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Sparkles


I crampi allo stomaco sono terribili.

E se già normalmente sono orribili, lo sono ancora di più alla vigilia di un gran premio così importante.

Per la maggior parte delle persone quel dolore poteva essere ricondotto alla tensione pre-qualifica, alla paura che attanaglia le viscere qualche attimo prima di calare la visiera e salire in macchina.

Ma Phoebe invece aveva un'altra versione.

Il dolore che provava alla pancia era sintomo che qualcosa non sarebbe andato nel verso giusto, un sentore che la giornata non sarebbe stata ottimale ma anzi avrebbe portato a qualcosa di negativo.

E mentre si massaggiava l'addome, continuava ad avanzare nel paddock persa in questi pensieri negativi, ben consapevole che la stessero allontanando dal focus sulle qualifiche che avrebbe dovuto disputare di lì a breve.

Il suo cellulare iniziò a vibrare. Phoebe si distrasse immediatamente dal dolore che provava, notando il nome presente sullo schermo.

"Ciao Aidan!" esclamò rispondendo immediatamente con un sorriso enorme, anomalo per lei. "Non dovresti essere ai box in questo momento?" esordì lui, con tono allegro. Phoebe si fermò sul posto, aggrottando la fronte "Cosa intendi?" "Beh, continui a vagare nel paddock senza un motivo apparente. Stai forse fuggendo dalle tue responsabilità?" "Ma come ti permetti! -sbuffò lei, vagamente infastidita- e poi come fai a sapere cosa sto facendo?" "Voltati verso il motorhome Pirelli" rispose semplicemente il ragazzo.

Phoebe girò su sé stessa, guardando verso lo stabile indicatole. Sobbalzò, vedendo Aidan appoggiato all'ingresso del motorhome. Il ragazzo sollevò una mano per salutarla, con un sorrisetto impertinente. Sul volto di Phoebe si aprì un sorriso più luminoso di quanto era solita esibire. Gli corse incontro felice, come per abbracciarlo. Ma quando gli fu a pochi centimetri si bloccò, imbarazzata. Si limitò a tirargli una pacca amichevole sulla spalla. "Che bella sorpresa!" esclamò poi sorridendo.

"Ho un amico che è commissario di pista a Montecarlo- scrollò le spalle Aidan- mi ha invitato nel paddock e ho pensato che sarebbe stato carino salutarti" "È stata una bella idea" confermò Phoebe. Cercava di non ammetterlo con sé stessa, ma il ragazzo le era mancato molto. "Anche se sembra che tu mi stia perseguitando" precisò subito dopo, per non dare l'impressione di essere troppo felice nel vedere Aidan.

Lui scosse la testa, ridacchiando "In realtà sono venuto qui per vedere come ti schianterai alla prima curva". "Dovrai rimangiarti le tue assurde parole quando vincerò il gran premio domani" replicò Phoebe, alzando il mento in tono di sfida.

"Dai, sono certo che andrai benissimo" replicò Aidan, sporgendosi verso di lei e stringendola in un abbraccio tenero e improvviso. La ragazza rimase immobile, le braccia lungo i fianchi. Si sentiva le guance in fiamme e prima che lui potesse percepire il battito accelerato del suo cuore, si liberò dalla presa di Aidan. "Ehi, chi ti ha dato tutta questa confidenza" borbottò voltandosi e iniziando a camminare, per non far notare di essere arrossita terribilmente in volto.

Aidan l'affiancò ridendo "Ma sei sempre così anaffettiva con chi ti circonda?" "Ma ringrazia che io non ti abbia tirato un pugno! -replicò lei- nessuno si deve permettere di toccarmi". Aidan le prese un braccio, costringendola a fermarsi e a voltarsi verso di lui. L'attirò contro il suo corpo, fissandola negli occhi. "E perché?" le chiese a pochi centimetri dal suo volto, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Phoebe deglutì a fatica, sentendo le pupille dilatarsi per quella improvvisa vicinanza. "Perché potresti bruciarti" gli sussurrò dopo qualche istante, in modo quasi impercettibile.


"Dovevo immaginarlo che lo avessi invitato al tuo Gran Premio di casa!" esordì una voce ben conosciuta. Phoebe si allontanò presto da Aidan, trovandosi di fronte il volto infuriato di Mick.

"Alloggia in casa tua? – continuò il tedesco, puntando i suoi occhi di ghiaccio in quelli di lei- ah, no scusa. Non lasci entrare nessuno nel tuo appartamento. Tranne me, ovviamente". "Ma cosa stai dicendo" gli sibilò Phoebe, infastidita e imbarazzata allo stesso tempo.

"Ti ha mai invitato a casa sua?" chiese Mick rivolgendosi ad Aidan e ignorando totalmente la ragazza. L'altro scosse la testa, perplesso e confuso da ciò che stava accadendo. Nella testa di Phoebe si stava profilando uno scontro surreale.

"Come immaginavo -sorrise il tedesco trionfante- sarà anche diventata amica tua, ma indubbiamente continuo ad avere io l'esclusiva del suo appartamento. Del resto non hai idea di come è comodo il letto..." "Ma che diavolo stai dicendo, Mick!" esclamò Phoebe, spingendolo per la rabbia. Ma lui continuava a parlare rivolto ad Aidan, come se lei non esistesse nemmeno.

"In realtà mi dispiace per te- continuò infatti fingendo un'aria triste- si vede che sei un bravo ragazzo, ma sei anche molto ingenuo. Davvero pensi che una pilota possa considerare una persona normale come te? Ma sì, sei il suo giochino di questo periodo. Phoebe è così, si annoia sempre facilmente. Tra qualche tempo si stancherà di te e cercherà qualcun altro con cui divertirsi. È un consiglio da amico, ti conviene lasciar perdere prima di ritrovarti con il cuore infranto". "Ora stai passando il limite, davvero. Smettila" esplose Phoebe, continuando a spingere rabbiosamente Mick, incapace di poter avere il controllo sulla situazione e per questo prossima ad una crisi di nervi.

Aidan osservava la scena in silenzio, assorbendo tutte le parole di Mick senza proferire parola ma con la mascella contratta. "Davvero, cerco solo di salvarti -proseguì il tedesco- è un peccato che quelli prima di te non mi abbiano ascoltato. Si sarebbero risparmiati di sprecare un periodo della loro vita in modo tanto misero. Perché alla fine lei torna sempre da me. Mi chiama in continuazione, anche quando è con te. Phoebe ha bisogno di me" "Io non ho proprio bisogno di nessuno! -ringhiò la ragazza trattenendosi dallo schiaffeggiarlo solo perché si trovava nel paddock- meno ancora di qualcuno che si inventa assurdità solo per ripicca! Ti ho rifiutato Mick, fattene una ragione! E dopo questo assurdo e ridicolo siparietto, ti assicuro che anche la nostra amicizia termina qui".

"Dai, Phoebe -ridacchiò Mick- perché continui a voler illudere questo povero ragazzo. Scommetto che non gli hai raccontato che mentre lui ti regala bellissimi pesciolini tu ti diverti con me". "Che cazzo sta dicendo" parlò infine Aidan, con voce bassa e roca. Phoebe si voltò verso di lui, trovandosi il suo sguardo di fuoco puntato contro.

"Non è assolutamente vero e lo sai" ribatté lei, ma prima che potesse argomentarlo meglio, Mick continuò "Ah, allora avevo inteso giusto. Sei tu che le hai dato il pesce nero. È stato un gesto carino, ma avresti potuto risparmiare i soldi". Aidan scosse la testa deluso, guardando la ragazza "Non so più cosa pensare, Phoebe".

"Ti capisco -ammise Mick appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo con fare comprensivo- scommetto che ti ha baciato e poi ti ha detto che eravate solo amici. Ha fatto la stessa cosa anche con me. È terribile, ma prima o poi lo avresti scoperto. Sai, abbiamo tante cose in comune io e te. Potremmo andare d'accordo" "Non toccarmi, pilota di merda- sibilò Aidan spostandosi da Mick- noi non abbiamo niente di simile. Non mi interessa in nessun modo esserti amico".

"Peccato, -sospirò il tedesco- si nota che lei è riuscita a corromperti il cervello più di quanto credessi" "Smettila di rivolgerti con questi toni a Phoebe" esclamò Aidan, afferrando Mick per il colletto della maglietta e sbattendolo contro le pareti del motorhome vicino, come se fosse scattato qualcosa dentro di lui. Il tedesco sorrise, guardandolo in segno di sfida "Altrimenti? Cosa fai?" "Potrei tirarti un pugno e non credo ne saresti felice- continuò Aidan stringendo ancora di più la maglietta del ragazzo tra le dita- chiedile scusa per aver cercato di insinuare determinate cose sul suo conto".

Mick lo spinse via, con i muscoli gonfi dalla tensione "Risolviamo la questione da uomini allora". "Quando vuoi" replicò Aidan tornando a riavvicinarsi al tedesco per colpirlo in faccia. Phoebe si infilò tra loro due, bloccandoli ed evitando uno scontro. "Ora basta! -gridò infuriata con tutta la voce che aveva in corpo- mi avete stancata! Non ho intenzione di rivedere più nessuno di voi due. Mick, ora mi è del tutto chiaro che tu mi stavi accanto solo per il prestigio che ti regalavo. Probabilmente la nostra intera amicizia è stata basata solo sull'opportunismo e per questo motivo pensi che chiunque ragioni come te. Non voglio vicino a me una persona che ricerca solo fama. E tu, Aidan. Sparisci subito dalla mia vista. Come hai potuto anche solo dubitare di me per un secondo. Detesto la mancanza di fiducia. Ho chiuso con entrambi. Lasciatemi in pace".

Si allontanò di qualche passo e Aidan cercò di afferrarle il polso, ma lei prontamente schivò il suo tocco. "Ti prego Phoebe, parliamone" chiese quasi supplicando il ragazzo. Ma lei era irremovibile, come lo era sempre stata. Era impossibile farle cambiare idea una volta che aveva deciso.

A grandi passi si diresse verso i box, sentendo un groviglio di fumo salirle al cervello. Incredibile come entrambi si fossero comportati. Come aveva potuto fidarsi in quel modo incosciente di loro due? Eppure doveva essere preparata ormai ai tradimenti. Si maledisse per aver aperto il suo cuore a qualcuno. Stava bene da sola e lo sapeva. Non doveva più cedere nemmeno davanti alla persona che poteva apparire più sincera e pura. Tutti tradiscono, tutti hanno un prezzo.

Ma non riuscì a non girarsi un'ultima volta verso i due ragazzi. Erano ancora lì, uno di fronte all'altro. "Attento, che il fuoco viene soffocato dall'acqua" sentì dire da Mick, mentre fissava Aidan con il sorriso di chi sa di aver ottenuto ciò che voleva. "Non in tutti i casi- replicò il ragazzo puntandogli un dito sul petto- se c'è benzina, il fuoco può bruciare anche sopra l'acqua. E Phoebe è la benzina tra noi due".

La ragazza si voltò velocemente e proseguì accelerando il passo, cercando di evitare di ripensare a quella frase del suo Aidan che l'aveva colpita dritta nel cuore.



Entrò nei box ancora piuttosto scossa. I meccanici erano chini sulla sua vettura, intenti a discutere animatamente. "Che succede?" sbottò avvicinandosi a loro, in modo poco elegante. "Ti sei svegliata male?" le chiese Pierre, appoggiato ad un tavolino nell'angolo, intento a riguardare alcune telemetrie. Phoebe gli rifilò un'occhiata gelida e tornò a rivolgersi al suo team. Uno dei meccanici minimizzò "Niente, valutavamo semplicemente alcune modifiche".

"Ecco, io ne avrei in mente una- esordì lei, carica dalla discussione precedente- volete cambiare quel dannato freno una volta per tutte? È dall'inizio della stagione che ve lo richiedo ma non mi avete mai prestato attenzione. Sono stanca. Ora esigo che apportiate tutte le modifiche che voglio. Altrimenti domani salgo in macchina e la distruggo alla prima curva". I meccanici tossicchiarono, cercando di farla ragionare, ma lei era troppo arrabbiata per essere oggettiva. Il suo cervello stava bruciando dalla rabbia e azzerava tutti i pensieri razionali. Sempre che Phoebe li avesse mai posseduti.

"Voglio il freno più duro e basta! -gridò lei battendo il pugno sulla scocca della monoposto, dando sfogo a tutto il suo nervosismo- siete tutti consapevoli che in queste condizioni io non mi possa esprimere al massimo del mio potenziale. Dovete ascoltarmi". I meccanici la fissarono immobilizzati di fronte alla sua foga. Phoebe li guardò come se fossero un branco di idioti dal momento che non dicevano nulla.

"Fraaaaanz!- urlò quindi qualche istante dopo cercando il team manager- vieni ad ordinare ai tuoi meccanici di ascoltarmi. Subito!". Franz Tost si affacciò al box, cercando di capire il motivo di così tanta confusione. Ovviamente si accorse immediatamente che la causa era Phoebe. Si scambiò una rapida occhiata d'intesa con i meccanici e poi sospirò rivolto alla ragazza "Ancora questa storia della modifica al freno? Se ti diamo ascolto prometti di non chiedercelo più?".

"Però se io ho ragione dovete lasciarlo esattamente come lo esigo fino alla fine della stagione, siamo intesi?" ribatté Phoebe, alzando il mento come gesto di sfida e testardaggine. Franz sospirò rassegnato dalla tenacia sfrontata della sua pilota, cercando di prendere tempo.

"Io l'ascolterei- si intromise Pierre sorseggiando lentamente il suo caffè, come se si stesse gustando la scena- non mi sento abbastanza coraggioso per contraddire Phoebe nello stato in cui si trova ora". Il team manager lo squadrò per intimargli di rimanere nel suo angolo, ma alla fine capitolò "Va bene. Modificate il freno come lei desidera". Con un gesto diede l'avvio ai meccanici ed uscì sconsolato dal box, scuotendo la testa.

Phoebe si sporse sulla monoposto avvicinandosi ai meccanici con aria trionfante

"Se volete vi aiuto. Vi vedo in evidente difficoltà, miei cari". 

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