Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

116: Il boomerang

Mentre Segundo e Mercedes erano lì fuori, si udirono improvvisamente dei gemiti di dolore. Segundo mise il bambino tra le braccia di Mercedes e disse: "Va' a chiamare i padroni di casa, presto!" Poi corse avanti e vide un uomo ricoperto di ferite, che strascicava il passo verso la casa, aggrappandosi a tutto quello che gli capitava a tiro.
"Signore! Signore, che le succede? Si sente male?" chiese avvicinandosi.
"Aiuto... Fede... Fede..." balbettò l'uomo.
"Tranquillo, tranquillo... si appoggi a me... Fede sta arrivando, stia tranquillo!" gli disse Segundo.
Pur essendo un uomo di nobile lignaggio, non provò il minimo ribrezzo quando il sangue rappreso delle ferite dell'uomo sporcò i suoi abiti.
Flor e Fede raggiunsero Segundo e rimasero esterrefatti.
"Amore, quello è..." sussurrò Flor, terrorizzata.
"Claudio!" esclamò Fede, correndo incontro al suo ex amico. "Santo cielo, ma chi è stato?"
"Aiuto... aiuto..." biascicò Claudio.
"Eccomi! Appoggiati, vieni!" disse Fede, avvolgendo l'altro braccio di Claudio attorno alle spalle. "Piccola, potresti procurarmi... del ghiaccio, un paio di guanti e la scatola dei cerotti? Perdonami, ma ora non posso... non posso..."
"Oh! Sì, vado, vado!" esclamò Flor, riscuotendosi. Entrò in casa e si procurò del ghiaccio, l'acqua ossigenata e i cerotti.
"Che succede, tedesco?" chiese Matias. "Oh mio Dio... che ci fai tu qui, traditore?"
"Matias, ci penseromo più tardi... aiutami a metterlo sul divano, sta male! Per favore!" balbettò Fede, mentre, aiutato da Segundo cercava di aiutare Bonilla a camminare, nonostante il poveretto si tenesse praticamente a peso morto, facendo fare un grande sforzo ai due giovani.
Matias liberò il divano dai cuscini in più, lasciando solo quello della testa, in modo che Bonilla potesse sdraiarsi abbastanza comodamente.
"Grazie... grazie..." balbettò il ferito.
"Sta' zitto! Lo faccio per Fede, non per te, sia chiaro!"
"Non riempirti di cose che non ti servono, Matias" disse Maya, sopraggiungendo, ripetendogli le parole di suo fratello. "E il rancore non ti serve a niente."
Poi si avvicinò a Bonilla e il suo esile corpo tirò fuori una forza incredibile. Lo sollevò sulle spalle e lo lasciò cadere dolcemente sul divano.
"Tesoro, vai! Stai tranquilla, ci pensiamo noi!" disse Fede, gentilmente.
"Io sono stata la tua sostituta quando non hai potuto stare con noi... tu sei il fratello più grande, ma io sono la Freezer più piccola, quindi fatti aiutare, fratellino... per favore!" gli disse Maya. "Potresti portarmi un paio di forbici? Bisogna tagliare la sua camicia, si è attaccata... e dell'acqua calda, per staccare la stoffa dalla pelle."
Fede rimase sorpreso di come sua sorella avesse preso in mano la situazione, ma le prese le forbici e l'acqua calda.
"Claudio, adesso metti questo in bocca" disse Maya, dandogli un cuscino. "Se senti molto dolore, mordilo forte... ti farà stare meglio!" E, sentendo con le dita l'attaccatura della camicia, tagliò il resto.
Poi fece scorrere l'acqua calda sul petto di Bonilla, dove la camicia si era attaccata, e lui gridò di dolore, mordendo il cuscino. "È per il tuo bene, credimi... andrà tutto bene, tranquillo."
Alcune ferite perdevano ancora sangue e quando Flor portò il ghiaccio, Maya esaminò le ferite e ve ne applicò un po'.
"Lascia che faccia io, tesoro!" disse Fede. "Tu mettigli l'acqua ossigenata."
"Bene. Io mi occuperò dei cerotti." disse Flor, mettendo a tacere l'ansia e gli ormoni.
Segundo rimase lì, impalato, a guardare la scena. Era letteralmente impietrito, non sapeva che fare, ma sapeva per certo che quella famiglia doveva averne passate tante per essere così organizzata anche in situazioni tanto improvvise.
"Perdono... perdono..." biascicò Bonilla, tra un colpo di tosse e l'altro. Un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca, riversandosi addosso a Fede.
"Shh... ne parleremo più tardi, tranquillo" lo rassicurò il giovane, continuando a medicarlo.
"Vado... vado a prendergli qualcosa di asciutto. Non può stare con questa roba impregnata di sangue e fango o l'infezione peggiorerà." esclamò Maya, dirigendosi al piano superiore.
"Fede, io... io credo che le ferite siano già infette." disse Flor, posando una mano sulla fronte del ferito. "Scotta, ha la febbre alta."
Il piccolo Thomas si presentò con un termometro.
"Piano piano... tira su il braccio, muovilo verso di me" lo esortò Fede. Bonilla provò a muovere il braccio, ma avvertiva dolore praticamente ovunque.
"Ecco... rimettilo giù. Così." E Fede lo aiutò, con una delicatezza sovrumana, a rimettere giù il braccio. "Grazie, Thomas." aggiunse poi, rivolgendosi al fratellino.
"Dobbiamo dargli dell'acqua. È praticamente disidratato." disse Franco. "Quando avrai finito con il termometro, tiralo su, fratellino... io lo aiuterò a bere."
"Perché lo stiamo aiutando? Ci ha fatto del male! È complice della strega!" disse Nicolas, sulla soglia delle lacrime.
"È un essere umano... non siete costretti a farlo, ma io sento che non lo posso lasciare così!" rispose Fede. "Qualunque cosa abbia fatto non merita questo."
"Nessuno lo merita. Neanche mio padre" disse Emma, prendendo il braccio di Bonilla, senza spostarlo, e tracciandovi sopra dei ghirigori. Il volto dell'uomo si rilassò poco a poco: la Taumaturgia, una parte del dono di Emma, serviva a lenire il dolore fisico. "Stia tranquillo, andrà tutto bene." sussurrò la ragazza con voce dolce.
Fede sfilò il termometro e rimase esterrefatto. Flor guardò il numero per un istante, poi si diresse in cucina, riempì un secchio d'acqua fredda e lo portò accanto al letto. V'immerse uno straccio e lo adagiò sulla fronte di Bonilla, comprimendolo.
"Flor, faccio io" disse Martin. Tenne fermo lo straccio, mentre Franco, procuratosi una cannuccia, metteva un altro cuscino sotto la testa di Bonilla per non farlo soffocare e gli dava dell'acqua.
"La strega l'ha senz'altro avvelenato con qualcosa." disse Flor. "Guarda le ferite. Sembra che qualcosa le abbia provocate corrodendo la pelle dall'interno. Non è stato aggredito, Fede. E le ferite si sono infettate in qualche modo. Forse ha scoperto qualcosa che non doveva sapere e lei..."
"Se è come dici tu, questa sarà una lunga giornata." disse sospirando Fede.
"Cos'è questa storia?" domandò Segundo.
"Beh... quanto tempo hai?" chiese Mercedes, che sapeva già tutto.
Segundo comprese: era una storia lunga e complicata.
"È meglio che andiamo, così ti spiego" aggiunse Mercedes. "Se vi serve qualcosa, non esitate a chiamarci."
"Sì... Mercedes, fai attenzione al bambino" disse gentilmente Fede.
"Lo farò, tranquillo" rispose lei.
Segundo fece un cenno di saluto generale e gli altri ricambiarono, poi si allontanò con Mercedes. Entrando in quella casa era stato investito da un'atmosfera magica, ma dopo l'arrivo di quel tale qualcosa in lui era cambiato. Aveva sentito tensione, paura, e... qualcosa di strano: una forza oscura che incombeva sulla casa.
Quando i tre furono andati via, tutti i Fritzenwalden presero ad affaccendarsi attorno al povero Bonilla.
Matias era turbato: odiava doversi prendere cura dell'uomo che aveva riso del suo migliore amico dopo l'incidente, maltrattando senza ritegno i bambini e Flor.
Eppure, in un angolino del suo cuore, sentiva di doverlo fare.
Era un essere umano, come diceva il suo amico, e nessun essere umano meritava di essere abbandonato a se stesso, in quelle condizioni.
Facevano i turni di guardia, per tenerlo sotto controllo, a due a due, e si davano il cambio ogni due o tre ore.
Quando venne il suo turno, quella notte, si mise a sedere sul pavimento, accanto al divano, e Maya si mise accanto a lui.
"Non lo sopporto!" disse amareggiato Matias.
"Lo capisco, ma lui sta male, Matias... e poi non è veramente cattivo. Ha seguito le orme della strega e questo, credimi, non fa bene né a lui né a noi."
"Lo so, ma... se solo penso a come... a come ha deriso tuo fratello dopo l'incidente mi viene voglia di lasciarlo così."
"Ho capito... però... vedi, se è riuscito a perdonarlo Fede che è stato insultato, che ha assistito a quelle prese in giro senza potersi difendere... perché non dovremmo perdonarlo noi?"
Matias sospirò.
Non riusciva a non pensare a quanto fosse cresciuta, nel giro di un anno, la sua Maya. Era passata dall'arrabbiarsi per tutto al mettersi a studiare economia, completamente da sola, per impedire alle streghe, che all'epoca erano due, di gettare al vento anni di lavoro di suo fratello. Un lavoro che, tra parentesi, non piaceva a nessuno dei due.
"Santo cielo... pensa se ci fosse capitato uno di noi, tra le grinfie di quella maledetta strega!" disse Maya stringendosi le mani in grembo. "Guarda i suoi occhi... sono spenti, vuoti... potrebbe... oh, mio Dio... mamma, papà, Margarita... vi prego, aiutateci! Vi prego!"
"Sei tale e quale a tuo fratello!" disse pacato Matias.
"Io? Come? Quale fratello? Ne ho cinque."
"Vediamo se indovini? Quello con il quale litighi più spesso!" le rispose il giovane.
"Davvero gli assomiglio?" gli chiese la ragazza.
"Sì! Anche lui spesso... guarda il soffitto e... e parla con i suoi genitori e con la mamma di Flor. Sei cresciuta molto, in poco tempo."
Le guance della ragazza si tinsero di un bel rosso acceso. In questo era rimasta una bambina, e a lui non dispiaceva.
"Oh mio Dio... guardalo!" esclamò Maya, volgendo lo sguardo verso il viso di Bonilla. Era contratto, aveva gli occhi riversi all'indietro e sembrava soffrire moltissimo, ma la cosa peggiore era che sembrava non riuscisse a parlare.
"È salita. La febbre, dico, gli è salita di nuovo! Va' a cercare aiuto, corri!" le disse rapidamente Matias, mentr Claudio continuava a rantolare. Maya corse via e lui gli sbottonò il colletto della camicia in prestito. "Claudio, respira... respira, ti prego! Oh, per l'amor del cielo!"
In quel momento il rancore verso di lui si mutò in rabbia verso la strega.
Lui e Fede, i classici Robin Hood da ragazzini, avevano protetto Claudio dai bulli. Era piccolino, magro, portava gli occhiali, e molti ragazzi lo deridevano. I due amici l'avevano preso sotto l'ala e si prendevano cura di lui... e per cosa? Per vederlo spegnersi così, sofferente, dopo essere caduto nella trappola di una strega? Non poteva provare rancore verso di lui... erano stati amici, e gli amici si perdonano.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro