Venti
Louis e Harry si fermarono di fronte alla grande casa, agitati di sapere cosa ci fosse dentro appena scesero.
"Ci accettano, vero?" Harry chiese, prendendo la mano di Louis.
Il più grande annuì, "Sì, ho chiamato la donna prima e ha detto che andava bene. Nessun bambino è omofobo, non ne sanno nulla, ha detto," lo rassicurò, lasciando un bacio sulla guancia del marito.
Harry arrossì, e aprì la porta, lasciando che Louis passasse prima di seguirlo nella prima stanza a destra. C'era una donna seduta alla scrivania, che poi alzò lo sguardo e sorrise. "Ciao!" salutò lei, e vide le loro mani intrecciate, "voi due dovreste essere Harry e Louis?" chiese mentre si alzava, al quale loro annuirono, "bene. Adesso, ho otto bambini che vivono qui in tutto. La maggior parte di loro sta giocando fuori, il resto sono in salotto. Seguitemi," disse loro, gesticolando mentre usciva dal suo piccolo ufficio e dalla porta. I due ragazzi seguirono, iniziando ad emozionarsi sempre di più mentre camminavano attraverso il cancello aperto e arrivarono in giardino, sentendo un cinguettio di chiacchiere e risate.
"Avete un determinato sesso in mente? O qualche età?" la donna chiese, "mi chiamo Cheryl, comunque."
Louis le strinse la mano, poi Harry. "No, non abbiamo niente di specifico. Preferiremmo un bambino più piccolo, tre o quattro anni forse, ma nient'altro oltre questo," Louis parlò, strofinando le sue mani per riscaldarle. Harry annuì in consenso, chiedendosi silenziosamente come facessero i bambini a giocare fuori considerando quanto fosse freddo.
Cheryl annuì, e si fermò, "Di solito sono quelli più grandi a giocare fuori, ovviamente il più vecchio ha solo tredici anni... ma comunque. I più piccoli sono probabilmente dentro. Non abbiamo tanti bambini di tre anni ma tutti gli altri, quattro, cinque, sei, tutti, sono da qualche parte a scorrazzare qui intorno. Se volete parlare ad un bambino in particolare indicatelo e vado a prenderlo," lei sorrise, e si mise dietro di loro così da lasciar loro il passaggio.
Harry si girò verso Louis, "Possiamo guardare i bimbi di tre anni?" chiese, un sorriso stampato in faccia.
"Sì," Louis lo guardò sorridendo a trentadue denti, "forza, sono emozionato," ridacchiò, e si incamminarono.
Erano solo passati cinque minuti che un piccolo bambino inciampò nei propri piedi, e cadde a terra. Harry si girò a sinistra e annaspò, "Oh, vieni qua piccolo," parlò, e si abbassò per rialzare il bambino. "Stai bene? Dov'è il tuo giubbotto?" chiese, sollevandolo nel suo fianco. Louis, che lo vide essere sollevato da suo marito, si era girato verso di loro.
Il bambino scosse la testa, un broncio nel labbro mentre calciava la gamba. "Sono caduto!" pianse.
"Dove ti fa male," Louis prese il suo braccio, "qui?" chiese, lasciando delle pernacchie nel suo gomito. "O qui?" fece delle pernacchie sul collo del bambino. "E qui?" gli solleticò il pancino.
A quel punto il piccolo bambino con gli occhi verde chiaro stava ridendo istericamente. "Ancora!" esclamò, le sue parole impetuose con quel balbettio carino che i bambini di tre anni avevano quando non potevano pronunciare bene le cose.
Quindi Louis lo fece di nuovo, facendo il solletico al pancino e poi al suo collo, ridendo in adorazione mentre il bambino rideva e ridacchiava e si nascondeva nel lato di Harry.
Harry lo sollevò per bene, "Come ti chiami, piccolo?" chiese.
"Aiden!" disse loro.
Louis guardò Harry, "Aiden. Che bel nome!" parlò al bambino, "qual è la tua cosa preferita da fare?" chiese.
Aiden si guardò intorno, da un lato all'altro finché non individuò i bambini più grandi, che sembravano avere dieci anni, giocare a calcio. "Chello!" strillò, "e Ppaide-men," disse. (*)
Entrambi i ragazzi sorrisero, guardandosi con un tipo di sguardo che parlò sul da farsi, come se potessero comunicare attraverso le loro menti. "Aiden, amore, vorresti venire a vivere con noi?" Harry chiese dopo che Louis fece un cenno con la mano in segreto a Cheryl.
Aiden sembrava confuso, "Io tto qui," aggrottò la fronte. (*)
Il sorriso di Harry si spezzò, e Cheryl si mise accanto a lui, "Tesoro, intende dire se vuoi andare a casa con loro? Saranno la tua famiglia," disse lei con una voce rassicurante.
Il bambino fece un adorabile sussulto, i suoi occhi si illuminarono e la sua bocca formò una o. "Sì sì sì sì sì!" farfugliò, farneticando e saltellando nelle braccia di Harry.
"Okay! Vai con Amy a prendere le tue cose!" gli fece sciò, ridacchiando quando lui si dimenò dalle braccia di Harry per correre dentro. "Mi dispiace per quello. Siccome sono piccoli non capiscono l'intera faccenda dell'adozione. Quindi invece di dirgli che si devono trasferire, o vivere da altre parti, gli diciamo che stanno andando a casa e che chiunque li stia adottando sarà la loro famiglia. Ovviamente, i più grandi non si disturbano ad affrontare tutto quello siccome sono più grandi e intelligenti e capiscono. È solo una cosa che facciamo," fece un cenno con la mano, "andiamo, vi porto nel mio ufficio così possiamo sistemare le cose," sorrise.
Louis baciò le labbra di Harry appena la donna si girò, e avvolse felicemente le braccia attorno alla vita del ragazzo più piccolo.
"Ce l'abbiamo fatta," Louis mormorò a Harry, abbracciandolo dopo venti minuti di scartoffie e cose simili. Avevano già avuto qualcuno a fare un'ispezione a casa loro per assicurarsi che fosse sicura affinché ci potesse vivere un bambino, e avevano già un letto e tutto.
Ai due era stato detto tutto sul maschietto che stavano adottando. Si era scoperto che tre anni fa, quando Aiden era un neonato, era stato dato in adozione da suo padre sedicenne e al verde, a cui era stato data la responsabilità di prendersene cura siccome la madre non lo voleva. I due ragazzi capirono che il padre probabilmente non era pronto per un bambino, e che fosse stata una decisione intelligente da fare. Venne anche detto che, quando andò lì, il padre confessò a Cheryl che la madre non voleva che il bambino avesse il suo cognome, e lui disse che chiunque lo avesse adottato, avrebbe potuto dare il proprio cognome al bambino.
Aiden ora era un Tomlinson. Un Aiden James Tomlinson, così, perché non gli era stato dato un secondo nome quando era nato. Quindi quando gli venne chiesto se avesse voluto un secondo nome, aveva solo scrollato le spalle ingenuamente con un sorriso. Quindi, Harry e Louis gli diedero come secondo nome James. In onore di Niall e Liam.
"Casa?" il bambino chiese, piegando la testa mentre guardava ai ragazzi dal basso. Entrambi sorrisero, e Louis sollevò Aiden nel suo fianco.
"Sì, piccolo, casa," Harry sorrise, arruffando i capelli del bimbo, che stavano morbidi in testa, molto simili ai capelli di Louis solo che in un bambino. E non poteva evitare di adorare il piccolo bambino con degli occhi grandi e verdi e con le labbra imbronciate come le sue, o i capelli chiari e delicati che erano simili a quelle dei suoi attuali padri.
Misero il bambino nel seggiolino, già comprato precedentemente perché sapevano che avrebbero adottato un bambino piccolo.
"Cittura!" sorrise mentre Louis gli allacciava la cintura. Louis si sciolse alle parole del bambino, perché non sapeva pronunciare correttamente le cose. Quando usava una s o una n la rimpiazzava con una t.
Balbettò insieme alle canzoni che passavano alla radio, anche se non poteva cantarle e non le conosceva. Ma ai suoi nuovi genitori non importava. Loro sorrisero da un orecchio all'altro e intrecciarono le loro mani nel vano portaoggetti, felici di aver fatto questo.
I tre presto arrivarono a casa loro, sorrisi stampati in faccia mentre prendevano Aiden e lo facevano scendere a terra. Lui porse loro un sorriso brillante, guardando la casa e poi loro. "Si anda?" chiese emozionato. (*)
"Sì, andiamo!" Louis tubò, e entrambi i ragazzi quasi si sciolsero nel posto quando il bambino prese la mano di Louis. Harry sorrise ancora di più, abbassandosi per baciare la guancia del marito.
"No no," Aiden disse rumorosamente, allungando le manine verso Harry, che aggrottò le sopracciglia confuso.
"Cosa piccolo?" chiese, spostandosi vicino a lui. Non si aspettava che la manina cercasse la sua. E rimandò la mente di Louis ad un ricordo di tre anni prima quando era al quinto anno di liceo.
"No no no," Harry aveva borbottato, guardando in basso e cercando la mano del più grande. Louis sorrise a quello, e prese la mano di Harry, dandogli una stretta.
Louis sorrise al ricordo e al ragazzo dai capelli ricci, e sospirò piano mentre continuarono a camminare alla porta. Louis usò una mano per aprire la porta e la spinse. Entrarono, Harry appoggiando a terra la borsa di suo figlio prima di sollevare il bambino, facendo delle pernacchie sul suo collo, facendolo strillare dalle risate.
"Dai, amore," Louis rise, "Inizio a preparare la cena," disse. Harry alzò le sopracciglia, e la mascella di Louis si spalanco.
"Hey! So cucinare anche io, eh!" esclamò, delle risate fuoriuscirono dalle sue labbra. Harry rise con lui, e scosse la testa mentre entrava in cucina.
"Lo so. Sto solo scherzando, amore," sorrise mentre strofinava le labbra sulla guancia di suo marito. Aiden diede un'occhiata dentro il freezer quando Louis lo aprì, e annaspò.
"Nugges!" esclamò, indicando la scatola. Harry aggrottò le sopracciglia, e cacciò la scatola con i chicken nuggets a forma di dinosauro.
"Nuggets?" Louis sorrise, "vuoi i nuggets, Aiden?" ridacchiò.
"Sì sì sì!" il bambino pregò, allungando la manina verso la scatola. La passò a Louis, che la prese riluttante e iniziò a fare la cena a base di chicken nuggets.
❃❃❃❃❃
Aiden non dormì nella sua stanza quella sera. No, non stette nella stanza con i muri azzurri e il letto crema con la coperta di Spiderman. I due avevano scoperto che Aiden aveva smesso di usare la culla e aveva iniziato a dormire nel lettino. Praticamente un letto con delle sbarre di lato per far sì che non cadesse o rotolasse giù.
Si era stancato, e praticamente addormentato fra le braccia di Harry mentre lo cambiava nel suo pigiama preferito del Trenino Thomas. Quando Harry andò a metterlo a letto senza svegliarlo, le sue braccia si strinsero attorno al suo collo, e piagnucolò e disse a Harry che non voleva stare da solo.
"No no no," Aiden piagnucolò, stringendosi più vicino al petto di Harry, "boglio stare co tte," si lamentò. (*)
Harry si rialzò, e sorrise dolcemente, "Va bene. Puoi dormire con noi, okay, amore?" disse piano, baciando la fronte di Aiden mentre usciva dalla stanza per entrare nella sua e di Louis.
Louis era già steso nel letto, dormendo rumorosamente, era crollato davanti ad un film ed era stato portato lì da Harry. Harry era già con in tuta e con una maglietta, quindi si distese sotto le coperte e le tirò su. Aiden sbadigliò, e stropicciò i suoi occhi. Era anche lui sotto le coperte, ma si girò di lato e avvolse le braccia attorno al bicipite di Louis, appoggiando la testa nel suo braccio.
Harry non poté evitare di essere sbalordito da quanto fossero carini loro due. Per questo aveva cacciato il cellulare e scattato una foto di Louis e Aiden accoccolati nel letto. La mandò a sua madre e Jay in una chat di gruppo, e nonostante fossero le nove di sera, entrambe risposero immediatamente.
Harry: *foto nei media* So che è tardi ma volevo mostrarvi il nuovissimo membro della famiglia!!
Anne: Oddio!!!! Sapevo che avreste adottato ma non sapevo che l'avreste fatto presto! Oddio wow, Harry sono così fiera di voi due!
Jay: Ahhh! Sono così felice per voi!! Louis mi aveva detto che voi 2 volevate adottare!! Non me l'aspettavo così presto ma sono felice x voi!
Anne: Dimmi del piccoletto!!!!
Jay: Sì! Com'é?!
Harry: Talmente adorabile che non posso reggerlo!!
Harry: Il suo nome è Aiden James ed è letteralmente la cosa più bella insieme a Louis. Ha gli occhi verdi e i capelli come quelli di Louis.
Harry: E quello che amo è che fosse così volenteroso di voler venire a vivere con noi e di farsi adottare da noi anche se non capisce davvero l'adozione. Ed è già così affezionato a noi in un giorno e voleva stare nel lettone stasera. Ugh sono così felice
Anne: Awww tesoro!! Sembra assolutamente adorabile!
Jay: Dobbiamo assolutamente venire giù a trovarlo!
Harry: Ok ma io e Louis lo porteremo fuori a comprare vestiti e un po' di giocattoli che sceglierà lui. Louis è uscito dopo cena e gli ha preso una coperta di spiderman <3
Harry: Gli parleremo e vi faremo sapere quando potete incontrarlo. Vogliamo prima che si trovi a suo agio con noi
Jay: Va bene tesoro!
Anne: Sì, va bene. Sono contenta che vi prendiate già così tanta responsabilità di lui :*
Harry disse loro che sarebbe andato a dormire, e lo fece dopo aver avuto una veloce conversazione con Gemma, sapendo che sua madre glielo aveva già detto dal modo in cui gli aveva urlato eccitata attraverso messaggi.
"Ho due bambini, ora," Harry canticchiò, accoccolandosi il più vicino possibile.
CIAO.
COME STATE?
IO STO AWEGGIANDO.
(*)= ho cercato di rendere il più 'italiano' possibile la pronuncia sbagliata delle parole. Spero si capisca!
PS: PERCHE' LE ABBREVIAZIONI NEI MESSAGGI IN INGLESE SONO FIGHE MA QUELLE IN ITALIANO SONO DA BOOMER E IMBARAZZANti? lo scopriremo prima o poi. (ma voglio lasciarle solo perché mi fanno ridere HAHAHAHA .flashbacks di guerra al 'ke fai' di louis)
ci leggiamo presto,
marti.
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