102: Lotta all'ultimo sangue
Al suono di quel grido, Maya si alzò di scatto dal letto di Martin, stupita.
"Ma quella è... è Emma!" esclamò. "Franco! Franco, per favore, resta qui con Martin! Io vado a vedere!"
Non gli lasciò il tempo di ribattere, perché corse subito in camera di Emma. Rimase agghiacciata da quello che vide: la ragazza era stesa per terra, con un enorme bernoccolo sulla fronte, e un uomo la teneva mezza sollevata per le esili spalle e le stringeva così forte da farle scrocchiare.
"NO!" gridò Maya, buttandosi addosso all'uomo e tirandogli un pugno sul labbro superiore, che lo fece cadere per terra. "Scappa, presto!" esclamò Maya rivolta ad Emma.
"Non posso, non posso!" esclamò tesa la ragazzina.
"Che bello! Ora ho qualcuno con cui sfogarmi!" esclamò Francisco. Spinse la ragazza con le spalle al muro e la bloccò lì, tenendole ferma la testa con una mano. Emma comprese che stava alzando l'altra mano per colpire Maya.
"NO, MAYA! LASCIALA! LASCIALA STARE, LASCIALA!" gridò Emma, saltando alle spalle di suo padre e cercando di tirarlo via, ma era troppo forte per lei.
Agostina, che aveva sentito le urla, non potendo parlare batté alla porta della prima camera che le capitò a tiro.
Ad aprirle fu Matias, che la vide terrorizzata e udì altre urla. Non sapendo che fare, prese la bimba per mano e la spinse delicatamente in avanti per poi sussurrarle: "Preste! Sotto il letto, presto!", poi si fiondò nella camera di Emma e vide che Francisco teneva la ragazza che amava inchiodata al muro, con un segno rosso sul volto.
Gli andò alle spalle e lo colpì forte alla tempia, facendogli mollare la presa all'istante. Maya se ne stava lì, tremante, con gli occhi@ spalancati. Non c'erano lacrime in quegli occhi, ma la ragazza era terrorizzata. Poco distante da lì mma: anche lei con il viso segnato da uno schiaffo.
Aveva tentato di usare i suoi poteri per bloccare suo padre e lui, accorgendosene, con un braccio aveva tenuto bloccata la piccola Fritzenwalden e con l'altro aveva colpito la figlia in pieno volto, facendole perdere di nuovo l'equilibrio.
Franco aveva chiesto ai bambini di controllare Martin e, sentendo le grida, era accorso nella stanza anche lui.
"Maledetto! Maledetto!" esclamò vedendo la sua piccola distesa per terra, priva di sensi. "Emma! Piccola, ti scongiuro, rispondi! Rispondimi..."
Francisco comprese che Franco non era esattamente abituato a fare a pugni e lo colse di sorpresa, atterrando anche lui in un colpo solo. Poi tornò a concentrarsi su Maya, che aveva gli occhi spalancati dal terrore.
"Ora vi farò vedere cosa succede ad ogni donna che cerca di mettersi in mezzo agli affari degli uomini!" esclamò Francisco, per poi mettere le mani al collo della ragazza. Matias gli si buttò addosso nel tentativo di liberare la ragazza, che dal canto suo si agitava come un'ossessa, ma la strega, che osservava la scena da un binocolo speciale, gli scagliò contro una fattura che lo gettò violentemente per terra.
Flor e Fede furono attirati dal rumore della lotta. Flor fece per entrare, ma Fede la spinse delicatamente indietro.
"Hai visto cosa sta facendo? Non sai cosa potrebbe fare a te, quella bestia!"
"Bene... allora proverò a guarire loro tre!" disse Flor, indicando i poveretti ancora stesi sul pavimento.
Fede, che sapeva che la strega stava guardando tutto, si mutò in fantasma, afferrò un polso dell'uomo e lo strattonò forte, spingendolo a terra e bloccandolo sul pavimento. Flor, a distanza, riuscì a rinvigorire i tre ragazzi svenuti. Appena ripresi i sensi, come se nulla fosse successo, anche il giovane avvocato si buttò addosso a Francisco, tempestandolo di pugni.
"CHE VOLEVI FARE, EH?" gli gridò all'orecchio, continuando a colpirlo in volto e sul torace. "Questa me la paghi, carogna!"
"Lascialo! Fermati, lascialo!" esclamò Fede, tirando indietro il suo migliore amico, che aveva il volto tumefatto a causa della botta e gli occhi iniettati di sangue a causa della rabbia. La donna che amava era crollata sulle ginocchia, aveva le gambe troppo molli per continuare a stare in piedi, e aveva un segno violaceo intorno al collo.
"Lo voglio ammazzare, Fede! Lei non la doveva toccare!"
Per la prima volta era lui, l'avvocato, ad essere una furia, e Fede dovette dar fondo a tutte le sue forze per tener fermo lui e contemporaneamente quel Francisco.
"Senti... anch'io gli caverei gli occhi con il fioretto, ma così staremmo lontani dalla nostra famiglia a tempo indeterminato e per un essere come questo non ne vale la pena! Piuttosto aiutami a tenerlo fermo finché non se lo vengono a prendere e ce lo levano di torno!"
"A questo penso io!" esclamò Flor, congelando temporaneamente quel mostro. Nel frattempo aveva premuto il pulsante di quella specie di cellulare che nascondeva sempre in una tasca, facendo finta che fosse proprio un cellulare.
Quando fu certa che Francisco non potesse muoversi, Flor corse dentro, afferrò la piccola Fritzenwalden per le mani e l'aiutò ad alzarsi da terra.
"Portala via, ti prego!" supplicò Fede vedendo che sua sorella era scioccata.
Flor portò via la ragazza e la fece distendere sul suo letto, in camera sua.
"Tesoro, è finita! È tutto a posto..."
"Quella bestia ha cercato di ammazzare una mia amica, mio fratello e l'uomo che amo, e la strega l'ha aiutato, maledizione!" singhiozzò Maya, disperata come non lo era mai stata in tutta la sua vita.
"Mettiti giù. Andrà tutto bene, cara."
Nel frattempo arrivò la polizia: Flor rimosse l'incantesimo che aveva fatto a Francisco e questi fu subito ammanettato e trattenuto da tre agenti poiché si agitava come un forsennato.
"La sua chiamata è stata provvidenziale, signor Fritzenwalden."
"Davvero? Perché, commissario?" chiese il giovane.
"Abbiamo ritrovato i filmati di sicurezza del 12 ottobre 2004 della strada che ci ha indicato e abbiamo visto che in effetti il signor Sanchez aveva tentato d'investire di proposito uno straniero... il conte Massimo Augusto Calderòn De La Hoya. Abbiamo anche interrogato sua moglie: la signora Laura Sanchez Gutierres, e la signora ha confermato."
La donna era a poca distanza da loro, sorretta a fatica da un agente, e si guardava intorno, terrorizzata. @Aveva parlato perché non ne poteva davvero più dei maltrattamente e dei tradimenti del marito. Sembrava, infatti, che la strega fosse già da prima in ottimi rapporti con quell'uomo. Non gli aveva commissionato l'omicidio di suo genero, perché all'epoca voleva solo spillargli il denaro, ma non era stata poi tanto dispiaciuta di apprendere quella notizia e diceva che poiché al suo figlioccio, mancato genero, piaceva tanto fare l'eroe, era quella la fine che meritava.
"Maledetta! Maledetta arpia!" dicela a denti stretti Francisco, tentando di buttarsi addosso a Laura, ma gli agenti strinsero ulteriormente le manette e il commissario ordinò @loro di portarlo via immediatamente.
Quando quel mostro lasciò finalmente casa sua, Fede si rese conto di aver smesso di respirare e a fatica riprese. Non poteva credere che almeno una cosa si fosse risolta tanto rapidamente. Non si sentiva sicuro, perché se c'era una cosa che in casa Fritzenwalden non mancava mai, quelli erano i problemi.
"Ehi! Amico, tutto bene?" gli chiese premuroso Matias, vedendolo sbiancare.
"Niente, niente... va' da mia sorella."
Se c'era una cosa di cui Fede era completamente certo, infatti, era che a Maya avrebbe fatto piacere vedere l'uomo che amava. Era molto scossa e lui non riusciva a togliersi dalla mente il suo volto pallido e terrorizzato, i suoi occhi spalancati e il segno violaceo che le contornava tutto il collo. Quando aveva visto quell'animale che cercava di strangolare sua sorella, dopo averla colpita al volto, e il suo migliore amico a terra, privo di sensi, aveva avuto la conferma di quanto lui fosse davvero innamorato di lei, e ancora una volta si era sentito in colpa per averli ostacolati con la sua furia.
"Fede... Fede, io..." balbettò Matias che non era esattamente sicuro di aver sentito bene.
"Va' da lei, amico mio... ti prego. Ha bisogno di te... sei l'unico che può aiutarla, rassicurarla. Ti prego, va'!"
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro