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1. Ritorno ad Hogwarts

"Posso?", chiese Rose affacciandosi nello scompartimento in cui James giocherellava, annoiato, con degli aeroplani di carta. "James... sei solo", commentò, prima che questo potesse girarsi. Lui restò a bocca aperta. Rose portava i suoi sedici anni alla grande, con quella chioma di capelli rossi che erano cresciuti in dismisura durante l'estate. E quel giorno era particolarmente raggiante, senza l'aria trasandata delle vacanze. "Dove sono Lily e Albus?", continuò, senza badare troppo al suo silenzio.
"Sai, è difficile avere dei fratelli in altre Case". Rose annuì, comprensiva. Da quando Lily venne smistata in Tassorosso, passava molto meno tempo con i parenti, e si dedicava ai suoi nuovi amici. Mentre Albus, frastornato dall'idea di far parte dei Serpeverde, evitava i contatti di coloro che non erano della sua Casa per la vergogna, seppure tutti lo incoraggiassero a non avere timore. "E i tuoi amici?", chiese Rose, sperando in una risposta positiva. Ma lui si limitò a scrollare le spalle, analizzando il suo aeroplano di carta. "Che cosa hai combinato?", domandò con un sorriso malizioso.
"Nulla", rispose tranquillamente James. "Perché?".
"Sembra che tutti ti stiano evitando", disse mentre prendeva posto di fronte a lui.
"Non so, avranno qualcosa di più interessante a cui badare".
"Come Teddy e Victoire?".
La storia d'amore fra il Tassorosso e la Corvonero era diventata il passatempo preferito per gli studenti di Hogwarts. Nonostante i due non facessero più parte della scuola, ancora si vociferava delle loro avventure sentimentali. Si diceva che fossero di nuovo insieme, ma le famiglie Potter e Weasley sapevano che non era così. Tuttavia, per rispetto dei due, Lily, James, Albus, Hugo e Rose non avevano fornito informazioni a quei pettegoli. "Non mi sono scelto amici uguali a quei ficcanaso che compongono Hogwarts", commentò lui, secco.
"James, va tutto bene?", chiese lei aggrottando le sopracciglia.
"Mai stato meglio".
Ma Rose, dal suo tono di voce, potè capire che era solo sarcasmo. "Sai che se hai bisogno di qualcosa io sono qui".
James alzò lentamente gli occhi. Era la prima volta che lui e Rose erano così intimi. In genere il loro orgoglio da Grifondoro non gli aveva mai permesso di essere sentimentali. Eppure nessuno dei due sentí il bisogno di sparare qualche battuta ironica, per spezzare il momento mieloso, perché Rose era troppo seria e James aveva bisogno della sua compassione. Ma proprio mentre stava per aprire bocca, la porta dello scompartimento si aprí piano piano.
"Ciao", mormorò una voce affannata in una testolina arancione.
"Hugo", scandí Rose, irritata.
"C'è posto, vero?", disse, ma senza aspettare risposta, si sedette accanto alla sorella, e incominciò a strofinarsi nervosamente le gambe.
"Che ti prende?", chiese James.
"Quest'anno ci sono i G.U.F.O. Voi non eravate nervosi?".
"Calmati", gli intimò Rose, con tono rigido. "Non siamo neanche arrivati ad Hogwarts".
"Ma insomma, saranno difficili, no? Io sono una frana in Divinazione. E non riesco a fare la metà degli Incantesimi".
"Per piacere, Hugo, è solo Vitious! Sono sicura che ti aiuterà, se glielo chiederai", esclamò la sorella.
"Ma... ma... ho un po' paura di Vitious".
Rose e James si guardarono per qualche secondo prima di scoppiare a ridere. Per i due, avere paura di quel piccolo professore era qualcosa di banale, e Hugo si pentí all'istante di essersi confidato con i due.
"Non c'è niente da ridere! Sappiamo tutti che James ha avuto un calo di pressione all'esame di Trasfigurazione".
"Stavamo parlando di te", si affrettò a dire l'altro.
La porta dello scompartimento si aprí ancora, ma questa volta fu una chioma bionda a mostrarsi.
"Scorpius Malfoy", mormorò James, aspro.
"Ah, ho sbagliato posto!", esclamò quello con aria infuriata. Si sporse di più, e incontrò lo sguardo di Rose. "Ma guarda un po'. Rose Weasley".
Gli occhi azzurri brillarono maligni, e lei si affrettò a voltare lo sguardo. "Mi eviti, rossa?", ironizzò Malfoy con finto tono dispiaciuto.
"Semplicemente non mi va che il mio cervello memorizzi una faccia come la tua".
Lui fece una smorfia e andò via. "Non mi sembra che foste tanto nemici", commentò James, aggrottando le sopracciglia. Rose scrollò le spalle. In pochi sapevano cosa fosse successo realmente.

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