Undici
And I'd marry you, Harry
no ahahah non sta succedendo niente ehehe no basta ciao.
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"Sarai spettacolare!" Harry sorrise, usando il suo braccio sano per tirare il più grande in un abbraccio. Louis ricambiò stretto, ma non abbastanza da fargli male.
"Grazie," sorrise al più piccolo, baciandogli la guancia prima di staccarsi, ma lasciando il braccio attorno alla vita di Harry.
"Tommo, dai. Ce ne andiamo tra cinque minuti," il suo coach interruppe, annuendo verso la porta. Louis sorrise più largamente, e prese la mano di Harry per portarlo dov'era la squadra Donny e gli altri cinque giocatori della sua squadra che erano stati scelti. Harry gli lasciò un ultimo bacio sulle labbra, dicendogli che lo amava prima di sgattaiolare fuori dallo spogliatoio e andare al suo posto negli spalti.
"Sono così nervoso," Louis parlò, scrollando le mani.
Uno dei suoi compagni di squadra, Calum, diede una pacca nelle sue spalle, "Anche io. Ma va bene. Andremo bene. Siamo stati scelti per una ragione, giusto?" il ragazzo dai capelli scuri sorrise. Louis annuì e un sorriso largo scoppiò nella sua faccia.
"Sì! Proprio così!" ridacchiò, e strofinò le sue mani quando l'annunciatore iniziò a chiamare i giocatori. Era ultimo in fila, e dovette aspettare un paio di minuti, ma quando il suo nome fu nominato era diretto nel campo con il resto.
"Ultimo ma non meno importante, il nostro ultimo giocatore ospite dall'Università di Manchester! Numero ventotto! Louis Tomlinson!"
La folla continuò a ruggire quando lui corse fuori, guardandosi attorno stupito mentre prendeva posto in linea con la squadra. Lo stadio era enorme. O almeno sembrava così, a confronto con gli stadi delle scuole. Poteva sentire tutti urlare e gridare e tifare per loro. L'odore dell'erba appena tagliata e il cibo dagli spalti riempivano il suo naso. Poteva vedere anche la sua famiglia e Harry e la sua famiglia negli spalti, tenendo dei poster stupidamente carini per lui che lo fecero arrossire e scuotere la testa con un sorriso.
Louis lanciò un bacio a Harry, che fece finta di afferrarlo e lo mise in tasca. "Il mio stupido," Louis borbottò, e strinse le mani alle persone accanto. Tutti alzarono le braccia e le fecero cadere prima di staccarsi e fare un po' di allenamento.
"Sono così nervoso! Non gioco nemmeno, ma mi sento così agitato!" Harry disse, avvicinandosi al lato di Gemma mentre guardava il suo fidanzato.
"Sono nervosa per te Harry," rise lei, "hai il gesso, punti di sutura, e costole spezzate, eppure vieni ad una partita di calcio, idiota," scosse la testa, scompigliandogli i capelli gentilmente siccome c'erano ancora tagli del vetro che era una volta nel suo cranio.
"Louis ha sempre voluto giocare qui con i Rovers. È il suo sogno. Non potrei perdermela nemmeno per sogno, e lo sai," le fece notare.
Gemma annuì, ma un altro pensiero le venne in mente. "Ha anche altri sogni. Specialmente per stasera," borbottò sottovoce, un piccolo sorrisetto nelle labbra. Harry non la sentì tuttavia.
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"Hanno vinto!" Harry esclamò, saltellando su e giù fra la folla. "Louis ha lanciato quello! Ha fatto il goal vincente!" urlò, girandosi verso Gemma con il più grande sorriso di sempre.
"Ce l'hanno fatta!" lei rise, avvolgendo le braccia attorno alle spalle di Harry.
Dovettero aspettare finché la squadra non tornò dallo spogliatoio. Ma dopo più o meno venti minuti la squadra uscì, e Louis corse direttamente a dov'erano Harry e le loro famiglie.
"Sei stato fantastico! Te l'avevo detto!" Harry lo elogiò, attirando il suo fidanzato in un abbraccio. Louis sorrise con la testa nell'incavo del collo di Harry, sospirando soddisfatto all'odore di vaniglia del ragazzo più piccolo.
"È stato fantastico!" Louis disse a Harry, alzando la testa per baciare Harry. Entrambi sorrisero, tuttavia, e ruppero il bacio.
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"Non ti capisco per niente," Louis ridacchiò, scuotendo la testa. Harry lo guardò con gli occhi spalancati, brillanti di curiosità e felicità.
"Perché?" sorrise, saltando per mettere un dollaro nel barattolo che avevano messo in cima al frigorifero. Dovevano essere utilizzati originariamente come risparmi per un viaggio a Parigi quando ne avessero abbastanza, ma con quello che Louis voleva fare aveva pensato che il viaggio sarebbe arrivato prima del previsto.
"Perché," il più grande ridacchiò, "sei uscito dall'ospedale da meno di quattro giorni e stai già saltellando," gli disse, uno sguardo affettuoso nel suo viso che fece arrossire Harry. "Ma è una cosa positiva," aggiunse.
Harry annuì, "Sì," concordò, "Penso che sia stata una bella giornata. Hai giocato con i Rovers e fatto il goal vincente. Quello e la chiamata di Liam e Niall questa mattina! È stato un giorno memorabile," ridacchiò, appoggiandosi contro il bancone.
Louis e Harry sedettero al bancone, Louis provava a fare i pancakes come li fa Harry. Fece sedere Harry così che potesse farli da solo. Dopo tutto, non voleva che il suo fidanzato peggiorasse le sue ferite.
Over My Head dei The Fray partì dal telefono di Louis, facendogli spostare lo sguardo su di esso e prenderlo. Aggrottò le sopracciglia quando vide che fosse il contatto di Niall, ma rispose in ogni caso. "Hey, Ni, come va?" chiese. Harry lo guardò con uno sguardo interrogatorio, ma gli mimò un 'non lo so'.
Niall sospirò pesantemente, "I-io uh, penso di essere gay," affermò, "no, no, so di essere gay. O bisessuale al massimo. I-io solo, Louis, non so cosa fare!"
Louis era confuso, "Perché? Che c'è di male nell'essere gay?"
"Non c'è niente di male nell'essere gay! È solo, uh, ti ricordi quando siamo usciti tutti insieme a prendere dei drink un mese fa? E mi hai detto che Liam mi fissava?" chiese.
"Sputa il rospo, Niall."
"Sono innamorato di Liam!" Niall esclamò.
Entrambi i ragazzi annasparono, siccome Harry riusciva a sentire la conversazione. "Oh," Louis respirò.
"Lo so!" il ragazzo irlandese piagnucolò, "E l'ho invitato da me per guardare la partita oggi perché ci giochi tu ma saremo solo noi due e ora sto dubitando tutto questo e sono spaventato, e nervoso, e non so cosa fare!"
"Niall, prima di tutto, calmati. Poi, va bene. Andrà bene. Sii te stesso. È il te che tutti conosciamo e amiamo in ogni caso. Puoi provare a fare un passo avanti stasera se vuoi, ma ricordati che se lo farai, allora Liam non ti odierà se non vorrà che sia in quel modo fra di voi. Sii solamente te stesso e andrà bene," lo assicurò.
"Essere me stesso, fare un passo avanti, stare calmo. Okay, uh, sì. Lo farò. Ti chiamerò dopo," sospirò e riattaccò.
Louis guardò Harry, che sembrava scioccato. "Niall ama Liam," si fermò, "Non penso che nessuno di noi se lo aspettasse."
Louis ridacchiò, "Sì. È stato un po' pazzo. Ma, se va bene, allora sarà ancora più memorabile." disse, prendendo un respiro profondo. Harry era un po' confuso quando Louis fece un passo indietro.
Louis si congelò, "Merda. Avevo tutto questo discorso preparato, ma non mi ricordo niente. Uhm, hai sempre detto che avresti voluto una proposta piccola e dolce. Qualcosa che sarebbe sembrata ancora più memorabile per te. Dove siamo solo noi due, senza nessun altro così è personale. E non riesco a capire di essere quello a farlo per te," si fermò, sorridendo tremolante, "siamo come una squadra. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. Posso contare su di te per qualsiasi cosa. Ti amo con tutto il mio cuore e non posso immaginare un mondo senza di te," scosse la testa piano.
Il respiro di Harry si spezzò in gola quando il più grande si inginocchiò, e cacciò una piccola scatola di velluto. Louis non gli staccò gli occhi di dosso mentre mostrava la bellissima fede argento. "Vuoi sposarmi, Harry?" chiese, piccole lacrime nei suoi occhi.
Per quell'ora ad Harry scendevano già lacrime dagli occhi, aveva la mano nella bocca scioccato mentre annuiva. "Sì" pianse, "si si si!" una risata leggera lasciò le sue labbra, e Louis sorrise mentre si alzava e infilava l'anello nell'anulare di Harry. Era grato che il gesso si trovasse nell'altro braccio.
Harry lanciò le braccia attorno al collo di Louis, fregandosene delle ferite mentre si tirava l'altro uomo addosso. Le loro labbra si scontrarono in un bacio passionale, riempito di felicità, amore, e molto altro. "Ti amo, angelo," Louis borbottò, baciando Harry di nuovo.
"Ti amo di più," Harry sorrise.
Louis scosse la testa, "Impossibile," ridacchiò leggermente, baciando le labbra del fidanzato.
"No, non lo è," Harry sorrise, "sai almeno la vera ragione per la quale io ero andato da tua madre quel giorno? Il giorno dell'incidente?" chiese, un sorrisetto nelle labbra.
"Sei andato dalla mia mamma?" Louis chiese, "Beh, non ci ho mai pensato così tanto. Ma mi è venuto in mente la ragione per cui potessi essere andato là. Manchester non è troppo vicino," alzò le spalle, "ma...perché ci sei andato?"
Harry ruotò gli occhi scherzosamente, "Perché stavo chiedendo a tua madre della proposta per te," sorrise affettuosamente a Louis, "Stavo per farlo alla partita oggi. Ma poi c'è stato l'incidente," gli disse, la voce silenziosa.
Louis stava solo sorridendo. Non poteva crederci che Harry stava per fargli la proposta. E anche nello stesso giorno. "Sono felice che l'abbia fatto io, comunque," disse.
"Anche io," Harry concordò, appoggiando la fronte contro quella di Louis. Chiuse i suoi occhi, e lo baciò dolcemente, muovendo le mani per avvolgere la vita di Louis. Harry lo tirò più vicino mentre Louis passò la lingua sul labbro inferiore del più piccolo. Harry schiuse le labbra, consentendo a Louis di prendere il controllo.
I due pomiciarono per un minuto finché Harry non si staccò senza fiato. "Possiamo dirlo ai nostri?" chiese, emozione nei suoi occhi.
Louis piegò la testa, "Che ne dici se andiamo a trovarli domani. Non ho lezione e tu non lavori. Possiamo andare giù da mamma e poi dai tuoi?" alzò le sopracciglia domandando.
Harry sorride, "Okay. Suona perfettamente promesso sposo," ridacchiò
"Oh, davvero. Beh, sai cosa suona bene?" Louis chiese, pizzicando i fianchi di Harry piano.
Harry rise, "Cosa?"
Louis arricciò il naso, e premette la fronte contro quella del suo fidanzato, "Il tuo nome con il mio cognome!"
POTREI MORIRE. CALL AMBULANCE, CALL AMBULANCE, FOR ME.
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