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Capitolo 11

"Matthew?" Domandò Nash confuso
Io abbassai la testa guardando il mio polso.
"Matthew" dissi stringendo tra le mani il piccolo ciondolo.
Nash si allontanò da me sorridendo a stento.
"Andiamo" disse prendendomi la mano e portandomi via dal vicolo.
Non avevo più parlato,il suo nome era l'unica cosa nella mia testa.Passarono minuti,forse ore,camminavamo in silenzio,sentivo lo sguardo preoccupato puntato su di me, lo vedevo girarsi e rigirarsi in continuazione.
"Che succede Nash?" Chiesi a quel punto
"Nulla tranquilla" disse lui scuotendo la testa.
"No" mi fermai
Lui mi guardò confuso fermandosi a sua volta.
"Cosa?" Domandò
"Non posso fidarmi di te se prima tu non ti fidi di me.Perchè mi hai baciato?Perchè sei così strano da due giorni?" Alzai un po' il tono della voce ma subito dopo abbassai la testa "voglio solo sapere cosa c'è...ci hai ripensato?" Sussurrai
Lui scosse la testa stringendomi in un abbraccio.
"Non ci ho ripensato Ari,è solo...che da qualche giorno ho una strana sensazione" disse passandosi una mano dietro la nuca.
"Che sensazione?" Chiesi io
"Non ti capita mai di sentirti osservata?Come se qualcuno ti stesse seguendo?" Domandò guardandosi in torno
Io scossi la testa.Lui si passò una mano sul viso sbuffando leggermente.
"Sto diventando paranoico" mugugnó
"Non ci pensare ok?" Dissi io mettendogli una mano sulla spalla.Nash annuì e continuammo a camminare.
Matthew's pov
Infilai in tasca il piccolo oggetto.
"Buona fortuna ragazzo" disse il dottore dandomi una pacca sulla spalla.
"Grazie mille signore" dissi io
Una delle solite guardie mi aspettava fuori dall'ospedale.Avanzai facendo leva sulle stampelle ed entrai nel furgoncino nero.
Mi riportarono a casa e mia mamma corse subito ad aiutarmi a camminare.
"Grazie" le dissi una volta che fummo dentro,lei mi sorrise e mi aiutò a sedermi.A cena mangiai il piú possibile e dopo aver ripetuto a mia madre che le volevo bene andai in camera.Preparai uno zaino con le cose essenziali ed aspettai si facesse buio.Alle 4:20 am nascosi un cuscino sotto le coperte lasciando al suo interno il piccolo gps.Lentamente scesi le scale ed uscii dalla porta sul retro della cucina.Stavo abbandonando mia madre ancora una volta,ma questa volta lo facevo per una giusta causa.Mi strinsi nella felpa nera e passai davanti al piccolo furgone nero, il cuore mi andava a mille,non potevo permettermi di farmi beccare ancora.Camminai con finta disinvoltura e ripresi a respirare solo quando mi accorsi di aver superato di parecchi isolati casa mia.Prendere un aereo sarrebbe stata di certo l'opzione migliore ma era troppo rischioso.Continuai a girarmi in torno per essere sicuro che nessuno mi stesse seguendo,il gesso alla gamba mi rendeva impacciato e lento nei movimenti ma non importava,io sarei arrivato da lei.Arrivai finalmente alla stazione,presi il biglietto per il primo treno in partenza,eravamo diretti verso Gar du Nord.
Spazio autrice
SCUSATEMI L'ENORME ASSENZA!
Scusate davvero,per me non è un bellissimo periodo e quindi spesso non riesco a scrivere niente di decente.Spero che la storia vi stia piacendo comunque e vi ringrazio tantissimo per tutto il supporto che mi date ogni giorno.Non potrei desiderare lettori/lettrici migliori!
Ciao a tutti e scusatemi ancora.
-V

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