(12: Ce l'abbiamo fatta!)
Fede aprì lentamente gli occhi e tese le mani. Afferrò la mano di Flor e la strinse forte nella sua.
"Amore... ce l'hai fatta!" disse lei, stringendo forte la mano di Fede.
"Ce l'ABBIAMO fatta" la corresse lui.
Lasciò andare la sua mano e le toccò il volto.
"Chiamami come mi chiami sempre, ti prego!" le disse.
"Non posso... non sei più un ghiacciolo e... ora sei la mia pentola a pressione sul punto di esplodere!" esclamò lei, ripetendo le parole che lui aveva usato, tempo addietro, per dirle quanto l'amava, dopo che l'ebbe sollevata tra le braccia a mo' di sposa e portata via dal mancato matrimonio di sua sorella.
"Ti prego... ti scongiuro, fallo... così saprò che non è un sogno, che senti quando ti tocco e quando ti parlo..." le disse lui a mezza voce. I suoi bellissimi occhi azzurri parvero accarezzare ogni lineamento dei volti delle persone che circondavano il letto.
"S-signor Freezer..." balbettò Flor, commossa come non mai. Anche lei, di punto in bianco, prese a tastare il viso di lui, le sue braccia, le sue mani, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. Il volto di Fede s'illuminò quando lei pronunciò il nomignolo con il quale l'aveva ribattezzato.
"Ti prego, dillo ancora!" le disse lui.
"Signor Freezer!" ripeté la ragazza, scoppiando in un misto tra pianti e risate di gioia. Sì, è possibile piangere e ridere contemporaneamente, specialmente se l'uomo che ami ha involontariamente fatto una gita turistica nell'aldilà.
Martin interruppe quel momento comunicando che stava andando a chiamare il dottore.
"Vorrei alzarmi e mangiarti di baci, ma mi gira talmente tanto la testa da sembrare una trottola!" disse Fede, cercando di tirarsi su, ma il tentativo risultò inutile.
"Sta' giù per una volta che sei tu il malato, Fede! Ci penso io a mangiarti di baci, stavolta!"
"Procedi, amore mio" disse lui.
Ma anche quel momento fu interrotto dall'ingresso atteso, ma comunque improvviso, del dottore, che entrò nella stanza e vide che Fede aveva riaperto gli occhi e che sembrava anche piuttosto vispo. Aveva qualche linea di febbre, ma per il resto il pericolo sembrava scongiurato.
"Mi scusi, ma sono qui per visitarla, signor Fritzenwalden."
Fede rivolse un sorriso pieno di gratitudine al medico, che gli si avvicinò e gli controllò i valori e la temperatura.
"37... beh, un po' di febbre ci sta dopo quello che le è toccato sopportare. Il suo nome lo ricorda, perché ho sentito che la chiamavano e lei rispondeva."
"Sì, ricordo bene come mi chiamo: ho venticinque anni, cinque piccole pesti come fratelli e non so quante ragioni ho per vivere... conti tutti i presenti se le interessa quantificarle!"
"Ha anche voglia di scherzare! Molto bene, sono felice per lei... mi creda: la sua sopravvivenza è un vero miracolo" disse il medico. "Se domani la febbre sarà scesa del tutto, la dimetteremo!"
"Allora ce l'abbiamo fatta sul serio!" esclamò Flor al settimo cielo: i timori che l'avevano assalita durante il tempo post-incidente erano andati via, liberandola del peso che le premeva costantemente sul petto.
"Mi è mancata tanto la tua voce!" disse lui. "Mi è mancato tanto sentirla così da vicino, principessa delle fate!"
"Amore mio!" riuscì a rispondere Flor.
Il suo cuore prese a battere fortissimo e le sue guance si tinsero di rosso, anche se lei non era mai stata timida.
"Ehi! E questo? Per caso sei diventata timida all'improvviso, Flor?"
"No, è che mi sei mancato tantissimo!"
"Anche tu mi sei mancata moltissimo!" Gli occhi del giovane erano un po' lucidi a causa della febbre, ma quello sguardo dolce a Flor andava bene così.
Lei continuò a tenere stretta quella mano perché aveva intenzione di non lasciarla più per tutta la notte e così fece. Aveva il cuore gonfio di gioia. I ragazzi stavano come lei, al settimo cielo. I loro occhi, prima lucidi di pianto, adesso brillavano di felicità. Le loro voci, prima rotte dalle lacrime di sofferenza, adesso avrebbero gridato se non avessero saputo dove si trovavano in quel momento. Erano felici.
"Sentite, perché non li lasciamo un po' soli e andiamo a risistemare un po' casa?" propose Maya per poi fare l'occhiolino a Fede, che le rivolse un sorriso complice. La sua sorellina ribelle era stata la prima a capire che lui aveva un disperato bisogno di stare un po' da solo con la ragazza che amava.
"Dici che ti faranno restare?" chiese dolcemente alla ragazza.
"Sì... il dottore è d'accordo." rispose lei. "E voglio darti una bella notizia mentre ci facciamo un po' di coccole!"
"Una bella notizia? Wow: allora i miracoli esistono!" esclamò lui, facendole spazio su quel letto che non era accogliente come quello di casa, ma il fatto di trovarsi lì gli aveva salvato la vita.
"Sì... ecco!" disse Flor, scoprendosi il ventre. "Dammi la mano, Freezer..."
"Cosa...? Non vorrai dire che...?"
"Sì!" esclamò lei, trattenendosi a stento dal gridare.
"L'avevi detto, ricordi?" disse lui. "Avresti voluto essere la madre del mio primo figlio..."
"Sì, e all'epoca ero triste perché credevo che fosse mia sorella la madre del tuo primo figlio... e invece sono io!"
E le venne da ridere forte, stavolta, quindi lui usò una scusa per fiondarsi sulle sue labbra e baciarle intensamente fino a quando il respiro non venne a mancare ad entrambi. "Sai, siamo in ospedale... potrebbero sentirti!" disse.
Il tono che aveva usato, però, le fece capire che stava scherzando e che voleva baciarla perché gli era mancata troppo.
Si addormentarono su quel letto d'ospedale, lei con la testa posata sul petto caldo di lui e lui che ogni tanto, dolcemente, le accarezzava il ventre ed assaporava quella sensazione di felicità intensa che gli sembrava così sconosciuta, eppure così tanto familiare.
Il giorno seguente, come speravano i medici, la temperatura era scesa e dopo un'ultima, intensa visita, Fede fu dimesso e tornò a casa.
Flor, insieme alla famiglia, gli aveva preparato una meravigliosa sorpresa. Lei infatti si era alzata prima di lui per chiamare i ragazzi e chiedere loro se tutto fosse a posto. Thomas e Roberta si occuparono di tenere impegnato Fede mentre Dominick, Martin e Pas allestivano la casa per dargli finalmente il bentornato.
Flor si occupò invece di portarlo in casa quando fu tutto pronto.
"C'è una bella sorpresa per te, amore!"
Questo fu tutto quello che gli disse a riguardo. Gli fece segno di sedersi e gli coprì gli occhi con un foulard nero per poi condurlo in giardino.
"Ora puoi guardare!" gli disse. Si posizionò alle sue spalle e gli tolse il foulard dal viso. Lui aprì gli occhi e vide tanti festoni a forma di cuore con su scritto: "Bentornato a casa, nella prima vita, nella seconda e per sempre!"
Attaccato a un ramo dell'albero di Flor c'era il festone più grande e sopra c'era scritto: "Ti vogliamo bene, Fede-ex-Signor-Freezer!"
Lui rimase molto sorpreso da quel bentornato che gli era stato dato dalla sua famiglia. Flor lo comprese subito.
"Sei speciale e ci sei mancato tanto!" fu tutto quello che gli disse, poi i ragazzi fecero esplodere i fuochi d'artificio e i due innamorati si baciarono. Vi fu un applauso, poi la famiglia dimostrò per l'ennesima volta quanto saldi fossero i legami che univano tra loro tutti i suoi membri.
Tutti si riunirono intorno all'albero e si strinsero forte le mani. Sul tetto della casa, intanto, iniziò a formarsi un cristallo a forma di F, come: "Famiglia." Il cristallo divenne enorme e coprì completamente la casa. Era la prova tangibile della loro unione e, anche se loro non lo sapevano, rappresentava una protezione per loro.
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