Sons of fire
Phoebe entrò in un paddock per la prima volta in vita sua con una sensazione di appagamento.
Finalmente la strada davanti a lei sembrava percorrere il sentiero corretto, quello prefissato da lei.
Nessun incidente di percorso, nessun ostacolo sui suoi passi.
La sua carriera era brillantemente in ascesa, ad ogni gran premio confermava ulteriormente il suo potenziale. Ambiva sicuramente a diventare campionessa del mondo, la prima donna a vincere un mondiale di Formula 1. Solo l'idea la elettrizzava e le percorreva l'epidermide come una sottile scossa.
Però doveva anche essere realista. Le possibilità di alzare quel trofeo erano davvero minime, addirittura quasi inesistenti. Ad ogni modo niente le impediva di sognare. Del resto, era la speranza che tutti i piloti coltivavano nella loro ascesa verso l'Olimpo. Anche se molti di loro se ne scordavano una volta giunti in Formula 1 e tendevano a farsi distrarre da altri dettagli, come la fama, i soldi, l'approvazione esterna, le dinamiche nel team. Phoebe invece procedeva dritta verso il suo obiettivo, a prescindere dal fatto se l'avrebbe raggiunto o meno. Per lei contava solo la disciplina.
Ultimamente aveva avuto l'occasione di confrontarsi con Max Verstappen proprio su quest'argomento. Aveva letto in numerosi giornali o interviste la dura educazione che aveva ricevuto il suo collega olandese, ma non ne conosceva i dettagli. Max dal canto suo non si sarebbe mai esposto così tanto confidandole cosa aveva affrontato durante la sua infanzia, né lei glielo avrebbe mai chiesto. Ma si erano ritrovati a discutere sul valore della disciplina per un pilota, commentando alcune azioni discutibili svolte e pubblicate sui social da dei ragazzi delle formule minori che ambivano a un posto in Formula 1. Entrambi erano d'accordo sul sentenziare che certe condotte non avrebbero portato a nulla di buono nelle loro carriere. Per arrivare davvero in alto ed essere dei campioni si deve possedere anche una buona dose di intelligenza e furbizia. La disciplina ti sostiene nel momento in cui la situazione attorno a te inizia a vacillare. La fama o i soldi possono stordirti, ma se il tuo principio di base è forte, allora quasi sicuramente non commetterai nessun passo falso.
Phoebe era rimasta piacevolmente sorpresa da quella chiacchierata con Max. Le sembrava di essere molto in affinità con lui e si era dispiaciuta di non averlo avvicinato mai prima d'ora. Sicuramente sarebbero andati molto d'accordo se fossero stati compagni di squadra. Non che comunque lei si potesse lamentare di quello scemo di Pierre Gasly, che allentava la tensione nei box in ogni momento con qualche scena divertente.
Phoebe si infilò le cuffiette. Rimaneva ancora una delle ultime a preferirle alle cuffie anni '80 che stavano tornando di moda. Selezionò nel cellulare una delle sue canzoni preferite nel pre-gara, ciò che le avrebbe dato la grinta per affrontare per la prima volta il circuito di Baku.
Si era dovuta ricredere in fretta sulla capitale dell'Azerbaijan. Per qualche strano motivo dettato dall'ignoranza e dal poco interesse, pensava che si trattasse di una città poco sviluppata, come se fosse rimasta cristallizzata e avvolta dalle sabbie del deserto. E invece si era ritrovata immersa in una realtà che combinava alla perfezione monumenti di interesse storico ad architettura innovativa e moderna. E la vista di grattacieli e luci riflesse nel Mar Caspio non aveva nulla da invidiare ad altri panorami più conosciuti.
Nelle cuffiette iniziò a risuonare la canzone "My songs know what you did in the dark" dei suoi amati Fall Out Boy, che la strappò dalle riflessioni su Baku e portò la sua attenzione interamente coinvolta dalle parole che udiva e che le davano sempre la carica.
Be careful making wishes in the dark, dark
Can't be sure when they've hit their mark, mark
Phoebe accennò un sorriso. Forse per la prima volta in vita sua non aveva paura dell'oscurità, dal momento che accanto a lei aveva la luce più pura incarnata in Aidan. Erano trascorsi già tre mesi da quella sera in cui lei aveva preso coraggio e lo aveva raggiunto a casa sua. La loro relazione procedeva perfettamente, oltre ogni aspettativa più fantasiosa della ragazza. Non poteva davvero immaginare una situazione migliore. Erano entrambi molto rispettosi dei vari impegni e dei tempi dell'altro, il che per Phoebe era fondamentale. Le dava l'idea di volare legata ad una persona, mantenendo però intatte le sue ali.
Gonna need a spark to ignite My songs know what you did in the dark
So light 'em up, up, up
Light 'em up, up, up
I'm on fire
In the dark, dark
A constellation of tears on your lashes
Burn everything you love, then burn the ashes
Phoebe pensò che le uniche cose che avrebbe bruciato d'ora in poi sarebbero stati i suoi avversari in partenza. Non si accontentava più delle ceneri ora che poteva avere accesso alla fiamma dirompente. E in più, non potevano esserci costellazioni di lacrime sulle sue ciglia. Lei non piangeva più, non sapeva più piangere da anni ormai. E non che ora ne sentisse la necessità, anzi.
"Noto che come al solito sei mattiniera!" esclamò qualcuno alle sue spalle, levandole la cuffietta destra dall'orecchio.
Phoebe si voltò infastidita. Arrivava al circuito sempre la mattina presto proprio per evitare inutili scocciatori. Ma quando si ritrovò davanti il ragazzo che aveva parlato non riuscì a non spalancare la bocca in un gesto poco elegante ma di pura sorpresa.
"Aidan! -boccheggiò levandosi in velocità anche l'altra cuffietta- ma...cosa ci fai qui? Come è possibile?". Il ragazzo si molleggiò sulla punta dei piedi, gongolando con un sorrisetto compiaciuto "Sono felice che la mia improvvisata sia riuscita, temevo che mi scorgessi prima ancora che io potessi arrivare a te. Il paddock non è molto affollato a quest'ora".
Phoebe, incapace di parlare, gli si gettò contro abbracciandolo forte. "È bello vederti, mi mancavi" gli sussurrò sulla spalla. Ma un attimo dopo si spostò dal ragazzo velocemente, cercando di capire se qualcuno li avesse visti. Si era ripromessa di mantenere quella relazione privata e voleva che proseguisse ancora in quel modo. Conosceva purtroppo bene il mondo glamour in cui viveva e lavorava. Non voleva gettare Aidan in pasto ai gossip della stampa, non lo meritava.
"Come mai sei qui?" gli chiese ancora, prendendo qualche passo di distanza. Lui non perse il suo sorriso, rispondendo "Baku è un gran premio nuovo. Hanno chiesto alla CEA di studiare il piano sicurezza e aiutarli a formare una squadra all'altezza di un evento così importante. Abbiamo lavorato da casa ma ovviamente si aspettavano anche una delegazione di qualche addetto antincendio che li sostenesse nella loro prima edizione. Di conseguenza, volendo farti una sorpresa mi sono proposto ed eccomi qui! Ho perso le prove libere del venerdì, ma oggi presenzierò in pista e anche domani. Cerca di non uscire dal tracciato o sarò costretto a venire a recuperarti. E c'è un tratto parecchio insidioso, quello con la torre che sporge nel circuito cittadino".
Phoebe fermò il flusso di parole di Aidan sollevando le braccia "Ecco il motivo di tante riunioni a cui partecipavi e di cui non mi volevi raccontare nulla! È una sorpresa del tutto inaspettata! Se mi avessi avvertita prima avrei potuto prenotare una stanza di hotel anche per te!". Il ragazzo sogghignò "Mi sarei perso la tua espressione spaventata" "Non mi hai fatto paura" si imbronciò Phoebe incrociando le braccia al petto, come una bambina che fa i capricci.
"Certo, certo" ribatté Aidan, avvicinandosi per baciarla. La ragazza si scostò immediatamente, balzando all'indietro. "Ma sei pazzo?" gli urlò contro con voce strozzata. Lui si bloccò, non capendo il significato del gesto di Phoebe. "Ma ti vergogni per caso? O c'è qualcosa che dovrei sapere?" iniziò a mormorare, abbassando notevolmente il tono dell'umore e della voce.
La ragazza scosse la testa, indicando concitata alcuni giornalisti che stavano entrando nel paddock. "Non voglio che ci fotografino insieme! Questo è un mondo patinato, che ricerca continuamente lo scoop quando non c'è nulla di appassionante di cui parlare o scrivere. Di conseguenza voglio difendere con tutta me stessa la mia privacy e soprattutto la tua! Inizierebbero a tormentarti, a chiederti interviste e non ti lascerebbero nemmeno svolgere tranquillamente il tuo servizio antincendio in postazione!".
"Io non ho nessun problema in merito, non ho paura di affrontare tutto ciò. Voglio dire a tutti che sei la mia fidanzata, voglio urlarlo al mondo! -si rabbuiò Aidan aggrottando la fronte- Forse invece sei tu che non vuoi comparire accanto a me. Probabilmente vestito con questa divisa da lavoro non sono adatto per essere ritratto al tuo fianco". "Ma non dire assurdità! -esclamò Phoebe, iniziando ad innervosirsi- ti sembra che questo abbia mai rappresentato una difficoltà per me? Non ti avrei scelto se fosse stato così. Cerca di usare il cervello, sto solo cercando di proteggere te e noi. Anzi, dovresti ringraziarmi. E poi siamo fidanzati solo da tre mesi, direi che è una ragione in più per aspettare ad uscire allo scoperto".
"Certo, in caso tu ti stanchi di me vero? -sbraitò Aidan alzando pericolosamente il tono della voce- io sono sicuro di amarti, ma è più che evidente che tu non nutri gli stessi sentimenti se hai questi pensieri. Ormai mi è più che chiaro che tu non consideri un commissario importante quanto un pilota. Sì, sei venuta da me. Ma probabilmente ho rappresentato solo il tuo giochino di questo periodo, ecco perché non vuoi che ci fotografino insieme! Perché io non ho valore ai tuoi occhi. Ti sei divertita ad apparire come l'anticonvenzionale, la ragazza fenomeno del motorsport che sceglie un anonimo addetto antincendio. Ma in realtà non sei diversa da tutti gli altri. Vi sentite dei fenomeni solo perché siete giunti in vetta al vostro sport. Ma sono altre le mete nella vita. E voi dovete ancora iniziare a camminare, non siete nemmeno a metà del percorso".
"Ti prego, rimani lucido e ragioniamo insieme" mormorò Phoebe cercando di calmarlo prendendogli le mani, ma Aidan si liberò infastidito dalla presa di lei. La ragazza notava chiaramente le fiamme bruciare gli occhi color ambra del ragazzo, in un modo che non aveva mai visto prima e che le incuteva timore. Come se anche lei, la figlia del fuoco, potesse esservi inghiottita, tradita dal suo stesso elemento. Forse Aidan era un figlio del fuoco più potente di lei. Oppure ancora si sentiva talmente in difficoltà ad esprimere il suo contorto ragionamento che appariva totalmente inferiore a lui.
"Complimenti, ti sei dimostrata una delusione totale" infierì ancora Aidan. Poi aprì con gesti scattosi dettati dalla rabbia la borsa rossa a tracolla che portava con sé. Ne estrasse un pacchetto avvolto dalla carta da pacchi marrone. "Pensa che idiota, ho pure pensato di portarti un regalo! -esclamò sbattendolo addosso a Phoebe- ma mi viene talmente tanto la nausea che non ho la forza di gettarlo nel cestino. Tieni, buttalo via tu".
La ragazza strinse tra le dita attorno a quel pacchetto, anche se non le interessa affatto il suo contenuto. "Hai travisato totalmente, lasciami spiegare. Dovresti conoscermi ormai" disse cercando di ritrovare il contatto oculare con Aidan. Ma lui scosse la testa, voltandosi e rifiutandosi di guardarla in volto. "Non sprecare fiato inutile. Non ne voglio parlare. Ti richiamerò io se ne avrò voglia" sibilò prima di dileguarsi verso l'uscita del paddock.
"Ah, maledizione!" gli gridò contro Phoebe, gettando a terra il pacchetto con forza. In tutta risposta ottenne solo un suono sordo. Avrebbe preferito sentire il rumore di vetri in frantumi. Sarebbero stati la colonna sonora perfetta per le condizioni del suo cuore in quel momento, avviluppato dal filo spinato che stringeva, pungendolo.
Invece quel suono sordo le ricordava che ormai non c'era più nulla da rompere dentro di lei.
Solo il vuoto assoluto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro