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Sette




Louis non voleva andarsene quella sera, tuttavia lo fece, essendo praticamente stato forzato a tornare a casa da sia sua madre che Jay, che entrambe gli dissero che aveva bisogno di dormire. Però non tornò all'appartamento suo e di Harry. No, stette a casa di sua madre, siccome era a venti minuti dall'ospedale.

Dopo una settimana, molte persone erano venute a sapere dell'incidente. Tutti i ragazzi della squadra di calcio di Louis ne avevano sentito parlare e lo supportavano. Si, Louis era tornato a scuola, non poteva perdere troppi giorni come avrebbe voluto fare.

Tuttavia ciò che toccò un nervo scoperto fu il giorno dopo l'incidente, quando il ragazzo era nel divano con Lottie, a guardare il telegiornale quando iniziarono a parlarne. Louis aveva gli occhi spalancati pieni di lacrime mentre guardava la macchina del suo angelo ribaltarsi più volte e stava piangendo silenziosamente, con le braccia di sua sorella attorno, quando vide i paramedici cacciare il ragazzo fiacco dalla macchina.

"Louis, vieni?" Niall chiese, portando un borsone nella spalla. Louis alzò lo sguardo dal suo telefono in attesa, facendolo scivolare in tasca mentre camminava verso il ragazzo biondo, uscendo dallo spogliatoio con lui per un po' d'aria fredda.

"Mh sai cosa? Passo un attimo in appartamento e poi ci vediamo lì," disse al suo amico, correndo per il parcheggio e entrando in macchina, dove infilò le chiavi e partì.

Come se fosse in missione, Louis corse nell'appartamento e nella loro camera. I suoi occhi si fermarono sull'armadio di Harry, e si avvicinò, guardando attentamente tutti gli oggetti in alto finché non vide un anello d'argento. La prese, passando le sue dita dentro, sentendo le parole incise all'interno. Si ricordò di Harry che si toglieva l'anello prima di entrare in doccia la mattina dell'incidente, come se non volesse che l'acqua la rovinasse, anche se non l'avrebbe fatto. A Louis non importava, amava l'ammirazione del ragazzo verso l'anello.


Louis strofinò il naso contro il collo di Harry, stampando un leggero bacio nella pelle scoperta. "Sono così imbarazzanti," grugnì, ovviamente imbarazzato dal modo in cui entrambi i loro genitori scattavano loro troppe foto siccome era il diciottesimo di Harry ed erano recentemente l'uno sopra l'altro insieme a Daisy e Phoebe, tutti e quattro indaffarati in una battaglia di solletico finché non rimase solo Harry su Louis. La parte imbarazzante era che entrambe le loro madri avevano fatto loro una foto quando Harry aveva smesso di fargli il solletico e si era sporso sul ragazzo più grande mentre stava seduto su suoi fianchi, entrambi sussurravano cose all'altro e condividevano piccoli baci.

Harry ridacchiò, avvolgendo le sue braccia attorno la vita di Louis, "Specialmente mia madre," ridacchiò, sorridendo quando Louis alzò la testa e lo baciò dolcemente.

Furono interrotti da una delle gemelle, "Uh, Lou, penso che ti sia caduto questo dalla tasca," gli disse, appoggiando l'anello argento nella sua mano, che lui nascose subito dalla visuale di Harry. Ma fu notata lo stesso.

"Cos'era quella?" chiese curioso.

Louis sospirò, non volendo nascondere nulla al suo ragazzo. "Il tuo regalo." borbottò.

"No!" protestò il ragazzo più piccolo, "Pensavo non ci facessimo regali!" disse, ma non poté evitare di sorridere.

"Oh, zitto, tu me l'hai fatto il regalo di compleanno. Dovresti aspettarti un regalo da me," Louis rispose giocherellone prima di alzarsi e trascinare Harry con sé. "Dai!" condusse il ragazzo nel corridoio dove la gente non poteva intromettersi nella loro conversazione. "Era in una scatola ma penso sia scivolato. Non ho idea come sia uscito dalla mia tasca," iniziò, "Io.. solo...Ne abbiamo passate tante e tu sai che io ti adoro e amo così tanto e non sarei capace di vivere senza di te. Quindi volevo prenderti questo," spiegò, e poi cacciò l'anello, mostrandolo a Harry, che rimase a bocca aperta.

"È ... tipo, un anello di fidanzamento?" chiese, la sua voce piccola.

Louis annuì, "Una promessa di stare insieme e forti davanti a tutta la merda a cui andiamo incontro," ridacchiò, sorridendo all'espressione ovvia di Harry, gli piaceva. "Guarda dentro."

Harry lo fece, avvicinandosi, e rantolò di nuovo vedendo le parole. "F & A"

"Forever and Always? Per sempre?" chiese in ammirazione. Louis annuì. "L-lo amo," il più piccolo scosse la testa, e lasciò che Louis glielo infilasse. Poi fece un sorrisetto, e avvolse le braccia attorno alla vita del suo ragazzo, tirandolo più vicino per stampare le loro labbra insieme.

Louis sospirò, e si morse il labbro prima di uscire dalla stanza, e rientrò in macchina. Dopo essere partito abbassò il volume della musica, e si fece piccolo ad ogni canzone che partì. Perché per qualche ragione ogni canzone era la preferita di Harry o glielo ricordavano in qualche modo.

Louis spense la radio e collegò il suo cellulare alle casse della macchina. Scelse la playlist di Harry, e Never Say Never partì. Si ricordava quella di canzone, in particolare quando la stava ascoltando quando stava аndando a prendere Harry con Anne, Gemma e Robin.

Dopo il tentativo di suicidio del ragazzo quando aveva sedici anni, era stato come "espulso" per un mese. Fu mandato da una sottospecie di ospedale accogliente, non sembrava nemmeno un ospedale ma una casa, dove i dottori dissero che l'avrebbe aiutato con i suoi tagli. Lo disse in un modo confortante, ma entrambi i ragazzi sapevano sfortunatamente che era segretamente simile a un "ospedale psichiatrico".

Harry avrebbe potuto rimanerci più lungo, ma siccome gli erano stati permessi a volte delle visite, solo familiari, e il suo telefono per un tempo limitato, in qualche modo lo aiutarono a diminuire il tempo là dentro. La donna, o infermiera, che lo controllava spesso era diventata sua amica come un impiegato al paziente, e lei affermò che fosse ovvio che lui volesse stare meglio per il suo ragazzo.

Harry non voleva andare. Ma se glielo chiedessi adesso non direbbe di essersene pentito. Lo aveva aiutato a stare meglio. In più, quando era là gli fu prescritta una medicina più potente che lo aiutò con la sua schizofrenia molto di più.

Le dita di Louis colpivano ripetutamente a suono di Never Say Never, nella sua coscia, che si abbassava e si rialzava. Non poteva che desiderare che Anne guidasse un po' più veloce per arrivare da Harry, che non vedeva e con cui non parlava da un mese.

Dopo altri cinque minuti, Louis vide l'inizio del palazzo, e lo vide tutto quando la macchina parcheggiò nel piccolo posteggio. Il cartello che accoglieva la gente, l'erba verde, con la vecchia altalena pneumatico e la panchina rossa scura che nessuno usava. Ma sopratutto il modo in cui l'edificio si avvicinava sempre di più finché la macchina non si fermò, e Anne disse a Louis di entrare. Così fece, e corse fuori dalla macchina, quasi cadendo mentre correva all'interno.

Quando trovò il ragazzo riccio accanto ad una donna con una busta ai suoi piedi e un sorriso in faccia, ciò fece riempire gli occhi di Louis di lacrime.

"Harry," sussurrò. E anche se Harry non lo sentì, lui sentì la presenza di qualcuno, e si girò per guardarlo.

"Louis," annaspò, e fece uscire un singhiozzo strozzato, "Louis!" esclamò, e poi fu immediatamente fra le braccia del più grande, entrambi piangevano di gioia e mormoravano parole incoerenti.

"Ti amo ti amo ti amo ti amo," Louis pianse, staccandosi con le guance di Harry nei suoi palmi. Raggiunse la nuca del ragazzo e connesse le loro labbra per un lungo bacio bisognoso.

Siccome Harry era nella loro città natale a visitare Jay, andò nell'ospedale che avevano già visitato altre volte. Ciò significava che Louis doveva guidare in tutta la piccola città, incluso passare davanti al piccolo negozio di fiori, che non era più aperto ma era rimasto lì. Si ricordò dei fiori che era andato a prendere di fretta e furia nel loro primo anniversario, quando Harry era all'ultimo anno e aveva appena finito il liceo e aspettava l'anno prossimo per trasferirsi con Louis e lavorare a tempo pieno nella pasticceria.

"Uhm io, avete delle rose rosa molto scuro?" chiese, mordendosi il labbro. L'anziana signora sorrise e annuì, facendogli cenno di aspettare un secondo.

Così aspettò e un minuto dopo arrivò con un piccolo bouquet di rose, colorate di una sfumatura scura di rosa. "Hai un appuntamento con qualcuno di speciale?" ridacchiò dolcemente, "forse una ragazza?" l'anziana chiese, un sorriso sulla faccia.

Le guance di Louis si riscaldarono, "Uh no, ragazzo in realtà. È il nostro primo anniversario," assottigliò le labbra.

La donna sospirò e ancora sorrise, forse ancora di più, "Mi dispiace tesoro, non avrei dovuto saltare a conclusioni affrettate. Mia figlia ha un'amica che ha un figlio gay. Tuttavia lui ha più difficoltà di tutti," si fermò e Louis si intromise.

"Come mai?" gli aveva chiesto.

Lei piegò la testa, "Beh, ha un disturbo. Era stato bullizzato per un po' di tempo ed era stato ferito. Il povero ragazzo era quasi morto. Ma è un ragazzo così dolce e premuroso. Lo vedevo un sacco quando era piccolo e aiutavo sua sorella a fargli le treccine ai ricci. Il suo ragazzo è spettacolare, quando ho parlato a sua madre un po' di tempo fa, lei mi ha detto che lui aveva praticamente salvato suo figlio. Sto sparlando, scusa," ridacchiò, un sorriso tiepido stampato in faccia mentre dichiarò il prezzo dei fiori.

Le sopracciglia di Louis si aggrottarono, "Harry?" chiese piano. La donna si fermò e lo guardo.

"Lo conosci?"

Arrossì violentemente, "è il mio fidanzato," le disse. Lei annaspò, e gli sorrise, improvvisamente ammirando il ragazzo sapendo che fosse il noto fidanzato del ragazzo. Quindi lei pagò per i fiori contro il volere di Louis, e gli augurò un anniversario speciale.

Louis si morse il labbro, provando a non pensare a cose che si riferivano a Harry. Ma non poteva evitarlo. Ai suoi occhi Harry era così perfetto, e niente e tutto era connesso a lui in qualche modo.

Come quando Louis sentì qualcosa di morbido, e pensava sempre beh i ricci di Harry sono più morbidi, o come quando vedeva il colore rosso non pensava ai segni che una volta erano rossi, ma alle sue labbra carnose e rosse scuro.

Tuttavia la cosa che di più odiava pensare era l'ospedale. In particolare quello a cui stava andando in quel momento. Perché Harry era stato in ospedale per praticamente tutta la sua vita, e ogni visita sembrava peggiore della precedente.

Ma Louis provava a scacciare quei pensieri e pensò solo a come era uscito vivo da quell'incidente. E che non stava andando in ospedale per essere triste ma per vedere invece il suo angelo, anche se non poteva necessariamente ricevere una risposta da lui.


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GRAZIE PER LA PAZIENZA, SPERO STIATE BENE.

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