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164: Viaggio nel passato

"Amore, svegliati, per favore... amore, ti prego!"
I due giovani erano coperti di fuliggine... Flor stava cercando di depositare il corpo privo di sensi del suo principe su un punto del terreno più morbido.
Improvvisamente un anziano signore, un po' curvo, si avvicinò a loro.
"Che è successo, ragazza?" chiese con calma.
"Signore, mi aiuti, per favore! Sta male!" disse Flor, reprimendo le lacrime.
L'uomo si avvicinò: rimase in ascolto per qualche istante, gli tastò il viso coperto di polvere, il petto e le braccia.
"Non ti preoccupare, è solo svenuto. Ti aiuto. Verrete a casa mia, così potrò aiutarvi a ripulirvi, avrete un letto per la notte..."
"Oh, la mandano le fatine degli amori eterni, grazie!" esclamò Flor, mentre l'uomo l'aiutava a portare dentro Fede. Lui non parve stranito, alla parola "fatine": come se anche lui fosse dello stesso parere di Flor.
L'uomo si prese la premura di pulire il volto del giovane e quello della ragazza. "Non vi fa bene, respirare questa roba" disse. "Siediti qui vicino a lui, bambina mia... io vado a preparare qualcosa per te e per tuo marito... stai tranquilla, che si sveglia... ne ha passate di peggio, questo giovanotto!"
A casa si era scatenato il panico... tanto che tutti si parlavano sopra, continuando a chiedere: "Dove sono Flor e Fede? Che fine hanno fatto?"
I sette si scambiarono sguardi confusi, poi Massimo ricordò una cosa...
"L'incendio..."
"Sì, c'è stato un incendio, lo vediamo" rispose Franco. "Ma che c'entra?"
"Quella... quella strega... è tornata indietro, per recuperare i soldi... loro sono andati a prenderla... non volevano..."
"NOOOOOOOOOO!"
Thomas cacciò un urlo disperato e Franco lo prese in braccio, cercando di calmarlo... ma anche i gemellini si erano messi a gridare. Non era certo che avessero capito quelle parole, ma sentivano che i loro genitori erano in pericolo.
Fede, intanto, si ritrovò nel solito giardino.
"Perché sono qui? Che vuol dire?" chiese, preso dal panico. "È finita la mia missione? Devo tornare?"
"Ehi, ehi, ragazzo, tranquillo... niente panico" disse una voce.
"Gabriele..." disse piano Fede.
"Ascoltami: il Grande Capo ha detto che devo dirti la verità. Tu non sei mai morto, in realtà... era una prova. Tu eri in prova..."
"Che significa?" chiese lui.
"Tu... non hai mai visto tutto" disse l'angelo.
"Davvero?"
"Sì... non hai mai visto nessun altro fantasma, oltre a quelli che erano in prova."
"E quel tale in fila? E l'ecologista?" chiese Fede, sorpreso.
"Era una proiezione, l'ecologista. Anche la nursery era solo un gioco... era tutta una prova... dovevi combattere per tornare a casa."
"Quindi gli unici che ho visto veramente erano Margarita e i miei genitori!" disse lui, cominciando a capire.
"Esatto!" rispose l'angelo. "E lo sai perché sei svenuto?"
"Sinceramente... non ne ho la minima idea" gli rispose Fede.
"Ti faccio vedere una cosa" rispose l'angelo.
Fede vide la sua vecchia vita scorrere... ma all'indietro.
"Perché mi stai facendo vedere queste cose?" chiese il giovane.
"Perché... il Capo mi ha detto che potrai porre rimedio a tre errori della tua vecchia vita... solo tre, ma è sempre qualcosa. So che queste cose ti facevano molto male, ragazzo... quindi, appena arriverai all'errore che vuoi correggere, ti troverai a fare la tua stessa coscienza."
Il giovane non ebbe tempo di fare altre domande, perché si trovò letteralmente lanciato nel suo vecchio corpo. Al suo fianco, la vecchia Delfina, che protestava per un braccialetto.
Improvvisamente una pianta, mentre anche Flor scendeva le scale, cadde a terra.
"Oh, mi dispiace... forse questa pianta era un po' depressa, si sarà suicidata. Ma adesso pulisco tutto!" balbettò Flor.
Nico e Maya fecero per darle una mano, ma la strega maggiore rispose: "Non se ne parla! Deve farlo lei! È per questo che è pagata, no?"
"E reagisci, maledizione!" disse a se stesso, ovviamente non ad alta voce.
Afferrò la scopa dalle mani di Flor, che mosse qualche protesta. "Signore, non si preoc..."
"Ehi, tranquilla" la rassicurò lui, raccogliendo i resti della pianta. "Ah, ma guarda... a me non rispondi così, vero, madrina?"
"E-ehm... e-ecco..." balbettò la strega.
Non poté fare altro... fu sbalzato via da quel corpo e cominciò a girare su se stesso, come una trottola... fino a quando non vide se stesso fermo dietro la porta della stanza di Flor... e Maya e Matias, intenti a scambiarsi un bacio.
"FERMA! Feeepmaaaaa!"
E si ritrovò di nuovo nel suo corpo. Sentiva il calore eccessivo che aveva dentro, il calore della rabbia che gli bruciava il corpo.
"Non... ti azzardare!" disse rivolto a se stesso, sapendo bene cosa stava per succedere.
Questa volta lui non irruppe nella stanza dicendo a mezza bocca: "Cos'è questa storia?", perché il Freezer era trattenuto dal Fede attuale.
"Perché non entro? Quel maniaco si sta approfittando di..."
"Quel maniaco è il mio migliore amico, e non si sta approfittando di lei!"
Poi Maya e Matias lo videro lì, fermo sulla porta, bianco come uno straccio.
"Fe-Fede... t-ti posso...... spiegare..."
"Bravi! Bravi, ragazzi, ottima recitazione! Lei che ne dice, signor Freezer? È venuta bene, questa scena?" chiese Flor, irrompendo nella stanza.
"Scena? Di che parli?"
"Ma sì ,quella che... che sta.. a pagina 40 di un corto che... che voleva fare Nico... e, ecco, secondo me Matias e Maya l'hanno resa abbastanza bene, anche se non era troppo verosimile, c'è da dirlo..."
"Guardala ancora così e ti fulmino!" disse mentalmente a se stesso, vedendo che sulla sua stessa fronte si formava un cipiglio da far paura.
"Flor... v-vai dai... dairagazzi, per favore" disse, con un tono più gentile di quanto non fosse stato la prima volta.
"Che? Come...?"
"V-vai... ti prego, ehE tu, Maya, è meglio se vai con lei."
"Io? No, Fede, lasciami parlare, ti prego!"
"Sì... t-ti spiegherai, però ora va'!" disse lui, cercando di modellarsi un sorriso.
"Flor, io non voglio, non..."
"Piccola, vieni con me" disse Flor, prendendo la ragazza per un braccio e portandola fuori.
Il povero Fede doveva lottare contro il Freezer, che letteralmente scalciava per dire la sua, per gridare, alzare il fioretto e combattere contro il suo migliore amico.
"Fa' quello che vuoi, adesso... mandami dove ti pare... t-tanto io... non posso farci niente... non... spaccami la faccia, me lo merito!" disse l'avvocato, istintivamente. Fece un passo avanti, tremante ma deciso, e lo guardò negli occhi.
"Non ho intenzione di fare niente del genere" disse.
"E allora cosa? Che farai?"
Il giovane ci rifletté un po', poi trovò la forza di parlare.
"Tu le vuoi bene? Le vuoi bene davvero?" chiese il giovane, afferrando il braccio del suo migliore amico. Gli tremavano le mani, ma non fece forza.
"Che?" chiese lui, sorpreso.
"Ti ho chiesto se a lei ci tieni veramente" ripeté lui. "Se tieni a mia sorella... e se lei tiene a te, allora... per me va bene... ma se ti stai approfittando di lei, allora sì che ti spacco la faccia!" Il giovane stentava a parlare, perché il Freezer lo stava praticamente malmenando. "Lei è la mia sorellina... la mia piccola... e se tu la ami, io vi appoggerò. Ma falle versare una lacrima, una sola, e amico o no ti metto alla porta a calci!"
L'avvocato rimase decisamente spiazzato da quelle parole... e lo stesso Fede, finalmente, ebbe la sensazione che il suo corpo si rilassasse.
"Voglio fartela facile... perché te ne volevi andare in Germania?" chiese, istintivamente. Gli era apparso davanti agli occhi un flash di Flor che gli rivelava che "quando Matias voleva andarsene e ci dispiaceva tanto, era per Maya... per allontanarsi da lei..."
"Non potevo continuare a starle vicino... non così, ecco" rispose l'avvocato. "Non volevo far male a lei, a te... non volevo e basta."
"E perché non me l'hai detto?"
L'amico rimase in silenzio... e a quel punto il giovane gli lasciò il braccio.
"Per la maschera... per quello non me l'hai detto... per la maschera da orco, è vero? Perché mi hai visto reagire in quel modo quando ho letto quella benedetta lettera!" disse con tono pacato, anche se tremava in tutto il corpo. Quello, però, non dipendeva da un malcelato nervosismo, ma dal Freezer che prendeva letteralmente a spintoni il vero Fede, cercando di emergere.
"La verità? Avresti finito per farti convincere da qualcuno a mandarla in collegio, dopo questa... e credimi: tua sorella non ha bisogno di questo."
E Fede assestò al Freezer il colpo di grazia.
"Lo so che non ne ha bisogno... anzi: chiamala. Mandamela qui, così parliamo a quattr'occhi."
"Sì... sì, certo... v-va bene" disse Matias. Lasciò la camera, malfermo sulle gambe.
"Matias, allora? Sei tutto intero?" chiese Flor, preoccupata.
"Ehm... sì... credo... di sì."
"Cos'ha detto?"
"Beh... dice che... che vuole parlare con Maya." rispose, ancora incredulo, Matias.
"Bene. Piccola, ascolta: Matias è uscito tutto intero da camera mia: dev'essere un buon segno."
Maya, esitante, si avvicinò alla camera di Flor. Fede era ancora lì... un po' tremante, pallido, ma non sembrava arrabbiato come al solito.
"Sorellina, vieni!" disse gentilmente. Maya si fermò sulla porta, preoccupata. Non sapeva se fosse il caso di avvicinarsi. Fede si alzò, prese per mano la ragazza e la portò vicino al letto.
"Piccola... io... voglio farti una domanda, però mi devi dire una verità" le disse serio il giovane.
"S-sì" balbettò Maya, agitata.
"Dimmi... hai paura di me? Perché non mi hai detto niente di te... e di Matias?" chiese Fede, prendendo la mano della ragazza.
"È che... è che sei... sei molto rigido, su queste cose, capisci? Io ho avuto paura che... che ti arrabbiassi con me, con lui... e lui all'inizio non voleva nemmeno dirmi che provava qualcosa per me, o forse non lo provava... prima di decidere di partire... e io..." La voce della ragazza si ruppe in un pianto di nervosismo. "Io non riesco a parlarti... non so trovare un rapporto, io..."
E non riuscì più a parlare. Il giovane si alzò dal letto, prese le mani di sua sorella e le s'inginocchiò davanti. "Non volevo farti del male, amore mio... non volevo, credimi! Ti prego, adesso calmati."
Il Freezer era stato finalmente messo a tacere, mentre il vero Fede, quello comprensivo e affettuoso, coccolava la testa della sorellina. Maya rimase sorpresa da quel cambio di rotta, ma non si sottrasse all'abbraccio.
"Piccola... ho parlato con lui. Ti vuole bene. Te ne vuole davvero... e visto che è così, per me va bene che stiate insieme, dico davvero... io... io non posso stare con la donna che amo, perché... perché avrò un figlio. Tu che puoi, ama... però non esagerate, capito? Altrimenti vi faccio a fette!"
Quest'ultima frase, Fede la disse ridendo di cuore, e finalmente anche Maya si lasciò andare ad una risata... Flor rimase lì, sulla porta, ed esclamò: "Lo vedete che le fate esistono?"
Fede sperava di sapere cosa sarebbe successo dopo, ma fu sbalzato via di nuovo dal suo corpo... riprese a girare nell'aria e improvvisamente gli passò davanti l'immagine della vecchia Delfina con una pancia finta in mano.
"ALT! FERMA! FEEEERMAAAA!"
Fu spinto nuovamente di forza nel suo vecchio corpo e rdstò lì a guardare... era il momento in cui la vecchia Delfina gli aveva sbattuto in faccia la storia della band... perché lei lo sapeva...
Vide che Delfina stava parlando di qualcosa con Flor, che sembrava decisamente nervosa.
Vide Delfina salire le scale, troppo frettolosamente per essere una donna incinta..Lui lo sapeva, il motivo, ma il vecchio se stesso, ovviamente, no. Si trascinò di forza verso la porta della camera delle streghe, che era rimasta socchiusa.
"Sai, ho notizie freschissime che rovineranno la vita di Floricienta per sempre... nel frattempooo... tadaaan!" E tirò fuori un oggetto di gommapiuma. Se lo infilò sotto la maglietta e continuò a parlare del fatto di aver finto di essere in dolce attesa.
Il temperamento del Freezer spingeva per farlo entrare e fargli fare una scenata... ma lui, il Fede attuale, non era così.
"Calma" si disse. "Ci sarà tempo per darle addosso, però dopo."
Quella sera, lui si calò nei panni del personaggio e quando Delfina gli chiese se voleva uscire, lui rispose: "Perché no? Dove mi porti?"
La streghetta gongolava, pensando che Fede ci fosse cascato con tutte le scarpe.
Arrivarono al capannone, la sera di quel benedetto concorso, quello che aveva dato poca gioia e tanto dolore ai ragazzi... te la vide, la sua Flor sul palco, che cantava una canzone che gli sembrava di aver già sentito da qualche parte.
"Florencia..." disse, con voce piuttosto dura. Più dura di quanto volesse.
"Smettila! È una piccola bugia" disse a se stesso, ma ovviamente non ad alta voce. "Questa signorina che è seduta qui... lei sì che ti ha mentito su una cosa grave!"
"Non ci sono buoni motivi che giustificano le bugie!"
"Ma davvero? Sì che esistono! Che farai, ora? Manderai i ragazzi in collegio, Franco e Nico in un altro paese, Greta e Flor a spasso, magari, e poi cercherai di mandar via questa strega, ma lei ti fregherà con qualcos'altro... e poi anche tu hai mentito a Flor, ogni volta che le hai detto che tra te e lei non poteva esserci niente... e non le hai detto di suo padre... tu lo sapevi! Quindi chi è che sta peggio?"
Il Freezer si arrovellava per cercare una scusa, ma Fede sorrideva: avrebbe preso lui le redini della questione.
"Quella è Florencia, no?"
La voce gracchiante della streghetta gli trapanò i timpani.
"Sì, è Florencia... è proprio lei..."
"E quelli non sono i tuoi fratelli?" chiese ancora la donna, in tono provocatorio.
"Così sembra" rispose, tranquillamente, Fede.
"Amore mio, non mollare! Quella è una bugiarda, non fare finta di niente! Ha coinvolto i tuoi fratelli!"
"Lo so... ma dimmi: tu che pensi di fare?" chiese lui, tranquillo.
"Andiamo a smascherarla davanti a tutti, forza! Andiamo!" disse la donna, tirandolo per un braccio.
"Dimmi: a te piacerebbe davvero che lo facessi? E tieni giù quelle mani!" disse, non sopportando quel contatto.
"Sì... ma perché ce l'hai con me? Lei ti ha mentito, lei..."
Finita la canzone, il giovane saltò in piedi e prese ad applaudire.
"Ma che fai, applaudi pure?"
"Andiamo! Non puoi negare che siano stati bravi, tesoro" disse ridendo e godendosi la donna che si torturava nervosamente le labbra, mangiando tutto il rossetto.
La prese per un braccio, come aveva fatto lei, e sussurrò: "Ora sta' tranquilla... vieni con me, ma non dire una parola..."
"Perché?"
"Shhh, piano... perché credo che ti piacerà molto, questo spettacolo." rispose pacato il giovane, portandola dietro le quinte.
Quando suo cugino, Pepita, cominiò a tergiversare per consegnare il premio, anche Fede cominciò a pensare: "Sbrigati, che questo scemo che sono mi sta prendendo a calci!"
Poi, finalmente, fu annunciato il gruppo vincitore.
"Pepita, aspetta" disse, gentilmente. "Sono i miei ragazzi... posso consegnarglielo io, il premio?"
Il povero Pepita, che aveva saputo che Fede non doveva sapere di quella storia della band, sbiancò di colpo.
"No! No, Pepita... non ti dev ipreoccupare, davvero... non voglio fare niente di male!"
Fede aveva visto che Franco e Robertina cercavano di far cenno ai ragazzi di andare via... Franco era quasi salito sul palco per avvertire Flor.
Quando i ragazzi del gruppo lo videro, si scambiarono sguardi incerti.
"Oddio, ragazzi, quello è..." balbettò Nicolas.
Flor lo guardò: il suo viso era un po' tirato, ma lei non poteva immaginare che Fede, quello vero, stesse facendo a pugni con il Freezer.
Nella stanza calò il silenzio. I ragazzi e i bambini continuarono a guardarsi nervosamente, poi presero a guardare lui e poi ripresero a guardarsi tra loro... ma appena il giovane iniziò a parlare, non capendo neanche perché, i ragazzi si rilassarono... e anche Fede si rilassò, perché il Freezer era stato messo a dormire per la terza volta... forse per sempre. Fede, infatti, sentiva un macigno scivolargli lentamente giù dalle spalle.
"E-ecco..." balbettò, al microfono. "Forse... ai miei ragazzi sarà venuto un doppio infarto... vedendomi qua, voglio dire... adesso mi vedete così, intimidito, ma a volte non mi sopporto neanche io..." La folla scoppiò a ridere, non conoscendo la storia. Quel ragazzo sembrava un cucciolo smarrito, ma coraggioso. "Però, vedete... i-io... io volevo consegnare loro questo premio personalmente, perché... perché questo, e credetemi se lo dico, questo è il gruppo più divertente, più coinvolgente, e... e più coraggioso che io conosca. Loro hanno lottato, per i loro sogni. Hanno dovuto anche mentire, ma... ma più che altro hanno dovuto affrontare la paura del palco, del pubblico... di un fratello dispotico, glaciale, a volte arrogante. Ragazzi, mi dispiace. Vi ho obbligato io a fare gli acrobati e mi dispiace da morire, davvero. Mi dispiace." Dovette fermarsi un momento, perché aveva un groppo enorme in gola... poi si riprese. Magari in mezzo al pubblico c'era un altro Freezer, o c'erano altri ragazzi soggetti a un tutore dispotico e glaciale, che magari aveva buone intenzioni, ma non si comportava certo bene, con quelli di cui doveva occuparsi. "Solo una cosa, poi sparisco... io... vorrei dire a voi, ragazzi... e... e a voi del pubblico... di rincorrere sempre i vostri sogni... contro tutto e tutti... anche se doveste avere... un tutore... un fratello... davvero terribile!" Lasciò ricadere il microfono sull'asta e con l'altra mano diede a Flor il trofeo. Si girò a guardare, stordito daquello che aveva appena fatto, e anche dai colpi che gli aveva assestato il Freezer, per la verità... e vide che la folla era tutta in piedi, ad applaudire... ma non sapeva se l'applauso fosse per il gruppo o per lui. Poi sentì alcune vocidal pubblico gridare: "BRAVO! BEN DETTO! Che cosa commovente!"
Flor ancora tremava, con il trofeo in mano. Gli si avvicinò e lo guardò: non aveva il viso tirato, era rilassato, sorridente... e maledettamente bello.
"Si sente bene, signor Freezer?" chiese, preoccupata. Stentava ancora a credere alle sue orecchie.
"Sì... anche perché..." Tirò di poco la maglietta di Delfina e afferrò la pancia finta, alzandola in aria. "Certe bugie sono molto meno gravi di altre, no?"
"D-di che parli?" chiese spaventata la streghetta.
"Ne parliamo a casa... anzi: fuori di casa... non ti ci farò entrare, in casa mia, dopo questo..." Poi attirò Flor verso di sé e, a sorpresa, la baciò davanti a tutti... davanti a quella donna.
"Signore... ma... aè sicuro di stare bene?"
"Sicurissimo... e poi piantala di darmi del lei, amore mio... se mi vuoi ancora... come uomo, dico, io vorrei che tu diventassi la mia compagna, mia moglie, tutto... e sono... sono sicuro del fatto che..." E si  gstaccò da lei per gridare: "TI AAAMO, FLOOOOOOOOOR!"
E di nuovo fu sbalzato via dal suo corpo... ma questa volta si trovò accanto al suo angelo custode.
"Sei stato bravissimo, amico mio" disse sorridendo. "Ora puoi tornare."
"Solo una cosa... adesso è cambiato tutto, vero?" chiese Fede.
"Non proprio... molte cose sono successe comunque, ma con dinamiche diverse... l'incendio, per esempio, c'è stato lo stesso, ma Franco non doveva sfogarsi per te... l'aborto, invece, non c'è mai stato... il finto aborto, dico. La depressione simulata, invece, c'è stata eccome. A proposito: Flor è l'unica che ricorderà entrambe le versioni... i ragazzi ricorderanno solo questa" disse, prima di lasciarlo tornare... prima di fargli riprendere i sensi.

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