Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

(22: L'amore di una sorella)

La strega e Reina s'incontrarono quella notte stessa, in mezzo ad un bosco. Era una notte tranquilla, niente pioggia né luci accecanti. Niente. Erano i cuori delle due donne ad essere in tempesta. La strega le aveva lasciato un biglietto nel quale le chiedeva d'incontrarsi in quel boschetto a mezzanotte in punto.
"Non volevi che ti dicessi cosa volevo a viso aperto, senza telefoni o schermi? Beh, eccomi qui. La prima cosa che ho intenzione di fare è..." La strega le sferrò un colpo a una guancia, la ferì e la rese sempre più debole. Nonostante tutto la ragazza continuò a resistere e, con le ultime forze, creò una barriera protettiva intorno alla casa, pur trovandosi a distanza, usando la bacchetta in modo che nessuno si facesse male. Poi, quando la strega la lasciò da sola, la ragazza crollò a terra.
Nel frattempo, all'ospedale, Flor aveva riaperto gli occhi ed era agitata.
C'erano Fede e Sofia accanto a lei.
Le prime parole che disse furono: "E Reina?"
"Non lo so" disse Sofia.
"Quando è venuta qui era molto agitata" disse Fede. "Non so perché, ma quando l'ho vista... Non lo so, mi è sembrata molto strana."
"Strana come? Che è successo, Fede?"
"Ferma, ferma! Prima di alzarti lascia che la dottoressa ti visiti, hai rischiato molto."
"Sì, ma spero che mi facciano uscire."
Fede non sapeva se far nascere in lei la speranza che quell'aborto in realtà non ci fosse mai stato.
La dottoressa entrò, le fece una visita accurata e dopo mezz'ora si pronunciò: "Cara, non ho la più pallida idea di come sia possibile, ma tu sei un miracolo vivente! Ti sei ripresa perfettamente!"
Le rivolse un sorriso e aggiunse che se Flor l'avesse voluto, avrebbero potuto dimetterla anche il giorno stesso, e lei acconsentì. Appena la ragazza fu dimessa si gettò in una ricerca disperata di sua sorella. Quando la trovò la vide con gli occhi chiusi, sdraiata per terra e con una ferita su una guancia. Tentò di prenderle la mano per scuoterla, ma lei era lì, incapace di reagire.
"Che ti prende, Reina? Che cos'hai?"
La ragazza aprì gli occhi, ma la sua voce era fioca. Forse anche troppo.
"Flor..." Quel sussurro fece tremare la ragazza che provò un tremendo panico.
"Cosa? Che cosa senti? Dove ti fa male?"
"La testa. Mi scoppia la testa, Flor" disse la ragazza, cercando di alzarsi.
"Qui?" Flor le portò una mano sulla fronte e cominciò a tremare quando lo fece. "È qui che ti fa male... vero?"
"Sì..." Lei riprovò a mettersi seduta.
"Ferma, ferma, stai giù" disse Flor, senza toglierle la mano dalla fronte. "Sei febbricitante."
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Mentre ero svenuta ho visto la lotta che hai ingaggiato contro tua madre e mi sono lasciata guidare dal mio istinto."
Cercò di tirarle su la testa, ma non ce la fece, anche lei era un po' debole.
"Non ce la faccio! Devo cercare aiuto" disse la ragazza, agitando la mano verso una persona. Si girò e vide Bella.
"Flor, ti sei ripresa?"
"Sì, però... però..." Flor spostò leggermente la mano perché Bella vedesse il rossore del viso della povera ragazza.
"Ci penso io. Tu stai attenta, Flor, sei ancora debole" si raccomandò Bella.
Riuscirono a mettersi in attività e Flor e Bella riuscirono a raggiungere gli altri.
"Aspetta, aspetta" disse Flor portando la sorella sotto il suo albero. "Forse qui starai un po' meglio. Tranquilla."
Flor prese una foglia dall'albero, la staccò piano piano e la posò sulla testa della sorella.
"Non so cos'altro fare" disse, "ti assicuro che non lo so."
"Non metterti in pericolo come hai fatto l'altra volta" disse lei con voce fioca. "Rischiano anche i tuoi figli."
"Cosa?" La ragazza disse quella parola con una voce quasi impercettibile e Reina le prese la mano e la strinse con tutte le sue forze.
"Tu non hai perso i tuoi figli" disse con le poche forze che le restavano per parlare. Avvicinò come poté il suo viso a quello della sorella e le diede un delicato bacio sulla guancia.
"Ora sei tu a fare coraggio a me" disse Flor.
Reina cercò di contattarla con la mente perché non aveva più la forza sufficiente per parlare.
"Lo faccio perché tu lo meriti, Flor."
"Se vuoi farmi un regalo, Reina... Ti prego, non te ne andare, non voglio perderti di nuovo!"
Flor provò una stretta al cuore nel vedere come Reina cercava di alzarsi.
"No, no, lascia stare!" disse. "Sei molto debole, non devi sforzarti!"
Reina non si muoveva, bruciava di febbre e non aveva la forza di parlare.
Flor scoppiò in lacrime, le si avvicinò e la strinse forte a sé, sperando che un piccolo gesto potesse almeno darle un po' di coraggio.
Anche Fede si avvicinò alle ragazze.
"Stai tranquilla" disse rivolto a Flor, "vedrai che Reina si riprenderà presto."
"Ho tanta paura" disse la ragazza, "lei sta delirando e ho paura che la strega faccia qualcosa mentre sta così. Ho paura che possa succederle qualcosa."
"Fidati di me, Flor" disse lui. "Tua sorella è forte e riuscirà a riprendersi molto presto. Te lo prometto. Però è meglio toglierle questo, nonostante lei sia buona questo coso è intriso di malvagità e può essere molto pericoloso. Mettiamolo sulla casa, almeno potremo tenere lontana la strega per un po'."
Flor toccò il braccialetto che Reina aveva al polso, glielo tolse e percepì una strana energia, da una parte c'era il male della strega, dall'altra il bene che aveva fatto Reina. Strinse quel bbraccialetto fino a farne uscire un liquido bianco, il male aveva perso la sua potenza all'interno del braccialetto e il liquido bianco si sparse sul volto della povera Reina, dandole un po' di forza.
"Per favore fatine, aiutatemi" disse la povera Flor tra i singhiozzi.
"Sarà meglio portarla in casa... la metteremo in camera tua, se vuoi, Flor" disse Fede. Flor si limitò ad annuire e fece l'atto di sollevarla, ma Fede la fermò. "Ci penso io, tranquilla" disse, sollevando la ragazza come fosse una piuma e portandola in camera di Flor.
"Come sta?"
"Non è cambiato molto, per il momento."
"Oh santo cielo, che altro deve accadere ancora? Io non ne posso più!"
Flor scoppiò in un pianto che non la faceva quasi respirare, con singhiozzi, lacrime, sussulti e tutto. Era da molto tempo che avvertiva quell'orribile sensazione d'impotenza, ma non aveva mai detto a nessuno che si sentiva così. Ora che la situazione era esplosa del tutto trattenere il dolore per lei era diventato praticamente impossibile. Si gettò per terra, con il viso nascosto tra le mani, e continuò a versare lacrime silenziose, ma di sincero dolore per quello che vedeva, che le accadeva.
Reina era nel suo letto, a pochi passi da lei, con la mano destra sfiorava il ramo sporgente del suo albero, e come lei soffriva in silenzio, come se non se la sentisse di dire nulla nel vedere sua sorella in quello stato.
Quello che riuscì a fare fu afferrarle una mano e stringergliela forte, come per dimostrare che le sarebbe stata sempre accanto e avrebbe fatto di tutto per guarire ed aiutarla. In quel momento la ragazza sentiva di dover fare qualunque cosa potesse risollevare sua sorella perché la vedeva stremata dal dolore, dai continui imprevisti, da tutto quello che accadeva giorno dopo giorno nella loro famiglia e l'incubo di quel maledetto incidente che aveva portato tutto quel dolore era sempre lì.
Di colpo Flor avvertì un forte dolore.
Crollò a terra e si portò le mani sul ventre.
"Flor, che ti prende? Ehi! Piccola!"
Fede si chinò su di lei e la guardò.
"Qui. Sento dei colpi. Tanti colpi!"
"Permetti?"
"Va... va bene" balbettò lei, agitata.
Lui le appoggiò una mano sul ventre e quasi gli prese un colpo nel sentire dei calci all'interno del corpo della ragazza.
"Ma allora..." Fede quasi crollò all'fndietro per la sorpresa.
"Li senti? Loro sono ancora con noi."
"I nostri figli, Flor! I nostri figli sono ancora con noi!"
"Fede... tu lo sapevi?"
"Non proprio... la dottoressa ha detto di aver notato qualcosa, ma non volevo dirtelo perché non ero certo di niente."
Quell'istante di felicità contagiò Reina che riuscì a mettersi seduta.
Flor voleva alzarsi e correrle incontro, ma lo fece troppo in fretta cadendo svariate volte.
Ma nonostante quella gioia Flor e Fede si accorsero che qualcosa non andava: mancava qualcuno.
"Oh no, ragazzi! Dove sono i ragazzi?"
"Flor, cerca di calmarti. Resta con Reina, io vado a cercarli" disse Fede.
Flor si avvicinò alla sorella. Le mise una mano sulla fronte, la febbre stava lentamente diminuendo e Reina poco a poco stava riprendendo un po' di colore.
"Come ti senti? Ce la fai a parlare?"
"Flor... ho un presentimento orribile."
"Cosa? Che presentimento, Reina?"
"I ragazzi... I ragazzi..." Reina sollevò la testa, ma subito dopo crollò a terra e chiuse gli occhi. Flor sentì la mano di sua sorella congelare.
Delle gocce di sudore freddo imperlavano la fronte della poverina e dai suoi occhi scorreva uno strano liquido. Flor prese un fazzoletto e iniziò a tamponare gli occhi di Reina.
"Oh no! Perché non si sveglia?"
Flor si avvicinò a Reina e la strinse.
Ma mentre lo faceva, squillò il telefono e dall'altra parte Flor sentì una voce molto agitata, quella di... Dominick!
"Flor..." Quella voce era tremante e rotta dal pianto.
"Dominick... Dove sei, tesoro?"
"Non lo so, non... non..." Ma Dominick non riuscì a finire la frase: Flor udì un colpo secco e l'oggetto le sfuggì di mano. Il colpo secco le fece accapponare la pelle. Dov'erano finiti i ragazzi? Cos'era successo?
Reina se ne accorse nonostante lo svenimento e quando aprì gli occhi disse con voce fioca: "Non agitarti. Vedrai che i ragazzi staranno bene. Fidati."
"Come fai a saperlo?"
"Me l'ha detto il mio cuore, Flor."
"Cos'è successo? Cos'era quel colpo?"
Non ho mai capito per quale motivo, ma spesso, nelle situazioni di pericolo, le malattie passano in secondo piano, e quella circostanza non fu un'eccezione.
Infatti, nonostante non potesse rispondere a quella domanda, la povera Reina, sentendo che sua sorella aveva bisogno di lei, poco a poco recuperò le forze e si tirò su a sedere dicendo: "Ti voglio bene, Flor."
"Ti voglio bene, Reina." disse Flor.
Le ragazze si abbracciarono fortissimo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro