo le hai fatto? Parla! Che cosa le hai fatto? Dov'è mia sorella?"
Si udì un altro movimento e Reina, nonostante la febbre, si alzò e si trascinò a fatica verso sua sorella per liberarla da quella morsa che la bloccava per terra.
"No Reina, non lo fare, è pericoloso!"
"Lasciala stare, maledetto! Lasciala!"
Il serpente strinse la morsa. Reina si avvicinò a Flor, aveva le guance rosse per la febbre, ma non le importava, voleva solo aiutare sua sorella.
"Stai ferma Flor, adesso ti libero" le disse afferrando il corpo di quella creatura e stringendolo così forte da farle allentare la presa sulle caviglie di Flor. Lei continuò a stringere finché Flor non fu in grado di liberarsi dalla morsa. Poi fu Flor ad afferrare la mano della sorella e portarla al sicuro dietro un albero.
"Come ti senti?"
"Un po' debole, ma sto bene" rispose la ragazza mettendosi a sedere per terra.
"Come sei arrivata qui? Ti ha portata quel guardiano, Reina?"
"Esatto! Quello che mi preoccupa sono gli altri, ho paura che succeda qualcosa di grave a qualcuno di loro!"
Flor si distese per terra. Aveva una fitta al ventre.
"Flor, cos'hai? Che ti prende? Flor!"
"Mi fa male qua" disse Flor con le lacrime agli occhi.
"Metti qui la testa" disse stendendosi accanto a lei e mettendole una mano dietro la testa perché stesse più comoda. Non si mosse da quella posizione finché non vide il volto di sua sorella rilassarsi.
"Grazie." disse Flor tra i singhiozzi.
"È questo che fanno le sorelle, Flor."
"Ho tanta paura che la strega ci chiuda qui dentro per sempre!"
"Flor..." Flor non poteva evitare di piangere, anche se non voleva. Reina si sentiva male fuori e dentro, ma vedeva sua sorella così fragile in quel momento che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di proteggerla.
"Non ti posso vedere così, tesoro mio!"
"Ho paura. Fede e i ragazzi sono ancora lontani, io sto male, tu stai male: come faremo a tornare a casa? Io voglio tornare a casa. Io..."
"Hai ragione, hai ragione! Ti prometto che torneremo a casa, te lo prometto!"
"Ti sto dando solo problemi! Problemi, problemi e ancora problemi, Reina! Tu hai la febbre eppure mi fai coraggio."
"Ehi! Tu mi hai accolta nella tua famiglia a braccia aperte, con piena fiducia. Per me questo conta molto e se posso aiutarti lo faccio con molto piacere. Perdonami se ti ho chiamata piccolo cardo, se ti ho mentito, mi dispiace tantissimo."
Le due ragazze si avvicinarono e si strinsero in un abbraccio che solo due sorelle vere, di cuore, riescono a dare.
"Dobbiamo trovare il modo per andarcene da qui il prima possibile" disse Flor.
Le due sorelle si presero per mano e si incamminarono verso una direzione che Flor aveva ricordato di aver percorso all'andata. Camminarono a lungo, senza mai separarsi, guardandosi l'un l'altra.
Di colpo sentirono un rumore alle loro spalle e trasalirono, terrorizzate. Si voltarono contemporaneamente, senza mai lasciarsi la mano, perché in quel posto le strette di mano le proteggevano. Ma si tranquillizzarono nel vedere che si trattava di Sofia. I loro cuori battevano all'impazzata e Flor e Reina corsero verso la loro sorella.
"Ha portato qui anche te, Sofia?" le domandò Flor, preoccupata.
"Non lo so. Ricordo di aver visto una sagoma bianca, poi mi sono trovata qui."
"Vieni!" disse Flor porgendole l'altra mano, "Così anche tu sarai protetta."
"Come facciamo ad uscire di qui, ragazze?" chiese Sofia.
"Non lo so. Dobbiamo restare unite, non dobbiamo mai separarci, questa è l'unica cosa che so!"
Tutt'e tre ripresero il loro cammino ma di colpo una voce familiare ma sgradita le fece sussultare e stringere tra di loro. Non cercarono neanche di capire chi fosse.
"Bene, bene... Le tre sorelline tutte insieme! Quanto siete carine, ragazze!"
Le tre ragazze si congelarono per il terrore e i loro cuori presero a battere tutti insieme, si sentivano prese sotto tiro.

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