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Straw fire


Phoebe si strinse nella coperta verde militare, affondandovi il naso.

Il sole iniziava appena a sorgere, ma lei come al solito era già sveglia. Fortunatamente Mattia aveva alcune stanze per gli ospiti a casa sua, così anche Phoebe aveva potuto fermarsi la notte. Oltre la siepe che recintava il grande giardino, poteva scorgere il mare di Rimini, unico rumore in quella quiete mattutina.

Era il primo gennaio, ma Phoebe preferiva rimanere seduta nella sdraio avvolta in una pesante coperta piuttosto che stare sdraiata sul divano di una casa sconosciuta. In più il freddo l'aveva sempre aiutata a ragionare meglio. E aveva molte su cui riflettere.

Prima tra tutte, quel bacio con Aidan. Continuava a domandarsi come fosse potuto accadere. Non riusciva ad individuare l'attimo esatto in cui aveva abbassato le difese ed era stata sopraffatta. Forse era accaduto parecchi mesi prima, probabilmente addirittura quando lo aveva incontrato per la prima volta.

Eppure non poteva funzionare. Phoebe non aveva tempo per una relazione in quel momento. Forse Aidan era in realtà l'unica persona con cui avrebbe potuto costruire qualcosa di vero. Ma non si sentiva del tutto pronta. Aveva trascorso tutta la notte a combattere contro due desideri: quello di scappare e quello di rimanere.

Nutriva dei chiari sentimenti verso Aidan, emozioni che però al tempo stesso la spaventavano e preferiva non riconoscere. Con quel bacio si era spinta oltre, dichiarandoli apertamente. Probabilmente era meglio per lei fare un passo indietro. Forse Aidan non avrebbe compreso le sue necessità e avrebbe compiuto lui la scelta che lei non riusciva ancora a prendere: non vedersi più e dimenticare tutto ciò che era accaduto tra loro. Era certa che Aidan avrebbe presto trovato una ragazza giusta per lui, che lo potesse amare come meritava e soprattutto che non fosse così complicata come lei.

Si asciugò rapidamente una piccola lacrima solitaria che le stava correndo sulla guancia, maledicendosi per averla fatta sfuggire. Phoebe non piangeva mai. Meno ancora per un ragazzo. Nemmeno quando era spaventata. Il fuoco aveva bruciato tutte le sue lacrime, per sempre.

"Buongiorno" disse all'improvviso una voce biascicata.

Phoebe si voltò di scatto, vedendo attraverso la vetrata che collegava il soggiorno con il giardino Mattia traballare nel corridoio di casa. Il ragazzo si appoggiò al vetro, indicando con la testa verso di lei "Ma non hai freddo?". Phoebe si strinse nelle spalle "No". Mattia si passò una mano sul volto, cercando di svegliarsi e abbandonandosi ad un lungo sbadiglio. "Non mi sono ancora del tutto ripreso da ieri sera" borbottò con sguardo perso. "È presto, puoi tornare a dormire" lo esortò Phoebe, desiderando rimanere sola ancora per un po'. "No, ho talmente fame che mangerei pure te" replicò Mattia dirigendosi verso la cucina.

Phoebe scosse la testa, mentre il ragazzo scompariva dalla sua vista. Ma dove diavolo era finita? Sarebbe stato meglio partire il prima possibile. Non era abituata a tutta quella confusione.

Dopo pochi istanti, sentì delle urla provenire dalla cucina. Allarmata, si alzò immediatamente dalla sdraio. Grazie alle pareti in vetro vide chiaramente del fumo provenire dalla stanza in cui era entrato Mattia. Si strinse la coperta al corpo ed entrò di corsa in casa.

Trovò Mattia in cucina che si guardava attorno disperatamente alla ricerca di qualcosa. Accanto ai fornelli nel frattempo c'era una tovaglietta di vimini che bruciava allegramente, accanto al bollitore per il tè che era prossimo alle fiamme. "Ma che stai facendo?" gli gridò Phoebe sconvolta. Ma Mattia, ancora intontito dalla notte di Capodanno, si agitò ancora di più. "Ho messo la tovaglietta vicino al gas e...non so come ma si è incendiata e..." iniziò a parlare velocissimo, in preda all'agitazione.

Phoebe mise le mani avanti per cercare di bloccare il flusso incessante delle sue parole "Stai calmo. Hai un estintore o qualcosa di simile?". Mattia la guardò come se gli avesse rivolto la domanda più incredibile del mondo. "No!" rispose agitato. "Cazzo! Cioè, tu commissario antincendio non hai nemmeno un estintore in casa?" chiese Phoebe sollevando un sopracciglio. "No, no. In questo momento sono talmente nel panico che non mi ricordo nemmeno il mio ripieno della piadina preferito!" si lamentò Mattia girando per la cucina e agitando le braccia in alto.

Phoebe decise di prendere in mano la situazione, prima che tutta la casa del ragazzo prendesse fuoco con loro all'interno. "Va bene, usa la coperta" disse lanciandola a Mattia. Il ragazzo la prese e iniziò ad agitarla convulsamente verso il fumo. "Ma che diavolo stai facendo! -lo riprese Phoebe allibita- non devi usarlo per allontanare il fumo, ma per soffocare le fiamme!".

Notando lo sguardo perso del ragazzo e intuendo che non si fosse ancora del tutto ripreso dalla quantità di alcol ingerito la sera precedente, Phoebe gli strappò di mano la coperta e la lanciò sopra la tovaglietta in fiamme. In poco tempo il fuoco si spense. La ragazza si voltò verso Mattia, che stava boccheggiando a fatica. Lei si diresse verso la finestra, aprendola e dissipando un po' del fumo che si era creato nella stanza.

"Che cosa avete combinato qui dentro?" esclamò Aidan, facendo il suo ingresso in cucina agitando una mano per proteggersi dall'odore di bruciato. "Per fortuna che voi commissari antincendio dovete intervenire celeri!" esclamò Phoebe mettendosi le mani nei fianchi, rivolta al ragazzo moro. Lui spostò lo sguardo sul suo amico calvo, poi scoppiò a ridere quanto intuì cosa fosse successo.

"Se la mia monoposto dovesse mai prendere fuoco, ricordatemi di portarmi un estintore dentro l'abitacolo perché se mi fermo nella postazione di Mattia è meglio che io spenga da sola l'incendio" continuò Phoebe, polemica. "C'è un motivo per cui lui viene assegnato ogni anno solo ai box- ridacchiò Aidan- almeno lì c'è meno rischio che combini un disastro". "Certo, certo. Ridete pure di me- borbottò Mattia corrucciando la fronte- avrei voluto vedere voi a dover cucinare dopo una sbronza epocale". "Per questa volta sei perdonato, ma solo perché c'era Phoebe a salvarci" rispose Aidan, ammiccando verso la ragazza. Phoebe si ritrovò ad arrossire involontariamente e si voltò di colpo, per non farlo notare. Odiava dover ammettere che il suo cuore aveva perso un battito quando Aidan era entrato nella stanza. Nonostante indossasse un pigiama blu orrendo, era comunque il ragazzo più bello che lei avesse mai visto. Avrebbe potuto benissimo collocarlo su una passerella di moda, persino vestito così.

"Troppe emozioni di prima mattina- disse Mattia sventolandosi teatralmente con una mano- per riprendermi da tutto questo stress credo che dovrò cucinare immediatamente delle piadine". "Io credo invece che tu dovresti stare ben distante dal fuoco oggi" lo riprese Phoebe. "Oh, come siete noiosi- ribatté Mattia- allontanatevi subito dalla mia cucina". Li spinse fuori entrambi, poi chiuse la porta.

Phoebe e Aidan si guardarono, iniziando a ridere. Se quello era solo l'inizio dell'anno, decisamente il resto prometteva bene.

"Allora, come hai passato la notte?" esordì Aidan, mentre uscivano in giardino. Phoebe scrollò le spalle "Non dormo mai troppo bene in case che non sono mie" "Potevi venire a trovarmi in camera mia- replicò Aidan- anche io ho sofferto di insonnia" "Non credo fosse il caso -ribatté Phoebe incrociando le braccia al petto e guardando per terra -anzi, penso che dovremmo parlare di quello che è accaduto ieri" "Certo, infatti anche io volevo affrontare questo argomento con te, ho alcune cose da dirti" annuì Aidan accomodandosi su una sedia di vimini bianca, mentre Phoebe si sedette di nuovo sulla sua sdraio. "Ok, inizia tu. Ti ascolto" disse la ragazza, consapevole che avrebbe dovuto poi interrompere la sua dichiarazione di amore affermando che tra loro non poteva esserci nulla.

"Credo che dovremmo semplicemente dimenticarci cosa è successo -esordì Aidan con un sorriso ingenuo- io e te non potremmo mai essere una coppia. Insomma, guardaci. Siamo diametralmente opposti! E poi non sarebbe possibile viaggiare in continuazione tra Modena e Montecarlo, è impensabile. Senza contare le gare e i mille impegni che andrebbero in conflitto con il mio lavoro. Insomma, non ci sono proprio le basi per poter costruire qualcosa insieme".

Phoebe rimase a bocca spalancata a fissarlo, senza alcuna dignità. Non riusciva a credere a ciò che aveva appena ascoltato. Era pronta a dover gestire una situazione totalmente diversa, si immaginava Aidan in ginocchio davanti a lei che la implorava di dargli una possibilità perché troppo innamorato di lei. E invece quello stronzo era seduto davanti a lei, con un sorriso tranquillo sul volto mentre le diceva che non la voleva come fidanzata. Phoebe deglutì a fatica, cercando di inghiottire anche tutto il fastidio che le aveva provocato quel discorso. Odiava essere sorpresa da qualcuno, pensava di poter sempre prevedere le mosse del suo avversario, ma Aidan invece riusciva sempre a fregarla in qualche modo.

"Tu avevi un'idea differente?" la stuzzicò lui, con un sorrisetto irritante. Phoebe si mosse a disagio sulla sdraio, sporgendosi verso di lui ma fingendo indifferenza "No, no. Sono totalmente d'accordo con te. Io non ho davvero tempo per gestire una relazione ora e tu invece meriti una persona che ti dedichi tutta la giusta attenzione". "Esatto, -continuò lui- in più, senza offesa, ma non sei proprio il mio tipo. Sì insomma, sei una bellissima ragazza, però non ti trovo così attraente".

Phoebe rimase congelata sul posto. Poi lentamente il suo cervello iniziò ad incendiarsi. Non la trovava attraente? Ma era serio? Com'era possibile che un ragazzo non fosse interessato a lei? Tutti la valutavano attraente, dannazione! Chi era quell'Aidan per potersi permettere di dire il contrario? E quanto poco era stato gentile, per giunta!

La ragazza si limitò a fare un sorrisetto di circostanza, a cui lui rispose con un enorme sorriso. Phoebe non riusciva a capire se si stesse prendendo gioco di lei oppure se fosse semplicemente un idiota. Ma gli avrebbe fatto cambiare idea, eccome se avrebbe cambiato idea quel ragazzo! Phoebe giurò a sé stessa che lui sarebbe impazzito prima o poi per lei, ad ogni costo. Anche solo per vendicarsi.

"Quindi siamo d'accordo che quel bacio non ha significato nulla" concluse la ragazza sorridendo amabilmente ad Aidan. Lui annuì soddisfatto. "Anche perché in effetti baci piuttosto male" continuò Phoebe, sferrando l'attacco finale ma mantenendo sempre un sorriso angelico. Il volto di Aidan invece si rabbuiò all'istante.

Phoebe ridacchiò dentro di sé, compiaciuta. Quel ragazzo non sapeva chi aveva contro. Nessuno vinceva contro di lei. Mai.

La battaglia era appena iniziata.

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